Raccolta degli articoli per la Gazzetta dello Sport (1997)

La versione degli articoli che leggete qui è quella originale, così come l'ho scritta io e con il titolo che ho scelto io; la versione pubblicata dalla Gazzetta può essere leggermente diversa per motivi di impaginazione (o per esigenze editoriali, visto che spesso dico cose indelicate).

Tutti gli articoli sono © 1997 Paolo Attivissimo.

Gli articoli possono essere distribuiti liberamente, a patto che:

001. Internet: l'inesperto risponde (25/5/1997)

Sono nuovo di queste parti e quindi è il caso che mi presenti: sono un inesperto di Internet. Avete letto bene: non sono un sapientone telematico, sono solo uno che ha già esplorato la strada telematica prima di voi, ha parlato con i superesperti, e ha distillato i loro discorsi un po' lunari per ricavarne le cose davvero utili a noi comuni mortali.

Mi dicono che proprio per questo sono il tipo giusto da avere come guida per esplorare i misteri di questa rete di computer. Il mio editore ne è così convinto che mi ha fatto scrivere un paio di libri sulla materia, ma lui è notoriamente generoso con i casi umani disperati.

Perciò mettetemi alla prova: nei nostri prossimi appuntamenti prometto che vi parlerò di Internet senza gerghi da iniziati e col minimo indispensabile di paroloni.

Se già sapete usare Internet almeno a livello elementare, scrivetemi all'indirizzo topone@pobox.com e raccontatemi i vostri dubbi e problemi; cercherò di risolverli per voi attraverso queste righe.

Può darsi che topone@pobox.com sia per voi una sigla incomprensibile. Non c'è niente di cui vergognarsi; nessuno è nato già esperto, anche se molti cercano di farvelo credere. Chiarisco subito.

Potete usare Internet per mandare un messaggio (una specie di telegramma) a qualsiasi persona che abbia un abbonamento Internet, in qualunque parte del mondo, a costi incredibilmente bassi.

Così come per telefonare a qualcuno dovete conoscere il suo numero di telefono, analogamente per mandare un messaggio Internet vi occorre conoscere il "numero di telefono Internet" del destinatario. Quel topone eccetera è semplicemente il mio recapito su Internet, ed è tutto quello che vi serve sapere per comunicare con me.

Molti di voi hanno cose migliori da fare che trastullarsi con Internet; anzi, magari non avete neppure un computer, né intendete acquistarlo. Niente di male: potreste comunque trovare utili queste mie chiacchiere per "conoscere il nemico" computer o sfoggiare la vostra cultura con gli amici.

Tanto per cominciare, potreste ostentare queste due pillole di conoscenza: i messaggi su Internet si chiamano e-mail (si pronuncia i-meil) e quel simbolo strano dopo topone si legge at oppure "chiocciolina".

Avete già imparato quasi la metà di quello che vi serve per usare Internet. Vi aspetto al prossimo incontro per proseguire.

Occhio agli accenti!

Quando scrivete un messaggio, ricordatevi di non usare le lettere accentate che trovate sulla tastiera. Questi caratteri, infatti, non fanno parte dello standard Internet e di solito non vengono ritrasmessi correttamente.

I programmi Internet più recenti hanno risolto questo problema, ma è tuttora più prudente usare un semplice espediente: usare l'apostrofo al posto delle accentate. Scrivete pertanto cioe' al posto di cioè. Non è fine, ma funziona.

002. Internet? E che ci faccio? (1/6/1997)

Iniziare a usare Internet richiede un modesto sforzo economico ma un bel po' di fatica mentale: è un mondo nuovo con regole nuove. Per sapere se ne vale la pena bisogna sapere che cosa offre. Scoprirete che ce n'è per tutti i gusti, compresi quelli discutibili!

Probabilmente già sapete che Internet è una rete di computer collegati fra loro in modo che possano scambiarsi informazioni: in questo senso è come la rete telefonica, dove tanti fili collegano fra loro gli abbonati.

Questi collegamenti consentono alle persone di comunicare tra loro usando il computer invece del telefono, scambiando messaggi, simili a velocissimi telegrammi, chiamati e-mail. Ma non è un po' sciocchino mandarsi i messaggi via computer? Beh, non lo è se considerate che dialogare con una persona all'altro capo del mondo non costa una lira in più che telefonare al vicino di casa.

Pertanto, la prossima volta che conoscete una travolgente bellezza brasiliana, seguite il mio consiglio: non domandatele il numero di telefono, ma offritele il vostro indirizzo Internet. Risparmierete palanche e farete senz'altro colpo.

Internet offre anche un servizio, chiamato Web, che è simile alla televisione. Potete infatti sintonizzarvi su uno qualsiasi dei milioni di "canali" provenienti da tutto il mondo che offrono immagini, suoni, filmati, programmi per computer dedicati agli argomenti più disparati: si va dalla CIA alla cucina tipica irachena passando per le teorie su Atlantide, i liutai italiani e le regole ufficiali della FIFA. Vi interessano le parolacce ungheresi? C'è un canale di Internet dedicato a questo importante argomento. Cercate lavoro? Basta sintonizzare il vostro computer sul canale apposito.

La cosa più sorprendente è che con ottantacinque milioni di utenti sparsi per il globo, troverete sicuramente qualcuno con cui condividere quell'interesse inconsueto che credevate di essere i soli al mondo a coltivare. Tanto per dirne una, c'è un club Internet dedicato a discutere dei piedi di Claudia Schiffer...

Ma Internet è anche molto diversa dalla televisione, perché non vi obbliga a seguire soltanto quello che vi propinano gli altri: con pochissima spesa, anche voi potete comperare un "canale", chiamato sito Web, dal quale trasmettere a tutti gli utenti di Internet le vostre idee e le vostre passioni, scatenare una discussione su un tema che vi sta a cuore o avviare un fan club. Come si fa? Restate sintonizzati e ve lo racconterò.

Qualche mito da sfatare

Dicono tutti che Internet gonfia le bollette telefoniche. Si ripete sempre che è un covo di pedofili, pirati informatici e individui socialmente frustrati.

Ci sono tante dicerie come queste che circolano a proposito di Internet: molte sono false o distorcono la verità. Ogni tanto ne smentirò qualcuna in questo spazio.

A proposito, le mie bollette sono diminuite da quando uso Internet, e io, come avrete notato, con Internet ci lavoro. Dettagli in seguito!

003. Quanto costa Internet (8/6/1997)

E' un luogo comune che usare Internet sia costoso, ma non è vero: vi racconto come stanno realmente le cose.

Ci sono diverse voci nella lista della spesa: il computer, i programmi, l'abbonamento alla rete e i costi telefonici. Nei prossimi articoli troverete trucchi e segreti delle ultime tre voci; oggi vorrei parlarvi di quella più sostanziosa, cioè il computer.

Un computer nuovo, con tutti gli accessori per collegarsi a Internet, costa circa un paio di milioni. Tuttavia non siete obbligati a comperare l'ultimo modello superpotente; se già avete un computer, probabilmente potete adattarlo a Internet anche se non è recentissimo (in termini tecnici, se è un computer con processore di tipo 386 o 486, oppure un modello Macintosh recente, siete a buon punto).

Perciò attenti ai venditori-vampiri che vi abbindolano con dichiarazioni tipo "predisposto per Internet", come se doveste gettare il vostro computer in favore di un costosissimo modello nuovo. Certo, più è potente il computer, più ricca sarà la navigazione: lo schermo a colori, il microfono e gli altoparlanti (da collegare a un accessorio chiamato "scheda audio") non sono indispensabili ma sono molto piacevoli da usare.

La potenza e gli accessori del computer influenzano quello che potete fare su Internet: ad esempio, la posta elettronica si può scambiare usando qualsiasi computer; vedere videoclip a colori o telefonare via Internet, invece, richiede modelli veloci e ben equipaggiati.

Il magico ingrediente, indispensabile in ogni caso per adattare un computer a Internet e permettergli di comunicare via telefono, è un aggeggio chiamato modem. Spesso è incorporato nel computer, ma ci sono anche modelli da installare esternamente.

Per navigare bene in Internet vale la pena di acquistare un modem veloce. Spendendo circa trecentomila lire vi porterete a casa un modello nuovo da 28.800 "bps" (le auto hanno i chilometri l'ora: i modem contano i bit per secondo), che non è il più veloce in assoluto ma è un compromesso accettabile tra prezzo e prestazioni. Se volete risparmiare, potete provare nel mercato dell'usato, ma non accontentatevi di velocità inferiori a 14.400.

Se avete un computer 386, verificate che il modem sia in grado di funzionare anche senza Windows 95, che non è adatto a questo tipo di computer: beh, la Microsoft, che vende questo programma, giura che funziona, ma vi assicuro che nuotare nella melassa è più divertente.

Coraggio, il peggio è passato: gli altri acquisti sono molto meno impegnativi. Ne parliamo prossimamente.

Se siete indecisi

Spendere tanti soldi in un computer soltanto per navigare in Internet può essere un azzardo: e se poi Internet non vi piace e mollate tutto? Considerate però le tante altre cose che un computer consente a voi o ai vostri figli per lavoro, per studio o per diletto: videogiochi sofisticati, ricerche in enciclopedie multimediali, composizioni musicali, disegni, animazioni, tesi di laurea, ritocchi fotografici, sistemi per il Totocalcio... la lista non finisce certo qui. Grazie al modem, inoltre, potete anche usare il computer per mandare e ricevere fax. Siete ancora incerti?

004. Quanto costa Internet (seconda parte) (15/6/1997)

La scorsa settimana vi ho descritto i costi di Internet per quanto riguarda il computer: adesso affrontiamo gli altri: quelli telefonici, per l'abbonamento alla rete e per i programmi.

Nessun problema per la linea telefonica: va benissimo quella che già avete in casa o in ufficio. Non sono necessari contratti speciali con la Telecom, né occorre avvisarla del fatto che collegherete un computer alla presa del telefono. Inoltre le navigazioni in Internet costano come le normali telefonate, anche se visitate una parte lontanissima della rete: in genere si paga la tariffa urbana (un'ora di Internet in rete urbana costa al massimo 2.500 lire; la sera costa la metà).

Ci vuole poi un abbonamento, che si sottoscrive con una delle tantissime ditte, presenti in tutta Italia, che forniscono l'accesso a Internet e in gergo si chiamano "provider" (pronunciato "pro-vai-der"). Scegliere quello giusto non è facile. E' importantissimo che il fornitore sia sotto la vostra stessa rete telefonica urbana, visto che per collegarvi ai suoi computer (che fanno parte di Internet ventiquattr'ore al giorno) usate e pagate le linee Telecom tramite il modem, lo scatolino magico di cui parlavo nel nostro incontro precedente. Attenzione, condividere il prefisso non basta: alcune chiamate senza prefisso si pagano infatti come le interurbane, ma non lo sa quasi nessuno.

Trovare gli indirizzi dei fornitori d'accesso è facile: molte riviste d'informatica ne pubblicano elenchi che coprono tutta Italia.

Non spenderete in genere più di ventimila lire al mese per l'abbonamento, ma non fatene soltanto una questione di prezzo: in genere basso costo significa scarsa qualità globale del servizio, e vale la pena spendere qualcosina in più per viaggiare meglio. Se scegliete un piccolo fornitore d'accesso locale, avrete sicuramente un servizio più personalizzato ma probabilmente più "rustico": le piccole aziende non hanno le risorse economiche di quelle grandi, e si sente. Scegliendo un fornitore d'accesso a livello nazionale, per contro, avrete in genere navigazioni più veloci, ma vi scontrerete giocoforza con un'assistenza impersonale che renderà più difficile risolvere i vostri inevitabili problemi di collegamento. La soluzione ideale, in effetti, non esiste.

