Internet per Tutti - Newsletter gratuita

Raccolta degli articoli di marzo 2004

(C) 2004 Paolo Attivissimo. Distribuzione libera alle condizioni indicate presso http://www.attivissimo.net/nl/norme_distribuzione.htm.

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[IxT]2004_03_31 - 045. Antibufala: sbufalato il drago in formalina

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Ricordate la storia del "drago sotto spirito", che circolò a gennaio scorso? Si trattava di un presunto "cucciolo di drago", descritto come alto una trentina di centimetri, conservato in formaldeide e ritrovato "sotto un cumulo di roba vecchia da un certo David Hart, nipote di Frederick Hart, un tempo facchino del Museo di Storia Naturale di Londra".

La bufala era evidente a tutti, tranne ai più creduloni, ma l'immagine del draghetto, colle sue braccine palestrate e un curioso cordone ombelicale (in un rettile?), fece il giro del mondo. Ora l'autore della burla ha ammesso tutto. Come riferito dalla BBC

http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/oxfordshire/3576987.stm

si tratta di Allistair Mitchell, uno scrittore che ha architettato la storia del drago in formalina per lanciare la propria carriera. E gli è andata bene: si è aggiudicato un contratto con un importante editore inglese, Waterstone's, per la pubblicazione di un thriller che coinvolge, guarda caso, un drago.

Il drago è stato creato da veri specialisti del settore, quelli della Crawley Creatures, autori dei modelli usati nel popolarissimo documentario televisivo Walking with Dinosaurs (trasmesso anche in Italia).

L'intera storia è a vostra disposizione presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/cucciolo_drago/sotto_spirito.htm

Tanto di cappello a Mitchell, ma soprattutto agli artisti della Crawley Creatures, per aver confezionato un drago veramente simpatico.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_31 - 044. Apparizione mistica: dialer alla TV svizzera

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Se siete in una zona dove si riceve la Televisione Svizzera di lingua italiana, domani sera (1/4, lo so, ma non è un pesce d'aprile), nella trasmissione "Falo'" di TSI1, alle 21, ci sarà una mia breve apparizione mistica sul tema dei dialer, in concomitanza con la drastica decisione svizzera di vietare completamente l'uso dei dialer sul prefisso 0900 (equivalente elvetico degli italici 899) a partire proprio dal primo aprile.

Al di là delle brevi considerazioni tecniche, che saranno sicuramente molto stringate per via dei tempi televisivi e che già ben conoscete se frequentate questa newsletter, la mia apparizione mistica potrebbe essere interessante da un punto di vista squisitamente tecnologico: è la prima volta che mi capita di fare un'intervista televisiva con milleduecento chilometri fra intervistatore e intervistato.

Infatti io ero in Inghilterra, nel mio ufficio, e la troupe della TSI era in Svizzera: abbiamo fatto tutto via Internet, usando strumenti normalissimi (una webcam, Messenger, una linea ADSL) e "barando" soltanto nel senso che abbiamo aperto anche una linea telefonica per l'audio e alcuni spezzoni sono stati girati anche con una videocamera digitale, la cui cassetta ho poi spedito in Svizzera.

Sono curiosissimo di vedere com'è venuta questa sperimentazione (era una novità anche per la TSI), che schiude notevolissimi orizzonti per il futuro, per cui se vi capita di registrarla e me ne potete mandare una copia (credo non ci siano problemi legali, visto che sono uno degli "autori"), ve ne sarei gratissimo. Ovviamente ogni commento è ben gradito!

Sarebbe interessante se a questo punto, sulla scia di quello che è stato deciso in Svizzera, anche il Ministero delle Comunicazioni italiano decidesse di porre fine alla vergogna dei dialer sui prefissi 899 e simili, ossia su numerazioni italiane. Resteranno i dialer su prefissi internazionali, perché manca la giurisdizione, ma almeno in casa propria si potrebbe fare un po' di pulizia. Ma mi sa che i soldi in ballo sono troppi.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_27 - 043. Pensieri Espressi sul decreto Urbani

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Sull'Espresso di questa settimana.... Lo so, sembra l'inizio di una celebre bufala sugli stipendi dei parlamentari, ma sull'Espresso n. 12 dell'1/4/2004, già in edicola, alle pagine 79-82, c'è un servizio sul decreto Urbani con numerose voci autorevoli che commentano il controverso provvedimento che colpisce il mondo dei circuiti di scambio "peer to peer".

A proposito, mi raccomando, non cadete nel tranello assai comune di chiamarli "pear to pear". "Peer to peer", con due E, significa "tra pari grado", ma "pear to pear" vuol dire "da pera a pera". A meno che usiate le pere per scambiare file, rischiate di fare una figura abbastanza barbina.

Ma torniamo a noi: nell'articolo, dicevo, trovate le opinioni di Andrea Monti (Alcei), Giovanni Ziccardi (professore di informatica giuridica), di Paolo Nuti (presidente dell'associazione dei provider italiani), tutti perplessi sull'applicabilità ed efficacia del decreto, e anche quelle dell'altra campana: Davide Rossi di Univideo e Luciano Daffarra della Fapav (Federazione antipirateria audiovisiva), che addirittura reclama sanzioni penali per chi scambia film vincolati.

C'è anche un mio commentino, che però è uno piccolo estratto di un'intervista parecchio più lunga. Magari vi interessa la versione completa, e siccome a casa mia non si butta via niente, ve la allego qui sotto con il permesso di Federico Ferrazza de l'Espresso.

E: Qual è il tuo commento sul decreto?

PA: Giuridicamente, un colabrodo inapplicabile; psicologicamente, un successo per le lobby cinematografiche, perché mette paura anche se non ce n'è motivo piu' di quanto ce ne fosse prima. Scaricare un film non libero da vincoli di copyright è illegale anche senza il decreto Urbani.

E: Dal punto di vista tecnico, è fattibile che una persona che si scarica attraverso p2p "Il signore degli anelli" e non tolga il file dalla cartella "file condivisi" finisca in carcere?

PA: In carcere no, dato che la pena detentiva, perlomeno nella versione attuale del decreto, non è prevista per il caso che descrivi. Personalmente, penso che chiunque scarichi un film così spettacolare, nato per il grandissimo schermo, si meriti comunque un ceffone, perché vedere un film in condizioni cosi' patetiche è un insulto all'arte prima ancora che un danno all'industria del cinema. Ma questa e' un'altra storia.

