Quelle maliziose gonne “trasparenti” giapponesi

Indagine iniziale: 3 marzo 2003. Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2004.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


English abstract (il resto è in inglese)

A series of pictures claiming to show the "latest Japanese fashion" of apparently transparent skirts has been circulating on the Internet. According to the accompanying caption, the skirts are printed with pictures of actual-size legs and underwear to give the illusion of seeing the wearer's body.

The pictures are actually nothing more than digitally retouched images, probably taken from a Japanese magazine specialized in this kind of titillating image. There is no way to print a picture onto a skirt so that it will produce the illusion from all angles. Evidence of digital retouching is found in one of the pictures, as shown below.

Il testo dell'appello

Prima o poi arrivano anche da noi.............

Non sono gonne trasparenti. Sono stampe sulle gonne che fanno sembrare che si vedano le mutande: attualmente molto di moda in Giappone.

Non mi sembra ci siano anche per l'uomo, dovremo attendere un po'.

L'appello è accompagnato da una serie di foto come quelle mostrate qui sotto, che sembrano mostrare gonne sulle quali sono stampate immagini di gambe e posteriori mutandati che danno l'illusione di essere quelli della persona che indossa la gonna.

Gonna1

Gonna2

Gonna3

Gonna4

Gonna5

Datazione

Le prime tracce di questo appello risalgono a metà febbraio 2003.

Perché è una bufala

Le immagini sono dei fotomontaggi digitali. Lo si nota da un particolare rivelatore in una delle immagini, quella della donna con la borsetta marrone: il bordo della mutandina, sul gluteo sinistro, si vede attraverso la maniglia della borsetta. Basta ingrandire l'immagine per notarlo:

dettaglio

Inoltre, come segnalato dal famoso sito antibufala Snopes.com presso http://www.snopes.com/photos/skirts.asp, in tutte le foto le immagini delle mutande e delle gambe sono sempre perfettamente allineate con la posizione del sedere e delle gambe delle “modelle”, cosa impossibile da ottenere nella realtà. Il fotomontaggio è ottenuto abbastanza semplicemente, scattando due foto alla “modella” nella medesima posizione: una con la gonna e una senza. Poi con il fotoritocco digitale si fondono le due immagini.

Il fatto che sia una bufala è confermato ulteriormente da altre fonti come ad esempio il sito Web di moda Japanese Streets (http://www.japanesestreets.com/jsnews), che il 22 febbraio 2003 ha pubblicato un articolo, “Fashion Hoax Fools People Worldwide”, che riporta il testo inglese di questa bufala, grosso modo corrispondente a quello italiano: “What you see below are not see-thru skirts. They are actually prints on the skirts to make it look as if the panties are visible and the current rage in Japan.”

Japanese Streets riferisce che “in molti hanno scritto a Kjeld Duits, giornalista e fotografo di moda operante in Giappone” nonché gestore del sito stesso “chiedendo aiuto per trovare chi produce questi indumenti”, ma Duits chiarisce che la gente “non si rende conto che questo tipo di fotomontaggi è molto popolare nelle riviste porno giapponesi più economiche.”. Duits, in una intervista per il Toronto Star racconta che queste riviste spesso affermano di aver scattato queste immagini usando “un obiettivo speciale che consente loro di fotografare attraverso i vestiti”. Se a qualcuno questo ricorda certi “occhiali a raggi X” pubblicizzati da certi fumetti in epoche ormai passate e più ingenue, è in buona compagnia.

Insomma, mi spiace per voi, ma non state contemplando l'ultimo ritrovato della moda dell'estremo oriente, ma semplicemente della pornografia giapponese a basso costo.

Chi ci è cascato

A parte i tanti utenti della Rete che hanno propagato questa bufala, lo stesso articolo del Toronto Star riferisce che ha abboccato anche il giornale Sunday Mail del Queensland, in Australia, con un articolo intitolato "A Cheeky Skirt" che sostiene (senza prendersi la briga di verificare) che questi indumenti “stanno impazzando a Tokyo”.

E se la bufala diventasse realtà?

La cosa divertente è che Duits riferisce che un importatore israeliano, al quale ha spiegato che quelle gonne non esistevano, avrebbe deciso di fabbricarle. In tal caso la bufala diventerebbe realtà, ma le leggi dell'ottica obbligheranno a risultati molto meno realistici di quelli mostrati nei fotomontaggi di questo appello.

Un altro modo in cui le immagini riprese attraverso i vestiti potrebbero diventare realtà è la tecnologia del terahertz imaging, descritta ad esempio presso Space.com (http://www.space.com/businesstechnology/technology/t-ray_camera_020613.html), che racconta delle prove pratiche condotte dall'agenzia spaziale europea: l'articolo mostra una foto di una mano ripresa attraverso un ostacolo opaco di un centimetro e mezzo di spesso (un blocco note) e un'immagine di una persona vestita, “denudata” da questa tecnologia. Non eccitatevi: le immagini vanno bene per rivelare un'arma nascosta, ma per il resto non sono paragonabili ai fotomontaggi giapponesi, che sono e restano bufale.

Ringraziamenti

Grazie a M.Grammatico, la lettrice che per prima mi ha segnalato la bufala e un articolo che la smentisce.