Il “cartello” che ti rimborsa l'RC auto

Indagine iniziale: 27 novembre 2002. Ultimo aggiornamento: 26 dicembre 2002.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo dell'appello

Dovete sapere che a febbraio 2002 c'e' stata una sentenza che ha dato 700 miliardi di lire di multa a 39 assicurazioni (tutte praticamente)

E' stato dimostrato che queste carogne dal 1995 al 2000 hanno applicato IL CARTELLO... per chi non lo sa il cartello vuol dire che in pratica non si facevano concorrenza e aumentavano tutte ogni anno costringendo i consumatori a farli arricchire ingiustamente.

Il cartello delle compagnie assicuratrici che ha alleggerito le tasche degli utenti automobilisti è stato specificatamente illustrato dall'Antitrust che ha comminato una multa di 700 miliardi di vecchie lire alle numerose imprese di assicurazioni (n.39).

Una condanna che è stata confermata anche dal Consiglio di Stato: l'Antitrust aveva, dunque, visto giusto. La società di servizi (Rc Log) con cui le compagnie hanno condizionato il mercato è una delle, purtroppo non rare, espressioni del retaggio monopolista che soffoca la concorrenza.

La sentenza, oramai passata in giudicato, ha confermato l'illegittima attività delle maggiori compagnie di assicurazione operanti in Italia (SAI, GENERALI, HELVETIA, LLOYD ADRIATICO, AZZURRITALIA, MILANO, RAS, REALE MUTUA, ZURIGO, ALLIANZ SUBALPINA, ASSITALIA, TORO, UNIPOL, WINTHERTUR, AXA, FONDIARIA, GAN) le quali, sin dal '95-'97, attraverso la creazione di un accordo di cartello operavano contro la libera concorrenza del mercato ed ai danni dei consumatori, con una maggiorazione dei premi rc auto intorno al 20% .

In America una sentenza del genere avrebbe forzato le compagnie a risarcire del 20% delle somme pagate a tutti i loro clienti. Ma in Italia NO!.

Dobbiamo essere noi stessi a richiedere il rimborso immediato con una semplice procedura che ora vi allego

Ma queste carogne di assicurazioni hanno insabbiato tutto, cioe' i Media non ne hanno mai parlato in maniera massiccia.

VERGOGNATEVI !!!!!!!!!

Ecco il link al sito della ADUSBEF per ottenere subito il rimborso compreso di moduli che potete stamparvi e compilare nella massima semplicita'.

http://www.adusbef.it/trafftel.htm#MultaRCA

Se per ipotesi in famiglia avete 4 macchine aspettatevi una bella somma intorno ai 2500 euro.

Spero che a causa di questa mia mail migliaia di persone avviino le richieste. E mi raccomando mandate il piu possibile, Mail, Chat, Forum ecc. per informare piu' gente possibile.

Spero che a causa di questa mia mail possiate riprendervi tutti i vostri soldi ...

Perché non è una bufala

Ad eccezione di qualche dettaglio e superficialità, il succo del messaggio è autentico. Il link indicato porta davvero a una pagina dell'Adusbef (http://www.adusbef.it/trafftel.htm#MultaRCA) che riporta la "Campagna ADUSBEF Onlus di promozione delle azioni giudiziarie per ottenere il rimborso delle quote dei premi illegittimamente pagati alle seguenti compagnie: SAI, GENERALI, HELVETIA, LLOYD ADRIATICO, AZURITALIA, MILANO, RAS, REALE MUTUA, ZURIGO, ALLIANZ SUBALPINA, ASSITALIA, TORO, UNIPOL, WINTHERTUR, AXA, FONDIARIA, GAN", a cura dell'avvocato Antonio Tanza.

La pagina Adusbef, che vi invito a consultare, espone in modo più rigoroso i concetti espressi a spanne dall'appello. Alcune compagnie di assicurazione hanno effettivamente formato un cartello e per questo sono state effettivamente condannate dall'Antitrust (“Con provvedimento di chiusura istruttoria, n. 8546 del 28.07.2000, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato accertava l'esistenza di una intesa restrittiva della concorrenza operata da 39 imprese di assicurazione, operanti in Italia nel settore RC auto”).

Grazie a questo cartello, le compagnie hanno incassato, si stima, circa il 20% in più rispetto a quanto avrebbero incassato in condizioni normali e legali. Alcuni consumatori si sono rivolti alla magistratura e hanno ottenuto il rimborso di questo 20%: la pagina Adusfbef presenta gli estremi delle relative sentenze. Prosegue poi con le istruzioni dettagliate su come procedere per chiedere e ottenere questo rimborso.

La sentenza dell'AGCM citata esiste e parla proprio di questo caso. Ulteriori conferme vengono dal Codacons, un'altra associazione di consumatori, che pubblica un dossier sul cartello assicurativo e sui rimborsi RC Auto presso http://www.codacons.it/come_dif.html, con tanto di moduli e istruzioni su come procedere. L'unica differenza significativa rispetto alle analoghe pagine Adusbef è la percentuale del rimborso, che il Codacons dichiara essere il 15%.