E: Insomma, secondo te, il decreto sarà effettivamente attuato?

PA: Ammesso che passi senza modifiche [l'intervista risale a prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale], credo che finira' presto nel dimenticatoio delle leggi da tirar fuori all'occorrenza contro i personaggi scomodi della Rete, come gia' avvenuto in passato per altre leggi riguardanti Internet. Puo' darsi che venga applicata a quale "caso esemplare", per fare spettacolo e dare il contentino a chi crede ancora che la crisi del cinema sia dovuta alle pessime copie circolanti su Internet. Un film come il Signore degli Anelli incassa un miliardo di dollari, eppure era disponibile su Internet il giorno dopo la prima. Come mai?

E: Un'altra legge liberticida, quindi. Riusciranno le lobby delle grandi aziende a imbrigliare Internet o non hanno speranza?

PA: Non credo sia una legge liberticida, ma una legge che fa male alla Legge, quella con la L maiuscola, perché la ridicolizza tutta agli occhi del cittadino in quanto inapplicabile. E' come vietare la pioggia per decreto. A parte questo, non si può imbrigliare Internet senza riprogettarla dalle radici per ragioni squisitamente tecniche. Tutti i sistemi anticopia vengono sistematicamente scavalcati. I circuiti di scambio si stanno già attrezzando con tecniche anti-intercettazione. Soprattutto, in tempi come questi trovo ridicolo che si dedichi tanta foga poliziesca a proteggere un modello commerciale obsolescente come quello cinematografico che non ha saputo stare al passo con la tecnologia. A livello industriale, stampare il DVD di un film costa meno della videocassetta corrispondente, eppure il DVD viene venduto a un prezzo maggiore: come mai?

E: Credi che internet, dopo che per anni è stato sinonimo di libertà, possa trasformarsi in un sistema di controllo rigido?

PA: Dipende. Si dice spesso che affinché il male prevalga, è sufficiente che gli onesti non facciano nulla. Lo stesso vale per Internet: se gli utenti non imparano a conoscerne le vere potenzialità liberatorie e si fanno ingabbiare dall'Internet patinata e luccicante offerta dai servizi commerciali, la Rete diverrà sterile, una sorta di televisione cliccabile i cui contenuti sono imposti dall'alto. Se vogliamo conservare la libertà di creare e pubblicare senza dipendere da nessuno, dobbiamo diventare tutti un po' "hacker", nel senso di "smanettoni".

E: Esistono dei metodi per non farsi beccare che magari potrebbero essere usati da qui in avanti? Se sì quali?

PA: Sì, ce ne sono molti. Tuttavia, descriverli sarebbe una violazione di uno dei commi del decreto. Questa e' la parte più preoccupante del decreto, a mio avviso: come è già successo ai ricercatori informatici americani con la DMCA, se approvato imbavaglierebbe chiunque offra nozioni tecniche che si prestano al "dual use": utilizzabili sia per fini leciti, sia per fini illeciti.

E: Poniamo che questa legge non fosse mai stata approvata. Come se ne potrebbe uscire dal conflitto p2p - major?

PA: Sono passati cinque anni dall'avvento di Napster e ancora le major non riescono a fermare il p2p. Potrebbero semplicemente arrendersi all'evidenza e sfruttare il p2p invece di contrastarlo invano. Le copie dei film di prima visione disponibili nei circuiti p2p sono spesso incomplete o di bassa qualità, addirittura con le sagome degli spettatori nel fotogramma; vedere un film scaricato in queste condizioni è una pena. Chi legifera su queste cose dovrebbe provare a scaricarne uno, così si renderebbe conto dell'assurdità del considerare queste copie una minaccia per il cinema. Le major potrebbero usare il p2p per offrire copie qualitativamente garantite, senza alcuno degli attuali oneri di tiratura e distribuzione, quindi a costi bassissimi, in contemporanea con l'uscita al cinema. Sono convinto che gli utenti pagherebbero volentieri un euro in cambio della garanzia di un film completo e ben fruibile. Gli utenti non sono tutti stupidi e disonesti, anche se le major continuano a trattarli come tali.

E: Se ne hai notizia, quali sono le norme in materia negli stati uniti e in alcuni altri paesi d'europa?

PA: Non sono abbastanza qualificato da farti una trattazione specifica, ma grosso modo le leggi sono simili in USA e in UE: scaricare o duplicare un'opera soggetta a vincoli di copyright è illegale ovunque. Cambiano la severità della pena associata e la tolleranza nell'applicarla, ma il principio di base è sempre lo stesso: copiare senza il permesso dell'autore (o di chi detiene i diritti) non si può, salvo casi molto limitati (brevi spezzoni, diritto di citazione). Ma siccome con la tecnologia d'oggi copiare è facilissimo, è ora di ripensare le leggi sul diritto d'autore per tenerne conto. Si potrebbe cominciare riportandole al loro scopo originale, che era quello di promuovere la creazione di cultura dando agli _autori_ (non alle multinazionali) un diritto esclusivo di sfruttamento _limitato nel tempo_, trascorso il quale l'opera diventava patrimonio della collettività. Inizialmente, il limite era ventotto anni: ora è arrivato, per i film, a centoventi. Un film prodotto oggi diventerà libero nel 2124, quando tutti coloro che vi hanno contribuito sono morti da un pezzo, ma la major continuerà a incassare. La canzone "Tanti auguri a te", pubblicata nel 1935, frutta ancora due milioni di dollari l'anno alla Time Warner. L'ultima delle sorelle Hill che la scrissero è morta nel 1946. Ha senso?

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_25 - 042. Antibufala: "annunciato" un attentato per Pasqua

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E poi mi chiedono "ma che male fa un appello, anche se falso?" Chiedetelo a quelli che hanno diffuso la vergognosa bufala del bambino travolto allo stadio.

Siamo all'incoscienza totale: adesso gli utenti ricevono e propagano addirittura allarmi-bufala che "annunciano" attentati per Pasqua.

"Ciao ragazzi" dice l'appello "questo non è uno scherzo. Oggi ho saputo dalla mia collega che un'hostess dell'alitalia (il marito della mia collega lavora per l'alitalia), in un volo per il marocco, la ragazza ha trovato un portafoglio sul sedile, quando i passeggeri scendevano. Sapeva di chi fosse, e così l'ha restituito. Il signore arabo, l'ha ringraziata molto e prima di uscire dall'aereoporto è tornato da lei e gli ha detto, visto che lei gli ha fatto un grande piacere lui ne faceva uno a lei: 'Non prenda la metropolitana a Roma o a Milano a Pasqua, succederà qualcosa di VERAMENTE BRUTTO, mi raccomando mi ascolti.' Ragazzi, fatelo girare il più possibile a tutte le persone che conoscete, Pasqua viene di 11 aprile ed il fatto non è irrilevante.  FATELO GIRARE E' IMPORTANTISSIMO."