Infine ci vogliono i programmi che mettono il vostro computer in grado di comunicare secondo gli standard di Internet. Ho tenuto la notizia migliore per la fine: sono praticamente tutti distribuiti gratuitamente su Internet. Basta chiedere a un amico già collegato di prelevarli da Internet per voi.

Sorprese dalla Telecom

Pensate che tutte le chiamate senza prefisso siano a tariffa urbana? Non è vero. Lo sono infatti soltanto quelle fra due numeri della stessa "rete urbana" (la Telecom la chiama così); le altre chiamate pagano una speciale tariffa interurbana molto più cara, anche se non si compone il prefisso.

Quindi, nello scegliere il fornitore Internet, risparmierete molto se il suo numero di telefono si trova nella vostra stessa rete urbana: trovate le spiegazioni nella guida Telecom, in cima all'elenco dei numeri di ciascuna località.

005. Programmi per Internet (22/6/1997)

Su Internet sono tutti pazzi: come dicevo la settimana scorsa, i programmi per navigare nella rete sono quasi tutti gratuiti. Chi li scrive li regala alla comunità degli utenti: è una consuetudine che risale a quando su Internet c'erano quattro gatti e ci si faceva i favori a vicenda.

Fra i programmi che vi servono, il tipo più importante si chiama "interprete TCP/IP" e dovete procurarvi quello su misura per il vostro tipo di computer. In quelli che usano il vecchio Windows, questo interprete si chiama Winsock. Se avete Windows 95, è già incorporato come "Accesso Remoto". Nei computer Macintosh ha vari nomi, ma il più diffuso è MacPPP. Vi risparmio la spiegazione del senso di questi nomi stravaganti.

Visto che i fabbricanti non si sono mai messi d'accordo, i computer in giro per il mondo parlano lingue elettroniche differenti e ovviamente incompatibili. Questo programma interprete traduce la lingua di Internet in quella usata dallo specifico tipo di computer; macchine altrimenti incompatibili riescono così a comunicare fra loro. Il programma gestisce anche il collegamento telefonico fra il vostro computer e il resto di Internet.

La parte multimediale della rete, dove trovate suoni, immagini e documenti organizzati in "pagine" simili a quelle del Televideo, si consulta con un programma chiamato "browser" (pronunciato "bràuser"). I migliori sulla scena sono Netscape (pronunciato "Net-schèip") e Internet Explorer: a costo di irritare la tifoseria sugli opposti spalti, vi dirò che in sostanza uno vale l'altro.

Questi programmi sono in grado di gestire anche gli altri due servizi principali di Internet: la posta elettronica e i forum (che sono una sorta di "bacheca" dove potete affiggere pubblicamente i vostri messaggi), ma lo fanno maluccio. E' meglio procurarsi due programmi appositi. Per la posta, consiglio caldamente Eudora o Pegasus; per i forum, Free Agent.

Queste sono le pietanze; ma ci sono anche i contorni, che su Internet si chiamano "plug-in" (pronunciato "plaghìn"). Aggiunti ai programmi precedenti, consentono servizi ancora più evoluti, come le telefonate, i giochi in rete, l'ascolto delle radio da tutto il mondo e la visione di videoclip.

Guardando una schermata di Internet, avrete notato che nel vostro piatto telematico ci sono tanti altri condimenti strani, che si chiamano chioccioline, "vù-vù-vù", "punto com" e "accatitipì". I loro segreti li lascio per la prossima puntata: non vorrei che troppo minestrone fosse indigesto.

Chi sono io, Babbo Natale?

Perché i programmi in rete sono gratuiti e quelli normali no? Per lo stesso motivo per cui un rasoio costa pochissimo ma le lamette di ricambio sono un salasso: una parte del prodotto viene regalata per indurre ad acquistare quella a pagamento.

Nel caso di Internet, per fortuna, chi acquista la parte a pagamento non siete voi, ma chi pubblica le informazioni offerte in rete: per consentire ai vostri programmi di funzionare, infatti, deve munirsi di costosissimi programmi complementari della stessa marca.

006. Le sigle di Internet (corso accelerato di Internettese) (28/6/1997)

Nelle pubblicità televisive balenano in sovrimpressione strane scritte che sembrano redatte in una lingua esotica dove le parole non hanno vocali (come "http"), sono ammesse tre lettere identiche di fila ("www") e la punteggiatura è ai confini della realtà. Roba da matti.

Se ne parlo qui, come avrete già intuito, è perché quella strana "lingua" è Internettese. Come le lingue straniere che vi auguro di usare presto in vacanza, non è necessario che ne diventiate esperti, ma un'infarinatura può salvarvi in situazioni imbarazzanti: eccomi qui ad offrirvela.

A ciascun computer collegato a Internet e a ciascun utente della rete viene assegnato un nome, detto anche "indirizzo Internet". Il nome segue regole piuttosto rigide. Se comincia con "http" o "www", ad esempio, state sicuri che è il nome di un computer che ospita informazioni multimediali; se comincia con "ftp", è il nome di un archivio di programmi o di dati da prelevare.

Anche le ultime due o tre lettere del nome sono preziose: vi dicono in che parte del mondo si trova il computer corrispondente. Questo non incide sul costo del vostro collegamento Internet, dato che non si paga in base alla distanza, però è utile per viaggiare più veloci. Infatti ci vuole di solito un po' di tempo in più per raggiungere un computer che si trova in Australia che uno situato in Italia.

La coda del nome ricorda, come concetto, l'adesivo che si aggiunge alla targa dell'auto quando si va all'estero, tant'è vero che spesso è uguale (CH per la Svizzera) o simile (IT per l'Italia, FR per la Francia, e così via). Un'occhiata a questa sigletta e potrete stupire gli amici dichiarando con aria da saputelli dove si trova ogni computer che visiterete via Internet.

Cosa più importante, potrete sapere come comportarvi se una persona vi manda romantici messaggi via Internet e si firma ad esempio col nome "vanessa@dbg.bo": non è il caso di invitarla a una cenetta intima, dato che "bo" non sta per Bologna... ma per Bolivia.

Ecco un altro simbolo ricorrente in Internet: la "chiocciolina", cioè quel segno che avete visto nella sigla qui sopra dopo la parola "vanessa". La sigla che lo contiene è sicuramente quella personale di un utente Internet e va usata come indirizzo per scambiare posta elettronica.

La parte dopo la chiocciolina è il nome del computer dove quell'utente ha la sua casella postale, mentre quella che viene prima è il nome dell'utente. Raramente i nomi postali su Internet sono quelli reali: attenti, dunque, perché Vanessa la boliviana potrebbe essere in realtà Pedro l'odontotecnico.

Occhio alle sigle non comuni

Se IT sta per Italia e HK per Hong Kong, che paese sarà mai COM? Sempre più spesso i nomi su Internet finiscono infatti con questa sigla. Spiegazione: è l'abbreviazione che identifica le parti commerciali di Internet, come EDU indica quelle universitarie, MIL quelle militari e così via.

Risposta: i computer che usano queste sigle sono tutti situati negli Stati Uniti (tranne quelli con la sigla COM, che possono trovarsi ovunque nel mondo).

007. Galateo di Internet (6/7/1997)

Quando vi hanno insegnato usare il telefono, avete imparato a dire "Pronto?", salutare, presentarvi e così via. In teoria si può fare a meno di questi convenevoli, e molti lo fanno, col risultato di farsi spesso mandare a quel paese.

Lo stesso vale per Internet: ci sono delle regole di buona creanza che non sono indispensabili ma facilitano il rapporto fra chi si scambia messaggi. Alcune sono poco intuitive; ma vi siete mai chiesti che senso ha dire "Pronto?" al telefono?

Portate quindi pazienza e seguitemi in questo breve corso essenziale di galateo telematico; anzi, di "netiquette", combinazione di "net" (rete) ed "etiquette" (etichetta, galateo).

Innanzi tutto siate brevi: nei vostri messaggi arrivate subito al sodo e discutete un argomento per volta. Gli sproloqui vengono spesso ignorati perché irritano chi li riceve. Se avete tanti argomenti da presentare, dedicate un messaggio separato a ciascuno.

Ogni messaggio ha uno spazio apposito per il titolo, chiamato spesso subject (pronunciato "sàb-giect"), che balza subito all'occhio di chi legge. Usatelo per descrivere brevemente il tema del messaggio e coglierete l'attenzione del vostro interlocutore. Io spesso uso il titolo "Sesso gratis" per incuriosire, e vi assicuro che funziona.

Gli utenti di Internet ricevono molti messaggi al giorno (una decina è una media normale); capiterà presto anche a voi. Il tempo che si può dedicare a ciascun messaggio è quindi inevitabilmente limitato, pertanto non pretendete risposte immediate né tanto meno chilometriche. Usate il buon senso: se incontraste Alesi in ascensore, gli chiedereste di spiegarvi "in breve" come si affronta ogni singola curva di Montecarlo?

Un'altra abitudine strana che incontrerete su Internet è quella di citare brani del messaggio al quale si risponde. Può sembrare uno spreco di tempo (anche se per fortuna i programmi lo fanno automaticamente), ma è un aiuto davvero prezioso per chi deve riprendere il filo del discorso dal messaggio precedente.

Si deve usare l'inglese su Internet? No, grazie al cielo non è obbligatorio. Potete scambiarvi messaggi anche in bergamasco, se vi gira. L'italiano è usato comunemente al pari delle altre lingue; in genere, però, si fa a meno del "lei" e si passa subito a un più immediato "tu".

E per finire, non scrivete tutto in lettere maiuscole: dà l'impressione di urlare. SONO STATO CHIARO?

Il galateo di Internet non è soltanto un esercizio di stile; include anche alcune norme che vi conviene conoscere per evitare di fare brutti incontri. Ma questo è un tasto che toccherò domenica prossima.

Catene di Sant'Antonio

Statene certi, prima o poi riceverete un'angosciante richiesta di aiuto da un bambino affetto da un tumore al cervello il cui estremo desiderio è battere il record di posta ricevuta, o un'offerta di partecipare a una piramide di denaro in stile albanese o qualcosa si simile.

Queste "catene di sant'Antonio" sono un flagello di Internet: per quanto vere o innocue vi possano sembrare, ignoratele, vi scongiuro. A proposito, se il bambino si chiama Craig Shergold o giù di lì, esiste davvero, ma adesso è maggiorenne e sta benissimo.

008. Galateo di autodifesa su Internet (13/7/1997)

Squilla il telefono a casa di Anna: è il solito, frustrante molestatore. Ma sul telefono di Anna c'è uno schermo dove compare il numero da cui arriva la chiamata: una segnalazione al 113 e il maniaco è sistemato. Fantascienza per la Telecom, ma realtà su Internet. Vediamo come.

La maggior parte della gente che trovate su Internet è normale ed innocua, ma su ottantacinque milioni di utenti è inevitabile imbattersi in qualche deviato. Niente panico; con qualche semplice cautela potete godervi Internet in tutta tranquillità.

Se appartenete al gentil sesso, non adottate un indirizzo di posta elettronica che lo riveli (scegliete val o uno pseudonimo invece di Valentina; anche Giorgio va bene, se volete divertirvi). Mi dispiace dirlo, ma molti uomini si trastullano a molestare verbalmente qualsiasi utente femminile che trovano, sommergendo la malcapitata di messaggi scurrili o inviandole tonnellate di immagini porno.

