Scoperto il Decimo Pianeta!

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Indagine iniziale: ottobre 2002. Ultimo aggiornamento: 14 novembre 2010.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:

Elenco delle indagini - Pagina iniziale del sito

English abstract (il resto è in italiano)

In 2002, a very scary document, entitled Il Decimo Pianeta (The Tenth Planet) and written by a Mr. Pasquale Borriello, was circulated widely on the Internet, especially among Italian-speaking users. The document claimed that a tenth planet would soon be discovered (and indeed it was), but it also claimed that there was a conspiracy to hide a very dramatic secret: the planet was on a collision course with Earth and would strike in 2003, causing massive devastation.

As you will have guessed by now, there was no collision and no devastation. The tenth planet stayed on its distant orbit and went on minding its own business.

In 2006 I was contacted by a very repentant Mr. Borriello, who asked me to update this page with his apologies and said that he'd written the pamphlet when he was a very young and foolish teenager. He was distressed because he realized that anyone looking up his name in Google was overwhelmingly directed to the pamphlet, and this spoiled his chances of getting a job, because prospective employers would Google his name and reject him after reading his youthful writings.

Il testo dell'appello

Dal 2002 circola su Internet un inquietante documento, in formato PDF, intitolato “Il decimo pianeta”, che preannuncia la scoperta di un decimo pianeta del sistema solare “in tempi brevi”. E guarda caso, ai primi di ottobre 2002 gli astronomi hanno scoperto davvero un nuovo, decimo pianeta. Vuoi vedere che stavolta non era una bufala, ma anzi era uno straordinario caso di chiaroveggenza ufologica?

copertina documento

Datazione e origini

Le prime segnalazioni di questo caso sono giunte al Servizio Antibufala a luglio del 2002.

Perché è una bufala

Il documento Il Decimo Pianeta, redatto a cura di Pasquale Borriello e datato marzo 2002, inizia con autorevoli citazioni di scienziati che presentano dati e ipotesi a proposito di un corpo celeste orbitante oltre Plutone. Alcune “citazioni” (tutte da verificare in quanto ad autenticità ed esattezza) non hanno il benché minimo senso per chi ha una pur vaga infarinatura di astronomia, ma lasciamo stare: è comunque vero che il mondo scientifico considera da tempo con la massima serietà la possibilità che il sistema solare non finisca con Plutone, e in questo non c'è nulla di insolito o di inquietante.

A questa parte più o meno “scientifica” fa seguito una serie di citazioni dai miti di vari popoli che sarebbero “conferme storiche” dell'esistenza del decimo pianeta, che fra l'altro sarebbe stato ben conosciuto all'epoca (accidenti quante cose sapevano questi antichi). Ma francamente i versi citati sono talmente ambigui che vi si può leggere tutto e il contrario di tutto, un po' come le centurie del buon Nostradamus.

Non manca l'inevitabile citazione della disposizione delle piramidi egizie a imitare la costellazione di Orione, cara a tanti fanta-archeologi, che però non tiene conto che se si prende un numero modesto di punti disposti in qualsiasi maniera e li si appoggia su una mappa della volta celeste, con un po' di buona volontà si trovano inevitabilmente delle corrispondenze. I nei che ho sul mio braccio destro, ad esempio, ricalcano sorprendentemente la disposizione dell'Orsa Maggiore (soprattutto se tiro opportunamente un po' la pelle – ahi, che male). Vuoi vedere che il mio braccio contiene un messaggio codificato geneticamente da antiche civiltà più progredite della nostra?

Il profeta Venditti

Si prosegue con le “profezie”, altro noto strumento utilizzato soprattutto dagli scienziati più seri per avvalorare le proprie teorie. C'è ad esempio quella di Zecharia Sitchin, il cui libro si intitola The 12th Planet. Un momento: si intitola “Il dodicesimo pianeta”. Ma non si stava parlando del decimo? Forse mi sono perso due pianeti per strada nel corso della spiegazione? Suvvia, il vero ricercatore non si deve lasciar disturbare da questi dettagli secondari. Andiamo avanti, dunque.

Le altre fonti profetiche sono la Bibbia, Leonardo da Vinci e l'immancabile Nostradamus, le cui parole vengono stiracchiate, adattate e interpretate con tanta forzatura da invocare l'intervento di Amnesty International per porre fine a questo genocidio lessicale. Dulcis in fundo, fra i profeti c'è persino (tenetevi forte) Antonello Venditti, perché in una sua canzone ha descritto un “sole gemello”. Di fronte a conferme così inequivocabili, lo scienziato non può che tacere. Perché se apre bocca, gli scappa da ridere.