Per favore, NON DIFFONDETE QUESTO ALLARME. E' UNA BUFALA. Lo scrivo grande e grosso, così anche quest'ennesima mandria di affetti da fettasalamite oculare con complicanze neuronali magari riesce a leggere prima di cliccare bovinamente sul pulsante Inoltra A Tutto Il Mondo Isole Comprese.

Come faccio a sapere che è una bufala? Sono in contatto telepatico con Osama bin Laden? Certo che no. Semplicemente, questa è l'ennesima variante di un copione bufalino già visto mille altre volte. Una persona fa un favore a un'altra persona, che per ricambiare la avvisa di stare lontano dal posto X perché succederà qualcosa di orribile.

Storie assolutamente analoghe circolano in tutto il mondo e puntualmente si dimostrano false. Hoaxbuster.com e altri siti antibufala ne hanno una grandissima compilation riguardanti i luoghi più disparati, e c'è sempre di mezzo qualcuno a cui viene fatto un favore e ricambia preannunciando un pericolo. Ne trovate un esempio qui:

http://www.hoaxbuster.com/hoaxliste/hoax.php?idArticle=1535

risalente al 30 ottobre 2001, ossia quasi tre anni fa. Il copione è appunto sempre lo stesso: in una versione in francese, un'amica è in metropolitana e scorge per terra un portafogli. Vi trova dentro un documento d'identità la cui foto corrisponde a un uomo di colore seduto non lontano. L'amica gli restituisce il portafogli e lui la ringrazia dicendole di evitare i mezzi pubblici il giorno di Halloween.

Altre varianti, sempre tratte da Hoaxbuster.com:

http://www.hoaxbuster.com/hoaxliste/hoax.php?idArticle=5987

Un'amica a una stazione della metropolitana di Lione trova un portafogli, ne identifica il proprietario (un arabo) e lui per ringraziarla le consiglia di non andare al centro commerciale e alla stazione il 15 dicembre 2002.

Una signora è in un centro commerciale. Davanti a lei un tipo arabo perde il portafogli. Lei glielo raccoglie e lo rincorre per restituirglielo. Lui la ringrazia e se ne va. La signora fa per allontanarsi, ma si sente battere sulla spalla: è il tipo arabo, che le dice "Signora, se vuole un consiglio, non venga al centro commerciale fra il 5 e il 31 dicembre".

Una signora a Strasburgo trova un portafogli, ne rintraccia il proprietario e glielo rende. Lui la ringrazia suggerendole di stare lontana dal mercato il 15 dicembre. Risulta poi che l'uomo era ricercato per terrorismo.

Anche presso Arachnophilia.com c'è un discreto repertorio di casi di "terroristi di buon cuore":

http://www.arachnophiliac.com/hoax/Caring_Terrorist.htm

Stavolta le città sono inglesi: Londra, Birmingham, Manchester, eccetera. E c'è sempre di mezzo qualcuno a cui cade il portafogli, una signora che glielo raccoglie, e il ringraziamento con avviso di stare lontano, in questo caso, da Londra intorno al 24 di ottobre.

Ce ne sono ulteriori varianti anche qui:

http://www.arachnophiliac.com/hoax/Halloween_Mall_Warning.htm

e qui:

http://www.urbanlegends.com/ulz/halloween.html

http://www.snopes.com/rumors/mallrisk.htm

Insomma, i casi sono due. O i terroristi di tutto il mondo hanno una anomala propensione a perdere il portafogli davanti alle signore e a contar balle su attentati che poi non avvengono, oppure tutte queste storie sono bufale che attingono alle nostre paure. Secondo voi?

Mi tocca ripetere quello che ho già scritto (newsletter 2004_01_16 - 012) a proposito dell'ultimo allarme di questo genere, secondo il quale Al Qaeda avrebbe"pianificato attentati contemporanei nella metropolitana di Milano e/o su mezzi pubblici" per il 18 gennaio 2004 e avrebbe preannunciato le proprie intenzioni tramite le catene di sant'Antonio; così, giusto per farci una cortesia. Attentati che poi puntualmente non ci sono stati.

Siamo seri. Anzi, siamo serissimi. Disseminare appelli come questo è totalmente irresponsabile. Non fa altro che seminare il panico senza la benché minima ragione, e quindi fa proprio il gioco dei terroristi. Che bisogno c'è di metter bombe e addestrare kamikaze? Basta mandare in Rete una bufala, tanto ci pensano i gonzi a diffondere il panico spontaneamente, con la scusa patetica e ipocrita del "non so se è vero, ma nel dubbio diffondo". Minimo sforzo, massimo risultato.

Volete davvero lasciare che un messaggio così palesemente fasullo decida dei vostri spostamenti e della vostra vita? E se domani ne inizia a circolare un altro che cita Torino e il 25 aprile, o un'altra qualsiasi località e data, che fate? E se poi ne arriva un altro, e un altro, e un altro ancora, vi chiuderete in casa per sempre?

Cerchiamo di ragionare un attimo col cervello invece che con il deretano.

Chiudo con una nota di servizio: sull'Espresso di domani (venerdì) dovrebbe esserci un'intervista al sottoscritto a proposito del decreto Urbani. Siccome sono in Inghilterra, se qualcuno ha modo di confermarne l'uscita ed eventualmente mandarmene una scansione (presso topone@pobox.com), gliene sarò grato. Visti alcuni miei incidenti precedenti coi giornalisti, ho fatto l'intervista per iscritto, via e-mail, e sono d'accordo con il giornalista che pubblicherò sul mio sito la mia versione originale, così potrete confrontarla con la versione dell'Espresso.

Grazie anticipate e ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_24 - 041. In vigore il decreto Urbani: che fare?

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "a.missaglia", "ayurpao" e "zignaigomelarossa24".

E' stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, ed è quindi oggi entrato in vigore, il controversissimo decreto Urbani (Decreto Legge 22 marzo 2004, n.72), che prevede sanzioni amministrative non trascurabili (1500 euro, sequestro delle apparecchiature, eccetera) per chi diffonde o scarica film vincolati, ossia non liberamente distribuibili, usando qualsiasi metodo, compresi i circuiti di scambio come WinMx, Kazaa eccetera.

Molti lettori mi stanno scrivendo per sapere cosa fare. E' molto semplice: se avete paura del decreto Urbani, smettete di scaricare film da questi circuiti.

E' sbagliato criminalizzare i circuiti di scambio, perché possono essere usati, e sono effettivamente usati, per distribuire file la cui diffusione è legale: per fare un esempio, ho appena finito di scaricare da Bittorrent l'ultima distribuzione Mandrake di Linux. Ma non nascondiamoci dietro a un dito: praticamente tutto il materiale audiovisivo che circola su questi circuiti è materiale non liberamente distribuibile. Quindi è necessario partire dall'assunto che quello che trovate in Kazaa e WinMx è materiale vincolato e non legalmente scaricabile fino a prova contraria.

E non ci vuole un genio dell'indagine per capire che i film di prima visione non solo liberamente distribuibili. Non lo sono neppure quelli di seconda visione e neppure le pellicole dei tempi di Totò: anche per questi cimeli valgono le leggi sul diritto d'autore. Non ci sono scuse: scaricarli è illegale.

Mettetevi il cuore in pace. Può non piacere, può sembrare in certi casi un controsenso (perché allora è legale registrare un film dalla TV? Perché i provider diffondonotramite i newsgroup caterve di film porno, anch'essi tutelati dal diritto d'autore?), ma è così.

E' assai probabile che il decreto Urbani abbia vita breve: gli esperti che ho contattato lo dipingono come un pasticciaccio giuridico incomprensibile, e i provider che dovrebbero fare i gendarmi (oltretutto gratis) si trovano impossibilitati ad applicarlo perché dovrebbero intercettare le comunicazioni Internet degli utenti, cosa che altre leggi vietano loro di fare. Le probabilità di finire fra le vittime di questo decreto sono insomma piuttosto esili.

Alla sua scadenza naturale, fra sessanta giorni, starà al Parlamento decidere se convertirlo in legge così com'è o dargli una bella riordinata. Personalmente, credo che lo stato (e il cinema) guadagnerebbe molto di più se invece di tentare invano di reprimere applicasse una misura molto cara al fisco italiano: un bel condono. Ci si presenta alla SIAE con l'elenco dei film scaricati, si paga un tot a film, e si è in regola; oppure si fa un forfait, come nei condoni tombali, e si sana per sempre l'irregolarità. Troppo facile, vero?

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_23 - 040. Antibufala: nuovo (falso) appello per Amina

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Ricordate Amina Lawal, la nigeriana condannata alla lapidazione? Sta circolando forsennatamente un nuovo appello secondo il quale "il tribunale Supremo della Nigeria ha ratificato la sentenza a morte per la lapidazione di Amina, e ha soltanto ritardato la esecuzione della sentenza di due mesi per l'allontanamento dal suo bambino. Trascorso questo termine sarà interrata fino al collo e lapidata a meno che una valanga di firme non riesca a dissuadere le autorità Nigeriane. Amnesty Internacional chiede il tuo appoggio attraverso la tua firma nella sua pagina web.Tramite una campagna di raccolta firme come questa si riuscì a salvare Safiya, nella stessa situazione. Pare che per Amina abbiano ricevuto pochissime firme."

L'appello invita a contattare il sito www.amnistiapornigeria.org e a "firmare" per Amina.

E' una bufala: Amina Lawal è stata assolta definitivamente il 25 settembre 2003. Questo nuovo appello è frutto di una monumentale epidemia di fettasalamite oculare degli utenti della Rete.

Infatti il sito indicato nell'appello è autentico e appartiene ad Amnesty International, ma non contiene affatto un appello per Amina: usa semplicemente le foto di Amina e di Safiya per ricordare che in Nigeria ci sono "487 persone in attesa di esecuzione". La pagina medesima dice che Amina e Safiya sono libere: "Gracias al apoyo de millones de ciudadanos Safiya Hussaini y Amina Lawal están en libertad."

Basterebbe insomma che chi diffonde questi appelli si prendesse la briga di leggere prima di cliccare a vanvera.

Ho aggiornato massicciamente l'indagine sul caso Amina per tenere conto di quest'ennesima patetica variante:

http://www.attivissimo.net/antibufala/amina/amina_lawal.htm

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_22 - 039. Sicurezza: perché riceviamo avvisi che stiamo diffondendo virus?

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Ho già scritto parecchi rantoli sull'argomento, ma siccome continuo a ricevere richieste di lettori che chiedono chiarimenti sugli strani avvisi che ricevono da sconosciuti, secondo i quali avrebbero mandato loro dei virus che invece i lettori sono sicuri di non avere nel PC, ho preparato una paginetta di chiarimento che spero possa essere utile per spiegare la situazione.

Sono sicuro che anche voi ricevete angosciate richieste d'aiuto dai vostri amici e colleghi a causa di queste notifiche: se non volete perdere tempo a spiegare loro il perché e il percome, potete indicare loro la mia spiegazione.

Nella medesima pagina trovate anche il testo della diffida anti-notifica da inviare, se vi va, ai responsabili dei siti che vi bombardano di queste notifiche totalmente inutili.

La pagina è questa:

http://www.attivissimo.net/security/antivirus/notifiche.htm

Sto inoltre preparando una paginetta-FAQ che spieghi i diritti degli utenti in materia di copia e diffusione di musica e film via Internet, vista la confusione suscitata dal decreto Urbani. Spero di potermi avvalere del contributo di alcuni esperti di settore. La FAQ è scritta sotto forma di "scenari più frequenti", ossia come una serie di domande che illustrano una situazione ricorrente in questo campo e chiedono se è legale o meno.

Per ora ho preparato molte domande e poche risposte, in attesa delle conferme degli esperti. Date un'occhiata alla bozza di lista che ho preparato, e se avete altri scenari da proporre, scrivetemi al solito indirizzo (topone@pobox.com) e li girerò agli esperti.

La bozza (ripeto, è una bozza!!) è qui:

http://www.attivissimo.net/diritti/copia_p2p/i_miei_diritti.htm

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_19 - 038. Sicurezza: il virus che funziona senza allegato

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Cerco di non tediarvi con allarmi per ogni stupido virus che viene partorito dai rompiscatole della Rete, ma in questo caso faccio un'eccezione, perché il virus è abbastanza insolito dal punto di vista tecnico: non ha un allegato infetto, eppure infetta lo stesso.

