Raccolta degli articoli per la Gazzetta dello Sport (1998)

La versione degli articoli che leggete qui è quella originale, così come l'ho scritta io e con il titolo che ho scelto io; la versione pubblicata dalla Gazzetta può essere leggermente diversa per motivi di impaginazione (o per esigenze editoriali, visto che spesso dico cose indelicate).

Tutti gli articoli sono © 1998 Paolo Attivissimo.

Gli articoli possono essere distribuiti liberamente, a patto che:

032. Perché Internet è così lenta? (prima parte) (4/1/1998)

Molti lettori mi scrivono lamentandosi della lentezza di Internet. Il loro primo timore è che la causa sia il loro computer inadeguato: troppo lento, troppo vecchio o troppo povero di memoria. Sarà vero?

Per capire le cause del problema bisogna considerare tutti gli anelli della catena di trasmissione che vi collega ai siti che volete visitare. Vi tranquillizzo subito dicendo che il vostro computer è quasi sicuramente sovradimensionato: infatti anche un "vecchio" modello 386 o 486 con Windows 3.1 è in grado di macinare molti più dati di quanti gliene arrivino dalla rete. Modelli dotati di processori più potenti (Pentium e simili) e di dosi indecenti di memoria servono solo per le funzioni più evolute di Internet, come l'audio di Real Audio o le telefonate di Internet Phone.

L'unico componente del vostro computer che può influire sulla velocità del collegamento è il modem. Ormai tutti i modelli in commercio lavorano alla massima velocità sopportabile dalle normali linee telefoniche, vale a dire 33.600 bit per secondo. Ci sono anche modem più veloci (i cosiddetti 56Kflex o X2), ma la velocità massima (56.000 bit per secondo) si raggiunge solo in un senso, cioè in ricezione, e soltanto se la linea telefonica è perfetta.

Spesso computer e modem soddisfano questi requisiti e la linea telefonica non è disturbata, ma Internet rimane lenta. In questi casi la colpa è senz'altro degli anelli successivi della catena, primo fra tutti il fornitore d'accesso (provider). Infatti molti provider risparmiano sulla capacità di trasmissione delle linee che li collegano al resto di Internet (e che in Italia sono carissime).

Morale della favola: basta che si colleghino contemporaneamente tre o quattro utenti "pesanti" (con modem veloci) e tutto va a passo di lumaca.

Per sapere se è il provider a rallentarvi c'è un metodo semplice: provate ad accedere a un sito veloce di Internet (ad esempio altavista.digital.com) e prendete nota del tempo necessario per visualizzare la pagina iniziale del sito. Fate diversi tentativi, sempre intorno alla stessa ora, e calcolate la media dei tempi d'accesso. Poi fate la stessa prova (stesso sito, stessi orari) con i provider dei vostri amici. Se la differenza è vistosamente a sfavore del vostro provider, è lui la causa dei vostri mali. L'unico rimedio a questo problema è cambiare provider.

E se non c'è differenza? Di questo vi racconto la prossima volta.

Aggiornamenti continui

Il ritmo a cui si susseguono gli aggiornamenti dei programmi per Internet sta rasentando il ridicolo. Internet Explorer 4, di cui vi ho parlato solo un mese fa, è stato già soppiantato dalla versione 4.01 a causa di occasionali problemi di funzionamento. Netscape 4.0, intanto, è diventato disponibile anche in versione italiana.

Vale la pena di seguire questi aggiornamenti continui? Solo se avete tempo da vendere: di solito le differenze fra le versioni, infatti, sono minime.

033. Perché Internet è così lenta? (seconda parte) (11/1/1998)

Nell'articolo precedente vi ho presentato alcune delle cause della proverbiale lentezza di Internet. Se nessuna delle possibili fonti di rallentamento che ho descritto corrisponde al vostro caso, provate con quelle che vi descrivo ora.

Se dunque avete scagionato il vostro computer e il vostro modem, soffermatevi ancora un momento sul provider. E' probabile che per sfruttare meglio le proprie linee di trasmissione abbia installato un "proxy server". I dettagli di cos'è e come funziona questo aggeggio sono un ottimo rimedio per l'insonnia e ve li risparmio: dico solo che è una sorta di serbatoio di accumulo e che l'importante è sapere se il vostro provider lo usa o no. Se lo usa, fatevi dire come si chiama e immettete questo nome nella sezione apposita del vostro programma di navigazione (Netscape o Internet Explorer). Dovreste notare un netto aumento di velocità.

Se neanche questo funziona, l'ingorgo sta più a monte, ossia lungo il percorso che porta al sito che volete visitare.

E' probabile che sia in particolare l'ultimissimo tratto a frenare tutto: infatti le grandi linee di trasmissione che uniscono regioni, paesi e continenti sono molto capienti e raramente s'intasano. Tenete presente che il sito che vorreste visitare potrebbe essere collegato a Internet con una linea molto modesta e che il computer che ospita il sito potrebbe essere addirittura meno potente del vostro. Su Internet infatti ci sono supercomputer che lavorano a fianco di macinini anteguerra: lo storico sito anon.penet.fi, che permetteva lo scambio di messaggi anonimi, era un umilissimo 486 collegato via telefono, ma ha gestito mezzo milione di utenti.

Se è questo il problema, ve ne accorgerete facilmente: soltanto certi siti saranno lenti mentre altri (quelli grandi, come www.virgilio.it) risponderanno fulminei. Purtroppo in tal caso non potete far niente per rimediare, eccetto provare a collegarvi al sito lento in orari diversi (magari quando nel paese che ospita il sito è notte).

Per i casi più disperati posso proporvi una scorciatoia: ricevere soltanto il testo della pagina e lasciar perdere le immagini (c'è un comando apposito, che cambia a seconda della versione, in Netscape ed Internet Explorer). Considerato che il testo di una pagina Internet è in media cento volte più piccolo della sua parte grafica, il risparmio è davvero notevole. In questo modo potete dare un'occhiata veloce alla pagina e decidere se è quello che vi interessa prima di chiedere di ricevere anche le sue immagini.

Aggiornamenti continui

Altro che cioccolato e orologi: la Svizzera è famosa fra gli internettisti per ben altri motivi. Infatti è lì, presso il grande laboratorio europeo di fisica CERN (www.cern.ch), a Ginevra, che è nato il Web nel marzo del 1989 ad opera di un inglese, Tim Berners-Lee. Per vedere che faccia ha l'inventore del Web, l'indirizzo è www.w3.org/People/Berners-Lee.

034. Regali di Natale e Netiquette (18/1/1998)

Quest'anno, per Natale, mi hanno mandato una spogliarellista. E a voi? Calmi tutti: sto parlando di una simpatica signorina virtuale. L'ho ricevuta come programma allegato ad un messaggio di auguri: dopo l'immancabile controllo antivirus, l'ho avviato. Sullo schermo del mio computer è comparso un cartone animato: un pacchetto di Natale che si è aperto per rivelare una graziosa donzella che si è ben presto privata del suo cappellino di Babbo Natale e del resto dei suoi indumenti.

Il tutto è disegnato con troppo umorismo perché ci si possa scandalizzare, e comunque, in omaggio alla parità dei sessi, ne esiste una versione per donne, con un mascelluto giovanotto che usa il suo cappellino natalizio in modo assai piu' irriverente.

E allora? Il problema in questo caso non è il dubbio della pornografia: è la certezza dello spreco. Infatti lo strip può essere divertente da ricevere una volta, ma dopo la quarta o quinta diventa una solfa. Se siete utenti di Internet, probabilmente sapete benissimo di cosa sto parlando: pare infatti che il programma sia stato recapitato almeno un paio di volte a tutti.

Pazienza, direte voi: sono soltanto bit. Una cliccata e li cancelliamo. Ma date un'occhiata alle dimensioni del programma: sono circa 250 kilobyte, che tradotto in parole sensate significa l'equivalente di circa 500 messaggi. Ogni messaggio di auguri che recapitava la donzella (o l'ometto) ha intasato il traffico di Internet cinquecento volte più di un messaggio normale. E poi ci si domanda perché Internet è lenta.

C'è di peggio: quanto tempo ci avete messo per ricevere il programma insieme all'altra posta? Se il vostro collegamento telefonico a Internet è lento quanto il mio, qualche minuto, il che equivale a pagare uno scatto per ogni spogliarello. La prima volta passi, ma poi? Siete sicuri che gradirete ancora riceverne (e pagarne) altre repliche?

Insomma, mandare allegati, natalizi o meno, senza il consenso del destinatario è contrario alla Netiquette (il galateo di rete). Il traffico che la rete può sopportare non è infinito: ogni comportamento di questo tipo intasa un po' la navigazione a tutti. In più, visto che il destinatario paga per ricevere, è come spedire gli auguri di Natale senza affrancarli: dubito che saranno graditi.

Si può evitare di essere sommersi dagli allegati indesiderati? Certamente: basta trovare, nel proprio programma di posta, il comando che respinge i messaggi di dimensioni superiori a un certo valore. Io l'ho regolato su cinque kilobyte.

Aggiornamenti Telecom

Dal 5 dicembre scorso la Telecom ha attivato le "aree locali", che ampliano leggermente le zone nelle quali si paga tariffa urbana. Se avete un fax, potete sapere se ora il vostro collegamento a Internet è passato dalla tariffa interurbana a quella urbana chiamando l'167-67.67.67. Riceverete l'elenco delle nuove aree locali della vostra regione. E se non avete il fax? Chiamate il 188.

035. Antivirus (25/1/1998)

La settimana scorsa, parlandovi della spogliarellista virtuale che è arrivata via Internet a mezzo mondo, ho accennato all'"immancabile controllo antivirus" da fare prima di avviare qualsiasi nuovo programma.

Traduco subito. In informatica, un virus è un programmino il cui unico scopo è fare danni (talvolta gravissimi) al vostro computer. Come le pulci, i virus si diffondono attaccandosi a un ospite: in questo caso, un normale programma o un documento. I giochi e i documenti scritti da Word ed Excel sono fra gli ospiti preferiti. Anche alcune pagine di Internet possono trasmettere particolari virus. Quando avviate o leggete programmi, documenti o pagine Web contenenti un virus, il pestifero parassita inizia la sua opera distruttiva, che talvolta diventa evidente solo a distanza di tempo.

Niente panico: basta procurarsi un "antivirus", ossia un programma che esamina tutti i dati del vostro computer (compresi quelli che ricevete da Internet) e controlla che non contengano virus. La storica McAfee offre un buon antivirus (http://www.mcafee.com/localized/italian/italy.asp), ma ce ne sono molti altri, come F-Prot (http://www.datafellows.com), che potete provare prima dell'acquisto e trovare in italiano.

Il primo passo, importantissimo, è prelevare l'antivirus direttamente dal sito Internet del produttore. Non fidatevi di copie offerte da altri siti o dagli amici; potrebbero essere già infette. Fatto questo, seguite le istruzioni di installazione: di solito basta avviare il programma che avete appena prelevato.