Consiglio speciale per gli utenti giovanissimi: non rivelate la vostra età o l'indirizzo di casa o il numero di telefono, né altri dettagli che possano aiutare i malintenzionati (ladri o pedofili). Chi ve li chiede è quasi sicuramente un poco di buono: la "netiquette", il galateo di Internet, infatti esige il massimo rispetto per i fatti degli altri. Se qualcuno vi fa domande troppo personali o vi manda immagini o programmi discutibili, parlatene con i vostri genitori.

Fin qui la prevenzione: adesso passiamo all'azione. Su Internet è chi viene molestato ad avere il coltello dalla parte del manico, perché come il maniaco che affligge Anna, quasi sempre il molestatore nel mandarvi un messaggio vi rivela il suo indirizzo Internet (lo trovate all'inizio di ogni messaggio).

Con questo indizio in mano, come prima cosa potete attivare nel vostro programma di posta il cosiddetto "killfile" (le istruzioni specifiche sono nel manuale del programma). E' un elenco di mittenti dai quali non desiderate ricevere posta: metteteci l'indirizzo del molestatore, così se ci riprova i suoi messaggi verranno cancellati automaticamente, mentre riceverete indisturbati tutti gli altri.

In secondo luogo, se il rompiscatole vi scoccia particolarmente, date i suoi estremi al vostro fornitore d'accesso, che chiederà l'intervento punitivo di quello dell'individuo molesto. In genere la pena per i molestatori è la "morte telematica", ossia la cancellazione dell'accesso a Internet.

Maigret nel ciberspazio

Alcuni molestatori sono molto abili e riescono a mandare messaggi in forma anonima o spacciandosi per qualcun altro. Ci sono tecniche che consentono di intasare una casella postale con milioni di messaggi, bloccando il traffico dell'utente che li riceve.

In casi come questi è importante avere un buon rapporto con il vostro fornitore, che è l'unico che può risolvere intasamenti o molestie simili: chiedetegli subito di intervenire, eventualmente contattando uno dei tanti "investigatori" che operano gratuitamente su Internet. Nei casi più gravi, potete rivolgervi ai superesperti del Nucleo Operativo per le Telecomunicazioni della Polizia.

009. Corsi d'informatica e di Internet: convengono? (20/7/1997)

Se state pensando di iscrivervi ad un corso di computer e Internet, pensateci due volte. Anche tre, se pensate di iscrivere i vostri figli: non c'è niente di meglio di un corso male impostato per far venire in odio per sempre informatica e dintorni.

Per fortuna anche una persona non esperta di computer può distinguere i corsi validi da quelli improvvisati. Ecco come.

Chiedete se c'è un computer per ogni singolo partecipante. Non fidatevi di corsi che raggruppano più persone intorno a una singola macchina e gliela fanno usare a turno: il computer s'impara soltanto maneggiandolo e picchiando sui tasti. Guardare qualcun altro che lo fa per voi non serve a niente.

Scoprite che tipo di computer viene usato e chiedete di vederlo acceso: evitate corsi basati sulle promesse. Deve essere almeno un Pentium (cercate l'adesivo "Intel inside - pentium" sulla macchina) e deve usare Windows 95, che è il programma tuttofare che fa eseguire i vostri ordini al computer: dovete trovare sullo schermo, nell'angolo in basso a sinistra, una specie di pulsante disegnato con una bandierina ondeggiante e la parola Avvio (Start nella versione inglese).

Se il corso supera queste due prime prove, è importante scoprire esattamente che cosa viene insegnato: molti corsi infatti si perdono su argomenti del tutto inutili. Se sentite nominare "sistema binario", "BASIC" o "programmazione", cambiate aria. E' tutta teoria con la quale e senza la quale vivrete tali e quali. Molti sono convinti che per usare il computer si deve saper programmare, cioè scrivere programmi per computer. Non è vero: dopotutto potete indossare un bel maglione anche se non sapete lavorare a maglia. I programmi sono come i maglioni: di solito si comprano già fatti da aziende specializzate e si impara a farli solo se quelli in vendita non soddisfano.

Ci sono invece tre cose che un buon corso vi deve insegnare oltre all'uso di Internet: Windows 95 è la prima, perché consente il controllo dell'intero computer. Segue il DOS, che serve per resuscitare il computer quando Windows 95 s'inceppa (capita spesso) e di installare molti dei più bei videogiochi. Infine c'è la scrittura di testi, chiamata pomposamente word processing (pronunciato "uòrd prosessing"): è la cosa che più di ogni altra vi servirà nello studio e nel lavoro (Word è uno dei programmi più diffusi in questo campo).

Infine, occhio agli insegnanti che non sanno esprimersi fuori dal gergo tecnico. E' una malattia che affligge tutte le professioni, ma è particolarmente virulenta fra gli informatici. Chiedete di avere una prima lezione gratis per conoscerlo.

Le alternative

Se nessuno dei corsi che esaminate supera questo test (ed è facile che avvenga), provate questi rimedi alternativi:

010. Gli orari di Internet (27/7/1997)

Anche le strade virtuali di Internet hanno le loro ore di punta, quando il traffico si fa così congestionato che anche le macchine più potenti sono costrette a procedere a passo di lumaca. Per fortuna ci sono alcuni trucchetti per evitare gli ingorghi.

Moltissimi appassionati chiamano da casa quando le tariffe telefoniche scendono, col risultato di crare l'equivalente Internet delle code ai caselli autostradali. Arrivano in due ondate: una piccola alle 18.30, quando scatta la tariffa ridotta per le chiamate urbane, e una grande alle 22, quando anche le interurbane (con e senza prefisso) calano di prezzo. Verso le due del mattino anche i più nottambuli crollano, ma fino a quell'ora andare in Internet significa accettare una navigazione lenta e a singhiozzo.

Anche l'intero fine settimana è un periodo "caldo", perché le tariffe Telecom sono basse anche di giorno e gli utenti privati hanno parecchio tempo da dedicare a Internet.

Il traffico nelle ore lavorative, invece, in Italia è molto modesto; se potete navigare in questa fascia oraria vi troverete bene, ma al prezzo di una bolletta telefonica più salata.

Allora qual è il momento ideale per collegarsi a Internet?

Risposta controcorrente: la mattina presto, dalle cinque alle otto. Non sarà un orario che fa tendenza (se non si tira tardi pare che non sia "in"), ma funziona alla grande: parlo per esperienza personale. Visto che comunque molti di voi, per studio o per lavoro, si devono già alzare presto, se anticipate la sveglia di un'oretta potrete sfrecciare solitari sulle autostrade informatiche senza dover fare orari da vampiro. In questi giorni di gran caldo, fra l'altro, vi godrete come bonus l'aria fresca dell'alba.

A quell'ora, infatti, gli utenti professionali non sono ancora in ufficio e la massa degli internettari è fra le braccia di Morfeo. Siccome gli utenti del resto d'Europa hanno abitudini simili a quelle italiane, tutti i siti del nostro continente si visitano bene la mattina presto.

L'alba è vantaggiosa anche se volete visitare uno dei numerosissimi siti americani. Infatti là non si pagano le telefonate urbane e quindi tutti si collegano di giorno o di sera e di notte dormono. Risultato: quando in Italia albeggia, in America il traffico sulla rete è basso.

Se invece visitate un sito giapponese o australiano, capiterete nell'ora di punta di quel paese. Morale della favola: programmate le vostre escursioni telematiche consultando una cartina dei fusi orari.

Alla ricerca dell'ingorgo

I dati che scambiate via Internet raramente seguono il percorso geograficamente più breve: spesso per comunicare fra Milano e Venezia si passa per la Svezia o gli USA. Internet è fatta così.

Per questo motivo un ingorgo all'altro capo del mondo può interferire con una navigazione apparentemente tutta italiana. Per sapere dove si trova la strozzatura c'è il comando traceroute, ossia "tracciami il percorso". In Windows 95 si usa aprendo una finestra DOS durante un collegamento e digitando tracert seguito dal nome del sito che state cercando di raggiungere. Otterrete un elenco di tutti i siti dai quali transitano i vostri dati con i tempi richiesti per ciascuna tappa.

011. Internet in vacanza - prima parte (3/8/1997)

E' tempo di ferie; come fare per portarsi Internet in vacanza? Navigare nel Web non è un gran problema: basta cercare un Internet café, cioè uno dei numerosi locali, in Italia e all'estero, dove si può navigare in rete pagando circa diecimila lire l'ora.

Il problema vero è la posta. Chi vi manda un messaggio non otterrà risposta mentre siete via e penserà che lo state ignorando. Per questo inconveniente potete chiedere al vostro fornitore d'accesso abituale di attivare sul suo computer il programma "Vacation", che risponde automaticamente avvisando il mittente della vostra assenza.

Per molti di voi, però, la posta non è uno sfizio: è un canale di comunicazione essenziale come il telefono. E se arrivasse quell'offerta di lavoro che stavate aspettando? E se Ronaldo cambiasse squadra all'ultimo momento e voi non lo sapeste?

Non chiedete al gestore dell'Internet café di farvi accedere alla posta. Infatti i messaggi che prelevate finirebbero sui suoi computer e sarebbe difficile farli ritrasferire sul vostro per archiviarli (cosa che dovreste sempre fare!); inoltre dovreste rivelare il vostro codice d'accesso.

C'è un modo migliore. Se siete previdenti potete godervi la vostra posta anche in vacanza: prima di partire, procuratevi a pochi dollari o addirittura gratis un indirizzo Internet "virtuale", come ad esempio quello offerto da NetAddress (http:// netaddress.usa.net).

Funziona così: ottenuto l'indirizzo virtuale, lo date a tutti quelli che vi devono mandare messaggi. In più chiedete al vostro fornitore d'accesso di "forwardare" tutta la vostra posta al nuovo indirizzo virtuale (lui sa cosa vuol dire quell'orrenda parola).

In questo modo, la vostra posta va sui computer di NetAddress; finché siete a casa, potete prelevarla come prima senza problemi, con qualunque programma di e-mail. Il bello viene quando siete in vacanza: da un qualsiasi computer in grado di collegarsi al Web, ad esempio in un Internet café o a casa di amici, potete leggere e spedire la posta senza impostare parametri e senza preoccuparvi della sicurezza dei vostri messaggi. Anzi, non occorre neanche che sul computer che usate ci sia un programma di gestione della posta: pensa a tutto NetAddress. A voi basta interagire con il sito che ospita il vostro indirizzo virtuale tramite un qualsiasi browser come Netscape o Internet Explorer.

Chi glielo fa fare a questi di Netaddress di offrire gratis o quasi un servizio così utile? Semplice: insieme alla vostra posta vedrete scorrere sullo schermo alcuni annunci commerciali. La pubblicità è l'anima del commercio anche in rete.

Cartoline virtuali

Perché spendere in francobolli e cartoline (che magari arrivano dopo che siete tornati) quando potete spedire cartoline virtuali via Internet che arrivano subito? Visitate http://postcards.www.media.mit.edu/Postcards, dove potrete scegliere fra un vasto assortimento di cartoline gratuite da mandare a tutti i vostri amici internettisti.

012. Internet in vacanza - seconda parte (10/8/1997)

La settimana scorsa vi ho raccontato un paio di tecniche per andare in vacanza senza lasciare Internet a casa. Uno dei requisiti, però, era trovare nel luogo di vacanze qualcuno che avesse un computer con accesso alla rete. Che succede se andate dove non ci sono Internet café e non avete amicizie internettare locali?

In casi come questi la soluzione è impegnativa ma molto appagante: andare in ferie con un computer portatile corredato di modem. Costa dai tre ai quattro milioni e sostituisce in tutto e per tutto un computer fisso; anzi, considerati i vantaggi di compattezza, mobilità e minore affaticamento della vista, potreste decidere di farne l'unico vostro computer, come è capitato a me.