Si tratta di Bagle.Q: questo è perlomeno il nome assegnatogli da Trend Micro, come descritto qui:

http://it.trendmicro-europe.com/enterprise/security_info/ve_detail.php?id=58160&VName=PE_BAGLE.Q&VSect=T

Uno dei numerosi metodi di infezione adottati dalla famiglia Bagle (ce ne sono varianti a bizzeffe) di cui Bagle.Q fa parte sfruttauna vulnerabilità di Internet Explorer che è già stata corretta da tempo e che consente di infettare un computer Windows usando un e-mail appositamente confezionato.

In pratica, Bagle.Q invia un e-mail privo di allegato, il cui testo è in formato HTML e contiene un link a una copia del virus, piazzata in un apposito sito Internet. E' sufficiente visualizzare questo e-mail in un programma insicuro che interpreta l'HTML su una macchina Windows non aggiornata con le patch (situazione frequentissima), e la vulnerabilità va a prendersi da sola il virus, ricorrendo a uno script in Visual Basic e infettando il computer del malcapitato utente.

E' un meccanismo originale e sofisticato, ma mi fa piacere poter dire che il mio piccolo Dodecalogo di Sicurezza regge alla novità senza alcun problema, nel senso che chi ne rispetta le semplici regole non ha alcunché da temere da Bagle.Q. Vanteria a parte, la cosa è importante perché i consigli di sicurezza devono essere il più possibile durevoli, senza cambiare in continuazione per non confondere l'utente. Inoltre il Dodecalogo sarà il perno di un libriccino che sto scrivendo, intitolato semi-definitivamente "L'acchiappavirus", che sarà un manualetto spiccio di sicurezza informatica per non addetti ai lavori, per cui è importante che quello che scrivo non diventi obsoleto troppo in fretta.

Bagle.Q può agire soltanto se il vostro computer non è aggiornato con le patch, ma la Regola 4 del Dodecalogo infatti raccomanda di installare le patch di Microsoft, per cui se l'avete rispettata non avrete problemi con Bagle.Q.

La Regola 6 consiglia di non usare Internet Explorer e Outlook/Outlook Express, e Bagle.Q funziona soltanto se il vostro programma di posta esegue automaticamente l'HTML contenuto nei messaggi, cosa che Outlook/Outlook Express fa se non lo reimpostate appositamente.

La Regola 7, infine, suggerisce di tenere disattivati ActiveX, Javascript e Visual Basic Scripting se non strettamente indispensabile: pertanto Bagle.Q non può funzionare sui PC che rispettano questo suggerimento, perché ricorre al Visual Basic per scaricare il codice virale dal sito remoto.

Ovviamente si applica come sempre anche la Regola 1 (installare e tenere perennemente aggiornato un buon antivirus), grazie alla quale Bagle.Q viene fermato prima che possa far danno.

Il Dodecalogo di Sicurezza completo, con le spiegazioni delle ragioni che stanno dietro alle regole, è a vostra disposizione qui:

http://www.attivissimo.net/security/dodecalogo/dodecalogo.htm

Prossimamente pubblicherò sul sito anche le prime bozze dell'Acchiappavirus, che sarà liberamente distribuibile come già successo per i miei libri precedenti.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_19 - 037. Sicurezza: Strani messaggi autorevoli? No, esche di virus

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Sta circolando un numero insolitamente alto di messaggi a trabocchetto generati da vari virus/worm. Sono caratterizzati da alcuni aspetti comuni: il primo è che si tratta di messaggi che hanno un mittente autorevole, per esempio il vostro fornitore d'accesso o Microsoft. Il secondo è il testo di questi messaggi contiene un avviso o un'offerta di aiuto che ruota intorno a un documento o a un programma allegato all'e-mail.

Questa recente ondata di messaggi-esca è abbastanza furba da cambiare il testo del messaggio in modo da inserire nel testo il nome del vostro provider, estratto dal vostro indirizzo di posta, in modo da sembrare più plausibile: se per esempio il vostro indirizzo è pippo@libero.it, l'e-mail sembrerà provenire da admin@libero.it e vi descriverà come utenti di Libero.it.

In realtà si tratta di trappole astute, basate su espedienti psicologici. Il mittente di questi messaggi è infatti falso (ricordate che nella normale e-mail il mittente non è garantito), e l'allegato è un virus e quindi assolutamente non va aperto.

Ma se è così facile falsificare un mittente, come fate a distinguere un messaggio-esca da un messaggio effettivamente proveniente dal vostro provider? Semplice: la parola-chiave che deve subito far scattare l'allarme è "allegato". Non bisogna MAI aprire un allegato, chiunque ne sia il mittente (apparente), senza un adeguato controllo antivirus; è meglio comunque non aprire MAI gli allegati inattesi senza verificare che il mittente volesse davvero mandarceli. Un altro indizio utile in molti casi, specialmente se usate provider italiani, è che il messaggio è in inglese: perché il vostro provider dovrebbe scrivervi in lingua straniera?

In alcuni casi, l'allegato è un file in formato ZIP protetto da password. Lo scopo di questo formato è consentirgli di passare sotto il naso dei programmi antivirus, che non sono in grado di leggere il contenuto di un file ZIP protetto in questo modo.

Ecco alcuni esempi:

__Variante 1__

Hello user of [nome provider] e-mail server,
Our main mailing server will be temporary unavaible for next two days, to continue receiving mail in these days you have to configure our free auto-forwarding service.
Further details can be obtained from attached file.
Attached file protected with the password for security reasons. Password is [numero].
The Management,
The [nome provider] team

http://www.[nome provider].com

Il messaggio dichiara (falsamente) che il server di posta del vostro provider non sarà disponibile per i prossimi due giorni e che per continuare a ricevere la posta dovete configurare un "servizio di forwarding automatico gratuito". Tutti i dettagli, dice il messaggio, sono nel file allegato, che è "protetto con password per motivi di sicurezza"; la password è fornita nel messaggio. In realtà l'allegato è un virus.


__Variante 2__

Hello user of [nome provider] e-mail server.
Your e-mail account has been temporary disabled because of unauthorized access. Pay attention on attached file.
The Management,
The [nome provider] team

http://www.[nome provider].com

Il messaggio avvisa che la vostra casella di posta è stata temporaneamente disabilitata "a causa di un accesso non autorizzato": le spiegazioni sono (dice il messaggio) nel file allegato, che è un virus.


