Raccolta degli articoli per la Gazzetta dello Sport (1999)

La versione degli articoli che leggete qui è quella originale, così come l'ho scritta io e con il titolo che ho scelto io; la versione pubblicata dalla Gazzetta può essere leggermente diversa per motivi di impaginazione (o per esigenze editoriali, visto che spesso dico cose indelicate).

Tutti gli articoli sono © 1999 Paolo Attivissimo.

Gli articoli possono essere distribuiti liberamente, a patto che:

061. Cellulare dati per Natale? No grazie! (10/1/1999)

Natale si avvicina e si comincia a pensare a quale regalo fare (o farsi). In cima alla lista di molti internettari c'è il telefonino GSM in grado di collegarsi a Internet. Se siete indecisi, vi offro qualche dritta.

Ho notato che sono in molti a pensare che oggi collegarsi a Internet col telefonino costi meno che farlo col telefono di casa. Errore. Certo, ci sono offerte di collegamento cellulare a Internet anche a 240 lire al minuto, ma se fate bene i conti un collegamento in rete urbana dall'apparecchio di casa costa molto meno: in molti orari, e con gli sconti della Telecom per Internet, si scende a meno di mille lire l'ora. Col cellulare spendereste la stessa cifra in quattro minuti.

Il telefonino per Internet non conviene neanche rispetto ai collegamenti in interurbana dalla rete fissa: i costi telefonici sono quasi pari, ma i collegamenti via cellulare sono molto più lenti di quelli normali. Lo standard GSM impone per ora un massimo di 9600 bit per secondo, contro i 57000 della rete telefonica fissa. Alcuni telefonini "barano" e vanno un po' più veloci, ma comunque non c'è paragone.

C'è poi da considerare che di solito i cellulari richiedono una costosa scheda PC Card aggiuntiva. Alcuni modelli ne fanno a meno e si collegano direttamente alla porta seriale o a infrarossi del computer, simulando un modem, e sono senz'altro meno macchinosi, ma i prezzi sono comunque elevati a fronte di prestazioni modeste.

Insomma, vi conviene comperare un cellulare per trasmissione dati solo se siete disperati come me e spesso dovete collegarvi a Internet dove non c'è l'ombra di una presa telefonica compatibile (durante i viaggi, ad esempio).

Soprattutto tenete presente che dietro l'angolo c'è un salto di qualità enorme: infatti l'anno prossimo gran parte dei gestori cellulari europei introdurrà il GPRS (General Packet Radio Service), un'estensione del GSM che consentirà trasmissioni a 150 kilobit per secondo, cioè quindici volte la velocità attuale e tre volte quella di una linea telefonica fissa. A patto, ovviamente, di comperare un telefonino apposito: il mio consiglio è dunque di non rompere il salvadanaio almeno fino all'anno prossimo.

Saperne di più sui telefonini

E' facile smarrirsi nel caos delle offerte tariffarie e delle infinite e intricate prestazioni tecniche dei vari modelli di cellulare. Se volete informarvi da fonti obiettive e slegate dalle aziende, provate queste guide tutte in italiano: http://space.tin.it/internet/adbianch/display.html e http://www.gsmworld.netcity.it/. Un'altra ottima fonte di casi vissuti e di esperienze pratiche è il newsgroup it.tlc.cellulari.

062. Acceleratori (24/1/1999)

Internet è lenta, accidenti. Dopo la sbornia di nuovi abbonati a Natale, più che navigare sembra di risalire le rapide in pedalò. Sono in vendita programmi che dichiarano di velocizzare la navigazione, ma funzionano davvero?

Dipende dal vostro stile di navigazione. La maggior parte di questi programmi infatti cerca di anticipare le vostre mosse, prelevando anche tutte le pagine del Web collegate a quella che state esaminando. In questo modo, se cliccate su un collegamento (link) la pagina corrispondente compare istantaneamente. Se però saltate da una pagina Web a un'altra non collegata (ad esempio digitando il suo indirizzo), il programma non riesce ad anticiparvi e tutto torna lento come prima.