Armati di portatile, potrete continuare a collegarvi con una telefonata via modem al vostro consueto provider persino se siete all'estero; non dovrete modificare nulla, eccetto il prefisso del numero di telefono da chiamare. Prelevare la posta richiederà solo un paio di minuti e quindi spenderete cifre accettabili anche su distanze interurbane o internazionali.

Se siete in vacanza in Italia, ricordate che la tariffa interurbana massima scatta già chiamando a 60 chilometri di distanza; non c'è alcun aggravio di spesa ulteriore per distanze maggiori. Ad esempio, un collegamento via modem Riccione-Milano o Olbia-Roma costa solo 180 lire al minuto la mattina presto e di sera.

In alternativa, molti fornitori d'accesso offrono abbonamenti temporanei, che hanno il vantaggio di consentirvi anche collegamenti più lunghi (necessari ad esempio per consultare le pagine del Web) senza spendere troppo. Alcuni paesi hanno anche una sorta di 144 locale che consente a chiunque di entrare in Internet senza formalità, ma occhio ai costi!

Nota tecnica: se scegliete le ultime due soluzioni, vi conviene velocizzare il collegamento specificando nel Winsock (chiamato Accesso Remoto in Windows 95) il nome del Domain Name Server (DNS) primario della località di vacanze e immettendo nel vostro programma di e-mail il nome del mail server o SMTP server del posto. Se non lo fate, il collegamento funziona lo stesso ma è di una lentezza esasperante.

Infine attenti alla burocrazia: se lasciate l'Italia, preparate una dichiarazione in carta semplice con gli estremi del computer portatile e fatevela timbrare in frontiera, altrimenti al rientro la dogana potrebbe chiedervi di dimostrare che non avete comprato il computer all'estero e farvi pagare IVA, multe e dazi vari. Internet è senza frontiere, ma il mondo reale no.

Alla faccia dell'Europa unita

Se portate il computer all'estero, ricordate che le prese telefoniche sono diverse in ogni paese e richiedono appositi adattatori, spesso introvabili. In molti alberghi, poi, le prese sono saldate e quindi non ci si può attaccare.

Rimedio drastico ma consigliato: usare un telefonino GSM con scheda di trasmissione dati. Potrete navigare in Internet senza problemi in tutta Europa e in molti altri paesi che hanno reti cellulari GSM. Costa molto, ma funziona.

013. Newsgroup (prima parte) (17/8/1997)

Normalmente partecipare ai gruppi tematici di discussione di Internet, chiamati newsgroup, è un'operazione semplice: basta usare un programma chiamato newsreader (consiglio Forté Free Agent, ma anche Netscape o Internet Explorer vanno bene). In questo programma si immette il nome del sito (news server) dal quale si vogliono prelevare i newsgroup. Poi si riceve la lista dei newsgroup disponibili e si scelgono quelli ai quali si vuole partecipare.

E' da qui in poi che nascono i problemi. Di solito si immette il nome del news server gestito dal proprio fornitore d'accesso, ma i news server sono come le edicole: l'assortimento che trovate varia a seconda di quale visitate. Molti news server non offrono l'intero repertorio di quindicimila argomenti e sottoargomenti, sia per decenza (ad esempio perché contengono immagini porno), sia perché molti newsgroup sono di interesse solo locale.

Se il news server che usate non offre quel newsgroup molto settoriale che v'interessa tanto, potete provare a rivolgervi ad un altro news server ovunque nel mondo.

Tuttavia cambiare "edicola" ha due controindicazioni: prima di tutto, la ricezione dei messaggi è molto più lenta perché subisce i normali rallentamenti di Internet (ricevendo i messaggi direttamente dal vostro fornitore d'accesso, invece, questi colli di bottiglia non ci sono). In secondo luogo, in genere ogni provider consente l'accesso solo ai propri utenti ed è quindi difficile essere accolti altrove.

Esistono dei cosiddetti news server pubblici che consentono l'accesso a chiunque; ma proprio per questo sono intasati di richieste e quindi ancora più lenti. Ce ne sono molti, più o meno forniti; li trovate digitando public news servers come argomento in un qualsiasi motore di ricerca.

Un'alternativa interessante è usare il Web: ci sono infatti vari siti dedicati ai newsgroup che sono consultabili senza limitazioni d'accesso. Uno dei più rinomati è DejàNews (www.dejanews.com), dove trovate due anni d'archivio, aggiornato in tempo reale, di quasi tutti i newsgroup ad eccezione di quelli contenenti immagini, omessi per motivi di spazio e di traffico. Potete effettuare ricerche su qualsiasi argomento, spulciando in una manciata di secondi una quantità di testo superiore a quella offerta dall'intero Web.

Tuttavia non si tratta di un semplice archivio consultabile: tramite DejàNews potete infatti anche partecipare a qualsiasi newsgroup inviando i vostri messaggi direttamente dal browser. Ma prima di introdurvi in questo ambiente ci sono un paio di regole di galateo e autodifesa che è meglio conoscere: ne parliamo la prossima settimana.

Ricerche nei newsgroup

Anche il celeberrimo motore di ricerca Alta Vista (altavista.digital.com) permette di consultare i newsgroup; i suoi archivi non sono ampi e interattivi come quelli di DejàNews, ma consentono ricerche più sofisticate.

Per usare Alta Vista per i newsgroup basta scegliere Usenet al posto di the Web dopo la parola Search nella schermata iniziale.

014. Newsgroup (seconda parte) (24/8/1997)

Aggirarsi nei newsgroup richiede cautela. Anche se a voi interessano argomenti del tutto innocenti, siete gomito a gomito con alcuni dei gruppi di discussione più malfamati di tutta Internet. Ad esempio, basta una cliccata sbagliata per passare da alt.binaries.pictures.astronomy ad alt.binaries.pictures.erotica; entrambi contengono immagini, ma nel secondo i corpi non sono esattamente... celesti.

Assicuratevi di scegliere il newsgroup specifico per l'argomento che vi interessa: è facile sbagliarsi. Ad esempio, gli sport in generale saranno discussi nel newsgroup it.sport, ma le discipline specifiche saranno nelle suddivisioni chiamate it.sport.calcio, it.sport.basket e così via.

Sembra poco logico, ma nei newsgroup origliare è un dovere. Limitatevi a leggere lo scambio di messaggi per qualche tempo, senza dire niente; al massimo annunciate la vostra presenza con un semplice messaggio di saluto al gruppo. Diverrete quel che in gergo si chiama lurker e la vostra discrezione sarà un buon biglietto da visita.

Altro segno di cortesia: chiedere al newsgroup dove trovare le FAQ. Nonostante l'assonanza con una parolaccia inglese, non c'è niente di scurrile: FAQ è la sigla di frequently asked questions, cioè del documento che contiene le domande più ricorrenti di quel newsgroup. Leggerlo è obbligatorio, perché farete la figura dei pivelli rompiscatole se porrete domande che gli altri hanno già sentito migliaia di volte.

Non fidatevi ciecamente delle opinioni che leggete: nei newsgroup non ci sono né moderatori né filtri e quindi fatti, fantasie e menzogne viaggiano alla pari.

Dato che le discussioni avvengono fra appassionati di settore, spesso si scatenano "guerre di religione", accese come le discussioni al bar sui meriti e demeriti di Maradona. E' meglio starne fuori, ignorando anche i frequenti insulti personali, altrimenti il frastuono della polemica sommergerà i messaggi veramente interessanti. Questo "rumore di fondo" è tipico dei newsgroup: non c'è niente da fare, o li accettate così o niente.

Infine, occhio agli odiatissimi spammer: utenti (privati e società) che reclamizzano teorie neonaziste o paranormali o prodotti di dubbia utilità e di ancor più dubbio gusto, affliggendo indistintamente tutti i newsgroup. Se vi offrono di mandarvi a casa immagini del vostro "argomento" preferito, poi, non pensate nemmeno di rispondere: è dietro questi inviti che si celano i famigerati pornomani e pedofili di cui tanto si parla. Ignorateli: già degnarli di una risposta, anche di protesta, è un'attenzione che non si meritano.

Le lingue dei newsgroup

Un tempo Internet era tutta in inglese, ma ora tutte le lingue del mondo sono ben rappresentate anche nei newsgroup. Ci sono quindi molti newsgroup dedicati allo stesso argomento in lingue diverse. Tutti quelli in italiano si riconoscono dal prefisso it (come ad esempio it.cultura.fantascienza).

015. Scusi, ho sbagliato numero! (31/8/1997)

Navigando qua e là nella rete avrete notato che i nomi dei siti di Internet seguono uno schema abbastanza regolare: un prefisso (come www o ftp) seguito da un nome facile da ricordare (ad esempio microsoft o cocacola) e da un suffisso come com o gov o it.

Ogni tanto, però, capita di incontrare un sito identificato semplicemente con un numero, come 194.51.247.130. Che differenza c'è? Sarà forse un sito segreto, identificato solo da un codice?

Niente panico, non è roba che scotta. In realtà, tutti i siti di Internet del mondo sono identificati da un numero di questo tipo: si chiama indirizzo IP. Anche al vostro computer, quando siete collegati a Internet, viene temporaneamente assegnato uno di questi indirizzi numerici.

Tuttavia, visto che noi ricordiamo meglio i nomi che i numeri, gli ideatori degli standard di Internet hanno pensato saggiamente di consentire di associare a ogni indirizzo numerico anche un nome (il domain name) scelto dal proprietario del sito. Possiamo così collegarci a un sito digitandone indifferentemente il numero o il nome, se ne ha uno. E' come se potessimo telefonare alle persone digitandone direttamente nome e cognome invece di dover ricordare i loro numeri di telefono.

Ma allora perché alcuni siti hanno un nome e altri no? E' principalmente una questione di taccagneria: infatti per far associare un nome a un numero bisogna pagare. La cifra di solito non è elevata, però a molti piccoli proprietari di siti Internet scoccia spendere.

Torniamo alla questione dei nomi e dei numeri. Quando digitate un nome di sito, la rete lo traduce nella sequenza di numeri equivalente; solo a questo punto inizia il tentativo di collegamento al sito. Può sembrarvi una perdita di tempo, ma il processo di traduzione è praticamente istantaneo, per cui non vi conviene tentare la scorciatoia di digitare direttamente i numeri, salvo che ci teniate a risparmiare qualche microsecondo.

Anche se l'uso dei nomi al posto dei numeri facilita la navigazione, capita comunque agli utenti di "sbagliare numero" perché digitano male il nome del sito che vogliono visitare.

Di solito la conseguenza è soltanto un messaggio d'errore che vi avvisa che non esiste un sito con quel nome. Ma a volte il nome errato corrisponde a quello di un altro sito e l'utente si ritrova in un punto di Internet totalmente inaspettato. Un caso classico è il motore di ricerca Yahoo: se digitate yahhoo.com al posto del nome corretto, cioè yahoo.com, visitate un sito commerciale per adulti indubbiamente molto pittoresco.

Quando il gioco si fa duro

C'è un solo caso in cui conviene digitare l'indirizzo numerico al posto del nome: quando il sistema di conversione da nome a numero va in tilt. Questo avviene o per colpa del vostro fornitore o a causa di un grave collasso della rete, come è avvenuto di recente. Con questo accorgimento navigherete quando gli altri annaspano.

016. Attenti al lupo! (7/9/1997)

Come si diventa vittime di un virus informatico via Internet? E come ci si difende?

Proprio come nel mondo reale, anche su Internet esistono "comportamenti a rischio" che espongono al pericolo di infezioni virali. Tranquilli! Si può usare Internet in piena sicurezza: basta stare attenti a quello che si fa.