__Variante 3__

Dear user,

the management of [nome provider] mailing system wants to let you know that your e-mail account has been temporary disabled because of unauthorized access. Please, read the attach for further details.

For security reasons attached file is password protected. The password is [numero].

Cheers,

The [nome provider] team

http://www.[nome provider].com

Anche qui il messaggio avvisa che la vostra casella di posta è stata temporaneamente disabilitata "a causa di un accesso non autorizzato": le spiegazioni sono (dice il messaggio) nel file allegato, che è un file ZIP protetto da password che contiene un virus.


__Variante 4__

Dear user of [nome provider] mailing system,

Some of our clients complained about the spam (negative e-mail content) outgoing from your e-mail account. Probably, you have been infected by a proxy-relay trojan server. In order to keep your computer safe, follow the instructions.

For further details see the attach.

For security purposes the attached file is password protected. Password is "[numero]".

In questo caso venite accusati di aver inviato spam, probabilmente perché siete stati infettati da un virus; secondo il messaggio, per eliminare il virus occorre seguire le istruzioni contenute nell'allegato. In realtà il virus è nell'allegato.


__Variante 5__

Dear user of [nome provider] mailing  system,

Our antivirus software has detected a large ammount of viruses outgoing from your email  account, you may use our free anti-virus tool to clean up your computer software.

For details see the attach.

For security reasons attached file is password protected. The password is "[numero]".

The Management,
    The  [nome provider] team                             http://[nome provider]

Qui, invece, l'accusa che vi viene rivolta è che dalla vostra casella "escono molti virus" e vi viene offerto un "antivirus gratuito" per ripulirvi. L'antivirus, dice il messaggio, è nell'allegato, che è in formato ZIP protetto con password "per ragioni di sicurezza" . A parte il fatto che è ovviamente stupido proteggere un allegato con una password e poi indicare la password nel messaggio di accompagnamento, anche qui in realtà il virus è nell'allegato.


__Microsoft vi avvisa che siete infetti e vi manda un "aggiornamento"__

Inizialmente avvistato ai primi di marzo 2004, questo messaggio-esca sembra provenire da un indirizzo Microsoft (di solito help@microsoft.com, alert@microsoft.com o simili) e avvisa che è in circolazione una variante di un celebre virus/worm, Mydoom. L'esca invita ad aprire l'allegato, che è presentato come "aggiornamento" (patch) per proteggervi dal virus. In realtà, come al solito, l'allegato non è un aggiornamento: è un virus, e ovviamente il mittente non è Microsoft.

Ricordate che Microsoft non distribuisce MAI aggiornamenti via e-mail. Gli aggiornamenti si scaricano solo ed esclusivamente dal suo sito.

Ecco un esempio di testo di questo messaggio-esca:

-------------------------------------------------------------

ENew MyDoom Virus Variant Detected!

A new variant of the W32.Mydoom (W32.Novarg) worm spread rapidly through the Internet.
Anti-virus vendor Central Command claims that 1 in 45 e-mails contains the MyDoom virus.
The worm also has a backdoor Trojan capability.
By default, the Trojan component listens on port 13468.

Protection:
Please download this digitally signed attachment.
This Update includes the functionality of previously released patches.


+++ ©2004 Microsoft Corporation. All rights reserved.
+++ One Microsoft Way, Redmond, Washington 98052
+++ Restricted Rights at 48 CFR 52.227-19

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Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_17 - 036. Decreto Urbani, due parole di commento; Messenger

Come mi avete chiesto in tanti, ho scritto un articolo sul contestatissimo decreto Urbani che molti dicono voglia mettere in ginocchio i circuiti di scambio "peer-to-peer". Come al solito, s'è generata molta confusione e molta nebbia politica intorno al provvedimento. Se vi interessa qualche parola di chiarimento, la trovate qui:

http://www.apogeonline.com/webzine/2004/03/17/01/200403170101

Il tema è analizzato molto bene anche da Punto Informatico in una serie di articoli. Qui trovate i dubbi e le paure dei provider, vere vittime del decreto:

http://punto-informatico.it/p.asp?i=47408

e qui un'ottima analisi legale di Andrea Rossato, del Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Trento:

http://punto-informatico.it/p.asp?i=47389&p=3

Per chi vuole leggersi il testo del decreto, è qui:

http://www.beniculturali.it/download/DL_Cinema_PCM12032004.pdf

Inoltre vorrei ringraziare tutti coloro che hanno offerto la propria disponibilità nei giorni scorsi per il collaudo di MSN Messenger. Il test ha avuto abbastanza successo: ha centrato l'obiettivo primario, che era quello di consentire ai tecnici di un'emittente TV di vedere in anteprima le mie inquietanti fattezze e i locali in cui girare un'intervista sul tema dei dialer (le cui riprese effettive verranno però fatte con metodi tradizionali).

Che un privato cittadino possa oggi far arrivare la propria immagine in tempo reale a un altro utente ovunque nel mondo è un grandissimo risultato, emotivamente molto coinvolgente soprattutto per chi come me abita lontanuccio da molti dei propri cari ed amici, ma la tecnologia è ancora abbastanza primitiva. Pur essendo connesso con ADSL (640/256), l'immagine è nitida ma poco fluida e soprattutto l'audio non funziona. Non sono riuscito a capire il motivo del problema audio, anche perché le prove sulla rete locale (fra due miei computer, insomma) funzionano benissimo; sospetto problemi di firewall o di server Microsoft.

Se vi state chiedendo come mai ho scelto il prodotto Microsoft invece dei vari concorrenti, la ragione è semplice: mi occorreva un programma che fosse facile da installare e configurare, in modo da non causare problemi tecnici alla controparte. Le emittenti TV non sono ancora abituate alle nuove tecnologie.

Per tutti coloro che hanno messo in rubrica il mio indirizzo Messenger ho notizie non buone: vi ringrazio, ma difficilmente riutilizzerò MSN Messenger per videoconferenza o men che meno per chattare (ho troppo poco tempo). Non arrabbiatevi: è stato comunque molto bello potervi vedere in volto una volta tanto. Non so se per voi l'esperienza è stata altrettanto esteticamente confortante. ;-)

Grazie ancora e ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_15 - 035. Messaggio di servizio: test Webcam, per favore?

