Internet per Tutti - Newsletter gratuita

Raccolta degli articoli 1998

(C) 1998 Paolo Attivissimo. Distribuzione libera alle condizioni indicate presso http://www.attivissimo.net/nl/norme_distribuzione.htm.

Nota: Questo archivio è in corso di sistemazione. Attualmente contiene molti errori (accentate sbagliate, link non cliccabili, a capo a metà frase, eccetera). Lo so. Li sto sistemando quando ho tempo di farlo, cioè non molto spesso.

L'archivio non è integrale: ho conservato soltanto i messaggi significativi. Mi rendo conto che "significativo" è un criterio molto soggettivo, ma che diamine, queste sono le mie pagine Web e qui decido io cosa mi va di fare ;-).

I link non vengono aggiornati o verificati dopo la pubblicazione dell'articolo, per cui è probabile che siano obsoleti e/o non funzionanti.

La newsletter Internet per tutti è inviata gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta e non contiene pubblicità. Se volete sostenerla, sono sempre ben accette le donazioni tramite PayPal o più semplicemente tramite una eurobanconota in una busta indirizzata a: Paolo Attivissimo – 250 Stockton Lane – York YO311JQ – Regno Unito (GB). Ebbene sì, abito in Inghilterra. Dettagli e istruzioni sono presso http://www.attivissimo.net/donazioni/donazioni.htm.

Guida a Geocities in italiano (1/1/1998)

Per tutti coloro che mi hanno chiesto come fare "questo" e "quello" per avere le pagine Web gratuite di Geocities, ecco lo "spiegone" in _italiano_, gentilmente offerto da un utente che si è preso la briga di tradurre le istruzioni di Geocities.

Ecco l'indirizzo: http://www.GeoCities.com/SoHo/3292/home.htm

Microsoft compra Hotmail (2/1/1998)

L'anno nuovo inizia con un'altra acquisizione dell'ingorda Microsoft. Ormai sta diventando impossibile fare qualcosa su Internet senza dare soldi a Bill Gates, anche se in questo caso il servizio è gratuito (per ora). Sigh.

Dal notiziario gratuito della CNN (1/1/98) cito e traduco:

-- begin ----

Mercoledì 31/12/97 la Microsoft ha annunciato di aver acquistato Hotmail, un fornitore di indirizzi email gratuiti, per un importo non dichiarato. La Microsoft dice di prevedere di includere le funzioni del servizio nel proprio servizio di e-mail gratuita, che verrà fornito sul Microsoft Network.

Hotmail ha attualmente oltre 9 milioni di abbonati in tutto il mondo.

Microsoft intende espandere l'offerta di Hotmail in modo da consentire agli iscritti al MSN di accedere alla propria posta da qualsiasi computer collegato al Web tramite un account Hotmail.

--- end ----

[Come se questo non fosse già perfettamente possibile già adesso. boh, forse non lo è per i mentecatti che si abbonano a MSN -- l'unico motivo valido per abbonarsi rimane, a mio avviso, l'area dedicata a Star Trek]

L'intera vicenda è raccontata in inglese presso http://cnnfn.com/digitaljam/9712/31/hotmail/index.htm

Cartine delle nuove "aree locali" Telecom (5 gennaio 1998)

Questo msg viene diffuso, visto l'argomento, anche alla ML sulla telefonia (l'avevo detto, io, che non era _del tutto_ morta). Mi scuso per le duplicazioni che affliggerano chi è iscritto a entrambe.

Dal 5 dicembre 1997 Telecom Italia ha cambiato (ancora) le tariffe, nel senso che allargando i "settori" telefonici molte chiamate che prima erano interurbane senza prefisso ora sono a tariffa urbana. Di questo dono di fine anno ringraziamo prostrati la Telecom.

Per contro, con questo cambiamento non è più possibile usare la guida del telefono (alla voce "settore di..., rete urbana di...") per sapere se una chiamata è a tariffa urbana o interurbana.

Tutto questo è molto importante non solo per le telefonate ordinarie ma anche e soprattutto per chi è stato costretto finora a pagare tariffa interurbana per navigare in Internet. Ne ho già parlato in dettaglio nelle mie pagine Web (http://come.to/topone), ma ritorno sull'argomento per un aggiornamento.