Il concetto fondamentale da tenere a mente è questo: un virus si può nascondere in molti tipi di dati, ma può colpire soltanto se lo eseguite, cioè se gli date il controllo del vostro computer. Addirittura potete tenere senza pericolo sul vostro disco rigido un programma o un documento infetto: basta che non lo usiate.

Protezione contro i virus

Sottoponete sempre all'esame di un buon programma antivirus qualsiasi dato prelevato da Internet! Uno dei migliori è quello della McAfee, disponibile gratuitamente in prova per un mese presso http://www.mcafee.com. Ricordatevi di prelevare periodicamente le versioni più aggiornate, che riconoscono i nuovi virus.

017. Il sorvegliante della rete: URL Minder (14/9/1997)

Internet è come una bambina appena nata: la sua fisionomia cambia da un giorno all'altro più velocemente di quanto l'occhio possa seguirne la trasformazione. I siti della rete nascono, crescono, si riorganizzano e si aggiornano mille volte e ogni tanto traslocano radicalmente.

Come fare per tenere traccia degli aggiornamenti dei siti che vi interessano? Visitarli tutti periodicamente a mano è ovviamente impraticabile.

Esiste una soluzione molto semplice che si chiama URL Minder. Visitate il sito http://netmind.com/URL-minder/URL-minder.html e iscrivetevi gratuitamente al servizio. Fatto questo, immettete nel modulo che compare a video l'elenco degli indirizzi delle pagine Web da tenere d'occhio e il vostro indirizzo di posta elettronica.

Tutto qui: varie volte la settimana, il programma automatico di URL Minder visiterà instancabilmente per voi tutte le pagine Web che avete indicato; se troverà dei cambiamenti, vi manderà un messaggio di notifica.

Normalmente URL Minder si usa per sorvegliare il testo di una pagina Web, ma nulla vieta di adoperarlo per sapere quando cambia il contenuto multimediale della stessa pagina (ad esempio se la foto pubblicata settimanalmente dal fan club Internet di Max Biaggi è stata aggiornata). Basta indicare, al posto dell'indirizzo della pagina Web, quello del file multimediale da sorvegliare.

Se avete delle vostre pagine Web che contengono rimandi (link) a pagine di altri siti, potete usare URL Minder per evitare la figuraccia di avere rimandi a documenti che non esistono più, come capita spesso; è sufficiente includerne l'indirizzo nella lista delle pagine da sorvegliare.

Potete interagire con URL Minder anche via e-mail: riceverete tutte le istruzioni (ahimé in inglese) mandando un messaggio a URL-minder@netmind.com e scrivendo come testo del messaggio "URL-minder help" (senza virgolette).

In ogni momento, potete visitare il sito di URL Minder per modificare l'elenco delle pagine sotto osservazione; grazie a un codice segreto individuale, nessuno tranne voi può modificare il vostro elenco personalizzato.

Ci sono solo un paio di limitazioni: non potete usare URL Minder con pagine Web che richiedono una password per essere lette, ma in genere questo non è un grave intralcio. Inoltre URL Minder può dirvi se un sito ha traslocato, ma non è in grado di dirvi dove è andato.

Cos'è un URL?

URL è la sigla di "Uniform Resource Locator": il termine indica genericamente gli indirizzi Internet delle informazioni redatte secondo lo standard usato dal World Wide Web. Ad esempio, se qualcuno vi chiede l'URL della Gazzetta, rispondetegli con sicurezza "www.gazzetta.it".

018. Ricerche vecchio stile con Archie (28/9/1997)

Per molti utenti appena sbarcati, Internet consiste esclusivamente di due servizi: il Web, con le sue pagine multimediali, e la posta elettronica. Eppure offre molti altri servizi poco conosciuti ma utilissimi: uno dei miei preferiti è Archie (si pronuncia "arci"), che serve per trovare programmi e documenti in giro per Internet.

Potreste obiettare che questa preziosa funzione è già coperta dai cosiddetti "motori di ricerca", come Lycos (www.lycos.com) o Alta Vista (altavista.digital.com), ma non è così. La differenza principale è che questi motori esplorano soltanto il Web, cioè la parte multimediale della rete, mentre Archie scandaglia quella "vecchio stile", cioè la zona tutto arrosto e niente fumo frequentata dai veterani e ospitata da siti chiamati archivi ftp.

Ci sono autentiche perle nascoste in queste enormi collezioni di programmi, immagini, suoni e documenti; qualunque cosa vogliate cercare, è più facile che la troviate in un archivio ftp piuttosto che nel Web. Questo vale in particolare per i programmi.

Archie è una sorta di bibliotecario che periodicamente visita tutti gli archivi ftp e ne cataloga il contenuto in un enorme elenco, che potete consultare in vari modi: il più efficace, a mio avviso, usa uno scambio di messaggi di posta elettronica.

Per usare Archie in questo modo gli si manda un messaggio presso uno dei siti chiamati archie mailserver (ad esempio scrivendo ad archie@archie.doc.ic.ac.uk o ad archie@archie.unipi.it). Chiedete aiuto scrivendo "help", senza virgolette, come testo del messaggio: Archie risponderà (ahimé in inglese, ma semplificato) con le istruzioni per consultare le sue risorse. Per avere la lista completa dei mailserver, mandate "servers" come testo del messaggio.

Fatto questo, mandate ad Archie un secondo messaggio in cui scrivete "find" seguito dal nome esatto del file che state cercando. Archie vi risponderà con un elenco dei siti che lo custodiscono: immettendo la risposta di Archie nel vostro Netscape o Internet Explorer riceverete l'oggetto delle vostre ricerche direttamente sul vostro computer. Al posto della sigla http:// che contraddistingue i siti Web, il sito dell'archivio va immesso usando la sigla ftp://.

Se non sapete esattamente come si chiama il file che state cercando, scrivete ad Archie dicendogli "set search sub" nella prima riga; nella seconda, dopo "find", scrivete una parte del nome.

Esempio: "find eddie-irvine.jpg" troverà solo le foto del pilota Ferrari che hanno questo nome esatto; "set search sub" seguito da "find irvine" troverà sia le sue foto, sia i documenti che lo riguardano.

Le parole di Internet

Ma che diavolo vuol dire "ftp"? E' la sigla di "File Transfer Protocol", che è uno standard per il trasferimento dei file da una parte all'altra di Internet. "Fare ftp" significa quindi "trasferire un file". Attenzione: il galateo telematico impone di pronunciarlo "effe-ti-pi" per evitare di sputacchiare in un occhio a chi vi sta vicino.

019. La burla è in agguato nella Rete (5/10/1997)

Uno degli scherzi preferiti dagli internettari si chiama "fakemail" e si pronuncia "feik-meil": consiste nel mandare messaggi spacciandosi per qualcun altro.

Dove sta il divertimento? Beh, immaginate di poter impersonare perfettamente il c.t. della nazionale di calcio e convocare via e-mail Giuliano Ferrara per il ruolo di centravanti. Immaginate di poter mandare a un collega un romantico invito a cena che ha tutta l'apparenza di provenire dall'austero direttore generale.

Ma come è possibile quest'imitazione perfetta? Il fatto è che su Internet non esiste la calligrafia: i caratteri che scrivo io sono identici a quelli che scrivete voi. L'identità di chi scrive è indicata soltanto dall'indirizzo del mittente, che compare obbligatoriamente in ogni messaggio.

Basta quindi trovare il modo di cambiare questo indirizzo e il gioco è fatto: poi naturalmente sta a voi congegnare lo scherzo in modo che sia plausibile. Il bello è che per motivi insondabili, la gente è incredibilmente credulona a proposito di quel che legge sullo schermo del computer: anche gli utenti più sgamati abboccano a messaggi vistosamente improbabili.

Ci sono vari modi per falsificare il proprio indirizzo: il più semplice è usare una delle tante pagine Web che lo fanno in automatico (ad esempio http://www.bc1.com/users/hsingh/FakeMail.htm oppure http://www.ynottonyj.com/disclaim.html); ha il vantaggio di rendere molto difficile rintracciare l'autore dello scherzo. Basta immettere l'indirizzo del destinatario, quello falso che volete usare come mittente e infine il testo del messaggio.

Ovviamente scherzi di questo tipo possono avere conseguenze pesanti: usate quindi molta prudenza. Finché usate indirizzi chiaramente inventati (tipo babbo.natale@polonord.org o il più ambizioso dio@paradiso.org), nessun problema: ma se prendete in prestito l'indirizzo di un utente che esiste realmente, rischiate di essere denunciati per crimine informatico se la vittima non gradisce la burla.

Difendersi dai buontemponi è comunque abbastanza facile: basta studiare i dettagli dell'"intestazione" ("header") del messaggio, ossia la parte che riepiloga il viaggio fatto per arrivare a voi. Se il nome del sito indicato nelle righe che iniziano con "Received.. from.." o nella parte che comincia con "X-Real-Host" non coincide con quello del mittente, siete di certo di fronte a uno scherzo.

Tuttavia ci sono alcuni utenti molto abili che riescono a falsificare anche queste parti del messaggio: in tal caso l'arma migliore è, come sempre, il caro vecchio buon senso.

Mittente sconosciuto

Ricordatevi che non potete farvi mandare una risposta all'indirizzo fittizio che usate nella fakemail: predisponete lo scherzo in modo che non richieda una risposta, altrimenti la vittima vedrà respinta la sua risposta e capirà la burla.

Per questo motivo la fakemail non serve per partecipare a Internet scambiando messaggi anonimi: se è questo che cercate, ci sono servizi appositi che vi presenterò prossimamente.

020. Succhiasiti (12/10/1997)

La parte multimediale di Internet si chiama formalmente "World Wide Web", cioè "ragnatela grande come il mondo". L'incredibile aumento del traffico in rete, coi conseguenti rallentamenti, ha però indotto molti utenti a ribattezzarla "World Wide Wait", che significa all'incirca "tutto il mondo sta girando i pollici in attesa".

Navigando in Internet avrete infatti notato che passate gran parte del vostro tempo ad aspettare. Vi collegate a un sito e poi aspettate di ricevere i dati della pagina. Cliccate su un rimando a un'altra pagina e l'attesa ricomincia. Quando ci sono tante immagini da ricevere, è abbastanza normale aspettare un minuto o più per cambiare pagina. Esasperante.

Quando in Internet sorge un problema, ben presto arriva qualcuno che lo risolve: nascono così i "succhiasiti", ossia programmi che esplorano automaticamente un sito, ne prelevano le pagine e le registrano sul vostro computer, permettendovi di consultarle con calma e con cambi di pagina istantanei al termine del collegamento, risparmiando così molti scatti telefonici.

Due fra i succhiasiti più diffusi sono Web Whacker (www.ffg.com) e Freeloader (www.freeloader.com). Il principio di funzionamento è il medesimo: vi collegate a Internet come al solito, poi lanciate il succhiasiti e gli dite quale sito volete consultare. Il programma inizia a prelevarne una pagina dopo l'altra, immagini comprese, alla massima velocità possibile; nel frattempo voi potete dedicarvi ad altro. Terminato il prelievo, chiudete il collegamento e vi trovate sul computer un duplicato esatto del sito, che potete esplorare con tutta calma.

Questi programmi funzionano egregiamente, ma spesso causano problemi ai fornitori d'accesso: infatti sfruttano fino in fondo le loro risorse, che spesso non sono progettate per reggere un utilizzo così intensivo. Alcuni fornitori addirittura ne vietano l'uso. Inoltre i succhiasiti tendono a richiedere molta memoria e potenza di calcolo sul vostro computer. Potete comunque prelevarli e provarli entrambi gratuitamente; se vi trovate bene, li pagherete al termine del periodo di prova.

