La migliore foto della guerra

© 2003-2005 by Paolo Attivissimo. Some rights reserved (alcuni diritti riservati).

Indagine iniziale: 25/4/2003. Ultimo aggiornamento: 23/8/2005.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:

Elenco delle indagini - Pagina iniziale del sito

English abstract (il resto è in italiano)

A photograph apparently showing a young child urinating onto the helmet of a soldier is claimed to be the "best war photo ever" in an e-mail appeal. The war referenced in the appeal is the invasion of Iraq by a US- and UK-led coalition in March 2003.

The picture is a fake. The urine spray shows digital artifacts and there are no drip lines on the soldier's helmet. Moreover, the soldier seems blissfully unaware of the chemical attack he is undergoing.

The soldier's uniform is not one of the uniforms used in the Iraq invasion referenced in the message

.

Links with further information (mostly in Italian) are provided below.

Il testo dell'appello

Più che di un testo, si tratta di una foto, accompagnata dalla didascalia "La migliore foto della guerra" o dal suo equivalente inglese "Best War Photo Ever" o da varianti come "Basra kids welcoming their liberators" ("i bambini di Bassora danno il benvenuto ai loro liberatori"):

foto di bimbo che fa pipì su militare

Datazione e origini

La foto ha iniziato a circolare ai primi di aprile 2003.

Perché è una bufala

L'immagine può essere forse divertente per il suo messaggio, ma è un fotomontaggio. Il getto di pipì mostra infatti tutti i segni di essere stato disegnato con un programma di grafica (e c'è qualche dubbio anche sull'anatomia del "rubinetto" del bambino). Il casco del soldato stranamente non mostra segni di colatura, né soprattutto il soldato manifesta di accorgersi dell'"attacco chimico" che sta subendo.

La foto ha iniziato a circolare durante il conflitto in Iraq che ha condotto allo spodestamento di Saddam Hussein, ma il soldato non indossa un'uniforme irachena, inglese o americana.

Aggiornamento (2/5/2003): commenti dei lettori

Da un lettore (jpupe) ricevo questo commento:

"Come dici giustamente il soldato non è uno di quelli indicati. La divisa si vede poco, ma il mitra è abbastanza chiaro. Non è un M16 (arma americana), né un Enfield (mitra britannico) o un Kalashnikov [...]. Direi che si tratta di una variante del Heckler & Kock G3, arma tedesca, in dotazione al locale esercito. Potrebbe essere anche un Galil israeliano a dire il vero, ma sono molto simili. E la divisa verde l'hanno sia i soldati tedeschi che quelli israeliani. Ma l'elmetto non è israeliano, per cui direi che è tedesco (o comunque europeo). La loro divisa è una delle poche a portare la bandiera nazionale sulla spalla, e nella foto si vede qualcosa di simile. Okay, non si distingue la bandiera tedesca, ma forse è stata ritoccata. L'elmetto è un po' troppo generico. Anche in Italia si cominciano ad usare elmetti simili, per cui non è facile giudicare. E' comunque senza il telo mimetico, da cui parrebbe di capire che sia stata scattata durante una normale esercitazione. Anche perchè gli stivali sono troppo lucidi per una guerra vera :-)".

Un altro lettore (Selvaggio79) chiarisce ulteriormente la faccenda:

"Il soldato è un finlandese, identificabile dal fucile, un valmet usato solo dall'esercito finlandese, e dalla tipologia della mimetica. Spero di aver soddisfatto la curiosità."

In effetti una ricerca nel Web trova varie foto di Valmet in dotazione a militari finlandesi che sembrano confermare la segnalazione del lettore. Qui ne riporto una, con l'ingrandimento del fucile:

valmet finlandese

Soldati finlandesi con fucile Valmet

confronto dei fucili

I due fucili a confronto

Fate voi stessi il confronto e giudicate se sono lo stesso tipo di arma. La forma del caricatore mi pare diversa, ma ammetto di non essere un esperto di armi.

Gli indizi, in ogni caso, sono fortemente a favore della tesi che non si tratti di un'immagine reale della guerra in Iraq, ma di un semplice fotomontaggio di fantasia.

Comunque sia, sembra insomma improbabile che la foto ritragga un bimbo iracheno che "dà il benvenuto ai suoi liberatori", a meno che ci fossero dei soldati finlandesi infiltratisi di soppiatto in Iraq.

La foto-bufala diventa copertina di un libro

A febbraio 2004 ho ricevuto da un lettore (davbarba) la segnalazione che la foto dell'appello fa da copertina di un libro edito dalla Fazi Editore, precisamente "Bush in Babilonia. La ricolonizzazione dell'Iraq" di Ali Tariq. Un'immagine della copertina è disponibile nel catalogo BOL.it (il link mostrato nella figura qui sotto non è più quello attuale):

[immagine del libro tratta da BOL]

Stando al lettore, "sull'elmetto del soldato ora compare dipinta una bandiera americana (io l'ho visto in libreria)". Non è chiaro se l'editore sia al corrente del fatto che si tratta di un fotomontaggio o se ne è addirittura l'artefice. Certo che pubblicare in copertina una foto falsa, per quanto assai simbolica, non è un buon biglietto da visita.

Commenti, critiche o segnalazioni?

Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!