Respingiamo le lettere di Berlusconi?

Indagine iniziale: 10 ottobre 2003. Ultimo aggiornamento: 15 novembre 2003.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo dell'appello

Ci sono alcune varianti sul tema, ma il concetto è grosso modo quello mostrato nell'esempio qui sotto: si propone di respingere, se saranno inviate, le lettere informative distribuite a tutti i cittadini italiani dal governo Berlusconi. Le evidenziazioni e le parole tra parentesi quadre sono mie.

COMUNICATO DI RESISTENZA CIVILE

Nei prossimi giorni le famiglie italiane riceveranno la lettera firmata dal Presidente del Consiglio Berlusconi in cui il premier spiegherà le ragioni, i particolari e tutto ciò che riguarda la finanziaria appena varata e la riforma delle pensioni. Oltre 18 milioni di capi famiglia riceveranno la lettera per una spesa che supererà i 7 milioni di euro, a carico del ministero del Tesoro e quindi di tutti i contribuenti.

Chiaramente le ragioni della spedizione di questa lettera sono ben altre di quelle ufficiali. In vista delle mobilitazioni dei lavoratori del 24 ottobre [del 2003] e delle elezioni europeee amministrative delle prossima primavera, il premier intende continuare nella sua operazione tutta politica e mediatica iniziata con il vergognoso comunicato a reti unificate delle scorse settimana. Insomma è l'ennesimo scempio che questo governo si accinge a compiere.

Quello che invitiamo a fare è respingere al mittente la lettera che riceverete, nel momento in cui il postino ve la consegna o portandola successivamente all'ufficio postale.

E' sufficiente barrare con due righe in diagonale l'indirizzo del destinatario e scrivere RESPINTO AL MITTENTE. Un'iniziativa civile per esprimere il nostro dissenso.

Inoltra la mail a più gente possibile, se la ritieni un'iniziativa condivisibile.

Perché non è una bufala, ma...

Sia ben chiaro che non entro nel merito degli aspetti politici della vicenda: qui mi limito a verificare la proposta espressa dall'appello. Il governo Berlusconi ha annunciato di voler inviare una lettera a tutti gli italiani? Sì: ne hanno parlato tutti i giornali, anche se da un po' non se ne sente più parlare. Si può respingere al mittente una lettera? Certo che si può. In questo senso, l'appello non è una bufala.

Respingere al mittente la comunicazione di un Presidente del Consiglio può essere vista certamente come una forma di protesta civile (come ha osservato qualcuno, è molto meglio che spaccar vetrine). La proposta dell'appello, inoltre, non è particolarmente complicata da mettere in atto. Infatti in genere, in caso di corrispondenza respinta i portalettere o gli uffici postali non devono far altro che ritirare la lettera e restituirla se possibile al mittente, oppure mandarla al macero se la restituzione è impossibile per qualsiasi ragione. Non occorre insomma una particolare trafila burocratica per restituire una lettera.

Tuttavia l'iniziativa potrebbe essere meno efficace, in termini di impatto, di quel che può sembrare inizialmente. Se pensate che la lettera respinta ritorni materialmente al mittente, creando una spettacolare catasta di corrispondenza di fronte alla casa del Cavaliere o a un palazzo del governo o alla sede centrale di Forza Italia, con tutta probabilità vi sbagliate.

Infatti di norma, quando si effettua un invio di massa di questo genere, le buste respinte non vengono restituite al mittente: vengono classificate come "stampe" e come tali solitamente finiscono al macero. In altre parole, respingendo la missiva dareste semplicemente un po' di lavoro in più alle già oberate Poste, senza ottenere un effetto granché visibile (a parte qualche arrabbiatura per le file più lunghe agli sportelli causate da chi restituisce la missiva all'ufficio postale), e naturalmente non fareste risparmiare nulla allo Stato.

Insomma, lasciando da parte il caso specifico, l'idea è formalmente valida, sia pure con le limitazioni di efficacia che ho accennato. Il vero problema è le date citate nell'appello sono ormai passate e della lettera non v'è traccia. Pubblico comunque questa micro-indagine perché può tornarvi utile caso mai si ripresentasse l'ipotesi.

Una controllatina a dati e cifre

L'annuncio dell'iniziativa del governo è citata da numerosissimi giornali. Ne cito giusto un paio:

A proposito delle cifre citate dall'appello (18 milioni di capifamiglia, 7 milioni di euro):

Sarebbe interessante riportare quanto previsto in proposito dal regolamento delle Poste Italiane. Purtroppo non sono riuscito a reperirne una copia "ufficiale" su Internet, per cui posso citare soltanto questa versione pubblicata presso http://www.anzwers.org/free/cobaspostefi/html/documenti/regolamento.html e datata aprile 2001, che non so quanto sia aggiornata e affidabile:

Dalle ultime parole, pare di capire che il rifiuto potrebbe addirittura comportare un ulteriore aggravio di spese per lo Stato.

Commenti o segnalazioni?

Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!