Se invece avete problemi, ci sono i "succhiasiti dei poveri", ossia programmi che registrano solo le pagine che visitate (un po' come un videoregistratore registra quel che passa in televisione) e vi permettono di rivederle al termine del collegamento. Fra i tanti, cito NearSite e UnMozify (entrambi prelevabili da vari siti, ad esempio presso www.evolve.co.uk). Sono meno avidi di risorse e quindi più graditi ai fornitori d'accesso.

Registrare una sola pagina

Se vedete una pagina Web che vi piace e volete memorizzarla su disco, attenti all'uso del comando Salva in Internet Explorer o Netscape: infatti registra sul vostro disco soltanto il testo della pagina, senza le immagini. Per registrare tutta la pagina dovete usare un succhiasiti come NearSite o Unmozify.

Per contro, se volete salvare soltanto una delle immagini della pagina, basta cliccarvi sopra col pulsante destro del mouse: comparirà un menu dal quale potrete scegliere Salva (Save nella versione inglese).

021. Scusi, posso fare un'urbana per Internet? (19/10/1997)

Una signorina dall'improbabile accento germanico cerca di educare il suo imbranato spasimante sul basso costo delle chiamate urbane (e quindi di Internet) in Italia: succede in uno degli spot di Telecom Italia che ci affliggono in questi giorni. Sarà vero quel che dice la vichinga?

Siccome usare Internet normalmente significa adoperare il telefono, ritorno sull'argomento tariffe Telecom, già toccato in precedenza: troppi lettori mi dicono che spendono molto di più di quel che dice lo spot per collegarsi a Internet anche se il loro punto di accesso alla rete è sotto il loro stesso prefisso telefonico.

L'equivoco sta tutto nell'uso della parola "urbana". Nel parlare comune, "telefonata urbana" è sinonimo di "telefonata senza prefisso"; ma nel gergo Telecom e nello spot, "telefonata urbana" ha un significato ben più ristretto, come indicato in burocratese a pagina 24 della guida del telefono. Indica solo quella che avviene entro la stessa "rete urbana" (una zona molto più piccola di quella coperta da un prefisso). Le altre telefonate senza prefisso sono classificate diversamente e si pagano di più: in molti casi anche sei volte più care.

Insomma, la réclame dice il vero solo se l'aggettivo "urbana" viene interpretato come lo intende Telecom.

Quali sono le conseguenze per noi internettisti? Semplice: se il nostro punto di accesso a Internet non è nella nostra stessa "rete urbana", la navigazione virtuale è un salasso reale.

Informarsi è semplice. Consultate la prima pagina dell'elenco abbonati del vostro comune e cercate la dicitura "Rete urbana di..., settore di...". Poi fate altrettanto con il comune in cui si trova il vostro punto di accesso a Internet (POP). Se la rete urbana o il settore sono gli stessi per voi e per il vostro POP, siete a posto: pagate la tariffa urbana della pubblicità Telecom.

Se invece scoprite che voi e il vostro POP siete in reti e settori diversi, e quindi pagate tariffa di teleselezione, vi conviene cambiare punto di accesso, se potete; ma molto spesso è impossibile.

L'unica (magra) consolazione che vi posso dare è che siete in buona compagnia. Infatti Telecom Italia, nella sua risposta a una delle denunce presentate al Garante contro lo spot, si vanta che "circa il 75% degli oltre 25 milioni di abbonati possono collegarsi ad Internet al costo di una telefonata urbana". Chissà come sono contenti quei sei milioni di utenti del restante venticinque per cento!

Internettisti o internettari?

Internet fiorisce anche in Italia: lo dimostra la nascita di un gergo telematico tutto italiano. "Internettaro" ha una sfumatura negativa: si usa per indicare uno che intasa la rete, non contribuisce nulla alla cultura di Internet e affligge gli altri utenti con le sue pretese. "Internettista", invece, è chi usa con parsimonia la rete nel rispetto della Netiquette.

022. Traslochi virtuali (26/10/1997)

Cambiare casa nel ciberspazio è complicato e inevitabile quasi quanto nella vita reale. Anche i motivi per traslocare sono simili: la prima scelta è raramente quella definitiva, gli affitti sono troppo alti, le vie di comunicazione insufficienti o troppo costose, oppure occorre una sistemazione migliore.

Quando cambiamo fornitore d'accesso Internet, ci tocca cambiare l'indirizzo di posta elettronica: il filo vitale che ci lega agli altri utenti della rete. Quando spostiamo le nostre pagine Web da un sito ad un altro, dobbiamo cambiare il loro indirizzo telematico, che consente agli altri utenti di trovarle e leggerle.

In entrambi i casi occorre avvisare tutti del cambio delle nostre coordinate su Internet. Più facile a dirsi che a farsi: tant'è vero che la grande quantità di traslochi è uno dei problemi non risolti della rete.

Il trucco più efficace, quando si cambia indirizzo, è... non cambiarlo. Infatti molte aziende offrono (gratis o quasi) un indirizzo e-mail "virtuale": invece di far conoscere quello reale, diffondete sin da subito quello virtuale. Chi vi scrive manda l'e-mail all'indirizzo virtuale, dove un sistema automatico lo rispedisce istantaneamente al vostro vero indirizzo Internet. Quando traslocate, è solo a questo sistema che dovete far sapere del cambio; chi vi scrive non si accorge di nulla, perché continua a scrivervi all'indirizzo virtuale, che rimane invariato.

Lo stesso metodo si applica alle pagine Web. Fra le società che offrono questo tipo di servizi, vale la pena di citare Pobox (www.pobox.com), Rocketmail (www.rocketmail.com), Hotmail (www.hotmail.com), NetAddress (netaddress.usa.net) e V3 Redirection Services (come.to).

Ma che si fa se non siete stati previdenti e ormai mezzo mondo conosce il vostro vero indirizzo? Purtroppo potete solo mettere una pezza al problema: avvisate uno per uno tutti i vostri corrispondenti abituali. Chiedete al vostro vecchio fornitore se vi può attivare una risposta automatica che dica "attenzione, l'utente ha cambiato indirizzo: quello nuovo è...", sia per la posta sia per le visite alle vostre pagine Web: evitate se possibile il "forward", che è un rimedio peggiore del problema. Potete anche includere il vostro nuovo indirizzo negli elenchi di Internet (ad esempio www.bigfoot.com, www.four11.com), così chi vi cerca per nome e cognome vi troverà nonostante il trasloco.

Adesso scusatemi, ma devo finire di imballare le mie pagine Web: guarda caso sono nel bel mezzo di un trasloco Internet.

La tilde

Quando scegliete un "virtualizzatore", assicuratevi che non vi imponga di usare la tilde (il carattere ~) nel vostro indirizzo, come fanno in molti. Questo carattere non è presente sulle normali tastiere e digitarlo richiede un'operazione macchinosa (premere il tasto Alt e, tenendolo premuto, le cifre 1, 2 e 6 sul tastierino numerico) che è molto sgradita agli utenti e li scoraggia dal comunicare con voi.

023. Mailing list (2/11/1997)

Come la posta ordinaria, anche quella di Internet permette di inviare circolari. Con una differenza importante: spedire lo stesso messaggio una o mille volte ha il medesimo costo, cioè zero.

Capita spesso di dover far sapere la stessa cosa a tante persone: un cambio di indirizzo (telematico o reale), una notizia importante, un appuntamento per una festa e così via. Scrivere tanti messaggi, uno per ognuno degli interessati, sarebbe una faticaccia.

Per fortuna esiste un trucco: componete il messaggio una sola volta, e nel punto in cui solitamente indicate l'indirizzo del destinatario mettete, uno dopo l'altro, tutti gli indirizzi dei destinatari del messaggio, separandoli con una virgola o uno spazio. Provvederà automaticamente il vostro programma di posta elettronica a spedire una copia del messaggio a ciascun indirizzo.

Ci sono anche variazioni sul tema (consigliate): se immettete gli indirizzi nella sezione "BCC" del vostro programma di e-mail invece che in quella etichettata "To:" (o "A:") che usate normalmente per indicare l'indirizzo di destinazione, eviterete di far sapere a ciascun destinatario chi sono gli altri utenti che riceveranno il medesimo messaggio. Potrà sembrarvi strano, ma la Netiquette impone infatti quasi sempre questa variante, principalmente perché a molti utenti non piace far circolare troppo il proprio indirizzo Internet e ricevere una lista chilometrica di indirizzi prima del messaggio vero e proprio.

Se vi capita spesso di mandare messaggi allo stesso gruppo di utenti, potete memorizzare l'elenco degli indirizzi (lo consentono quasi tutti i programmi) in modo da richiamarlo con una semplice cliccata, evitando di ribattere tutto ogni volta. Avrete creato una cosiddetta "mailing list".

Non c'è limite teorico al numero di indirizzi che potete includere in un elenco di questo tipo, ma in pratica non conviene andare oltre il centinaio. Per i grandi elenchi c'è Majordomo: un programma che risiede in numerosi siti Internet (chiedetelo al vostro fornitore d'accesso) e al quale mandate l'elenco dei destinatari una sola volta, quando lo attivate; in seguito gli inviate solo i messaggi da far circolare e lui provvede a ridistribuirli.

Potete usare questo sistema anche per diffondere un "notiziario elettronico" dedicato ad un argomento che conoscete bene o vi sta a cuore. Non importa quanto strampalata sia la vostra passione: se siete bravi e interessanti, il vostro Majordomo si troverà presto a gestire automaticamente le numerose richieste di "abbonamento" degli utenti che la condividono.

Liste segrete ma non troppo

Quando usate l'opzione BCC per non divulgare l'elenco dei destinatari, vi conviene mettere un indirizzo (magari il vostro) anche nella casella "To:" del vostro programma di posta. Alcuni programmi, infatti, hanno il vizio di rendere comunque pubblico l'elenco dei destinatari se non c'è almeno un indirizzo indicato in questa casella.

024. Explorer contro Netscape (9/11/1997)

Navigare bene in Internet è difficile se il veliero, cioè il programma "browser", non è agile e robusto. In pratica la scelta è soltanto fra due vascelli, cioè Netscape e Internet Explorer, ma questo non semplifica le cose: gli informatici ne fanno infatti una questione di autentica tifoseria, per cui scegliendo Explorer verrete dileggiati da quelli che usano Netscape e viceversa.

Visto che sono entrambi gratuiti, potreste anche pensare di usarli tutti e due. In tal caso preparatevi a rinunciare a una bella fetta del vostro disco rigido: nelle loro versioni più recenti, i due fagocitano in tutto quasi 100 megabyte. Oltretutto Explorer ha il vezzo di tentare di "spodestare" Netscape quando lo installate e quindi la coabitazione è difficile.

S'impone allora una scelta. Ma qual è il migliore dei due?

Entrambi i browser sono ora in realtà un grosso insieme di programmi che consentono non solo di vedere le pagine del Web ma anche di crearle, gestire la posta elettronica, partecipare ai newsgroup (gruppi di discussione), conversare a viva voce o a tastiera via Internet, condividere documenti e quant'altro. In questo senso i due programmi grosso modo si equivalgono.

La differenza non sta nelle funzioni, ma nel modo di presentarle; è qui che Explorer la spunta. Oltre ad avere un tempo di avvio molto più ridotto di Netscape 4.0, Internet Explorer 4 è nel complesso molto meno macchinoso da usare. Ad esempio, se consultate un motore di ricerca con Explorer, lo schermo si divide da solo in due parti: nella prima sono elencati i risultati della ricerca, mentre cliccando sulle singole voci dell'elenco le pagine corrispondenti compaiono nell'altra porzione di schermo. Con Netscape, invece, dovete commutare manualmente fra elenco e singole pagine.

