Gli euro sono tossici!

Indagine iniziale: settembre 2002. Ultimo aggiornamento: 3 ottobre 2002.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo dell'appello

Circola un e-mail che riporta un articolo di Science News, secondo il quale le monete bimetalliche da uno e due euro rilascerebbero una quantità di nichel, noto allergene per la pelle, fino a 320 volte maggiore del livello permesso dagli standard europei. Il testo (in inglese) è questo:

Subject: Throw away your money!

Science News

Week of Sept. 14, 2002; Vol. 162, No. 11

Money Allergies: Two-toned euro coins shed metallic allergen

Jessica Gorman

Holding on to your cash might be good for your finances but not for your skin-at least in Europe.

A new study concludes that 1-euro and 2-euro coins release up to 320 times as much nickel as European standards permit for prolonged contact with the metal, a common skin allergen.

The culprit is the coins' two-toned structure, the researchers report. Unlike other euro coins, the 1-euro and 2-euro pieces contain a ring of one nickel-containing alloy surrounding a center made from a different nickel alloy. Euro coins began circulating in 12 European countries in January.

Dermatologist Frank O. Nestle of the University of Zurich Medical School and his coworkers began the study because patients in the school's allergy unit complained about skin irritation after handling euros. To determine whether the coins actually caused these reactions, Nestle taped them to the backs of seven patients known to have nickel allergies. After a couple of days, all seven had red rashes and small blisters under the coins, say Nestle and his colleagues, Hannes Speidel and Markus O. Speidel of the Institute of Metallurgy at the Swiss Federal Institute of Technology Zurich. They report their results in the Sept. 12 Nature.

In another experiment, the researchers submerged 1-euro and 2-euro coins in artificial sweat and found that they release more nickel than do samples of pure nickel.

The researchers determined that an electric current of about 40 millivolts flows between the two alloys in each coin. It's "like a minibattery," says Nestle. The current leads to corrosion and the release of nickel ions.

"Nickel is one of the commonest contact allergens," says Bruce A. Brod of the University of Pennsylvania School of Medicine in Philadelphia. Up to 15 percent of women have the allergy, which is often caused by jewelry and results in a rash that looks like eczema.

And while it's most likely for an allergic person to develop a nickel reaction during prolonged contact, short or repetitive exposures can also be problematic. "People don't tape euros to their backs," says David E. Cohen of the New York University School of Medicine, but "coins are not an insignificant exposure. . . . You may be a guy who jingles your change in your pocket." What's more, Cohen adds, "you can imagine all the retailers and bank clerks out there."

"It is ironic that this has occurred in Europe," says Brod. "Historically, the Europeans have been much more vigilant about nickel than us here in the U.S."

Economist Johan Verhaeven of the European Commission in Brussels, which coordinated the coins' production, says the risk of nickel allergies was discussed when the coins were designed 5 years ago. Subsequent studies suggested that the coins shouldn't elicit allergic reactions because they would only contain small amounts of nickel locked safely inside the coins, he says.

However, Verhaeven says, "if there is new evidence coming up, we'll certainly have a look at it."

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If you have a comment on this article that you would like considered for publication in Science News, please send it to editors@sciencenews.org.

References and Sources

References:

Nestle, F.O., H. Speidel, and M.O. Speidel. 2002. High nickel release from 1- and 2-euro coins. Nature 419(Sept. 12):132. Abstract available at http://dx.doi.org/10.1038/419132a.

Sources:

Bruce A. Brod
University of Pennsylvania Health System
Department of Dermatology
2 Rhoads Pavilion
36th and Spruce Streets
Philadelphia, PA 19104

David E. Cohen
Department of Dermatology
New York University School of Medicine
550 First Avenue
New York, NY 10016

Frank O. Nestle
Department of Dermatology
University of Zürich Hospital
Zürich 8901
Switzerland

Johan Verhaeven
Economic and Financial Affairs DG
European Commission
Rue de la Loi 200
B-1049 Brussels
Belgium

http://www.sciencenews.org/20020914/fob1.asp

From Science News, Vol. 162, No. 11, Sept. 14, 2002, p. 163. Copyright (c) 2002 Science Service. All rights reserved.

Perché NON è una bufala

Detta così, la notizia puzza di bufala lontano un miglio: possibile che i cervelloni che hanno progettato l'euro in tutti i più minuziosi non abbiano pensato alle allergie da nichel, che sono un fatto noto e piuttosto diffuso? Infatti basta visitare siti istituzionali, come l'Agenzia delle Entrate

http://www.agenziaentrate.it/documentazione/euro/curiosita/allergia_nichel.htm

per scoprire che è un “fenomeno ormai noto” che ci sono “reazioni allergiche che moltissime persone presentano al contatto prolungato con il nichel”. La consapevolezza di questa condizione ha infatti “comportato l'uso limitato di questo metallo nell'Europa della moneta unica. E' stata in particolare la Svezia a chiedere di ridurre al minimo la presenza del nichel nelle monete europee, a favore di una lega a base di rame, il cosiddetto "nordic gold".”