Ecco il momento della verità: lanciate il programma installato e ditegli di eseguire una "scansione" integrale del vostro computer (memoria e disco rigido). La procedura esatta varia da un antivirus all'altro, ma la trovate spiegata nella documentazione del programma. L'antivirus legge uno dopo l'altro ogni bit registrato nel vostro computer e controlla se ci sono "impronte digitali" di virus. Se ne trova, cerca di debellare l'infezione; di solito ci riesce, ma ricordate che la migliore cura è sempre la prevenzione.

Ora il vostro computer è "pulito"; il problema è mantenerlo tale. Siate metodici: ogni volta che inserite un dischetto, controllatelo con l'antivirus. Verificate tutti i dischetti e i CD che avete, compresi quelli dei programmi regolarmente acquistati, e non scambiate giochini con amici e colleghi. Quando navigate in Internet, tenete attivo l'antivirus e controllate tutto quello che ricevete, includendo i documenti e le pagine Web. Paranoia? Chiedetelo a chi è già stato vittima di un virus.

Virus nella posta?

Non è possibile infettare il computer semplicemente leggendo la posta elettronica "semplice" di Internet (quella che contiene solo testo e niente effetti speciali): i messaggi di avvertimento che girano per la rete sono bufale. Potete però trovare virus negli "allegati" alla posta, chiamati "attachment".

036. Robot (prima parte) (1/2/1998)

Una delle "riviste elettroniche" più gettonate di Internet è l'Internet Tourbus di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin, con 80.000 lettori in 120 paesi. Loro lo descrivono come un pullman turistico virtuale che vaga per la rete, mostrando ai passeggeri posti tosti, trucchi e segreti della Rete. Unico guaio: come tante cose interessanti di Internet, è in inglese.

Niente paura! Il vostro umile servitore vi offre gratuitamente la versione italiana del Tourbus, naturalmente con l'autorizzazione di Bob e Patrick, per gli argomenti che sono di interesse anche per gli internettisti italiani.

Il Tourbus italiano circola abitualmente nella serie di articoli che io pubblico via Internet, come spiegato nel riquadro, ma ogni tanto, come oggi, farà capolino anche sulla Gazzetta. E' proprio con l'aiuto del Tourbus che vi racconto cosa sono i "robot" di Internet.

Non pensate a mostri meccanici con pinze al posto delle mani: su Internet i robot sono programmi che vagano per la Rete per aiutarvi negli acquisti, nella raccolta di informazioni e in altri compiti. Tutti li chiamano affettuosamente "bot".

Firefly (http://www.firefly.net) è un classico esempio di bot che scova informazioni utili in base alle preferenze personali che gli fornite. Se siete a caccia di informazioni nei newsgroup, provate invece Reference.com (http://www.reference.com).

Per dire a un bot di crearvi un notiziario personalizzato quotidiano via e-mail, con notizie dal mondo, previsioni del tempo, quotazioni di borsa, sport e quant'altro, rivolgetevi a InfoBeat (http://www.infobeat.com).

Ci sono bot anche per fare acquisti: Bargain Finder Agent (http://bf.cstar.ac.com/bf) vi aiuta a fare confronti fra negozi Internet di CD musicali, mentre Airfare.com (http://www.airfare.com) serve per trovare la tariffa aerea più bassa.

BotSpot (http://www.botspot.com) è il sito ideale per approfondire la vostra conoscenza dei bot. Qui trovate i bot e i loro parenti, gli "agenti intelligenti", classificati per argomento, con recensioni e cenni storici.

In questo campo c'è anche l'Intelligent Agent Center of Competence dell'IBM (http://www.networking.ibm.com/iag/iaghome.html), che offre rimandi a ricerche, progetti e conferenze concernenti gli agenti intelligenti. Se siete smanettoni d'informatica e volete scoprire come programmare un vostro bot personalizzato, questo sito dovrebbe essere il primo della vostra lista. Ma mi raccomando, armatevi di dizionario d'inglese: purtroppo non ci sono ancora bot traduttori.

Per saperne di più

Volete aumentare senza fatica le informazioni su Internet che ricevete ogni settimana dalla Gazzetta? Basta che mandiate un e-mail al mio indirizzo topone@pobox.com, scrivendo come titolo del messaggio la frase magica "subscribe internet" seguita dal vostro indirizzo di e-mail. Riceverete gratuitamente nella vostra posta elettronica ulteriori notizie e commenti sulla vita nel ciberspazio.

037. Robot (seconda parte) (8/2/1998)

Proseguiamo la nostra conoscenza dei robot di Internet, iniziata la settimana scorsa, e parliamo dei robot chiacchieroni: quelli che simulano conversazioni. Quando dialogate con uno di questi robot, chiamati "chatterbot", avete l'impressione di parlare con una persona invece che con un programma.

Come racconta l'Internet Tourbus, un notiziario di cui potete ricevere gratuitamente la versione italiana mandandomi un e-mail a topone@pobox.com, i chatterbot sono diventati famosi nell'Internet Relay Chat, che è la sezione della Rete dove gli utenti si incontrano per dialogare tramite tastiera.

Lì, infatti, i chatterbot svolgono mansioni quali accogliere e salutare i nuovi partecipanti, controllare che non venga usato linguaggio scurrile e talvolta fare i petulanti. Molti utenti dell'IRC cercano di dialogare con questi programmi, convinti di avere a che fare con un essere umano, rimediando figuracce di fronte agli altri utenti.

Il primissimo chatterbot, Eliza, fu creato nel 1966 dal professor Joseph Weizenbaum dell'MIT per studiare la comunicazione in linguaggio naturale fra uomo e macchina. Eliza simula uno psicologo, rispondendo alle vostre domande con altre domande. Ecco un esempio tradotto di una "conversazione" con Eliza, che parla (via tastiera) in inglese.

Io: Salve, ho alcune domande da fare....

Eliza: Prego, continui.

Io: Beh, credo di avere un problema con l'alcol.

Eliza: Ma non è sicuro di avere un problema con l'alcol?

Io: Ne sono certo. Tutte le mie camicie sono macchiate sul davanti.

Eliza: Perché dice che ha le camicie macchiate sul davanti?

Io: Perché è lì che mi sbrodolo quando sono alticcio.

Eliza: Non le vengono in mente altri motivi?

Anche se Eliza è un programma di oltre trent'anni fa, è ancora a vostra disposizione presso http://www-ai.ijs.si/eliza/eliza.html.

ALICE è un programma un po' più sofisticato; è persino capace di mentire e di diffondere pettegolezzi. Lo trovate presso http://alice.eecs.lehigh.edu:1991.

Su Internet ci sono parecchi altri chatterbot, sempre in inglese, come Erin il Barista, Madame Celeste e MegaHAL. Potete scoprire dove abitano visitando http://www.chatter-bots.com.

Come smascherare un chatterbot

Molti chatterbot sono abilissimi nel farsi passare per persone reali. Volete prenderli in castagna? Scrivete frasi corrette ma senza senso, come "ho paura di un cirbione vagolato in chiorbe zezzé". Se la risposta non vi fa notare che state blaterando, siete in contatto con un chatterbot.

038. Modem 56K, consigli per gli acquisti (15/2/1998)

State pensando di comperare un modem ultraveloce per migliorare la vostra navigazione in Internet? Pensateci due volte.

Ci sono già da tempo due tipi di modem ultraveloci, adatti alle normali linee telefoniche, che raggiungono la velocità di 56 mila bit per secondo. Purtroppo usano due tecnologie reciprocamente incompatibili. Se avete un modem di questo tipo che non è compatibile con quelli del vostro fornitore d'accesso Internet, potete collegarvi alla Rete a non più di 33.600 bit per secondo e avete speso una barca di soldi inutilmente.

Ma la guerra fra i due standard è finalmente giunta a un armistizio: peccato che nessuno dei due contendenti abbia vinto. Infatti l'ITU (http://www.itu.ch), l'ente delle Nazioni Unite che coordina tutto in materia di telecomunicazioni a livello mondiale, ha approvato il 6 febbraio un nuovo standard, chiamato V.90, che sostituisce tutti quelli esistenti.

I produttori di modem hanno dichiarato che adotteranno quanto prima il nuovo standard, ma che cosa faranno dei modem ultraveloci già fabbricati secondo le vecchie tecnologie che hanno in magazzino? Attenti dunque ai bidoni: se il modem che vi propongono non è conforme allo standard V.90, non compratelo.

Unica eccezione a questo consiglio: i modem aggiornabili. Alcuni dei modelli ultraveloci già in commercio possono essere riprogrammati per usare il nuovo standard: basta prelevare dal sito Internet del fabbricante un programmino di aggiornamento. Se siete fortunati e il vostro modem è di questo tipo (come indicato nel suo manuale), il nuovo standard è già nelle vostre mani senza spese aggiuntive. Potreste anche arrischiarvi a comperare subito un modem 56K se il rivenditore vi fornisce il programma d'aggiornamento per lo standard V.90.

Prima di acquistare un modem V.90, tenete presente che la velocità massima si raggiunge soltanto se la linea telefonica è perfettamente libera da disturbi e soltanto se anche il vostro fornitore d'accesso usa modem analoghi. Se il vostro modem attuale non riesce mai a raggiungere i 33.600 bit per secondo durante i collegamenti, ma si ferma ad esempio a 31.200, difficilmente un modem ultraveloce potrà fare di meglio, perché la velocità ridotta indica che la linea Telecom è disturbata.

Ricordate però che quei 56 mila bit indicano la velocità di ricezione ma non quella di trasmissione, che rimane fissa a 33.600 anche con il nuovo standard. Questo comunque non è un grave problema, visto che quando si naviga si ricevono tanti dati ma se ne mandano pochi.

I siti dei produttori di modem

Ecco gli indirizzi Internet dei produttori di modem più diffusi: la Rockwell (http://www.rockwell.com) produce i chip di quasi tutti i modem "anonimi" in circolazione; la storica US Robotics ora fa parte della 3Com e si trova al nuovo indirizzo http://www.3com.com. La Zyxel è presso http://www.zyxel.com. L'italiana Digicom è raggiungibile per gli aggiornamenti presso http://www.digicom.it.

039. News server pubblici (22/2/1998)

I newsgroup, vale a dire le aree di discussione di Internet, basate sullo scambio pubblico di messaggi, sono suddivisi in decine di migliaia di argomenti: si va dalla cura dei gatti alla poesia haiku, dallo sport ai microaquiloni da ufficio, il tutto nelle lingue più disparate.

Spesso, però, il computer del nostro fornitore d'accesso che gestisce i newsgroup, chiamato "news server", non offre l'argomento che ci interessa. Ad esempio, è abbastanza probabile che i tanti italiani all'estero non possano seguire il newsgroup it.sport.formula1 perché il loro fornitore d'accesso non offre i newsgroup in lingua italiana.