Fermate il mondo, voglio scendere

Fermi! Il documento prosegue con le “conferme scientifiche”, che in realtà sono un risotto di fantasie e falsità: giusto per fare un esempio, la sonda Pioneer 10 citata dal libercolo non “vaga” nello spazio, ma segue una traiettoria ben precisa, prevista e prevedibile, e non ha “recentemente dato segni di vita”, ma è stata seguita quotidianamente per trent'anni nel suo volo da quando fu lanciata nel 1972. All'epoca in cui Borriello ha scritto il suo documento (marzo 2002) Pioneer 10 era ancora in contatto con le basi a terra. L'ultimo segnale del Pioneer è stato ricevuto, dice la NASA, il 23 gennaio 2003, ossia quasi un anno dopo che Borriello la dava per dispersa.

Le stesse “conferme scientifiche” dicono che la Terra “ha iniziato a rallentare il proprio moto di rotazione in vista dell'incontro con il Planet X nel 2003, quando addirittura si fermerà per 3 giorni.

A parte il fatto che il 2003 è ormai passato da un pezzo e l a fermata non s'è vista, per chi ha dimestichezza con un minimo di fisica è evidente che un corpo celeste non si ferma e poi riparte con disinvoltura soltanto perché passa di lì un altro corpo celeste. Come un enorme vola, la Terra ha immagazzinato una quantità immensa di energia sotto forma dimomento angolare (una sorta di "inerzia" riferita agli oggetti che ruotano). Per avere una vaga idea di quanto sia grande questa riserva di energia, tenete presente che stiamo parlando di interi continenti che si spostano (all'equatore) a 1800 chilometri l'ora, e che i continenti sono solo crosticine che coprono la ben più grande massa interna della Terra.

Per fermare la rotazione della Terra ci vuole un "freno" altrettanto possente, e basta fare due conti per capire che non c'è la benchè minima possibilità che un corpo celeste di passaggio riesca nell'impresa. Del resto, il Sole (immensamente più massiccio di un pianeta) è lì da miliardi di anni e ancora non è riuscito a fermare la rotazione terrestre. Figuriamoci se ci riesce un pianeta di passaggio in soli tre giorni. Per non parlare del fatto di come riuscirebbe poi a far ripartire la rotazione. Diamine, il mondo non è mica una giostra da luna park che parte e si ferma schiacciando un bottone.

Infine c'è la non trascurabile considerazione che quando un oggetto rotante viene frenato, la sua energia di rotazione si deve scaricare da qualche parte. Nel caso della Terra, ammesso di trovare un modo di compiere quest'impresa titanica, l'energia si scaricherebbe sotto forma di calore (come quando si scaldano i freni delle ruote della vostra auto) ed è facile calcolare che la conversione del momento angolare produrrebbe abbastanza energia da far ribollire gli oceani. Dopo tre giorni, insomma, non ci sarebbe granché di vivo sulla Terra.

Secondo il documento, il decimo pianeta sarebbe già stato ripetutamente osservato, ma per una strana forma di modestia gli astronomi che l'hanno avvistato non hanno pensato di segnalarlo pubblicamente e aggiudicarsi così la fama eterna di scopritori di un intero pianeta. Simili atti di vanagloria non si confanno al Vero Ricercatore.

Inoltre, dopo che l'introduzione ci aveva tranquillizzati dicendo che “non è il caso di allarmarsi” nonostante la fermatina fuori programma di tre giorni, salta fuori che nel 2003 l'avvicinamento del Decimo Pianeta alla Terra porterà (anzi, avrebbe dovuto portare)

“grandi cambiamenti a livello climatico, la temperatura degli oceani si innalzerà notevolmente... molti prodotti agricoli inizieranno a scarseggiare... maremoti e terremoti saranno all'ordine del giorno, enormi quantità di energia verranno liberate con eruzioni vulcaniche... gran parte della superficie terrestre diverrà inabitabile nel giro di qualche settimana... alcune zone oceaniche diverranno immensi continenti e molte zone terrestri sprofonderanno”.

Ma, come si diceva, “non è il caso di allarmarsi”, perché la Nasa “farà in modo di trasferire quanta più gente possibile a bordo della stazione spaziale internazionale”. Grosso modo diecimila persone, gli altri si arrangeranno. Adesso sì che sono tranquillo.

