Porloschicos, aiuto per i bimbi argentini

Indagine iniziale: 1 novembre 2002. Ultimo aggiornamento: 6 novembre 2002.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo dell'appello

Non c'è un testo standard: semplicemente gli utenti della Rete si passano a vicenda l'indirizzo di un sito, www.porloschicos.com, che promette di donare pasti ai bambini poveri argentini in cambio di una cliccata gratuita quotidiana su un'immagine che porta alla pubblicità di uno sponsor.

Perché non è una bufala, ma...

Il sito garantisce (come descritto in inglese nella pagina http://www.porloschicos.com/eng/faq.htm) che la cliccata non costa nulla a chi la fa e che tutti i costi sono coperti interamente dagli sponsor del sito: “gli sponsor pagano le proprie pubblicità in rapporto al numero di persone che visitano il sito... Porloschicos.com distribuisce i fondi raccolti fra le varie organizzazioni di beneficenza, scelte perché impegnate ad aiutare i bambini argentini”.

Ho fatto qualche rapida ricerca in Rete, e non ho motivo di dubitare della buona fede dell'iniziativa. Il sito non contiene software strano o altri trucchi per spillarvi soldi dal conto in banca o dalla carta di credito: si basa esclusivamente sulle sponsorizzazioni pubblicitarie.

Ho trovato un articolo della BBC del 7 giugno 2002 (http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/2027508.stm), secondo il quale dietro a Porloschicos.com c'è “un gruppo di dodici professionisti argentini” e il fondatore è Bryan Droznes. Fra gli sponsor del sito ci sono Coca-Cola, Citigroup e Unilever. Il sito è stato lanciato ad aprile 2002 e due mesi dopo raccoglieva circa 15000 donazioni al giorno. Secondo la BBC, gli sponsor “firmano contratti mensili che stabiliscono un tetto massimo alla cifra che verrà donata in cambio di banner pubblicitari sul sito”.

Secondo Whois, il sito è registrato a nome di “Vicente Lopez, Buenos Aires 1638”, mentre l'Administrative Contact è Donaciones Online, con indirizzo di e-mail bdroznes@hotmail.com (dal nome ha l'aria quindi di essere l'indirizzo di Bryan Droznes) e con un numero di fax dall'aria un po' fasulla (123 123 1234).

Presunzione di innocenza

Lo so che raccomando sempre un po' di sana cautela prima di aderire agli appelli via Internet, ma come dicevo non c'è traccia di scorrettezza (a parte quel numero di fax stravagante, che potrebbe essere semplicemente una misura antispam) in Porloschicos.com. Il newsgroup news.admin.net-abuse.sightings, a maggio 2002, segnalava Porloschicos.com come fonte di spam, probabilmente a seguito dell'invio massiccio di e-mail contenenti l'appello a visitare il sito, ma potrebbe trattarsi di un'azione di terzi non richiesta dal sito.

Né vi è nulla di illegale nel donare cibo in cambio di sponsorizzazioni. L'unico problema è che si tratta di un metodo relativamente inefficiente di fare beneficenza.

Infatti alla domanda “quanto cibo viene donato da ciascuna cliccata?” sul sito corrisponde una risposta piuttosto vaga: “l'importo donato con ciascuna cliccata varia a seconda della quantità di sponsor ogni giorno.” Secondo le statistiche pubblicate presso il sito (http://www.porloschicos.com/servlet/PorLosChicos?comando=donacionesPorDia&lang=english), ad aprile 2002 ci volevano circa sei cliccate per donare un pasto (a fronte di due sponsor); a ottobre 2002 ne servivano quattro (con 17 sponsor); ai primi di novembre 2002 le cliccate necessarie erano salite a dieci, con due sponsor).

Statistiche giornaliere di porloschicos.com a novembre 2002

statistica giornaliera

Statistiche mensili di porloschicos.com

statistica mensile

Facciamo due conti. Mettiamo che una razione di cibo costi un euro (per fare cifra tonda). Dieci cliccate per donare una razione di cibo significa che ogni cliccata equivale a una donazione di 10 eurocent. Se partecipate all'iniziativa per un mese, tenendo presente che non potete cliccare più di una volta al giorno, avete “contribuito” per la grandiosa cifra di tre euro.

Ora non so che lavoro fate voi, ma dubito che tre euro equivalgano al tempo (e alla spesa) da dedicare a ricordarsi dell'impegno, collegarsi al sito, cliccare e poi tornare a quello che si stava facendo prima, per trenta volte. E' di gran lunga più efficiente non perdere tutto questo tempo a cliccare e mettere invece mano al portafogli per fare una donazione alla Croce Rossa.

Per carità, tutto fa brodo, la media giornaliera di mille pasti donati ai poveri è senz'altro meglio di niente, e non c'è nulla di male nell'iniziativa, ma la mia preoccupazione è che queste forme “gratuite” di beneficenza, come quella analoga di The Hunger Site (http://www.thehungersite.com), stimolino una forma di ipocrisia. E' troppo facile cliccare sul sito e convincersi di aver fatto il proprio altruistico dovere e non pensarci più. Se volete dare prova di impegno civile, non bastano certo queste forme scansafatiche di solidarietà. Insomma, partecipate se volete, ma non vantatevi troppo di essere grandi benefattori.

Partecipare al passaparola?

Visto che non c'è ragione di dubitare dell'onestà dell'iniziativa, conviene allora mandare un e-mail a tutti quelli che conoscete, avvisandoli dell'esistenza del sito e dell'occasione di fare beneficenza? Fate come credete, alla luce dei dati e dei conti che ho presentato qui, ma comunque moderatevi per non degenerare nello spamming. Personalmente preferisco la maniera tradizionale: lavorare un po' di più per guadagnare soldi da dare agli enti benefici che sostengo.