In casi come questi occorre abbandonare il news server del proprio fornitore e rivolgersi a un "news server pubblico". Questo speciale news server si chiama così perché consente a chiunque di accedervi per prelevare i messaggi, a differenza dei news server dei fornitori d'accesso, che di solito sono riservati ai rispettivi abbonati.

Cambiare news server è facile: basta immetterne l'indirizzo nell'apposita casella del "newsreader", ossia del programma che usate per leggere i newsgroup. Nel caso di Free Agent (uno dei migliori newsreader, prelevabile gratuitamente presso http://www.forteinc.com), basta scegliere Options, General Preferences e System, immettendo nella casella "News server" l'indirizzo del nuovo news server.

Fatto questo, bisogna collegarsi a Internet, raggiungere il nuovo news server e aggiornare la lista dei newsgroup disponibili (in Free Agent, si sceglie Online e Refresh Group List).

Il vero problema è trovare gli indirizzi dei news server pubblici, ma ve lo risolvo io: visitate con Netscape o Explorer la pagina Web http://frame.net/services/news e otterrete una lista di circa cinquecento news server pubblici. In alternativa, usate un motore di ricerca come Alta Vista (http://altavista.digital.com) e immettete "public news servers", fra virgolette, come sequenza di parole da ricercare: vedrete un elenco di siti che a loro volta elencano i news server pubblici.

Certo che è dura scegliere fra più di cinquecento news server. Qui posso aiutarvi poco: dipende tutto da quale newsgroup state cercando. Tuttavia, se vi interessano i newsgroup nazionali (ad esempio quelli in italiano, il cui nome comincia per it), provate per prima cosa i news server il cui indirizzo include lo stesso suffisso: ad esempio mikasa.iol.it per i newsgroup italiani, mail.htc.dk per quelli danesi, eccetera.

Avvertenze per l'uso dei news server pubblici

Se passate dal news server del vostro fornitore d'accesso a un news server pubblico, mettete subito in preventivo un massiccio rallentamento: i news server pubblici sono sempre intasati da un gran numero di utenti (è proprio per questo che i provider tengono riservati i propri news server). Non solo: il percorso che devono fare i dati per arrivare fino a voi è molto più tortuoso e quindi suscettibile di bruschi cali di velocità.

040. Sicurezza nel Web (prima parte) (1/3/1998)

Sfogliare le pagine del Web sembra un'attività tranquilla e sicura, come cambiare canale guardando la televisione. In realtà può causare una fuga di informazioni potenzialmente disastrosa o quanto meno imbarazzante.

Non è solo una questione di non visitare il sito di Playboy dai computer dell'ufficio per evitare una lavata di capo: sto parlando di virus e di furti telematici in grande stile. La cosa che più mi preoccupa è che il modo in cui si installano normalmente i programmi per Internet sembra fatto apposta per facilitare la pirateria informatica.

Scettici? Visitate http://www.anonymizer.com/snoop.cgi e vedrete quante cose si possono scoprire di voi solo per il fatto di visitare una pagina Web: da dove chiamate, quale programma usate, quale tipo di computer avete e soprattutto l'ultima pagina Web che avete visitato. E questo è solo un assaggio molto blando.

Se non impostate i parametri giusti nel vostro computer, le pagine Web sono in grado di depositare nel vostro disco rigido un miniprogramma che "origlia" tutto quello che scrivete sulla tastiera e ne manda una copia al computer del pirata. Questo gli consente non solo di collegarsi a Internet a vostro nome, ma anche di spacciarsi per voi quando invia l'e-mail, leggere la vostra posta, conoscere il vostro indirizzo di casa, il numero di cellulare e i codici del vostro Bancomat. Se fate acquisti via Internet e pagate con la carta di credito, il programmino (chiamato "sniffer") può rubarvi il codice della carta e vuotarvi il conto corrente.

Con programmi come questi (fra l'altro facilmente reperibili) si può leggere a distanza l'intero contenuto di un computer: lettere personali, diari, contabilità, dati anagrafici e così via.

Ma come è possibile un'invasione così brutale del nostro computer e della nostra privacy soltanto perché guardiamo una pagina di Internet? Le pagine Web sono oggetti statici e passivi solo in apparenza: in realtà contengono istruzioni di controllo, scritte in linguaggi dai nomi stravaganti come Java, Javascript, J++ o ActiveX, che normalmente vengono usate per effetti innocui come le animazioni e i titoli che scorrono, ma che i programmatori esperti sanno come utilizzare per scopi più invadenti, come sniffer e virus. Non è l'unico metodo, ma è uno dei più diffusi. E sapeste com'è facile.

Spaventati? Niente panico. La prossima settimana comincerò a raccontarvi come blindare il vostro computer. Per il momento vi posso dare un consiglio fondamentale: disattivate le funzioni Java, ActiveX e affini nel vostro browser (Netscape o Internet Explorer), come spiegato nella guida del programma.

Se avete fretta o non riuscite a scoprire come disattivare Java e soci, visitate Anonymizer presso http://www.anonymizer.com/surf_free.html e immettete nella pagina l'indirizzo dei siti che volete visitare. Anonymizer fa da filtro e impedisce buona parte della pirateria via Web.

041. Sicurezza nel Web (seconda parte) (8/3/1998)

La settimana scorsa vi ho messo in allarme su quanto è facile rubare informazioni dal vostro computer se vi collegate a Internet, anche se vi limitate a leggere le pagine del Web. Adesso vediamo come blindare la navigazione.

Per prima cosa, tenete presente che non tutti i siti Internet sono animati da cattive intenzioni. Se visitate pagine Web di siti famosi, come quelli dei quotidiani o delle biblioteche di programmi, non correte alcun pericolo anche con le normali impostazioni dei programmi per Internet.

Il "cavallo di Troia" usato dai pirati è il vostro browser (Internet Explorer o Netscape): gli altri programmi per Internet, ad esempio quelli dedicati all'e-mail o ai newsgroup, non possono darvi questo tipo di problemi (ve ne possono dare altri, ma ve ne ho già parlato: i virus negli allegati ai messaggi).

Concentrate quindi la vostra blindatura sul browser: tanto per cominciare, non usate il browser anche per l'e-mail e per i newsgroup, anche se Netscape e Explorer vi consentono questa possibilità. Se usate il browser anche per queste attività, dovete infatti immettervi il vostro indirizzo di e-mail e la vostra password, ed è da lì che le pagine Web malintenzionate possono vampirizzarli. Se avete immesso i vostri dati personali nel browser durante l'installazione, cancellateli o sostituiteli con parametri fittizi: funziona lo stesso.

Il secondo passo fondamentale è disattivare Java, Javascript e ActiveX (la procedura varia da programma a programma e da versione a versione: consultate il manuale). I programmi "origliatori", cioè gli sniffer che intercettano tutto quello che fate al computer, e i virus delle pagine Web sono scritti in questi linguaggi. Se dite al vostro browser di non eseguire nessuna istruzione scritta con Java e soci, sarete immuni a questo tipo di attacco (ma tenete comunque attivo un buon antivirus per i file che prelevate da Internet). Perderete qualche effetto di animazione e il browser, soprattutto se è Explorer, protesterà vivamente, ma almeno sarete ragionevolmente sicuri.

Infine veniamo ai cookie: dite al vostro browser di chiedere il vostro permesso ogni volta che riceve o restituisce un cookie. Questo può essere un po' scocciante, però vi dà un'idea di quanto traffico avvenga dietro le quinte durante la navigazione. Se vi stufate, potete essere più tolleranti e permettere il libero movimento dei cookie a condizione che tornino al sito d'origine: non comprometterete più di tanto la vostra sicurezza.

Navigazione anonima

Questi trucchi non solo evitano le intrusioni dei pirati nei computer dei navigatori, che sono abbastanza rare, ma impediscono alle società commerciali di raccogliere informazioni su gusti e abitudini degli Internettisti, cosa che avviene frequentemente. "Anonimizzando" il vostro browser, ossia togliendo il vostro indirizzo di e-mail dai suoi parametri, eviterete di essere bombardati di pubblicità nella vostra casella postale Internet.

042. Audio Mpeg 3 (22/3/1998)

Oggi la sparo grossa: nel prossimo futuro i CD musicali spariranno dai negozi perché la musica pop sarà distribuita via Internet e conterrà direttamente la pubblicità.

Prima di darmi del pazzo, seguite un attimo il mio ragionamento. Su Internet si sta facendo largo un nuovo formato per la registrazione audio, chiamato Mpeg3, che riduce incredibilmente le dimensioni di un brano musicale senza alcuna perdita significativa di qualità. Una canzone su CD occupa circa 50 megabyte: in formato Mpeg3 ne occupa tre o quattro. I programmi per suonare queste registrazioni sono gratuiti: il più diffuso è WinAmp, che trovate presso http://winamp.lh.net oppure presso http://nullsoft.com/amp.

Questa nuova possibilità ha due conseguenze: la prima è che ora è possibile prelevare intere canzoni (o interi CD) da Internet senza spendere ore in collegamenti. Le case discografiche offrono già campioni dei nuovi album gratuitamente via Internet e molti complessi musicali emergenti si pubblicizzano distribuendo gratis le proprie canzoni.

La seconda è che duplicare un CD musicale è incredibilmente facile. Ci sono programmi, facilmente reperibili in Rete, che "succhiano" i brani di un intero album in cinque o sei minuti e li convertono nel compattissimo formato Mpeg3 sul vostro disco rigido. La copia digitale è perfetta e richiede meno tempo di una normale duplicazione su cassetta. A questo punto è alla portata di chiunque registrare intere "compilation" di musica sul proprio disco rigido e usare il computer come juke-box personale.

Cosa ancora più spettacolare, con un masterizzatore (un apparecchio per scrivere i CD, che costa meno di un milione) i brani così duplicati possono essere archiviati su CD-ROM: un dischetto da tremila lire contiene agevolmente duecento canzoni. Per suonarlo bisogna infilarlo nel computer (meglio se collegato all'impianto stereo), ma la scocciatura è compensata dai vantaggi. Io, ad esempio, ho trasferito tutta la mia collezione musicale su quattro CD-ROM, così porto con me in pochissimo spazio tutta la mia musica preferita quando viaggio (ho sempre con me un computer portatile) e i miei CD originali sono al sicuro da ladri e graffiature.

Di fronte a queste nuove tecnologie il diritto d'autore è inerme: saranno tantissimi i furbi che scopiazzeranno i CD musicali. Ma la soluzione è a portata di mano: distribuire gratis le canzoni, facendosi pagare dagli sponsor citati nel testo del brano. Vi sembro un sovversivo? Eppure già adesso le televisioni commerciali si mantengono così.

Requisiti per WinAmp

WinAmp è un programma molto piccolo (300 K) ma richiede un computer piuttosto potente: dovete avere almeno un Pentium a 120 Mhz e una buona scheda audio.