Scusate se ripeto il messaggio di servizio già inviato un paio di giorni fa.

C'è nessuno che si offre volontario per una prova di videoconferenza tramite MSN Messenger? E' una missione pericolosa: rischiate di vedermi in faccia. Astenersi impressionabili.

Mi trovate digitando direttamente in Messenger il mio indirizzo di posta (topone@pobox.com).

Spiegone: sto testando MSN Messenger per un programma televisivo che devo fare questa settimana, e mi serve una persona che si trovi in Italia e chesia collegata in banda larga (ADSL o Fastweb), dotata di MSN Messenger nonche' di webcam e microfono.

E' importante che anch'io veda e senta l'interlocutore, per farmi un'idea della qualita' della comunicazione audio e video.

L'ideale sarebbe fare il test oggi (15 marzo), anche tardi stasera se preferite. E' una cosa breve, una decina di minuti, tanto per vedere
come funziona il tutto e cogliere l'occasione per fare due chiacchiere di persona.

Grazie!

PS come già accennato: no, non ho venduto l'anima a Microsoft. Sto soltanto facendo delle prove tecniche una tantum.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_08 - 034. Antibufala: allarme virus "Bibbia dei monaci"

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "pietro.pal***i", "spagnolli" e "guerrera".

Sta circolando da fine febbraio 2004 un falso allarme per un virus che si propagherebbe sotto forma di un "messaggio con oggetto 'La Bibbia dei Monaci'". Ripeto: è un falso allarme.

E' sicuramente un falso allarme per varie ragioni. Prima di tutto, non è dal titolo di un messaggio che si capisce se è infetto o meno (infatti questo messaggio che state leggendo ha come titolo "Bibbia dei monaci" ma non è infetto).

Secondo, nessun virus viene preceduto da una campagna di anticipazione che addirittura lo annuncia come in arrivo "durante le prossime settimane": i virus (più propriamente worm) arrivano senza fare la cortesia di annunciarsi e senza dare il tempo ad altri di creare un preavviso così ampio.

Terzo, la modalità di funzionamento descritta dall'appello ("Questo virus cancella tutta la libreria dinamica (.dll files) del computer") è priva di senso dal punto di vista tecnico.

Come sempre, per difendersi dai virus non servono allarmi e appelli, ma le solite regole:

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_03_07 - 033. Antibufala: TV digitale terrestre, "grande truffa"?

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "idevox", "zamprogno" e "endiluzio".

C'è una segnalazione, circolante sotto forma di presentazione PowerPoint o documento Acrobat, secondo la quale la televisione digitale terrestre sarebbe una "grande truffa" perché non viene detto che si può ricevere un solo canale per volta.

"Il ministro Gasparri presenta… L’ultima truffa Italiana: IL DIGITALE TERRESTRE", inizia polemicamente l'appello. Il proseguimento del testo contiene un concetto fondamentale giusto, ossia che un decoder per la televisione digitale terrestre consente di ricevere un solo canale per volta, ma lo accompagna a numerose altre inesattezze, condite con alcune omissioni importanti.

Innanzi tutto, non è corretto chiamare "truffa" il modo di funzionare del decoder; non è stato forse chiarito a sufficienza dalla relativa campagna informativa, ma se il funzionamento del decoder per il digitale terrestre è una "truffa", lo è anche quello di qualsiasi ricevitore satellitare.

Anche i ricevitori satellitari, infatti, consentono di ricevere un solo canale per volta. L'unica eccezione è data dagli impianti satellitari condominiali, che però in genere consentono la visione simultanea di un numero limitato di canali e sono molto più costosi e complessi dei ricevitori individuali (sono in pratica tanti decoder messi insieme, uno per ogni canale da ricevere, il cui segnale viene distribuito a tutti gli inquilini).

Va tenuto presente che, come è già avvenuto in altri paesi europei (per esempio in Inghilterra), il decoder per la televisione digitale terrestre è una soluzione-ponte per agevolare la transizione dal sistema attuale a quello digitale: è un accrocchio per adattare i televisori attuali, che sono analogici, alle trasmissioni digitali. E' quindi comprensibile che, come qualsiasi adattatore, abbia delle limitazioni d'uso, come per esempio la possibilità di sintonizzare un solo canale per volta. Come per qualsiasi apparecchio, basta documentarsi prima di comprarlo.

Questa limitazione sparirà quando verranno commercializzati i televisori con ricevitore digitale incorporato (già qualche modello di fascia alta è dotato o dotabile dell'apposito gruppo di sintonia): a quel punto, ogni televisore digitale di casa potrà sintonizzarsi su un canale digitale terrestre differente, esattamente come avviene adesso per le teletrasmissioni attuali.

In altre parole, se ritenete che la televisione digitale terrestre sia una complicazione inutile, basta non comperare il decoder e continuare con l'attuale televisore, attendendo l'uscita dei televisori già predisposti per il digitale terrestre a prezzi decenti. Secondo i piani del Ministero delle Comunicazioni, le trasmissioni televisive non digitali continueranno comunque ancora fino al 2006:

http://www.decoder.comunicazioni.it/faqdtt.shtml

In realtà non è strettamente vero che ci vuole un decoder per ogni televisore: più correttamente, ci vuole un decoder per ogni apparecchio che volete sintonizzare indipendentemente sui canali digitali. Per esempio, se avete un televisore e un videoregistratore analogici (quelli attuali, per intenderci), potete usarli separatamente con i canali digitali soltanto se avete due decoder: uno per il televisore e uno per il videoregistratore. Se installate un solo decoder, non potrete guardare un canale digitale e registrarne un altro.

Per contro, se volete vedere lo stesso canale digitale su due o più televisori oppure volete registrare il canale digitale che state guardando, potete condividere un solo decoder fra più apparecchi: è sufficiente collegarlo in modo che il suo segnale sia ricevuto da tutti i televisori e videoregistratori, tramite gli appositi cavi o mini-ripetitori reperibili nei negozi.

L'appello afferma inoltre che ricevere la televisione digitale terrestre comporta modifiche all'impianto d'antenna esistente. Purtroppo questo è quasi sempre vero: molti impianti, specialmente quelli meno recenti o non eseguiti a regola d'arte, che hanno comunque una resa più che accettabile con l'attuale sistema analogico, potrebbero non funzionare affatto con i segnali digitali. Secondo un articolo della rivista Focus di febbraio 2004, "non più del 10% di tutte le antenne d'Italia" sarebbe adatto al digitale senza modifiche.