Infatti stando al sito della Banca Centrale Europea

http://www.euro.ecb.int/it/section/euro0/coins.html

le monetine da uno a cinquanta centesimi non contengono nichel, ma sono in acciaio ricoperto di rame o in “nordic gold” (una lega che non contiene nichel). Le uniche che contengono nichel sono quelle da uno e due euro: la moneta da due euro ha una parte esterna in rame-nichel e una parte interna in tre strati (nichel-ottone, nichel, nichel-ottone) e quella da un euro ha una parte esterna in nichel-ottone e una parte interna in tre strati (rame-nichel, nichel, rame-nichel). Quindi se un rischio nichel esiste, è limitato alle monete da uno e due euro.

Il fatto è che i progettisti dell'euro hanno sì tenuto conto del problema dell'allergia al nichel, prevedendone un contenuto molto basso. Tracce della loro consapevolezza del problema si trovano ad esempio in un documento dell'Europarlamento del 1998:

http://www.europarl.eu.int/euro/press/euronews/doc1en_en.htm#11

in cui risulta che fu avviato uno studio per determinare se l'uso del nichel avrebbe causato allergie e dermatiti. Lo studio concluse che vi era un “basso rischio” in proposito, ma che i dati disponibili erano scarsi. Pertanto il Comitato Affari Economici, per prudenza, dispose che nessuna moneta avesse nichel in superficie, ossia nella zona che poteva entrare in contatto con la pelle degli utenti.

Insomma, i geni della nuova moneta sapevano del problema e hanno fatto il loro dovere, adottando una soluzione estremamente cauta. Fine dell'indagine, andiamo a casa tranquilli? Macché.

Infatti la notizia è autentica. Nonostante tutte le cautele adottate, le monete da uno e due euro rilasciano davvero queste quantità spropositate di nichel e causano reazioni allergiche. Basta andare su Google e immettere “euro nichel allergie” per trovare numerosissime segnalazioni in proposito. Ho trovato anche un documento della Camera dei Deputati:

http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed168/pdfs001.pdf

che è un resoconto stenografico della seduta del 2 luglio 2002, in cui si risponde a un'interrogazione sul problema del nichel negli euro e si citano alcuni dati molto interessanti: il nichel è da tempo usato nella monetazione europea ed è usato da più di un secolo. La moneta da 5 cent statunitense è in rame e nichel, tant'è vero che in americano la si chiama familiarmente nickel. Dal resoconto della Camera risulta che “la composizione dei metalli nelle monete euro fu decisa con regolamento CE n. 975/1998” tenendo conto “della direttiva comunitaria 76/796/EEC [...] recepita [...] con decreto ministeriale 21 marzo 2000, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale [...] n. 138 del 15 giugno 2000”. L'interrogante, Andrea Annunziata, nota che “non era mai stata raggiunta la percentuale oggi presente nelle monete da 1 e 2 euro: si tratta del 25 per cento. Le direttive CE sono precise in tal senso [...] e pongono il limite al 16 per cento”. Annunziata parla di “denunce per migliaia di casi di ricoveri per allergie da contatto da nichel”.

Ma la conferma più autorevole è la pubblicazione di uno studio in proposito sulla rivista Nature del 12 settembre 2002:

http://dx.doi.org/10.1038/419132a

Lo studio è proprio quello citato nell'appello ed è intitolato “Metallurgy: High nickel release from 1- and 2-euro coins”, di Frank O. Nestle, Hannes Speidel e Markus O. Speidel, esperti in dermatologia e metallurgia. Spiega come sia avvenuta questa svista: le due monete sono bimetalliche, e in presenza di sudore viene generato un potenziale di 30-40 millivolt che induce un'imprevista corrosione. La corrosione libera il nichel, e il gioco è fatto.

Il testo integrale dello studio è disponibile soltanto a pagamento, ma dalle sintesi che ne circolano in Rete risulta che si è svolto applicando le monete alla pelle di volontari che si sapeva essere affetti da allergia al nichel. Tutti hanno manifestato reazioni allergiche variabili dall'arrossamento alla formazione di bolle cutanee.

Ma allora come mai non c'è un'epidemia di allergie da euro (a parte i casi segnalati dal documento della Camera)? Semplice: di solito non si va in giro con le monete appiccicate addosso. Il nichel viene rilasciato soltanto in presenza prolungata di sudore, quindi occorre che la persona allergica maneggi continuamente le euromonete, cosa che non capita molto spesso. Capita però ad alcune categorie specifiche di persone: quelle che lavorano alle casse dei supermercati, dei negozi e dei bar.

Pertanto se siete costretti a maneggiare frequentemente gli euro e notate che vi si arrossano le mani, parlatene con il vostro dermatologo. Non è una bufala, insomma: è un problema circoscritto ma reale.

Ringrazio un lettore (maspi) per avermi segnalato questo caso davvero interessante.