Attenzione agli aggiornamenti continui: viene pubblicata su Internet una nuova edizione del programma ogni due o tre settimane. Comunque potete usare tranquillamente anche una versione non recentissima.

043. Filtri di Eudora (5/4/1998)

Siete assillati da messaggi indesiderati? Eccovi le istruzioni per porre fine alle scocciature telematiche.

La posta di Internet è una gran bella comodità, ma comporta anche ricevere una caterva di messaggi di venditori, allarmi (tutti falsi) di virus nell'e-mail, inviti a visitare siti porno e talvolta anche insistenti missive d'amore o d'insulto da parte di "ex" poco inclini ad accettare il proprio stato di (appunto) ex.

Per eliminare questi scocciatori dalla propria casella postale Internet è essenziale usare un buon programma per gestire l'e-mail che consenta il cosiddetto "filtraggio" dei messaggi, come Eudora (http://www.eudora.com). Lo so che per pigrizia molti utenti usano il programma di e-mail integrato nel browser, ma vi assicuro che è molto meglio adoperare un programma separato, anche a causa delle questioni di sicurezza che ho descritto recentemente. La versione "Light" di Eudora è gratuita e funziona a meraviglia: non per nulla è il programma di e-mail più usato al mondo.

Ecco dunque un paio di esempi di filtraggio in Eudora Light. Se volete respingere i messaggi troppo lunghi, scegliete dal menu Tools la voce Options e l'icona Checking Mail. Troverete una casella di spunta seguita dal testo "Skip messages over... K in size". Cliccate sulla casella di spunta in modo che vi compaia dentro un "segno di spunta" (una sorta di V sghimbescia) e immettete, nel riquadro fra "over" e "K", la lunghezza massima che volete accettare per i messaggi. Consiglio 5 K; bastano anche per i messaggi prolissi ma non per gli allegati. Infine cliccate su OK per attivare il tutto.

Se invece c'è un utente in particolare che vi bersaglia di messaggi, scegliete il menu Tools e la voce Filters. Cliccando su New potete definire un filtro personalizzato: in questo caso, per cancellare automaticamente tutti i messaggi dello scocciatore attivate il segno di spunta nella casella Incoming, scegliete "From:" nella casella Header e "contains" nella casella sottostante: poi immettete l'indirizzo del rompiscatole nella casella successiva. L'ultimo passo consiste nel decidere che fare dei suoi messaggi: nel riquadro Action, scegliete "Transfer to" e poi "Trash" per cancellarli. Fra l'altro, se cliccate sul pulsante "Trash", potete scegliere una cartella dove archiviare i messaggi filtrati: è molto comodo per automatizzare lo smistamento della posta.

Non bastano queste poche righe per descrivere tutte le opzioni dei filtri di Eudora, ma posso dirvi che potete filtrare i messaggi anche in base al titolo o a parole chiave contenute nel testo dell'e-mail. Siete ancora convinti di non voler passare ad Eudora?

Filtrare la mia mailing list

Potete applicare i filtri anche ai messaggi della mia mailing list (un notiziario gratuito via e-mail su Internet e dintorni). Infatti tutti i titoli dei suoi messaggi iniziano con una sigla standard che Eudora riconosce e usa per smistarli. Per ricevere questi messaggi basta inviare un e-mail al mio indirizzo topone@pobox.com, scrivendo come titolo del messaggio "subscribe internet" e il vostro indirizzo di e-mail.

044. Opera: piccolo è bello (29/3/1998)

Fra i due litiganti il terzo gode: un detto valido anche nel ciberspazio. Intanto che la Microsoft e la Netscape si scannano per spartirsi il mercato mondiale dei browser Web (con Netscape per ora in testa col 57%, contro il 40% di Explorer), c'è una piccola società norvegese che sta mettendo in subbuglio gli utenti di Internet con il suo browser alternativo, chiamato Opera (http://opera.nta.no).

Perché cambiare browser? I motivi possono essere tanti. Programmi come Netscape o Internet Explorer hanno tempi di avvio esasperanti e occupano decine di megabyte sul disco (e quasi altrettanti in memoria RAM). Sui computer meno recenti non partono nemmeno; prelevarli da Internet è impensabile perché sono troppo grossi. Usare questi programmi è diventato come ballare il tango con un lottatore di sumo. E pensare che il primo Netscape 1.0 (dicembre 1994) occupava solo 1 megabyte e mezzo: adesso ne chiede cinquanta e passa.

Opera risolve tutti questi problemi. Sul mio obsolescente Pentium 120 MHz parte in sette secondi (contro i nove di Explorer e i ventisette di Netscape); funziona anche su un preistorico 386 con 8 megabyte di RAM. Si preleva facilmente da Internet perché occupa circa un megabyte: sta comodamente su un dischetto.

Il bello è che ha tutte le funzioni più importanti dei suoi fratelli obesi: potete aprire più finestre per visitare due o più siti Web contemporaneamente, usare FTP e le protezioni SSL (se non sapete cosa sono, fa niente). Inoltre gestisce i newsgroup e la posta (solo per l'invio, ma non è un problema: per l'e-mail conviene sempre usare un programma separato dal browser).

Cosa ancora più gradevole, Opera si attiene rigorosamente agli standard HTML: in parole povere, visualizza le pagine Web così come dovrebbero essere. Inoltre gestisce Javascript ma non adotta Java e ActiveX, e quindi è più sicuro; ricordate che se una pagina Web non funziona senza Java e ActiveX, non siete voi a dovervi adeguare, è il sito che non si attiene agli standard.

Per chi ha handicap fisici, poi, c'è il vantaggio che Opera funziona anche senza usare il mouse e permette di ingrandire sullo schermo le pagine Web fino a dieci volte la dimensione normale: così non occorre avere una vista perfetta per leggere i caratteri piccoli.

L'installazione porta via pochi minuti e copia automaticamente la vostra lista di siti preferiti creata con Netscape o Explorer.

Difetti? Due: non è in italiano e non è gratuito come gli altri. Se volete usarlo dopo il primo mese di prova gratuita, vi costa 35 dollari (sessantatremila lire) una tantum, con sconti per gli studenti.

Se non ricevete la mia mailing list

Vi siete iscritti al mio notiziario gratuito via e-mail su Internet e dintorni, ma non ricevete i suoi articoli? Controllate le impostazioni del vostro programma di e-mail e reiscrivetevi: ho ricevuto molte iscrizioni contenenti dati inesatti. Per iscriversi basta inviare un e-mail al mio indirizzo topone@pobox.com, scrivendo come titolo del messaggio "subscribe internet" e il vostro indirizzo di e-mail.

045. Quanto è grande il Web? (19/4/1998)

Di preciso quant'è grande la Rete? Non lo sa nessuno con esattezza: ci sono però stime attendibili, soprattutto per la parte multimediale di Internet, ossia le pagine del Web.

La rivista statunitense Science ha pubblicato nei giorni scorsi uno studio di Steve Lawrence e C. Lee Giles del NEC Research Institute, secondo il quale là fuori ci sono attualmente circa 320 milioni di pagine accessibili all'utente comune. Stampate e messe una in fianco all'altra coprirebbero più di tremila campi di calcio.(1)

E' senz'altro una bella cifra, e i ricercatori avvisano che è stimata per difetto. Bisogna infatti fare attenzione alla precisazione "accessibili all'utente comune", perché ci sono milioni di altre pagine Web che sono protette da codici d'accesso e sono quindi riservate soltanto a utenti specifici: ad esempio, quelle dei servizi informativi a pagamento, dei siti Internet aziendali e di Penthouse e affini.

Con o senza queste pagine riservate, il Web è bello grosso e cresce in fretta: è previsto che aumenti di dieci volte nei prossimi anni. Da qualche tempo è diventato più facile districarsi in quest'ammasso disordinato di informazioni grazie ai cosiddetti "motori di ricerca": servizi che offrono una sorta di indice generale delle pagine di Internet, generato da programmi che visitano e catalogano i siti della Rete. Molti utenti consultano questi motori di ricerca con la stessa fiducia di completezza che ripongono nell'indice di un libro; ma i risultati dello studio di Science rivelano sorprendentemente che i motori di ricerca non offrono un indice esauriente di Internet. Anzi, non ci si avvicinano nemmeno lontanamente.

I ricercatori hanno trovato che il motore di ricerca che se la cava meglio è HotBot (http://www.hotbot.com), che "vede" il 34% delle pagine pubbliche del Web. Questo però vuol dire che gliene sfuggono due su tre: se lo facesse un portiere con i tiri in porta, la sua carriera sarebbe molto breve. AltaVista (http://altavista.digital.com) è secondo, con il 28%; segue Excite (http://www.excite.com), che arriva al 14%. Il fanalino di coda è Lycos (http://www.lycos.com o http://www.it.lycos.de), che copre solo il 3% della rete.

Tuttavia non è solo la quantità che conta: è meglio un motore di ricerca selettivo, che cataloga solo i siti migliori per ogni argomento, piuttosto che uno che "fa buono" tutto quello che trova.

Volete migliorare le vostre probabilità di successo nelle ricerche? Usate i "meta-motori", ossia servizi che eseguono la medesima esplorazione usando contemporaneamente vari motori di ricerca. I più usati sono Dogpile (http://www.dogpile.com), Meta-Crawler (http://www.metacrawler.com) e Ahoy! (http://www.cs.washington.edu/research/ahoy/).

(1)Un foglio A4 misura 21 x29,7 = 623,7 cmq. Un campo di calcio da gara internazionale misura tra 100 e 110 m per 64 e 75 m. Nel caso minimo (100*64) sono 10000*6400=64.000.000 cmq. Un campo di calcio contiene quindi 64.000.000/623,7 = 102.613 fogli A4. 320 milioni di fogli A4 sono quindi 320.000.000/102.613=3.118 campi di calcio.

Italiani in rete

A proposito di numeri: quanti utenti Internet ci sono in Italia? Anche qui non lo sa nessuno, come dimostrano queste due stime: i dati di Telecom indicano un totale di 400.000 utenti privati, più 125.000 utenti aziendali. Per contro, secondo l'osservatorio statistico Alchera, gli utenti complessivi erano addirittura 2.348.000 già a fine 1997. Chi ci capisce è bravo.

046. Spam (3/5/1998)

Aprire la propria casella di posta elettronica Internet e trovarvi un invito a visitare un sito pornografico, magari corredato da immagini esplicative, può essere molto imbarazzante, specialmente se vi capita davanti a un genitore, insegnante o direttore. Se non è una persona pratica di Internet, difficilmente crederà alle vostre solenni dichiarazioni d'innocenza. In tal caso, tenete sottomano questo articolo: vi aiuterà a dimostrare il vostro candore telematico e a spiegare che siete vittima dello spam.

