Lo spam spiegato da Libero

Indagine iniziale: 2 gennaio 2004. Ultimo aggiornamento: 3 gennaio 2004.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo della bufala

Sono giunte al Servizio Antibufala numerosissime richieste di chiarimento riguardanti un inquietante articolo pubblicato dal quotidiano "Libero" il 2 gennaio 2004, a firma di Fabio Santini, nel quale un dirigente Microsoft e un sedicente "specialista nei sistemi di sicurezza" che risponde all'improbabile nome di Paolo Attivissimo fanno alcune dichiarazioni totalmente deliranti -- si presume citate testualmente, essendo perlopiù scritte fra virgolette -- su come difendersi dallo spam (la pubblicità indesiderata diffusa via e-mail).

In ossequio al diritto d'autore, non riporto qui il testo integrale dell'articolo ma soltanto le sue parti più significative ai fini dell'indagine antibufala. Le evidenziazioni sono mie.

[...] Secondo George Webb, dirigente dell'area business di Microsoft, nel 2001 [lo spam] rappresentava l'8% delle e-mail, mentre oggi è intorno al 50% e ha crescite del 20% al mese. [...]

Come proteggersi? Fra i tanti ci prova Paolo Attivissimo, specialista nei sistemi di sicurezza della rete [...]. Dall'Inghilterra, dove vive, traccia l'identikit dello spammer professionista: "[...] non si preoccupa di difendersi con improbabili anonimati. Anzi. Si organizza in gruppi come le 'spamhaus'. Tiene d'occhio il mercato e tratta, guadagnando. [...] Allo spammer serve che qualche milione di utenti di Internet abbocchi all'offerta. E lui si è già ripagato l'investimento."

"[...] E lui ha il vostro indirizzo di posta -- continua Attivissimo -- perché usa pagine che esplorano la rete e cercano qualsiasi cosa che becchi la chiocciolina".

[...] "Se si partecipa a un forum o a un newsgroup, bisogna cammuffarsi [sic]. Un esempio, il più usato: mario.mutande@libero.it. E aggiungete: se mi vuoi scrivere, toglimi le mutande."

[...] "Oggi però l'attività dello spammer volge al tramonto. I grandi provider hanno incominciato a produrre siti antispam" dice Attivissimo.

[...] "Tuttavia -- conclude Attivissimo -- questo periodo che precede il tracollo è quello più pericoloso, perché gli spammer si scateneranno. Microsoft ha pensato a sistemi antispam e sono già disponibili i cosiddetti filtri bayesiani integrabili a quelli di Microsoft. Grazie a questi dispostivi [sic], se in un messaggio, la parola 'viagra' appare più volte, se vi è una dissennata punteggiatura e un'overdose di punti esclamativi, quello è opera dello spammer e i filtri agiscono."

Perché è una bufala

Vista la data di pubblicazione (2 gennaio), i ragionamenti sconclusionati e le parole in libertà, è facile pensare che si tratti di dichiarazioni rilasciate da Attivissimo sotto l'influsso di una oceanica sbornia di capodanno. Ma come è tradizione del Servizio Antibufala, per scoprire la verità occorre andare oltre le apparenze.

Il primo sintomo che vi sia qualcosa di sospetto nell'articolo è la dichiarazione attribuita a George Webb: "nel 2001 [lo spam] rappresentava l'8% delle e-mail, mentre oggi è intorno al 50% e ha crescite del 20% al mese." Un semplice conto ci dice che al ritmo del 20% al mese, partendo dal 50%, in capo a due mesi e mezzo (diciamo a metà marzo) tutta la posta che riceviamo dovrebbe essere spam. Questo, paradossalmente, risolverebbe il problema dello spam, dato che a quel punto non ci sarebbero più messaggi utili e quindi potremmo fare del tutto a meno di scaricare la posta di Internet. Da metà marzo 2004, quindi, si presume che torneremo ai piccioni viaggiatori e alle missive sigillate con la ceralacca.

Curiosamente, la straordinaria affermazione di Webb (che da una ricerca in Google risulta essere effettivamente un rappresentante di Microsoft) è reperibile in Rete soltanto presso http://www.promoforum.com/news/news.asp, dove compare un articolo datato 3 gennaio 2004, che però ricalca pari pari numerosi passaggi dell'articolo di Libero senza citarne la fonte e quindi ha l'aria di essere stato copiato poco galantemente dal pezzo di Santini, non costituendo pertanto conferma affidabile.