Non poteva mancare il complotto finale: “i vertici militari e governativi di tutti gli stati della Nato sono già al corrente della situazione... Le istituzioni, per non diffondere panico... faranno di tutto perché non trapelino informazioni”. Informazioni tenute così rigorosamente segrete che il nostro valente ricercatore le ha già svelate e le fa circolare in Rete da tempo.

Facile verifica

A gennaio 2003 scrissi qui queste parole di scommessa, che lascio come promemoria per il prossimo caso di cataclisma annunciato e come ricordo di quanto panico c'era a proposito di questa "profezia":

Va bene, direte voi, abbiamo date precise e vicine. Basta sedersi qui e aspettare il 2003, magari in compagnia di un buon Chianti, un po' di pane e salame, e vediamo se il signor Pasquale Borriello ha ragione o no. Dice che il decimo pianeta raggiungerà “il punto di massima vicinanza alla Terra” l'anno prossimo, e sarà “tanto grande che si avrà l'impressione che nei nostri cieli ci sia un 'secondo sole'”. Se il Decimo Pianeta ci cade in testa, almeno piglieremo la zuccata a stomaco pieno e in allegria.

E invece no. Come capita sempre quando si fanno profezie e previsioni a breve scadenza, quando la data si avvicina e c'è il rischio di farsi sbugiardare da quei piccoli, pestiferi scocciatori senza immaginazione chiamati “fatti”, si “scopre” che c'è stato un errore di calcolo. Dannazione, penserà Lance Bass, quello degli N'Sync che voleva andare sulla Stazione Spaziale proprio l'anno prossimo (visto? Anche lui sapeva!), potevate dirmelo prima che risparmiavo un po' di miliardi.

Infatti il documento rimanda a un sito (http://ildecimopianeta.com) dal quale potete scaricare un aggiornamento, datato 14 agosto 2002, in cui si dichiara che nonostante tutte le “prove” precedentemente presentate fossero così chiare e inequivocabili, la data prevista per il cataclisma (maggio 2003) è soltanto “verosimile”, anche se “non abbiamo motivo di ritenere che l'evento... non possa verificarsi in un altro momento, magari anche tra molti anni”. Salta fuori che la data del 2003 “è chiaramente indicata solo dagli autori del sito zetatalk.com”, e che “la fondatrice del sito... ha ricevuto tale informazione da una non meglio specificata razza aliena che abiterebbe il Decimo Pianeta.

Ah be', quand'è così, dormiamo tra due guanciali. Potevano mancare, in questo quadretto di superficialità, le razze aliene che parlano in esclusiva con le fondatrici dei siti Web? Prima o poi dovevano saltare fuori, perbacco. Questa sì che è ricerca attenta e meticolosa.

Di fronte alla scoperta che tutti i suoi calcoli apocalittici si basano sui farfugliamenti di una contattista, il buon Borriello ha l'onestà di ritrattare in tutta fretta, ma alla fine non riesce a mollare del tutto la propria teoria. Dice che comunque non si può escludere che il cataclisma succederà comunque prima o poi e che anzi ci sono alcune conferme inquietanti: presunti complotti che impedirebbero l'accesso del pubblico ai telescopi e persino le profezie di Padre Pio. Solide basi scientifiche, insomma.

Da allora sono cambiate molte cose: leggete più avanti gli aggiornamenti.

Il vero decimo pianeta

Tutta questa teoria fumosa non ha assolutamente niente a che vedere con l'annuncio, ai primi di ottobre 2002, della vera scoperta di un decimo pianeta da parte degli astronomi. Ne parlò anche Le Scienze. In realtà è difficile chiamarlo “pianeta”, dato che ha un diametro di soli 1280 chilometri, ossia circa un terzo di quello della Luna e un decimo di quello della Terra. E' comunque l'oggetto più grande scoperto negli ultimi settant'anni, da quando fu trovato Plutone, per cui gli astronomi sono in brodo di giuggiole.

Ma Quaoar, come è stato battezzato provvisoriamente, è soltanto uno di una miriade di oggetti che orbitano intorno al Sole a circa un miliardo e mezzo di chilometri oltre Plutone, in una fascia denominata “cintura di Kuiper”. Di conseguenza, non si sa se classificarlo come pianeta (troppo piccolo e membro di una fascia di pianetini) o semplicemente come un asteroide troppo cresciuto. In ogni caso, non si sta avvicinando alla Terra; non ci pensa nemmeno.