Lo spam è l'equivalente Internet della posta-spazzatura che trovate nella vostra cassetta della posta: pubblicità, richieste di beneficenza, offerte di libri, catene di Sant'Antonio e così via.

Siccome spedire un messaggio via Internet non costa nulla, la posta-spazzatura elettronica è diffusissima; oltretutto quasi sempre reclamizza materiale porno di ogni sorta. A prescindere dal contenuto più o meno discutibile, rimane il fatto sgradevole che vi tocca pagare (sotto forma di scatti Telecom) per riceverla.

Non è facile difendersi. Lo spam è una vera e propria industria ben organizzata. Alcune società inviano anche 25 milioni di messaggi non richiesti al giorno e solo in tempi recenti le organizzazioni di consumatori sono riuscite a farle condannare e fermare.

Per inviarvi messaggi di spam, questi scocciatori professionisti devono procurarsi il vostro indirizzo di posta Internet, di solito tramite speciali programmi automatici che "origliano" nei newsgroup (gruppi di discussione o forum), leggendo l'indirizzo del mittente di ciascun messaggio. Se non partecipate ai newsgroup, è difficile che vi peschino, ma è una soluzione un po' drastica.

Potete però prendere parte ai newsgroup senza pericoli se usate un accorgimento: alterate il vostro indirizzo nei parametri del programma che usate per consultare i newsgroup e spiegate, da qualche parte nei vostri messaggi, come togliere l'alterazione e riottenere il vostro indirizzo esatto. Ad esempio, se il vostro indirizzo è mario.rossi@nsa.gov, potreste alterarlo in mario.pippo.rossi@nsa.gov, scrivendo nel messaggio "per rispondere togliere pippo".

Se usate Netscape o Explorer anche per la posta e i newsgroup, però, avrete qualche problema con questo espediente (io ve lo dico sempre, di usare programmi separati). Infatti altererete il vostro indirizzo anche nei messaggi di e-mail che spedite e quindi i vostri corrispondenti dovranno digitare a mano il vostro indirizzo esatto quando vi rispondono e non potranno usare la comodissima funzione di "reply" che lo fa in automatico.

NOSPAM non basta più

Se alterate il vostro indirizzo Internet come misura antispam, non usate parole come "nospam", "stop.spam" o "antispam" e simili. Infatti i programmi "origliatori" si sono fatti furbi: ora sono in grado di riconoscere queste parole e rimuoverle automaticamente.

Da dove deriva la parola "spam"? E' il nome di un prodotto americano a base di carne di maiale pressata in scatola, famoso per la sua consistenza collosa e molliccia. Come la posta spazzatura, se qualcuno la usa per bersagliarvi non ve ne liberate più.

047. HTML mail (e-mail "ricca") (17/5/1998)

Internet funziona perché si basa su standard universali ai quali si può adattare qualsiasi computer. E' per questo che tutti gli utenti del mondo possono comunicare fra loro a prescindere dalla marca e dal sistema operativo del proprio computer (Windows, System del Macintosh, Unix o buon vecchio DOS, eccetera). Ogni volta che si introduce qualche funzione fuori standard, l'universalità della Rete si indebolisce. E' il caso, ad esempio, della piaga del momento: l'e-mail "ricca".

Mi spiego. Nella normale e-mail (quella definita dagli standard di Internet) non si possono usare grassetti, sottolineature o corsivi, né sono ammesse le lettere accentate. Molti programmi, come Microsoft Outlook/Explorer e Netscape, permettono invece di usare grassetti, corsivi, accenti e addirittura immagini, sfondi e animazioni nell'e-mail, ma è tutta roba non-standard (e in gran parte superflua) che si chiama genericamente "e-mail ricca" o "HTML mail". Se il destinatario non ha la stessa versione dello stesso programma, riceverà un'accozzaglia indecifrabile di caratteri.

Infatti l'e-mail ricca imbratta i messaggi di codici di controllo che sono una rottura di scatole infinita per chi usa l'e-mail normale. Un semplice "Caro Paolo, come stai?" diventa "<DIV> <FONT color=#000000 face=Arial size=2>Caro Paolo,</FONT> </DIV> <DIV> <FONT color=#000000 face=Arial size=2> </FONT>&nbsp;</DIV> <DIV>&nbsp;</DIV> <DIV> <FONT face=Arial size=2>come stai?". Devo dire altro?

Come avrete intuito, inoltre, le dimensioni di ogni e-mail ricca sono molto maggiori di quelle di un e-mail normale, il che significa tempi (e costi) di trasmissione e ricezione maggiorati. Conosco utenti che aggiungono qualche migliaio di caratteri di controllo a ciascuno dei loro messaggi solo per poterli dotare di uno sfondo grigio.

Fortunatamente tutti i programmi che gestiscono l'e-mail ricca possono mandare anche messaggi normali. Per il bene della Rete, che rallenta per tutti anche a causa di questi sprechi, vi imploro di leggervi il manuale del vostro programma e di disattivare questi fronzoli.

Molti di questi effetti grafici si possono comunque simulare con alcuni semplici artifici comprensibili a qualunque programma. Per imitare la sottolineatura, ad esempio, si racchiude la parola o la frase fra caratteri di "underscore", come _queste_parole_.

Insomma, solo se restate sul semplice verrete capiti da tutti. Una considerazione forse banale, ma che chissà perché pochi tengono presente nella Rete.

Java o non Java?

Molti lettori mi hanno scritto dicendo che parecchi siti non sono accessibili se si disabilitano Java, Javascript e ActiveX nel programma di navigazione, come ho consigliato di fare in un articolo precedente per seri motivi di sicurezza. Giustissimo: preciso meglio il suggerimento. Teneteli disabilitati per la navigazione ordinaria, così sarete al sicuro se vi imbattete in pagine truffaldine, e abilitateli di volta in volta quando visitate siti di indubbia reputazione.

048. Windows 98: conviene? (6/1998)

Immaginate Agnelli che presenta personalmente al Salone dell'Auto la nuova Fiat: gira la chiave, l'auto borbotta un po', poi si spegne e non parte più. La comprereste, dopo una figuraccia simile?

Se lo chiedono in molti a proposito di Windows 98, vista la sua disastrosa presentazione del 20 aprile scorso, condotta in pompa magna da Bill Gates, direttore megagalattico della Microsoft nonché uomo più ricco del mondo, davanti al pubblico del Comdex (la più grande fiera d'informatica degli Stati Uniti).

Windows 98 gli si è piantato e non c'è stato verso di farlo ripartire: Gates ha dovuto proseguire la dimostrazione su un altro computer, farfugliando che "c'è ancora qualche problemino da risolvere". Gelo in platea.

In teoria quei "problemini" saranno sistemati entro il 25 giugno prossimo, data di rilascio ufficiale della versione definitiva. Sono un tantino scettico al riguardo, ma supponiamo che la versione finale di Windows 98 funzioni, invece di devastare i dischi rigidi dei miei colleghi che ne stanno provando le versioni pre-finali. Cosa c'è di tanto nuovo in Windows 98 da giustificarne l'acquisto? E' presto detto: niente che valga le duecentomila lire chieste per il CD di aggiornamento, specialmente se avete già integrato gratuitamente Internet Explorer 4 con Windows 95.

Ecco alcune delle funzioni reclamizzate come "più importanti" di Windows 98. Consente l'avvio rapido del computer, ma solo a patto che abbiate un BIOS ACPI: roba che viene installata solo sui modelli recentissimi. Niente ACPI, niente avvio veloce.

Windows 98 ha inoltre un nuovo sistema di gestione del disco rigido, chiamato "FAT32 con cluster di 4K" e un sistema "intelligente" di riordino del disco. Pare che rendano più veloce del 30% l'accesso ai dati e ai programmi. Peccato che una volta attivato il sistema FAT32 non si possa tornare indietro; se installate Windows 98 sopra Windows 95 e poi non vi piace, non potete disinstallare.

La nuova versione di Windows gestisce direttamente il nuovo connettore Universal Serial Bus, i lettori di DVD (i CD del futuro) e le schede per vedere la TV sul PC. Ma quanti di noi hanno queste meraviglie sul proprio computer?

Come aspetto e funzionamento, Windows 98 non ha nulla di veramente nuovo o migliorato: vede il vostro disco come una sorta di sito Internet, ma questo lo fa già Windows 95 con Explorer 4. Ci sono molte altre modifiche tecniche dietro le quinte, ma sono dettagli di un quadro generale invariato.

Morale della favola: se siete maniaci degli aggiornamenti, accomodatevi. Io mi tengo Windows 95.

Requisiti per Windows 98

La Microsoft dichiara che per usare Windows 98 è sufficiente un 486 a 66 MHz con 16 megabyte di memoria RAM. Sarà anche vero, ma lavorare in queste condizioni è esaltante come seguire una partita di scacchi al ralenti. Per fare qualcosa di concreto ci vuole almeno un Pentium con 32 megabyte di memoria. Se questo comporta espandere il vostro PC, restate sintonizzati: ne parlerò nel prossimo articolo.

049. Tempo di rottamazioni (14/6/1998)

Se vi cade l'occhio sulla vetrina di un negozio di computer o sulla pubblicità nei quotidiani, l'ultimo modello acquistato pochi mesi fa, con tanta attenzione e fatica, vi sembra già vecchio e inadeguato. Che fare?

Prima cosa: un computer più potente è davvero necessario per l'uso che ne fate? Resistete all'impulso emotivo di aggiornarlo solo per non sentirvi inferiori agli altri (ahimè, la potenza del computer è ormai uno status symbol). Se scrivete testi o gestite contabilità, ad esempio, un super-Pentium II a 300 MHz che fa anche il caffé non migliorerà affatto la vostra efficienza lavorativa. La potenza del computer è praticamente ininfluente per Internet. Invece i videogiochi o le elaborazioni complesse, come il trattamento del video digitale o delle immagini per ingegneria (CAD), avranno benefici enormi da un potenziamento.

Si può aggiornare un computer sostituendo solo alcuni componenti, come il processore, la scheda video o il disco rigido. Tuttavia la potenza globale di un computer dipende dal più debole dei suoi componenti: ad esempio, un nuovo processore velocissimo sarà inutile se la macchina ha poca memoria o una scheda video sonnolenta.

Inoltre questi interventi sono tecnicamente delicati perché spesso nascono incompatibilità imprevedibili: costano meno che comperare tutto daccapo, ma è meglio farli fare da chi se ne intende.

A conti fatti, insomma, si spende meno comprando periodicamente un modello nuovo in blocco che continuando ad aggiornare un computer vecchiotto un pezzo alla volta.

C'è però un'eccezione: un aggiornamento consigliabile a tutti e particolarmente conveniente in questo periodo è aggiungere memoria RAM. I prezzi sono ai minimi storici (un decimo di quelli di un anno fa!) e 32 o (meglio) 64 megabyte di RAM velocizzano qualsiasi computer in misura sorprendente.