Cosa peggiore, questi programmi trasferiscono molte pagine che non guarderete nemmeno, intasando ulteriormente la Rete.

C'è un sistema più intelligente: usare la compressione digitale per ridurre la quantità di dati da trasmettere. In pratica, il testo e le immagini delle pagine Web che volete visitare vengono compressi prima di essere trasmessi al vostro computer e poi decompressi in tempo reale all'arrivo sul vostro schermo.

Questo è il metodo usato da BoostWeb, un minuscolo programma (131 kilobyte) disponibile solo per Windows e prelevabile presso http://www.boostweb.net. La prova è gratuita per qualche giorno, poi se siete soddisfatti pagate 30 dollari l'anno per continuare a usarlo. E' compatibile con Explorer e Netscape; una volta installato è invisibile e automatico.

Funziona? Sì, ma ha un paio di limitazioni: per motivi di sicurezza non funziona con le pagine Web dove si fanno acquisti, e soprattutto si basa su una serie di potenti computer dedicati (proxy server) sparsi per il mondo, che per ora sono poco trafficati e quindi funzionano (quasi sempre) a meraviglia, ma resta da vedere se verranno potenziati di pari passo con il prevedibile boom di utenti.

Vale la pena comunque provarlo: male non fa, e in ogni caso si disinstalla facilmente. Se poi volete spremere al massimo la vostra connessione a Internet, aggiungete il programma gratuito MtuSpeed presso http://www.mjs.u-net.com/mtuspeed.htm. Modifica i parametri dell'Accesso Remoto di Windows, ottimizzandoli per la vostra situazione individuale: tuttavia tocca parti molto delicate di Windows, quindi se non sapete come fare una copia di sicurezza del Registro di Windows è meglio stare alla larga.

JFAX sbarca in Italia

Vi ho già raccontato tempo fa di Jfax (http://jfax.com), il servizio che vi offre un numero di fax personale in varie città del mondo, senza richiedere seconde linee e senza dover comprare il fax. I fax che ricevete vi vengono trasmessi via Internet come allegati alla normale posta; in più potete anche spedire fax dal vostro computer a tariffe molto ridotte. La novità è che ora i paesi coperti da Jfax includono anche l'Italia, specificamente con la città di Milano.

063. Internet prepagata (2/1999)

Sull'onda del successo spettacolare delle tessere prepagate ricaricabili per i telefonini, alcuni grandi provider (società che offrono accesso a Internet) hanno proposto delle carte ricaricabili per collegarsi a Internet. Convengono quanto le ricaricabili per i cellulari rispetto all'abbonamento "tradizionale"? Dipende tutto da quanto tempo passate in Rete.

Un normale abbonamento "full", che consente di accedere a Internet senza limiti di tempo per un anno, viene offerto dai maggiori provider italiani (TIN e Italia Online) a circa 270.000 lire IVA inclusa, vale a dire ventimila lire al mese. Con alcune formule (ad esempio Internet & Telefono di IOL) si può scendere anche a quindicimila lire mensili di "canone". Con questi abbonamenti, più navigate, più si diluisce la spesa del canone. Tutti questi importi non includono i costi telefonici di collegamento.

L'offerta Internet Ricaricabile di TIN, invece, propone 99.000 lire per un limite di 40 ore (le ricariche costano qualcosina meno); i costi Telecom di collegamento sono sempre a parte.

Due conticini mostrano chiaramente che la ricaricabile TIN conviene solo a chi naviga pochissimo: infatti se superate le cento-centodieci ore l'anno, pari a circa venti minuti al giorno, siete già in perdita.