La caratteristica delle trasmissioni digitali è infatti che sono "tutto o niente": o il segnale è sufficiente, e quindi si riceve l'immagine, oppure è insufficiente, e allora l'immagine non c'è affatto. Non c'è quel graduale deterioramento della qualità che invece si ha nelle attuali trasmissioni analogiche. E' lo stesso motivo per cui i vecchi cellulari ETACS (analogici) frusciavano e avevano disturbi ma la voce si sentiva quasi sempre lo stesso, mentre gli attuali GSM (digitali) hanno conversazioni caratterizzate da veri e propri "buchi" in cui manca del tutto la comunicazione.

Per una dimostrazione pratica, provate a consultare il Televideo, che è una forma primitiva di trasmissione digitale: se ricevete qualche lettera sbagliata, è sintomo che il vostro impianto d'antenna ha probabilmente bisogno di una profonda revisione prima di essere pronto per il segnale della televisione digitale terrestre, in cui quella lettera sbagliata diventerebbe una porzione d'immagine o di audio mancante.

L'appello sbaglia nel dichiarare che lo Stato fornisce un "contributo di 135 euro", ossia "rimborsa l’intero importo del decoder". Questo non è esatto, e per più di una ragione:secondo quanto pubblicato dal Ministero delle Comunicazioni

http://www.decoder.comunicazioni.it/consumatori.shtml

il contributo non è di 135 euro, ma di 150. Inoltre il contributo non copre l'intero importo del decoder, ma solo una parte, dato che è fornito soltanto per i "decoder con funzioni di piena interattività in chiaro anche da remoto tra quelli per cui è previsto il contributo", ossia per i decoder più costosi e completi; il concetto è ribadito nella pagina

http://www.decoder.comunicazioni.it/faqdtt.shtml

dove dice "I decoder non interattivi non sono compresi nel contributo statale". Infine, va precisato che il contributo è disponibile soltanto per i primi 700.000 abbonati TV che lo richiedono nel 2004.

L'appello è inesatto anche quando afferma che il decoder consente di vedere semplicemente "gli stessi canali che vedevate anche prima". Infatti per chi si attrezza di decoder sono già disponibili undici nuovi canali, come indicato presso

http://www.dgtvi.net/canali_servizi.html

I canali sono Rai Doc, Rai Utile, Rai Notizie 24, Rai Sport, Rai Edu, BBC World, Sole 24 Ore TV, Class New, VJ TV, Coming Soon e La Chaine Info.

Informazioni sui segnali offerti e sulla copertura del territorio sono disponibili presso

http://www.dgtvi.net/copertura.html

E l'interattività? L'appello afferma inoltre che "Il Decoder sarà pure interattivo", ma come chiarito più avanti dall'appello stesso, non tutti i decoder sono interattivi.

I decoder più economici si limitano a ricevere il segnale televisivo digitale; i decoder "intermedi" ricevono il segnale digitale e sono anche in grado di scaricare software trasmesso dalle emittenti; soltanto alcuni decoder, i più cari sono interattivi, ossia dialogano con l'emittente, e lo fanno tramite una connessione telefonica (fissa, cellulare o ADSL).

Secondo il già citato articolo di Focus, i decoder interattivi costano circa 480 euro, ai quali si aggiunge il costo della telefonata (non ancora quantificato) che consente l'interazione.

Evito volutamente di impegolarmi negli aspetti politici della questione, che scaturiscono dalla teoria secondo la quale la migrazione al digitale sarebbe motivata dal desiderio di "salvare" Retequattro. Vale la pena di segnalare in proposito che l'adozione delle trasmissioni digitali sta avvenendo anche in altri paesi, come la già citata Inghilterra, in cui Retequattro non c'è. Fra parentesi, l'esperienza inglese con i decoder è stata molto deludente, con un limitato interesse dei consumatori

http://news.bbc.co.uk/1/hi/business/1680953.stm

La trasmissione digitale, una volta risolti i problemi di dentizione tipici di ogni nuova tecnologia, ha indubbi benefici: consente la coesistenza nell'etere di un numero molto maggiore di canali e riduce i costi degli impianti di trasmissione. Questo, almeno in teoria, consente di fare televisione anche a chi ha risorse economiche meno imponenti delle grandi reti.

Per contro, la digitalizzazione pone alcuni problemi. Il segnale televisivo digitale può essere codificato in modo da non essere registrabile, come avviene con il broadcast flag statunitense che sarà attivato a partire dal 2006, rendendo impossibile per esempio registrarsi un film per vederlo in un secondo momento o conservare una registrazione di qualche evento storico teletrasmesso; il permesso di registrazione è controllabile a piacimento dall'emittente.

Inoltre i decoder interattivi possono comunicare con estremo dettaglio ai loro gestori le nostre abitudini di ascolto, con evidenti problemi per la privacy. Incidenti di questo genere sono già avvenuti negli USA, per esempio con gli apparecchi TiVo (videoregistratori digitali), che in occasione dello "strappo" che coinvolse Janet Jackson durante il Superbowl del 2004 rivelarono esattamente quanti suoi utenti avevano guardato e riguardato la scena in cui la cantante perse metà reggiseno (non è chiaro se per sbaglio o intenzionalmente). E da "quanti" a "quali" il passo è breve.

Infine c'è sempre il rischio che qualcuno riprogrammi questi decoder interattivi per comporre un numero a pagamento o il 113: è già accaduto, sempre negli USA, con gli apparecchi WebTV (successivamente diventata MSN TV), come descritto presso Securityfocus

http://www.securityfocus.com/news/8136

Per saperne di più, potete frequentare il newsgroup it-alt.media.tv.digitale-terrestre. Inoltre presso

http://www.fub.it/dvb/dvbt/index.html

trovate moltissima documentazione e gli estremi delle leggi che riguardano l'introduzione e l'incentivazione della televisione digitale terrestre.

Concludo con un grandissimo "grazie!" ai tanti che mi hanno scritto in risposta alla mia richiesta di verifiche: siete troppi perché vi possa citare uno per uno. Un cenno di gratitudine particolare va naturalmente ai tanti antennisti ed esperti di settore che mi hanno fornito una messe di informazioni tecniche sull'argomento. Eventuali aggiornamenti a quest'indagine saranno pubblicati nell'archivio delle indagini del Servizio Antibufala, presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/digitale_terrestre/grande_truffa.htm

Ciao da Paolo.

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