Se decidete di comperare un computer interamente nuovo, non è assolutamente necessario cambiare la tastiera, il mouse e i componenti esterni come stampante e scanner. Il monitor, in particolare, incide parecchio sul costo di un computer nuovo; se quello che avete vi soddisfa non c'è motivo di cambiarlo, purché segua lo standard VGA o SVGA, come fanno tutti i monitor recenti.

Che fare del computer vecchio? Rivenderlo è praticamente impossibile. Non buttatelo nella spazzatura, come fanno in tanti: donatelo a una scuola o a un istituto benefico. Sapranno dargli nuova vita.

Portatili? Non toccateli

Queste raccomandazioni valgono per chi ha un computer fisso: i portatili, invece, difficilmente si prestano a modifiche e aggiornamenti. I loro componenti sono molto più cari di quelli per PC fissi e di solito conviene resistere un anno o due e poi cambiare modello in blocco.

050. Jfax (5/7/1998)

I fax sono una bellissima invenzione. Purtroppo hanno qualche inconveniente: per spedirli e riceverli ci vuole l'apposito apparecchio, ancora abbastanza caro, e bisogna attivare una seconda linea telefonica altrettanto costosa (gli aggeggi che dicono di farne a meno non funzionano bene, credetemi). In più, le telefonate per spedire i fax costano come quelle normali: specialmente su distanze internazionali, possono essere un salasso.

Specialmente se viaggiate e faxate molto per lavoro, come me, e portare con voi un fax in valigia vi sembra ridicolo, ho una soluzione: si chiama Jfax (http://jfax.com).

Il concetto è semplicissimo. Con circa ventimila lire al mese potete affittare da Jfax un numero di fax in qualunque paese d'Europa (esclusa ancora per poco l'Italia) e in gran parte degli USA. Il software Jfax è gratuito e il servizio viene attivato da Jfax in dieci minuti d'orologio. I fax che ricevete a quel numero vengono convertiti digitalmente in allegati (attachment) e spediti alla vostra casella postale Internet in tempo reale, senza costi aggiuntivi per la tratta internazionale. Mandare un fax è altrettanto semplice: componete il documento sul computer e invece di stamparlo normalmente lo stampate sulla "stampante virtuale" del programma Jfax, che lo converte in allegato e lo manda via Internet, a tariffe nettamente più basse di quelle telefoniche.

Il tutto costa molto meno che mandare e ricevere fax con il computer alla maniera solita, come sanno fare quasi tutte le macchine oggi in circolazione. Non occorre tenere il computer sempre acceso e collegato al telefono per ricevere i fax e potete creare una "presenza virtuale" all'estero con poche lire. Volete avere un ufficio di rappresentanza in Francia? Comprate un numero di Jfax di Parigi e comunicatelo ai vostri clienti francesi. Vi saranno grati del fatto di chiamarvi a tariffa nazionale anziché internazionale. Non spenderete una lira per trasferire i loro fax dalla Francia all'Italia.

Non è finita. Jfax fa anche da ottima segreteria telefonica. Potete impostare il vostro numero telefonico Jfax in modo che risponda con un annuncio (personalizzabile) e registri i messaggi di chi vi chiama, che vi saranno spediti al volo via Internet, sempre come allegati all'e-mail, compressi in formato GSM per occupare pochissimo spazio.

Non mi capita spesso di avere solo parole di entusiasmo per un servizio Internet, ma per Jfax farò un'eccezione. Lo sto collaudando da un paio di mesi e il risparmio in bolletta è spettacolare.

Mega-indirizzo

Qual è l'indirizzo Internet più lungo del mondo? Risposta: http://llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch.co.uk. E' un paesino nel Galles; se per caso avete dubbi di pronuncia, potete prelevare dal sito un file audio apposito. Ma non disperatevi a trascrivere l'indirizzo da qui: ve lo mando io già in forma elettronica, gratuitamente insieme ad altre notizie periodiche su Internet e dintorni, se inviate un e-mail a topone@pobox.com, scrivendo come titolo del messaggio "subscribe internet" e il vostro indirizzo di e-mail.

051. L'alieno nel computer (19/7/1998)

Nel mondo ci sono milioni di personal computer dotati di potenze di calcolo che una decina d'anni fa erano disponibili solo nei centri di ricerca più avanzati. Tutti quei Pentium se ne stanno lì a far nulla per gran parte del tempo, e anche quando usate il computer, è raro che riusciate a impegnare tutta la straordinaria potenza del processore. Perché non raggruppare tutte quelle risorse inutilizzate e creare un cervellone virtuale le cui cellule sono collegate via Internet?

E' esattamente quello che stanno facendo molti enti scientifici. Ad esempio andando a caccia di extraterrestri. Scientificamente, intendiamoci; non parlo delle fantasie di X-Files.

Infatti i più potenti radiotelescopi del mondo ascoltano da anni le onde radio che provengono dal cosmo, alla ricerca di segnali di vita intelligente in mezzo al rumore radio naturale. Il problema è filtrare l'enorme massa di dati generata: circa 35 miliardi di byte al giorno.

Il progetto SETI At Home prevede di distribuire questi dati via Internet ad almeno cinquantamila utenti (250 K a testa al giorno) e di farli elaborare sui loro computer da un apposito programma salvaschermo (screen saver) che sfrutta i tempi morti della macchina senza rallentarne il funzionamento. Al successivo collegamento, i dati elaborati vengono rispediti al centro di coordinamento, che manda un nuovo pacchetto di dati da analizzare.

Il programma salvaschermo (disponibile per computer con Unix, Windows 95, 98 e NT e più in là anche per i Macintosh) ha tre modi di visualizzazione: uno scientifico, che spiega la complessa analisi matematica in corso sul proprio computer; uno astronomico, che mostra le zone del cielo scandagliate in quel momento e i segnali potenzialmente promettenti; e uno telematico, che presenta un mappamondo sul quale saranno evidenziati tutti i partecipanti, il numero complessivo di computer in uso e dettagli sugli utenti di più lunga data o che hanno elaborato più dati.

L'esperimento inizia in autunno di quest'anno: se volete l'emozione di fare scienza e di poter scoprire il primo fioco mormorio di una civiltà lontanissima, visitate http://setiathome.ssl.berkeley.edu e immettete il vostro indirizzo di e-mail: riceverete un notiziario gratuito e verrete contattati all'avvio del progetto. Ci sarò anch'io, insieme alle 35000 persone già prenotate. Buona caccia!

Opera in italiano

Il mini-browser Opera (mini solo nelle dimensioni, ma maxi quanto Netscape e Explorer nelle prestazioni) è ora disponibile anche in italiano presso http://www.promo.net/opera/italian/download.html. E' l'occasione per far resuscitare quel vecchio 386 che pensavate inutile: Opera infatti funziona anche con Windows 3.1 e otto mega di memoria RAM.

052. Quando la navigazione arranca (26/7/1998)

Ci sono periodi della crescita di Internet in cui è impossibile navigare a qualsiasi ora. In Italia ne è passato uno nei mesi scorsi, e in alcune zone se ne sentono ancora gli effetti. Il motivo è presto detto: il numero degli utenti aumenta continuamente e tende a intasare la rete. I fornitori di accesso a Internet si accorgono dell'intasamento e acquistano connessioni più capienti e computer più veloci, e per un po' si naviga benissimo. Man mano, però, arrivano altri nuovi utenti e le linee si intasano di nuovo, finché i fornitori d'accesso potenziano ancora una volta gli impianti, e così via. Siccome questi ampliamenti di rete costano carissimi e richiedono tempi tecnici notevoli, si forma questo ciclo a singhiozzo.

Che fare per sopravvivere nei momenti di intasamento? Di trucchi ce ne sono tanti; uno di quelli che preferisco è scavalcare il "name server". Mi spiego subito.

Quando digitate un indirizzo di un sito Internet, la prima cosa che deve fare il vostro computer è chiedere di convertire l'indirizzo dalla sua forma letterale (ad esempio www.gazzetta.it) alla sua forma numerica (composta da quattro serie di cifre separate da punti: nel caso della Gazzetta, 194.133.0.17). Questo è l'indirizzo "vero" del computer al quale volete collegarvi.

La conversione viene eseguita da un apposito computer del vostro fornitore d'accesso, che si chiama "name server": consulta un'immensa tabella di corrispondenze fra nomi e numeri e poi passa a un altro computer del fornitore l'ordine di raggiungere l'indirizzo numerico richiesto e di trasmettere a voi le informazioni che vi si trovano.

In sostanza, ogni richiesta di informazioni di ogni utente deve passare dal name server. Quando gli utenti simultaneamente collegati sono tanti, il name server diventa una micidiale strozzatura nel traffico, come un centralinista sommerso da troppe chiamate entranti, e spesso si blocca completamente, rifiutando le richieste.

In situazioni come queste l'unico modo per continuare a navigare è scavalcarlo, ossia digitare al posto del nome letterale la sua versione numerica già tradotta, che non ha bisogno di interpellare il name server. Un classico esempio è il sito che usate per accedere ai newsgroup: se memorizzate nel vostro programma il suo indirizzo numerico, accederete sempre molto più in fretta che digitando il nome letterale e soprattutto riuscirete a farlo quando gli altri annaspano.

Nomi e numeri

Problema: come si scopre l'indirizzo numerico corrispondente a un sito? Molti browser (come Netscape e Explorer) lo indicano sullo schermo durante i tentativi di collegamento, ma se c'è tanto traffico questo metodo non funziona. Se usate Windows 95 o 98, potete aprire una finestra DOS e usare, durante un collegamento, i comandi "ping" o "tracert" seguiti dal nome del sito, che hanno molte più probabilità di successo.

053. Anno 2000 (9/8/1998)

Ne avrete già sentito parlare: molti computer andranno in tilt perché incapaci di gestire il passaggio al 2000. Non è un problema da prendere sottogamba: l'elettricità, le banche, i telefoni cellulari dipendono tutti dagli orologi interni dei computer. Se saltano, restiamo al buio, muti e senza soldi. Esagero? Chiedetelo alle Poste italiane, che in molti sportelli non riescono a gestire i Bancomat con scadenza dopo il 1999. Come potrete ricevere lo stipendio se il computer che lo calcola è convinto che il 27 gennaio 2000 sia in realtà il 27 gennaio del 1900?

C'è poco che possiamo fare per stimolare aziende, banche, società telefoniche ed elettriche a predisporsi per gli inevitabili scompensi dovuti al passaggio dal 1999 al 2000. Chi ha capito la serietà del problema è già a posto; chi non l'ha colta finora non la capirà mai.

Per i nostri computer personali, invece, possiamo fare molto. L'Internet Tourbus di Bob Rankin e Patrick Douglas Crispen, un notiziario elettronico di cui potete ricevere gratuitamente la versione italiana mandandomi un e-mail a topone@pobox.com, racconta come anche i PC nuovissimi compatibili con Windows possono gestire male l'anno 2000 (i Macintosh, invece, sono da sempre immuni al problema, almeno a livello hardware).