C'è anche un'altra offerta interessante, quella di Yes (http://www.yescard.it), che a differenza delle precedenti ha il pregio di includere anche i costi telefonici. Tuttavia, 40 ore di Internet con Yes costano 190.000 lire (fra kit di navigazione obbligatorio e una ricarica). Anche includendo i costi telefonici di 40 ore in rete urbana, pari a circa centomila lire nella fascia oraria più cara, il risparmio rispetto alla ricaricabile TIN è modesto. Il limite di convenienza di Yes rispetto all'abbonamento tradizionale è anche in questo caso intorno alle cento ore l'anno; se le superate, è meglio l'abbonamento normale.

Il grande vantaggio di Yes è un altro: evita di gravare sulla bolletta telefonica di casa, con somma soddisfazione dei genitori dei giovani internettisti.

Insomma, se volete limitarvi ad "assaggiare" la Rete, o semplicemente a scambiare posta elettronica, scegliete una soluzione ricaricabile; altrimenti andate tranquilli con l'abbonamento standard.

Che cosa vuol dire POP?

Avrete notato che nelle pubblicità di Internet ricorre spesso il termine POP. Ovviamente non indica un genere musicale, ma è l'abbreviazione dell'inglese Point Of Presence. In termini terra terra, indica un punto di accesso alla Rete; una sorta di casello per entrare nell'autostrada informatica. Se un provider vi dice che c'è un suo POP nella vostra località, significa che potete usarlo per collegarvi a Internet a tariffa urbana.

064. Rimborso per Windows? (21/2/1999)

Nessuno dà niente per niente: un proverbio che in Internettese diventa la diffusissima sigla TANSTAAFL, che sta per "there ain't no such thing as a free lunch" (i pasti davvero gratuiti non esistono).

Queste sagge parole valgono anche per i programmi "omaggio" che ricevete quando acquistate un computer. Come avrete probabilmente sospettato, in realtà questi programmi si pagano.

Il caso più classico è l'acquisto di un computer sul quale è preinstallato Windows. Considerato che Windows 98, se acquistato separatamente, costa quattrocento e passa mila lire, quanto incide sul costo del computer il fatto di ricevere Windows in "omaggio"?

La risposta varia a seconda della marca: ad esempio, una delle aziende che ho interpellato (Vobis) mi ha quantificato il costo dell'"omaggio" in un bel cinquantamila lire, ma la cifra esatta può anche essere parecchio superiore in altre marche. Su Internet ha fatto notizia il rimborso di 110 dollari (quasi centonovantamila lire) dato a un utente australiano.

Il problema è che i rivenditori e le pubblicità spesso passano sotto silenzio questa possibilità di risparmio, dando l'impressione che il computer debba per forza avere Windows preinstallato. Tanto è quello che vogliono praticamente tutti gli acquirenti.

Ma supponiamo che io sostituisca il mio PC attuale con uno nuovo, sul quale installo il Windows che c'era su quello vecchio, o che io voglia installare un altro sistema operativo, ad esempio Linux (che è davvero gratuito e liberamente prelevabile dalla Rete). Perché devo pagare per un Windows in più che non mi serve? Molti gruppi di consumatori chiamano questo esborso apparentemente obbligatorio la "tassa Microsoft".

C'è modo di evitare questi costi occulti? Certamente. La prossima volta che acquistate un computer, se non intendete usare il Windows che vi viene proposto "in omaggio" con il nuovo PC, chiedete al negoziante di dirvi quanto costa il PC senza Windows. Alcune grandi catene di distribuzione hanno due listini prezzi (con e senza Windows), di cui però viene pubblicizzata soltanto una parte. Se il negoziante fa finta di non capire, o se vi dice che Windows preinstallato è obbligatorio, forse è il caso di cambiare negozio.

Gergo internettese

Il gergo di Internet non è affatto sottomesso alla dominazione linguistica dell'inglese. Man mano che cresce il numero di utenti italiani nascono nomi italiani per esprimere i concetti della Rete. Il simbolo @, così frequente negli indirizzi Internet, è diventato una bella "chiocciolina". Il principiante imbranato e rompiscatole, "newbie" in inglese, diventa un azzeccatissimo "utonto" ("utente" fuso con "tonto").


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