Il vero problema è che Plutone è grande a malapena il doppio di questo nuovo “pianeta” e bazzica nella stessa fascia ricolma di oggetti simili, per cui se Quaoar non viene classificato come pianeta, neppure Plutone può esserlo. Altro che ritrovamento del decimo pianeta, rischiamo di perdere il nono!

Aggiornamenti

5/1/2003: Il CICAP studia il Decimo Pianeta

Il Cicap ha dedicato alla pubblicazione di Borriello un'analisi molto minuziosa del'inquietante opuscolo. Manco a dirlo, i "fatti scientifici" di Borriello risultano grossolanamente sbagliati, e basta un minimo di ricerca per verificare che lo sono. L'articolo, intitolato "Il mito del pianeta X - Niente fine del mondo nel 2003", di Albino Carbognani, è qui.

15/1/2003: l'annuncio ANSA e l'articolo di New Scientist

Dopo la prima pubblicazione della mia piccola indagine antibufala ho ricevuto numerosi e-mail di protesta, molti dei quali "dimostravano" la fallacia dei miei ragionamenti indicandomi una notizia ANSA e un articolo della rivista New Scientist del 14/12/2002 che, stando ai mittenti delle proteste, confermano l'esistenza del Decimo Pianeta. O per essere più precisi, confermano l'esistenza di un decimo pianeta. Che però non ha affatto le caratteristiche di quello profetizzato dal Borriello, dai sumeri, da Zecharia Sitchin, da Antonello Venditti e dagli altri personaggi citati nell'indagine.

Così ho fatto un po' di ricerche e ho trovato la notizia ANSA, che cita proprio l'articolo di New Scientist. Perlomeno nella forma riportata dal sito Disinformazione.it, è questa:

ASTRONOMIA: FORSE DIECI I PIANETI DEL SISTEMA SOLARE /ANSA
INDIVIDUATO OLTRE PLUTONE IL PIANETA X, GRANDE COME LA TERRA (ANSA) - LONDRA, 12 DIC - Il sistema solare potrebbe contare dieci pianeti anziché nove, come vuole l'astronomia scolastica. Un gruppo di scienziati argentini e britannici ha scoperto un decimo corpo celeste di considerevoli dimensioni, che gravita oltre l'orbita di Plutone, battezzandolo Pianeta X.
Lo scrive oggi la rivista britannica New Scientist, precisando subito che il Pianeta X - di dimensioni simili a quelle della Terra - si trova ai confini della Fascia di Kuiper, regione periferica del sistema solare, composta principalmente di asteroidi e frammenti di materiale interstellare.
Gli astronomi hanno individuato ghiaccio e complesse molecole di tipo organico sulla superficie di alcune formazioni della Fascia, il che li ha spinti a pensare che anche sul pianeta appena individuato possano esserci molecole simili, e con queste le basi chimiche per qualche forma di vita.
Mario Melita, dell'unità astronomica dell'Università di Londra Queen Mary, ha spiegato ieri che la Fascia di Kuiper è una regione vasta formata da anelli concentrici di materiale interstellare, non ancora compresa a fondo.
Melita e Adrian Brunini dell'ateneo di La Plata in Argentina, sono convinti che l'ampio bordo che si osserva ai limiti della Fascia si sia formato attraverso l'aggregazione progressiva di gas, polvere e materiale cosmico che prende a ruotare intorno a una stella: il sole nel nostro caso.
E' convinzione radicata fra gli astronomi che i pianeti si siano formati nel tempo proprio attraverso questo accumulo progressivo di gas, polvere cosmica e materiale interstellare che girando vorticosamente in dischi e fasce tende ad aggregarsi fino a formare una massa solida.
Il Pianeta X si sarebbe dunque formato in questo modo, assestandosi poi su un'orbita quasi circolare.
E' curioso che un corpo di dimensioni tanto grandi non sia stato visto prima poiché, spiega ancora Melita, "si può osservare con i telescopi", anche se "c'è uno spazio immenso da coprire".
Gli scienziati sono d'accordo nel ritenere che c'è una grande attività, in atto nella Fascia di Kuiper, come ha detto a New Scientist Marc Buie, del prestigioso osservatorio di Lowell, in Arizona. Gli fa eco Alan Stern, dell'Istituto di ricerca di Boulder in Colorado. La regione di spazio in questione, ha dichiarato, è di formazione planetaria, con 100.000 oggetti che sono pianeti in miniatura".
Gli astronomi del resto concordano che Plutone, il pianeta ritenuto finora il più esterno del sistema solare, scoperto nel 1930, si sia formato con ogni probabilità all'interno della Fascia. L'orbita di Plutone è tanto eccentrica, che a tratti il pianeta si trova più vicino al sole di Nettuno.
Lo scorso ottobre l'Istituto di Tecnologia della California ha scoperto nella Fascia di Kuiper un oggetto grande la metà di Plutone, battezzato Quaoar, e già allora si era dibattuto se questo si potesse classificare come pianeta. Secondo Stern, la scoperta di Pianeta X sarà seguita da molte altre. "Sembra molto più probabile che ci siano 900 pianeti nel sistema solare piuttosto che nove, ha affermato il ricercatore. "E sembra che tutti, tranne otto, si trovino proprio nella Fascia di Kuiper". (ANSA).