Ecco come controllare se il vostro computer sopravviverà al cambio di data: su Internet, presso http://www.RighTime.com, c'è un programma di collaudo gratuito chiamato Test2000. Trovate anche altri programmi diagnostici presso http://www.mitre.org/research/cots/COMPLIANT_BIOS.html e informazioni presso http://www.Year2000.com.

Se non potete prelevare queste risorse, c'è un test meno rigoroso ma comunque indicativo che potete fare con il PC. Impostate l'orologio di sistema dicendogli che sono le 23:59 del 31/12/99. Spegnete il computer, aspettate due minuti e riaccendetelo. Se il computer dice che l'anno è il 2000, è un buon segno. Altrimenti sono guai certi.

Alcuni computer, però, sopravvivono a questo test ma non sono comunque affidabili. Provate a impostare come data il primo gennaio 2000, poi spegnete e riaccendete dopo un paio di minuti, controllando data e ora indicate dal computer. Sorprendentemente, molte macchine che non usano processori di classe Pentium supereranno la prima prova ma falliranno la seconda.

Questi test collaudano soltanto il computer, non i suoi programmi: Windows 95/98 e i sistemi operativi Mac sono a posto, ma altri programmi meno recenti potrebbero gestire l'anno usando due sole cifre e quindi andare in tilt. Provate a usarli per calcoli con date successive al 1999 e vedete se i risultati hanno senso.

Perché Y2K?

Quando si parla del problema dell'anno 2000, perché si ricorre spesso alla sigla "Y2K"? Spiegazione: Y è l'iniziale di "year", cioè "anno" in inglese; "2K" è l'abbreviazione di "2000" (K è il simbolo delle migliaia).

Ecco altre fonti di strumenti di controllo e di informazioni sul problema: http://www.garynorth.com, http://millennia-bcs.com/nfcass.htm (progetto Cassandra), http://www.y2kchaos.com/survival/s35p121.htm e http://www.y2kwatch.com.

054. Ripartenze intelligenti: backup di Windows 95/98 (23/8/1998)

Che cosa fate se vi si guasta il disco rigido, se un programma malefico vi scombina il funzionamento del PC o se volete sostituire il disco rigido attuale con uno nuovo, magari più veloce e capiente? Se siete utenti di Windows 95 e 98, la risposta è semplice: vi mettete le mani nei capelli.

Infatti neppure l'ultimissima versione di Windows offre un metodo semplice per creare una copia di sicurezza integrale del contenuto del computer. Il programma Backup contenuto in Windows non è adatto per quest'operazione, e il dischetto di avvio d'emergenza è utile quanto un raccattapalle al Tour de France. Sicché in caso di guasto o cambio del disco rigido ci tocca laboriosamente reinstallare Windows e tutti i nostri programmi, uno per uno, reimmettendo manualmente tutti i parametri di personalizzazione, e ricopiare tutti i nostri dati. Uno strazio.

Ci sarebbero delle funzioni poco documentate di Windows che permettono di evitare il problema con acrobazie molto ardite, ma quello che ho in mente quando dico "semplice" è una cosa di questo tipo: avviare il PC malato con un dischetto e rimettergli dentro tutto Windows, tutti i programmi e tutti i dati, già al loro posto e configurati, ripartendo come se niente fosse.

Un sogno? Non su Internet. La Rete offre infatti numerosi programmi che rimediano a questa grave lacuna di Windows 95/98.

Il mio preferito è Ghost, acquistabile per l'Europa presso http://www.innovative-software.se (con versione di prova gratuita via Internet aggiungendo /download/demosoftware_h2.htm all'indirizzo). Sta su un dischetto da 1,44 MB e crea una copia completa e compressa del disco rigido che si può conservare su CD (per chi ha un masterizzatore), su una serie di dischetti Zip o su un altro disco rigido. Fatto questo, in caso di problemi basta usare Ghost per ritrasferire la copia al disco di partenza (o su un nuovo disco, in caso di guasto o aggiornamento) e si riparte. L'ho provato personalmente: è magico.

Ghost può anche collegare due macchine tramite un cavo parallelo Lap-Link per creare la copia di sicurezza di un PC su un altro: una soluzione ideale, ad esempio, per salvare le delicate configurazioni dei computer portatili.

Una copia integrale del sistema serve anche per non "sporcare" Windows installando e disinstallando tanti programmi o facendo prove, che lasciano sempre residui indesiderati. Basta usare la copia di scorta creata con Ghost per ripristinare il Windows "pulito".

Backup a caro prezzo, o forse no

Ghost non è a buon mercato: in Europa è disponibile solo nella versione multiutente, che costa oltre un milione di lire (quella monoutente offerta in USA costa 80 dollari, ma averla è un'impresa), e per ora non è in italiano.

Alternative? Senza prove gratuite e virtuosismi su cavo parallelo ma con la stessa magica funzionalità, un prezzo molto accessibile e una versione italiana, c'è Drive Image (http://www.powerquest.com).

055. Uova di Pasqua (10/1998)

Letteralmente, easter egg significa "uovo di Pasqua", ma in informatica è una funzione, parte incompiuta o scherzo che il programmatore nasconde in un programma.

Neppure Windows 98 ne è immune. Nel Pannello di controllo, fate doppio clic su Schermo e scegliete Screen Saver. Dal menu a tendina scegliete "Testo 3D" e cliccate su Impostazioni per personalizzare la scritta che si muove sullo schermo. Sorpresa: se immettete una parola qualsiasi e cliccate su Prova, ve la ritrovate roteante sullo schermo; ma se scrivete "volcano" ("vulcano" in inglese), compaiono uno dopo l'altro i nomi dei vulcani del mondo.

In Windows 98 ci sono anche pezzi nascosti: cliccate su Start, scegliete Impostazioni e poi tenete premuto il tasto Ctrl cliccando su "Barra delle applicazioni e menu Avvio": compare una scheda extra, intitolata "Opzioni barra del desktop", che per ora non funziona. E' un avanzo lasciato nella fretta di pubblicare Windows 98, o forse un anticipo delle correzioni già previste per settembre.

Chi è saggiamente rimasto a Windows 95 può scoprire dove si nascondono i nomi degli autori del programma. Cliccate sul Desktop col pulsante destro del mouse e scegliete Nuovo e poi Cartella. Assegnate alla cartella il nome "and now, the moment you've all been waiting for". Poi cambiate il nome della cartella in "we proudly present for your viewing pleasure" e cambiatelo ancora in "The Microsoft Windows 95 Product Team!". Ora aprite la cartella: vedrete un'animazione con i nomi dei programmatori che hanno creato Windows 95. Ora sapete chi maledire quando Windows fa le bizze!

Ancora più impressionante: in Excel 97 è nascosto un giochino. Aprite un foglio di calcolo nuovo, andate alla riga 95, selezionatela tutta cliccando sul numero di riga e poi premete il tasto Tab per raggiungere la colonna B. Poi cliccate sul menu Guida e scegliete "Informazioni su". Tenete premuti i tasti Ctrl, Alt e Maiusc contemporaneamente e cliccate su "Supporto prodotto". Compare un vero e proprio videogioco in stile Quake, intitolato "la sala delle anime tormentate": in fondo alla sala scorrono i nomi dei programmatori. Tornate sui vostri passi e digitate "excelkfa". Il muro scompare e, se riuscite a percorrere una passerella a zig zag, vedrete le foto delle "anime tormentate".

Quante altre cose (forse meno innocue) sono nascoste nei programmi che usiamo?

A caccia di uova

Come si fa a scoprire queste chicche così ben nascoste? Semplice: si va su Internet e si visita un motore di ricerca, immettendo "easter egg" come parole chiave. Se volete un sito apposito bell'e pronto (ma in inglese), visitate http://www.eeggs.com, dal quale ho tratto queste sorpresine. Ce ne sono per tutti i programmi e anche per i computer che non usano Windows.

056. Lavoro e Internet (prima parte) (10/1998)

Internet offre grandi opportunità di lavoro: il problema è saperle cogliere. Non è facile come sembra, e molti si sono già scottati le dita. Permettetemi allora qualche suggerimento, visto che di Internet ci vivo. Cominciamo dall'elemento chiave: voi. Cosa dovete saper fare?

Scordatevi, innanzi tutto, che saper usare Internet basti di per sé a trovarvi lavoro. L'uso degli strumenti di base della Rete (e-mail e Web) è ormai considerato un requisito, non un talento supplementare. E' come saper guidare l'automobile: se è questa l'unica cosa che sapete fare, passerete la vita a fare gli autisti.

Altro requisito: l'inglese. Ormai fa parte di qualunque mestiere, anche non tecnologico; figuriamoci poi quant'è vitale per Internet, che è nata negli USA e ancor oggi è prevalentemente "abitata" da americani. Se non sapete l'inglese, non andrete molto lontano nella Rete.

Non illudetevi di poter tirare a campare con i programmi in italiano: vengono pubblicati mesi dopo gli originali, e in Rete non c'è lavoro per chi non è al passo con i tempi. In più contengono errori di traduzione monumentali (Windows 98 compreso), e comunque i programmi migliori per Internet non vengono nemmeno tradotti. Insomma non si scappa: se volete una carriera in Rete, l'inglese è indispensabile.

Sorpresa: una laurea in informatica è invece superflua. Non sto scherzando. La tecnologia di Internet non si impara all'università: nessun programma ministeriale è in grado di stare al passo con l'evoluzione frenetica della Rete. Tanti miei colleghi non hanno avuto tempo da perdere dietro al classico "pezzo di carta", e i loro clienti non glielo hanno mai chiesto.

Internet si impara sul serio in un solo modo: sul campo. Compratevi un computer moderno, leggete libri sui temi informatici che vi interessano, provate a scrivere programmi; tutto serve per capire la contorta logica dei chip. Leggete i newsgroup tecnici di Internet (tutti quelli della serie it.comp, ad esempio), fonte preziosissima e gratuita di esperienza.

Ma soprattutto, prima di buttarvi in una carriera telematica, assicuratevi di avere una risorsa che molti trascurano: la voglia di studiare per tutta la vita. In questo mestiere, la sapienza di oggi, conquistata con fatica, è la spazzatura di domani.

Ghost a basso prezzo anche in Europa

Dopo il recente articolo su Ghost (il programma che crea uno strepitoso backup integrale di Windows 95/98, dati e programmi), la società distributrice americana del programma ha deciso di offrire anche agli utenti europei gli stessi prezzi che propone in USA: la versione Personal è quindi ora disponibile a novanta dollari, anziché settecento e passa, presso http://www.innovativesoftware.com.

057. Lavoro e Internet (seconda parte) (18/10/1998)

Che tipo di posti di lavoro offre Internet, e come si fa a trovarli?