Inoltre, se avete almeno 24 megabyte di memoria RAM, potete usare Explorer per navigare nel vostro computer come se fosse parte integrante del Web, col vantaggio di usare lo stesso metodo di interazione sia "in rete" sia "fuori rete" (come farà Windows 98), cosa impossibile con Netscape.

C'è anche da notare che al momento solo Explorer 4 è disponibile in italiano, cosa che farà senz'altro piacere a chi non mastica la lingua di Gascoigne; Netscape offre in italiano solo la versione precedente.

E' di moda dare addosso alla ricchissima e ormai onnipresente Microsoft e tifare per ogni Davide, anche mediocre, che si oppone a questo Golia dell'informatica. Ma stavolta, simpatie personali a parte, devo consigliarvi di stare dalla parte del più grosso.

Procurarsi un browser

Sono finiti i tempi in cui era fattibile prelevare un browser via Internet: venticinque megabyte e rotti di programma richiedono ore e ore di collegamento. Meglio procurarsi una versione su CD-ROM: sia Netscape, sia Explorer sono distribuiti spesso insieme alle riviste d'informatica. Potete anche ordinare il CD di Explorer presso www.microsoft.com, nella lingua che preferite, a un prezzo simbolico.

025. Errori comuni nell'email (16/11/1997)

Oggigiorno collegarsi a Internet non richiede più rituali ipertecnici e comandi arcani come un tempo, ma questo non vuol dire che non è più possibile commettere sbagli. Ecco alcuni dei sintomi più frequenti di errori nell'uso della posta elettronica che mi è capitato di incontrare.

Improvvisamente non vi scrive più nessuno. Controllate che nel vostro programma di email sia indicato correttamente il vostro indirizzo completo nella casella apposita (in genere etichettata in modo incomprensibile con parole tipo "POP account" o altro: consultate il manuale del programma). Se vi scordate di farlo, ad esempio dopo un cambio di fornitore d'accesso, potrete spedire la posta ma non riceverla, il che rende particolarmente facile incappare in questa dimenticanza.

Rispondete a un messaggio e la rete vi dice che il destinatario è sconosciuto. Stavolta è chi vi scrive che si è dimenticato di impostare correttamente il proprio indirizzo nel suo programma di email. La funzione di risposta automatica ("reply") del vostro programma copia l'indirizzo di chi vi ha scritto dal suo messaggio; se l'indirizzo è sbagliato, copierà anche lo sbaglio e spedirete la risposta chissà dove. La rete indica comunque l'indirizzo esatto dello sbadato utente nell'intestazione del suo messaggio (di solito alla voce "From:" o "Return-path"): copiatelo manualmente da lì per rispondergli e avvisarlo dell'errore. Fatto questo, godetevi il fatto che di Internet ne sapete più voi di lui.

Ricevete messaggi pieni di codici strani come <!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD W3 HTML//EN">. Non è un vero e proprio errore: semplicemente chi vi ha scritto ha usato uno dei nuovi programmi di email che permettono di usare grassetti, corsivi e quant'altro (normalmente la posta di Internet non lo consente). Purtroppo questo tipo di email non è standard (per ora) e quindi è incomprensibile per chi usa i normali programmi di posta. Chiedete al vostro interlocutore di disattivare questa funzione; viceversa, se siete voi ad usare un programma di questo tipo, sinceratevi che chi vi legge usi un programma compatibile.

Un vostro messaggio vi torna indietro tal quale con il segno ">" all'inizio di ogni riga. Nonostante le apparenze, il messaggio è arrivato a destinazione senza problemi; è il destinatario che ha usato male la funzione di risposta, citando per intero il vostro messaggio invece di menzionarne solo i punti salienti (come impone la Netiquette). La sua risposta è nascosta in fondo, dopo la ripetizione integrale del vostro testo.

Errori di rimbalzo

Vi capiterà prima o poi di ricevere un enigmatico messaggio in inglese contenente la parola "bounced" seguita da una copia di un vostro email. Nel gergo di Internet, "bounced" significa "respinto": il messaggio citato non è arrivato a destinazione. A volte è colpa del provider del destinatario e allora basta rispedire; più spesso la causa è un vostro errore nel digitare l'indirizzo dell'utente col quale volete comunicare.

026. Errori comuni nella navigazione (23/11/1997)

Usare un browser (il programma per esplorare le pagine multimediali di Internet) dovrebbe essere un gioco da ragazzi: si digitano gli indirizzi delle pagine e si clicca sulle parole sottolineate che compaiono per avere maggiori informazioni sul loro argomento. Ci sono due pulsanti per scorrere le pagine in avanti e all'indietro. Tutto qui: un videoregistratore è più complicato. Eppure commettere errori di navigazione è facile.

Digito l'indirizzo di un sito normalissimo e mi trovo davanti una serie di immagini porno. Tipicamente questo succede durante le presentazioni di Internet a parenti e amici, suscitando commenti poco costruttivi sulle vostre reali attività telematiche. Benvenuti nel club delle vittime del "domain name spoofing": infatti molte delle società che smerciano pornografia in rete acquistano nomi molto simili ("spoof") a quelli dei siti più visitati (yahhoo.com al posto di yahoo.com, nasa.com invece di nasa.gov, ad esempio), sperando di catturare clienti ignari. Controllate due volte l'indirizzo prima di premere Invio.

Invece della pagina attesa, ottengo il messaggio "404 not found". Niente panico: significa che l'indirizzo che avete digitato è sbagliato o, se l'avete scritto giusto, è obsoleto causa trasloco o chiusura del sito. Consultate un motore di ricerca per trovare l'eventuale nuovo indirizzo.

Clicco su una parola sottolineata ma non succede niente. Normalmente, quest'azione dovrebbe far comparire la pagina collegata a quella parola. Tuttavia alcuni autori di pagine Internet hanno il vezzo di nascondere nelle parole sottolineate un comando che fa avviare una nuova finestra del vostro browser, spesso nascondendo quella precedente. Niente di male fin qui: peccato che dopo circa quattro cliccate di questo tipo il browser si rifiuta di aprire altre finestre (il numero di cliccate è variabile ma non infinito). Verificate quante finestre del browser avete aperto e chiudete quelle superflue, poi proseguite.

Visito un sito commerciale e ottengo un messaggio angosciante che dice che il sito vuole mandarmi un "cookie", ma secondo il dizionario d'inglese significa "biscotto". Non preoccupatevi: non usciranno biscotti dalla fessura per i dischetti. I "cookie" sono piccoli file di testo che i siti vi mandano per facilitare la navigazione: sono degli "appunti di viaggio" che però gli utenti paranoici considerano un attentato alla privacy. Di conseguenza i browser offrono l'opzione di rifiutare tutti i cookie, ma a mio modesto avviso potete accettarli tranquillamente.

Accelerare la navigazione

Tutti i browser hanno lo stesso difetto: quando partono, per prima cosa si collegano al sito della società che li produce o a quello del provider, sprecando tempo per prelevare informazioni che spesso non interessano. Per fortuna di solito questa funzione è disattivabile (il metodo specifico è indicato nella guida del programma); altrimenti salvate sul vostro computer una qualsiasi pagina Web e dite al browser di "collegarsi" ad essa: il processo sarà istantaneo.

027. Mandare un file tramite posta: attachment (30/11/1997)

E' senz'altro bello poter scambiare messaggi praticamente gratis con chiunque nel mondo. Tuttavia, passata l'ebbrezza iniziale di questa nuova libertà, si comincia a pretendere di più: perché non spedire anche suoni, immagini e programmi insieme alla posta elettronica? Sarebbe un ottimo metodo, ad esempio, per far arrivare a parenti vicini e lontani le foto delle pargolette ultime nate o per scambiare fra i partecipanti le specifiche del supersistema da giocare in gruppo al Totocalcio.

Ma siamo in informatica: le cose non sono mai semplici come dovrebbero essere. Infatti lo standard tecnico della posta di Internet permette di includere nei messaggi soltanto le ventisei lettere dell'alfabeto, le dieci cifre e i segni di punteggiatura: addirittura non gestisce le lettere accentate (è per questo che la Netiquette raccomanda di non usarle: di solito vengono "mangiate" dalla rete durante la trasmissione). Siccome i file che contengono suoni, immagini e programmi usano anche caratteri diversi da quelli ammessi nella posta, spedirli sembrerebbe dunque impossibile. L'artificio che scavalca questa limitazione si chiama "attachment" (o "allegato"): al momento di inviare un messaggio, si attiva l'omonima funzione del programma di posta, che prende il file e lo codifica, convertendo tutti i caratteri vietati in speciali sequenze di caratteri ammessi.

Il file codificato viene spedito insieme a un messaggio di accompagnamento che scrivete a vostro piacimento; il programma di posta del destinatario riceve il messaggio e provvede automaticamente alla decodifica dell'allegato.

Complicarsi la vita è bello e quindi ci sono almeno tre standard per la codifica, ovviamente incompatibili come Pal e Secam in tivù: si chiamano Mime, Uuencode e BinHex. Per fortuna non ha importanza sapere come funzionano e uno vale l'altro: quello che conta è che mittente e destinatario concordino di usare lo stesso standard.

Attenti alla Netiquette: prima di spedire un allegato a qualcuno, chiedete il suo consenso. I file allegati sono molto più grandi dei normali messaggi di posta e riceverli richiede tempo (e quindi costa in scatti telefonici).

Se invece volete ricevere un allegato, chiedete al provider o al vostro programma (come indicato nella guida) di disattivare eventuali "filtri" predisposti per impedire la ricezione di messaggi molto lunghi, altrimenti l'allegato verrà troncato e sarà inutilizzabile.

Questione d'immagine

Oltre ad essere codificate per diventare allegati, le immagini sono di per sè registrate nel computer secondo standard impronunciabili come JPG, GIF e BMP. Un'immagine codificata con BMP (bitmap di Windows) è dieci volte più lenta da trasmettere rispetto alla stessa immagine in formato JPG e quindi conviene usare sempre quest'ultimo formato. Quasi tutti i programmi di grafica consentono di scegliere il formato da usare durante il salvataggio dell'immagine.

028. Proteggere i bambini dalla pornografia (7/12/1997)

Come proteggere i giovani dal lato oscuro di Internet?

Di materiale non adatto ai minori ce n'è a bizzeffe sulla rete, e non parlo solo della solita pornografia o delle lusinghe via e-mail dei pedofili: mi riferisco anche alla propaganda dei gruppi neonazisti, degli hooligan, dei negatori dell'Olocausto, delle sette pseudoreligiose, dei sedicenti pranoterapeuti e chi più ne ha più ne metta.

Sia ben chiaro, non intendo demonizzare la rete: il materiale sconcio sembra tanto perché Internet è vasta, ma in realtà secondo i sondaggi degli esperti costituisce sì e no il tre per cento del contenuto totale della rete. Se ci pensate, però, anche le edicole offrono donnine, ometti e quant'altro, con l'aggravante che lì il materiale inverecondo è sotto gli occhi di tutti. Su Internet invece incapperete nella robaccia solo se andate a cercarla apposta (con l'eccezione del "name spoofing" citato nell'articolo scorso).

Avrete forse sentito parlare di programmi di controllo come Net Nanny (www.netnanny.com) o CyberSitter (www.cybersitter.com). L'idea è carina: redigere un elenco dei siti e dei newsgroup non adatti e vietarne l'accesso, oppure bloccare qualsiasi pagina che contenga parole considerate "pericolose". Peccato che un qualsiasi dodicenne internettaro riesca a scavalcare la protezione in una decina di minuti. Dodicenni che mi leggete, mi spiace: non intendo spiegarvi qui come si fa.