Avete trovato qualche accenno al fatto che il pianeta verrà a farsi un giretto dalle nostre parti? No, vero? Anzi, l'articolo dice proprio il contrario: il pianeta "gravita oltre l'orbita di Plutone" su "un'orbita quasi circolare". Se ne sta là per i fatti suoi. In altre parole, questo articolo non conferma in alcun modo le teorie catastrofiche di Borriello e soci: semplicemente annuncia il ritrovamento di un corpo celeste ai confini del sistema solare, uno dei tanti che gli astronomi si aspettavano di trovare e adesso hanno avvistato.

Per chi è scioccato dalla notizia che i pianeti non sono nove come gli hanno insegnato a scuola e si sente turlupinato dalla scienza, mi limito a ricordare che la scienza non pretende di essere depositaria della verità assoluta e definitiva: procede per affinamenti successivi. Pian piano va avanti e compie nuove scoperte. Man mano che si affinano gli strumenti, si aggiorna la mappa del sistema solare: per esempio, si scoprono in continuazione nuovi satelliti di Giove e anche pianeti in orbita intorno ad altre stelle. Non c'è nulla di straordinario.

La scienza, di fronte a dati concreti, non ha alcuna remora a riscriversi e correggersi (però i dati devono essere verificati, mica ci si fida del primo che passa). Sono le pseudoscienze, come l'astrologia, che invece non mutano i loro dogmi. A proposito, adesso che i pianeti conosciuti nel sistema solare sono almeno due in più, come la mettiamo con gli oroscopi, che non ne tengono conto?

18/8/2003: niente fine del mondo

Come avrete forse notato, il mondo non è affatto finito a maggio 2003. Mi duole constatare che il mitico Pasquale Borriello ha fatto le valigie in disgrazia, disertando il suo sito (http://ildecimopianeta.com) senza neppure una parola di scuse per il procurato allarme e piantandovi una solitaria bandiera della pace. Forse sarebbe stata più consona la bandiera bianca, ma lasciamo stare.

20/2/2004: scoperti altri pianeti

Come previsto, da quando ho scritto l'indagine iniziale sono stati scoperti altri nuovi "pianeti", o per meglio dire corpi celesti orbitanti intorno al Sole, e non c'è dubbio che continueranno a saltarne fuori altri. Per esempio, il 17 febbraio 2004 lo stesso team di astronomi dotati di sistemi di avvistamento automatizzato che aveva scoperto Quaoar ha annunciato la scoperta di un corpo celeste, denominato 2004 DW, il cui diametro stimato è fra 840 e 1800 chilometri (Plutone ha un diametro di 2300 chilometri). La sua orbita è molto più grande di quella di Plutone e lo mantiene a una distanza media di 2,4 miliardi di chilometri più lontano dal Sole rispetto a Plutone.

Nessuno di questi "non pianeti", naturalmente, è in rotta di collisione con la nostra cara vecchia Terra.

26/2/2006: Borriello ricompare e si scusa

Il 26 febbraio 2006 ricevo da Pasquale Borriello un e-mail in cui mi segnala un suo articolo di spiegazione e di scuse, pubblicato nel suo blog. Nell'articolo, Borriello giustifica il suo operato, descrivendolo come un "errore giovanile" (scritto quando aveva da 17 a 20 anni) e si scusa per il procurato allarme.

Il caso è quindi chiuso, ma ne lascio traccia come monito per la prossima volta che qualcuno, per ingenuità o (come capita spesso) per spremere soldi ai creduloni, pubblicherà un allarme analogo per qualche catastrofe che esiste soltanto nella sua mente.

Commenti, critiche o segnalazioni?

Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!