A dire il vero la Rete non crea "posti" di lavoro, cioè scrivanie dietro alle quali ci si piazza immobili per tot anni. Il lavoratore digitale di successo non si fa assumere: è un professionista che lavora dove c'è bisogno in quel momento ed è pronto a cambiare clienti e modi di lavoro quando si presenta un'opportunità migliore. Deve saper accettare il fatto che la mobilità è vitale per una carriera in Rete. Come professionista, ovviamente, deve essere pronto ad accollarsi rischi e tasse che il lavoro dipendente non comporta. Cosa gli succede se si frattura un polso o se un cliente non paga?

Intendiamoci: "mobilità", nel mondo della Rete, non significa fare i pendolari o cambiare città in continuazione. Molti dei lavori più remunerati di Internet si possono svolgere direttamente da casa propria, risparmiando stress, tempo e denaro. Andare da un cliente a un altro è spesso solo una questione di un paio di comandi digitati sul computer di casa.

Ci sono due modi fondamentali per trovare lavoro con Internet. Il primo è affiancare alla competenza informatica una conoscenza in un altro settore. Avete talento grafico? Diventate illustratori di pagine Web. Qualcuno deve pur disegnare tutte quelle icone e quei bottoncini su cui cliccare. Bravi con le lingue? Traducete le pagine Web aziendali (sapeste quante cantonate ci sono). Venditori nati? Imparate la Rete e vendete spazi pubblicitari nelle pagine Web.

Il secondo modo per avere lavoro in Rete è crearselo. Ci vuole un pizzico di fantasia e soprattutto bisogna offrire qualcosa di originale. Volete un'idea? Ve la offro gratis.

Sapete cosa sono i "blooper"? Sono gli errori dei film (si va dai gladiatori con l'orologio a intere scene fuori sequenza). Tutti i film ne sono affetti. Io mi abbonerei volentieri a una "rivista" Internet che mi mandasse via e-mail i blooper dei film in onda sera per sera, e non credo di essere il solo. La Rete è ricca di archivi pubblici di strafalcioni cinematografici. Qualcuno si offre?

Una rivista del genere può mantenersi in due modi: includendo della pubblicità o facendosi pagare dagli abbonati. Ma come ci si fa pagare via Internet? Alla prossima puntata.

Attenti a ICQ

Appassionati di ICQ, il programma che consente di sapere quando i vostri amici sono in Rete contemporaneamente a voi? Allora attenti: è possibile "rubare" un'identità ICQ e leggere le comunicazioni altrui. Basta mandare una password lunga più di otto caratteri. Questo non è consentito dai normali programmi per ICQ, ma in Rete sono disponibili apposite versioni modificate. Quindi non usate ICQ per comunicazioni delicate!

058. Lavoro e Internet (terza parte) (15/11/1998)

Siete bravi a scrivere programmi per computer? Mi rallegro per voi; purtroppo, statistiche alla mano, in tal caso è assai probabile che non siate altrettanto bravi nel vendere il risultato delle vostre fatiche. Infatti è rarissimo che una persona abile in informatica sia portata anche per l'amministrazione; ci vogliono forme mentali troppo diverse, e gli informatici sono notoriamente un po' scollegati dalla realtà.

Se volete guadagnarvi da vivere vendendo al pubblico i vostri programmi, Internet è un passaggio obbligato, perché i costi di distribuzione sono praticamente zero e la clientela potenziale è vastissima. Il problema è farsi pagare: l'unica strada seriamente praticabile sarebbe attrezzarsi per ricevere pagamenti tramite carta di credito, ma in Italia è un'operazione costosissima e ci vogliono credenziali da Paperon de' Paperoni.

Per fortuna Internet ci permette di scavalcare istantaneamente i confini e assoldare la Rete come socio.

Infatti basta rivolgersi all'estero e i problemi scompaiono. Considerate ad esempio ShareIt (http://www.shareit.com). In cambio di una percentuale sulle eventuali vendite del vostro programma, questo sito vi offre una pagina Web e raccoglie per voi i pagamenti tramite carta di credito. A voi non rimane che specificare come e dove volete ricevere i soldi raccolti. Attivare un "negozio virtuale" con siti come ShareIt richiede non più di venti minuti. Voi non rischiate nulla: non vi vengono chiesti pagamenti o anticipi. Se il vostro programma vale e vende, guadagnate; altrimenti siete sicuri che perlomeno non ci rimettete dei soldi.

Ma funziona la vendita di programmi via Internet? Non c'è il rischio che qualcuno si compri il programma e poi ne distribuisca gratuitamente infinite copie illegali? Certamente il rischio esiste. Eppure conosco molti programmatori che si guadagnano egregiamente da vivere con questo sistema.

Il fatto è che nonostante i non-internettisti siano convinti che siamo una banda di pedofili e pirati, la maggior parte degli utenti di Internet è gente onesta e pulita, che se trova un programma che le piace, funziona e costa poco, lo paga. Un paio di esempi di successo? Il diffusissimo programma di compressione WinZip e l'altrettanto popolare Audiograbber per copiare brani musicali dai CD usano sistemi di vendita come ShareIt.

Non reinventate la ruota

Prima di mettervi a creare un programma da vendere via Internet, controllate che qualcuno non abbia già scritto qualcosa di analogo. Il modo più spiccio è visitare le varie biblioteche di programmi, come ad esempio http://www.download.com e http://www.filepile.com, e usare i loro motori di ricerca interni. Insomma, non reinventate la ruota, o se proprio dovete farlo, miglioratela!

059. Dov'è il tasto euro? (29/11/1998)

La scadenza è vicina: da gennaio dovremo fare i conti anche con la nuova moneta europea. Problema: salvo rari casi, sulla tastiera del computer manca il tasto con il simbolo dell'euro.

Non preoccupatevi: non è affatto necessario precipitarsi a spendere centoventimila lire per una tastiera nuova dotata di tasto euro. Potete usare quella che avete. Ecco come fare.

Se usate Windows 98, non avete grandi problemi (a parte quello di usare Windows 98, ma questa è un'altra storia). Il simbolo dell'euro è già incluso, anche se probabilmente non è riportato sulla vostra tastiera. Premete il tasto AltGr, tenetelo premuto e intanto premete il tasto con la lettera E. Poi rilasciate entrambi i tasti contemporaneamente. Otterrete uno splendido simbolo dell'euro in qualsiasi programma "euro-abilitato", come Word 97. Per i patiti del tastierino numerico, lo stesso risultato si ottiene digitando Alt-0128.

Se invece siete rimasti fedeli al meno elefantiaco Windows 95, come me, le cose si complicano. La Microsoft distribuisce gratuitamente una "patch" (letteralmente "pezza", nel senso di "ci mettiamo una pezza"), ma al momento è disponibile e consigliata soltanto per Windows 95 inglese; la versione per Windows 95 italiano è data per "imminente". Troverete il tutto presso http://www.microsoft.com/windows/euro; la pezza si chiama w95_euro.exe.

Aggiornare un computer all'euro non è soltanto una questione di tastiera. Anche i caratteri della stampante e dello schermo vanno aggiornati. La pezza di Microsoft include le versioni eurocompatibili dei tipi di carattere più diffusi (ad esempio Arial, Courier, Times), e questo risolve il problema dello schermo. Altro discorso è la stampante: dovete convincerla a stampare usando i caratteri che le manda Windows invece di usare quelli incorporati (l'esatta procedura dipende dal modello di stampante).

Anche dopo tutta questa fatica, i programmi più vecchi (compreso il Blocco Note) non riconosceranno il simbolo dell'euro; in tal caso non vi resta che sostituirli con versioni aggiornate. Che pagherete profumatamente. Chi ha detto che l'euro riduce i costi e migliora l'economia?

Euro per Macintosh

Anche i personal computer Apple, che non usano Windows, hanno i loro bravi problemi con l'euro. Siete sedotti dalle curve e dal verde acqua trasparente dell'ultimo nato in casa Apple, l'iMac? Allora controllate che usi la versione 8.5 o superiore di MacOS, che gestisce l'euro (tramite la combinazione di tasti Opzione-Maiusc-2). Fra l'altro, non fate figuracce chiedendo al venditore dove si infilano i dischetti: l'iMac è privo di drive per floppy.

060. Quando cade la linea (13/12/1998)

Perché ogni tanto ci cade la linea durante i collegamenti a Internet?

Come al solito quando c'è di mezzo l'informatica, i motivi possibili sono la metà di mille. Ecco un paio di suggerimenti per eliminare le cause di caduta più comuni.

Innanzi tutto controllate di non aver attivato il servizio Telecom chiamato "avviso di chiamata" (le istruzioni sono nell'avantielenco): la sua vocina si intromette nella comunicazione fra il vostro modem e quello del vostro fornitore d'accesso a Internet, che non riescono più a risincronizzarsi e quindi si scollegano.

La linea cade anche quando rimanete inattivi troppo a lungo, ad esempio soffermandovi a leggere una pagina del Web durante il collegamento. Se non cambiate pagina o fate qualcos'altro (prelevare la posta o un file, per esempio), dopo un certo periodo in cui non c'è flusso di dati da o verso il vostro computer il sistema pensa che vi siate addormentati e quindi stacca il collegamento per fare posto ad altri utenti e non farvi sprecare scatti.

Parte di questo controllo di inattività spetta al vostro computer, nel quale è importante che il tempo d'attesa impostato non sia troppo breve: diciamo almeno quattro minuti. Sotto Windows 95/98, andate in Accesso Remoto, cliccate col pulsante destro sull'icona del collegamento a Internet, scegliete Proprietà, cliccate su Configura e raggiungete la scheda Connessione. Qui trovate "Disconnetti se inattiva per più di...", dove potete specificare il tempo massimo di attesa.

Anche il fornitore d'accesso, però, esegue un proprio controllo: impostare sul vostro PC un tempo d'attesa lungo, quindi, non basta a tenere aperta indefinitamente la connessione. Per rimediare a questa magagna ci sono i programmi "stay-alive", che scambiano periodicamente dei dati con Internet, facendo credere al modem del fornitore che siete attivi davanti al computer.

Questi programmi funzionano a meraviglia, ma servono veramente? Con un attimo di furbizia potete evitare di usarli: infatti basta impostare il vostro programma di posta elettronica in modo che vada a ispezionare la vostra casella ogni due o tre minuti. Questo terrà attivo il collegamento senza dover installare e pagare programmi supplementari.

Collegàti prima ancora di collegarsi

I messaggi di Windows 95/98 non sono soltanto oscuri: spesso sono bugiardi. Ad esempio, quando vi collegate a Internet non occorre affatto attendere il messaggio di connessione completata prima di iniziare la navigazione. In realtà siete già collegati: ve ne accorgerete impostando il vostro programma di email in modo che visiti automaticamente la vostra casella. Preleverà la posta prima ancora che venga accettata la password di ingresso in Internet.


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