La dichiarazione di Webb compare in alcuni altri siti, come http://www.enn.ie/frontpage/news-9383684.html, ma stranamente priva della parte contestata riguardante il 20% di crescita mensile.

Il sospetto di una trascrizione poco fedele aumenta quando si vanno a verificare le affermazioni attribuite a Paolo Attivissimo, cosa peraltro piuttosto facile, dato che (come avranno già intuito i lettori più attenti e perspicaci) Paolo Attivissimo sono io.

Le cose stanno così. L'articolo nasce da un'intervista telefonica di 26 minuti fatta martedì 30 dicembre 2003 (quindi in tempi antecedenti eventuali sbronze di fine anno), durante la quale non ho pronunciato nessuna delle frasi virgolettate, che sono invece un'interpretazione soggettiva ed errata di quanto ho detto effettivamente nell'intervista.

Sì, amici, lo so che può essere difficile crederci, dato che a scuola ci hanno sempre insegnato che le virgolette servono per il discorso diretto, ossia indicano la trascrizione fedele delle esatte parole di chi parla, ma nel giornalismo italiano esiste il diffusissimo vezzo di usarle per adornare una libera interpretazione di quello che il giornalista vuole o ritiene di aver capito o sentito: quello che è successo a me ne è una dimostrazione inequivocabile. Tenetelo presente, la prossima volta che leggete qualche dichiarazione esplosiva del personaggio politico di turno.

Insomma, basta leggere le mie pagine antispam (http://www.attivissimo.info/antispam/antispam.htm) per capire che non sono così stupido da dire che lo spammer "si organizza in gruppi come le 'spamhaus'". Spamhaus, come ho spiegato a Santini per telefono, è il nome di una delle più rinomate organizzazioni antispam. E' un po' come farmi dire che la mafia si organizza in gruppi chiamati "commissariati di polizia".

Di certo non ho mai detto che "allo spammer serve che qualche milione di utenti abbocchi all'offerta". Ho detto esattamente il contrario: lo spammer manda milioni di messaggi al giorno, e per guadagnare gli basta che una decina di quei milioni, ossia una percentuale infinitesima, abbocchi all'offerta.

Nell'intervista non ho detto che lo spammer si procura gli indirizzi degli utenti usando "pagine che esplorano la rete". Lo so benissimo che le pagine non esplorano la Rete, esattamente come le pagine di un libro non esplorano una biblioteca: sono i programmi ad esplorare la Rete a caccia di indirizzi, così come sono i bibliotecari ad esplorare le biblioteche alla ricerca di un titolo.

Inoltre non ho detto a Santini che "i grandi provider hanno incominciato a produrre siti antispam". Non si tratta di siti, ma di filtri. La differenza è sostanziale: un sito è un componente passivo di Internet, come una pagina di giornale; un filtro è un componente attivo, come un lettore che cerca di capire il senso di un articolo anche quando non ne ha.

E naturalmente nell'intervista non ho detto che i filtri bayesiani (descritti tempo addietro in un mio articolo presso http://www.apogeonline.com/webzine/2003/05/28/01/200305280101) sono "integrabili a quelli di Microsoft". La frase è totalmente ingannevole, perché fa sembrare che i filtri bayesiani (una delle poche buone armi contro lo spam) siano un'esclusiva Microsoft, quando in realtà sono disponibili anche in molti programmi alternativi realizzati dalla comunità del software libero, come Mozilla Thunderbird.

Per finire, se vi state chiedendo cosa diamine siano quei rantoli sul beccare le chioccioline e togliersi le mutande per scrivere, la spiegazione è questa.

Morale della favola

Ho naturalmente contestato questi errori al giornalista di Libero, ma l'esperienza mi dice che le probabilità che il quotidiano pubblichi una rettifica sono miserrime. Ormai la figuraccia è fatta. Che mi serva di lezione.

Pubblico pertanto questa smentita un po' per riderci sopra, un po' per raccontare come stanno davvero le cose, ma anche per mettervi in guardia: diffidate del virgolettato negli articoli di giornale: anche se sembra incredibile che il giornalismo si possa abbassare a simili scorrettezze, non è affatto garantito che il virgolettato sia quel che è stato davvero detto.

Commenti o segnalazioni?

Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!