Imprecisioni importanti

L'appello è impreciso, e lo è anche il sito Adusbef, quando cita soltanto alcune delle trentanove compagnie condannate: perché citarne solo alcune e tacerne tante altre? Forse si è preferito concentrare l'attenzione sui nomi più importanti e trascurare i pesci piccoli del panorama assicurativo italiano. Comunque è una lacuna importante, perché mi pare di capire (e io, sia ben chiaro, non sono un esperto in materia) che soltanto gli assicurati con le compagnie condannate hanno diritto al rimborso.

L'elenco completo è reperibile sul sito dell'AGCM (l'Antitrust), http://www.agcm.it/, nel provvedimento n. 8546 citato sopra: andate alla sezione di ricerca “Intese, abusi e concentrazioni” (http://www.agcm.it/PA1.htm) e immettete "8546". Il provvedimento si può trovare più direttamente immettendo in Google “chiusura istruttoria 8546” oppure presso il sito del Codacons (http://www.codacons.it/documenti/Provvedimento_rcAuto.html).

Se siete curiosi ma al tempo stesso pigri, cito qui l'elenco tratto dal provvedimento, così nessuna compagnia si sente maggiormente messa alla gogna di altre e potete sapere se siete fra coloro che possono richiedere il rimborso. Con motivazioni diverse, sono elencate le seguenti compagnie:

Seconda imprecisione: il rimborso vale soltanto per chi si è assicurato per l'RC auto con queste società fra il 1995 e il 2000. Almeno così dice la già citata pagina Web dell'Adusbef.

Terza imprecisione: le cifre ipotizzate dall'appello (“Se per ipotesi in famiglia avete 4 macchine aspettatevi una bella somma intorno ai 2500 euro”) sono totalmente campate per aria. Facciamo due conti. Visto che non tutte le famiglie hanno quattro auto, dividiamo per quattro l'allettante cifra prospettata: otteniamo 625 euro. Affinché il rimborso del 20% ammonti a 625 euro, il premio pagato dovrebbe essere quindi di 3125 euro.

Ma il rimborso del 20% non va calcolato sull'intero premio della polizza auto, ma sulla sola quota riguardante la garanzia RCA, come segnala una delle sentenze citate dall'Adusbef. Se date un'occhiata alla vostra polizza, potreste trovare che la quota RCA è ben lontana dai 3125 euro. Quindi il rimborso che potete attendervi è molto più modesto, anche se va moltiplicato per il numero di anni per il quale siete stati assicurati con le compagnie condannate.

L'appello è dunque autentico e sostanzialmente nel giusto, ma fate bene i conti prima di muovervi: il rimborso non comporta necessariamente spese legali, dato che spesso è sufficiente ricorrere al Giudice di Pace (come nelle sentenze citate dall'Adusbef), ma potrebbe ammontare a cifre piuttosto trascurabili rispetto alla fatica e ai travasi di bile necessari per riottenerle.

Un lettore (eurocch) segnala inoltre che dalla cifra eventualmente recuperabile bisogna sottrarre anche la quota associativa all'Adusbef, se le si concede la "delega a tutelare i propri interessi" come proposto dal modulo preimpostato per la procedura di rimborso. Quindi fate bene i vostri conti.

Attenzione: il rimborso non è garantito

Dopo la pubblicazione dell'indagine antibufala originale ho ricevuto molte domande e molti commenti chiarificatori (anche tramite la versione della mia indagine pubblicata su Zeus News) che riassumo qui.

Mi ha scritto Linda Grilli, della Lega Consumatori, segnalando che "[è] vero che c'è stata una sentenza dell'Antitrust che ha condannato numerose compagnie assicuratrici ad una multa complessiva pari a 700 miliardi di vecchie lire. E' vero che i condannati sono ricorsi prima al TAR del Lazio (perdendo il ricorso) e successivamente al Consiglio di Stato (che annullò la multa, ma non il giudizio di colpevolezza). Ma è pure vero che le assicurazioni hanno - come ultima chance - quella di ricorrere alla Cassazione. E allora, e solo allora, i consumatori potranno (forse) riavere indietro il "maltolto"... Le imprese, infatti, sostengono che - a norma dell'articolo 33 della Legge Antitrust - la competenza per decidere è della Corte d'Appello. Alcuni Giudici di Pace hanno quindi accolto l'eccezione sollevata dalle compagnie; altri invece sono stati di parere diverso ed hanno emesso pareri di condanna nei confronti delle assicurazioni, casi per cui è già stato presentato ricorso in Cassazione, dalla quale si attende quindi una sentenza.

Pertanto il rimborso non è né automatico né garantito.

L'indagine antibufala ha l'obiettivo di rispondere soltanto alla domanda "l'appello che circola è autentico?", e per ovvi limiti di mia incompetenza (non essendo io specialista del settore) non può spingersi oltre ed entrare in questioni legali. L'appello è autentico, nel senso che è vero che alcune associazioni di consumatori stanno promuovendo l'iniziativa. Ma sul fatto che questa iniziativa possa avere successo o meno non posso mettere bocca. Del resto, con il sistema legale che ci ritroviamo, di previsioni serie non ne fanno neppure gli esperti di settore.