Molti siti Internet osé inseriscono nelle loro pagine speciali codici di classificazione. Alcuni browser (i programmi, come Netscape o Internet Explorer, usati per visitare la parte multimediale della rete) sono in grado di riconoscerli: potete così impostare il vostro browser in modo che rifiuti di visualizzare pagine classificate come vietate. Questo però non ha alcun effetto sulle pagine che non adottano questa classificazione, che è puramente volontaria.

In questo caso è inutile rivolgersi alla tecnologia in cerca di facili rimedi. La soluzione migliore è semplice ed economica: navigate insieme ai vostri figli, evitando di parcheggiarli davanti al computer da soli mentre voi fate altro. Se temete che navighino verso Playboy quando non ci siete, mettete virtualmente sotto chiave il modem con CyberTimer (www.cybersitter.com), che impedisce l'accesso a Internet in vostra assenza e limita i tempi di collegamento. Se sarete accanto ai vostri figli, quando incapperanno in qualcosa di indecente potrete cogliere l'occasione per discuterne invece di far finta che il mondo sia perfetto.

Domande indiscrete

Attenti agli incontri anonimi. Non fate nulla che non fareste nella vita reale: soprattutto non date mai il vostro indirizzo di casa o il vostro numero di telefono a uno sconosciuto che ve lo chiede (in rete o meno). Se vi fanno domande troppo personali, ragazzi, avvisate i vostri genitori. Se siete genitori, avvisate i vostri figli di questi pericoli. Un tempo si diceva ai bambini di non accettare le caramelle dagli sconosciuti. Nell'era telematica bisogna aggiungere "... e non accettare inviti via e-mail da chi non conosci!".

029. Telefonare via Internet (14/12/1997)

Forse già sapete che si può usare Internet come una specie di telefono: due utenti dotati di computer multimediali (cioè con scheda audio e microfono) possono darsi appuntamento su Internet e parlarsi a viva voce attraverso la rete.

Il bello è che le "telefonate" fatte in questo modo hanno il medesimo costo a prescindere dalla distanza. Via Internet, chiamare un amico in Cina costa quanto chiamarne uno a Catania: di norma meno di duemila lire l'ora. Sì, avete letto bene.

Non illudetevi, nessuno dà niente per niente: la qualità dell'audio è inferiore a quella della Telecom e spesso è ai limiti dell'accettabile (o peggio). Più che a una telefonata, la comunicazione a voce via Internet somiglia a un dialogo fra radioamatori, con parole perse per strada, sfrigolii e disturbi in abbondanza. Ma in molti casi è meglio di niente.

Insomma, fino ad ora le telefonate via Internet sono state un gioco divertente e basta. Questo non ha impedito agli appositi programmi, fra cui ad esempio Internet Phone (www.vocaltec.com), di vendere milioni di copie e di impensierire la Telecom, che secondo gli esperti perderà 270 miliardi di lire entro il 2001 a causa delle chiamate effettuate tramite la Rete.

Disturbi a parte, il vero scoglio delle telefonate via Internet è che per telefonare a qualcuno con questo sistema dovete concordare un orario nel quale vi collegherete entrambi a Internet. Oltretutto potete telefonare soltanto a chi ha un abbonamento Internet e un computer multimediale. Scomodo.

Entra in scena a questo punto Net2Phone (www.net2phone.com): un programma gratuito che vi permette di telefonare da Internet a chiunque abbia un comune telefono e oltretutto senza doversi dare appuntamento. Certo, le chiamate non sono del tutto gratis, dato che da Internet al telefono del destinatario viaggiano sulla rete telefonica ordinaria, ma si spende poco: 300 lire al minuto per l'Inghilterra, 250 per gli Stati Uniti, 600 per raggiungere di giorno i costosissimi telefonini "family" o il resto d'Europa.

Funziona? Beh, io sono rimasto piacevolmente sorpreso. E' importante avere un fornitore d'accesso Internet ben collegato al resto della rete e conviene chiamare in orari di basso traffico, ma tutto sommato le prestazioni sono accettabili. Potete provarlo gratis conversando con gli operatori del servizio Net2Phone, componendo il numero 90 nel programma. Se siete convinti, comprate qualche minuto di traffico con la vostra carta di credito e poi stupite gli amici: quando vi chiederanno "Da dove chiami?" potrete rispondere "Da Internet!".

Niente sconti per Natale

Molti giornali hanno annunciato che a partire dal primo dicembre scorso è possibile chiedere a Telecom Italia lo sconto del 50% sulle telefonate fatte per collegarsi a Internet (servizio "numero frequente"). Non è vero. Ci ho già provato io per voi, e per il momento gli operatori del servizio clienti non ne sanno nulla. Non solo: gli alti papaveri Telecom mi dicono che "ci stanno ancora pensando" insieme con il Ministero delle Comunicazioni. Mi sa che l'attesa non sarà quindi tanto breve.

030. Le nuove tariffe telefoniche per Internet (prima parte) (21/12/1997)

Preoccupati per la spesa telefonica per navigare in Internet? Tranquilli! Giusto per smentire i miei dubbi di domenica scorsa, sono finalmente arrivati gli sconti da tempo promessi.

La Telecom ha infatti introdotto due offerte: "Formula Uno", per chi si collega a Internet con una telefonata in rete urbana, e "Formula Uno Plus" per chi invece si collega in interurbana (attenzione alle "false interurbane": come dicevo in un articolo precedente, non fare un prefisso non significa necessariamente fare una telefonata urbana).

Cominciamo questa settimana con i navigatori urbani, che sono la fortunata maggioranza. Pagando un canone mensile di tremila lire (tutti gli importi che cito includono l'IVA) e una "una tantum" di 12.000 lire per l'attivazione, tutte le telefonate verso il numero del fornitore d'accesso scelto saranno scontate del 50% dopo i primi due scatti.

Conviene? Tenendo conto del canone, il risparmio c'è soltanto se ogni mese navigate per più di tre ore complessive nella fascia oraria più cara (dalle 8.30 alle 18.30 dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13 il sabato) e più di cinque nella fascia meno cara (tutti gli altri orari).

Oltretutto si risparmia soltanto sulle navigazioni lunghe: qualsiasi collegamento che duri meno di otto minuti(1) nella fascia più cara e meno di tredici(2) nella fascia economica non rientra nello sconto. Peggio ancora, se cade la linea e vi ricollegate, il tassametro riparte da capo.

Per gli incalliti come me, l'offerta è comunque allettante: arrotondando, un collegamento a Internet di un'ora, nella fascia più cara, viene a costare mille lire in meno (scende da 2.500 lire(3) a 1.400) e nella fascia economica costa 600 lire(4) in meno (cala da 1.400 a 800 lire). Chi invece fa solo collegamenti brevi, ad esempio per spedire e ricevere la posta elettronica, è meglio che faccia bene i suoi conti prima di chiedere l'attivazione dello sconto.

Siete decisi a sottoscrivere la "Formula Uno"? Allora controllate se soddisfate i requisiti tecnici: dovete essere collegati a una centrale telefonica digitale (componete il 1717, se vi risponde la lettura del contatore siete a posto) e dovete avere un contratto "categoria B o C singolo" (è scritto sulla bolletta).

Se sopravvivete a queste prove, scrivete o mandate un fax di richiesta al vostro centro Telecom di zona (chiedete ragguagli al 188), indicando il numero di telefono dal quale vi collegate (il vostro, insomma) e il numero di telefono che il vostro computer compone per navigare. Lo sconto partirà dal mese successivo.

(1)1 scatto ogni 220 sec = 440 sec. Sconto inizia dopo il SECONDO scatto, quindi solo dopo 440 sec = 7 min 20 sec parte lo sconto.

(2)1 scatto ogni 400 sec = 800 sec. Sconto inizia dopo il SECONDO scatto, quindi solo dopo 800 sec = 13 min 20 sec parte lo sconto.

(3)1 scatto ogni 220 sec. 3600/220 = 16,3 scatti = 17 scatti per un'ora di telefonata. 1 scatto = 152 lire ivate, quindi 152 x 17 = 2584 lire. CON SCONTO: 2 scatti a tariffa piena (304 lire) + 15 scatti scontati (15*152=2280, 50% = 1140 lire) = 1444 lire.

(4)1 scatto ogni 400 sec. 3600/400 = 9 scatti per un'ora di telefonata. 9 x 152 lire ivate = 1368 lire. CON SCONTO: 2 scatti a tariffa piena (304 lire) + 7 scatti scontati (7*152 = 1064, 50% = 532) = 836 lire.

Altri dettagli tecnici

E se cambiate fornitore d'accesso e quindi cambiate il numero di telefono da chiamare? Spenderete 12.000 lire per la variazione. Gli utenti che si collegano su linee telefoniche ISDN (veloci il doppio delle normali) hanno un canone doppio: 6.000 lire al mese. Le scuole, invece, hanno il canone mensile dimezzato a 1.500 lire per le linee normali e 3.000 lire per quelle ISDN.

031. Le nuove tariffe telefoniche per Internet (seconda parte) (28/12/1997)

Buone notizie per coloro che sono costretti a fare un'interurbana per collegarsi a Internet: anche per loro è arrivato Babbo Natale, ehm, la Telecom con un'offerta di sconti sostanziosi chiamata "Formula Uno Plus".

Attenzione: la regola di mamma Telecom è che per risparmiare bisogna prima spendere. Semplifico le cose facendo tutti i conti IVA inclusa. Per avere lo sconto bisogna pagare un canone mensile di seimila lire (12.000 per gli utenti con linee telefoniche digitali ISDN) e un'obolo di 12.000 lire, una sola volta, per l'attivazione.

Fatto questo, tutte le telefonate verso il numero del fornitore d'accesso saranno scontate del 50% dopo i primi due minuti.

Conviene? Senz'altro, considerato che un'ora di navigazione in interurbana alla tariffa massima (oltre 30 chilometri di giorno durante la settimana) scende da 24.500 a 12.800 lire. Anche nel caso interurbano più favorevole si passa da 3.800 a 2.100 lire l'ora e bastano quindi quattro o cinque ore mensili di Internet per cominciare a risparmiare.

Tuttavia tenete presente che i collegamenti brevi sotto i due minuti (per consultare la vostra casella postale telematica, ad esempio) non beneficiano affatto di questi sconti. Quelle quattro o cinque ore, infatti, vanno consumate a grandi blocchi, altrimenti addio risparmio, perché soltanto i minuti successivi ai primi due sono scontati.

Inoltre, visti i costi proibitivi della navigazione in interurbana, se appena potete vi conviene passare ad un fornitore d'accesso residente nella vostra stessa rete urbana: il risparmio sarà molto maggiore.

Se a conti fatti volete comunque approfittare della "Formula Uno Plus", procedete come segue. Prima di tutto, controllate che il vostro telefono sia gestito da una centrale telefonica digitale: chiamando il 1717 ottenete la lettura del contatore? Siete a cavallo.

Poi verificate di avere un contratto "categoria B o C singolo" (lo trovate scritto sulla vostra bolletta).

Se tutto è in ordine, chiamate il 188 e chiedete l'indirizzo del vostro centro Telecom di zona. Mandategli una lettera o un fax di richiesta del servizio "Formula Uno Plus", indicando il numero di telefono dal quale vi collegate e il numero di telefono che componete per accedere al vostro provider Internet. La vostra bolletta si alleggerirà dal mese successivo.

Altri dettagli tecnici

Cambiare il numero di telefono del provider sul quale avete chiesto lo sconto costa 12.000 lire anche se siete navigatori interurbani. Inoltre la Telecom offre alle scuole un canone mensile dimezzato a 3.000 lire (6.000 se la scuola è collegata con linee ISDN). Chi ha la linea intestata alla propria attività non può accedere a sconti di nessun tipo.


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