Infatti ho saputo dal newsgroup it.binari.file che in aggiunta al

188, al quale potete chiedere caso per caso se due località ricadono nella stessa "area locale" (così si chiamano i nuovi settori allargati) e quindi pagano tariffa urbana, esiste un numero gratuito al quale chiedere informazioni.

Tuttavia _attenzione_: dovete avere un fax per ricevere le informazioni di questo numero gratuito.

Il numero è l'167-67.67.67. Risponde una voce sintetizzata che vi guida attraverso una serie di menu. Premendo *, *, 2 (aree locali) e poi il numero corrispondente alla vostra regione (1 per Lombardia,

Piemonte, Val d'Aosta; 2 per Ligura, Toscana, Umbria; eccetera) vi verrà mandata via fax la spiegazione delle nuove aree locali e la nuova distribuzione dei settori accorpati nella zona che vi interessa.

Il fax include anche una cartina della regione, per la verità non molto dettagliata, che traccia i confini delle aree a tariffa urbana.

E chi non ha il fax? Beh, il newsgroup it.binari.file, ad opera di un suo solertissimo partecipante (m.m@iol.it, del quale non voglio assolutamente prendermi il merito), sta pubblicando tutte le cartine e gli elenchi che ricevereste dall'167-67.67.67.

avevo pensato di raccoglierle e conservarle sul mio sito Web, ma sono più di 6 MB di roba e io ho solo 3 MB di spazio gratuito a disposizione. Per cui affrettatevi a visitare il newsgroup!

Se però qualche anima pia le raccoglie e le pubblica in un suo sito

Web, me lo dica che diffonderò l'indirizzo alla mailing list.

buona consultazione.

Problemi di crescita alla Netscape (6 gennaio 1998)

Mentre la Microsoft (vedi sotto) litiga in tribunale per Windows 98, anche la Netscape ha le sue magagne. Dalla CNN traduco e diffondo:

--- begin ----

PROBLEMI DI CRESCITA ALLA NETSCAPE

La Netscape Communications Corp. ha scosso Wall Street lunedì, con la sua previsione di perdite trimestrali per 85-89 milioni di dollari, le prime da quando è diventata società per azioni nel 1995. Netscape intende inoltre licenziare un numero non definito di dipendenti; è la prima volta nella [breve] storia della società. Verrà inoltre contabilizzato un onere di ristrutturazione di 35 milioni di dollari.

--- end ---

Mi sa che nel 2000 avremo tutti adottato "volontariamente" Internet Explorer 9.0 (che finalmente comincerà a funzionare, pur occupando 6 GB) per esaurimento dei concorrenti.....

- - - - -

a proposito della filosofia commerciale di Microsoft, denominata "embrace and extend", ossia "accetta e amplia" (lo standard, il prodotto, il sapore della Coca-Cola, quello che serve), eccovi un gustoso "articolo" mandatomi da un iscritto, che giura di non esserne l'autore. L'originale è in inglese, la traduzione è colpa mia.

PS Beh, _io_ l'ho trovato gustoso. Se i vostri gusti non coincidono coi miei, niente paura, questa è una mailing list, mica una proposta di matrimonio!

Saluti!

MICROSOFT RISOLVE LA DISPUTA CON IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA USA

REDMOND, STATI UNITI - In risposta diretta alle accuse rivolte dal Dispartimento di Giustizia statunitense, la Microsoft Corporation ha annunciato oggi che intende acquistare il governo federale degli Stati Uniti d'America per un importo che non è stato rivelato.

"Si tratta di una logica estensione dei nostri piani di crescita", ha dichiarato il direttore generale della Microsoft, Bill Gates, aggiungendo che "sarà di certo una soluzione positiva per tutti".

I rappresentanti della Microsoft hanno tenuto una conferenza stampa nella Sala Ovale della Casa Bianca insieme con il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, rassicurando i giornalisti che i cambiamenti saranno "minimi".

Gli Stati Uniti verranno gestiti come filiale interamente controllata della Microsoft. Per luglio del 1998 è prevista la prima offerta pubblica di vendita e si prevede che il governo federale avrà i primi profitti "al massimo entro l'ultimo trimestre del 1999", secondo il presidente della Microsoft Steve Ballmer.

In una notizia collegata, Bill Clinton ha dichiarato che ha accettato "volentieri e con entusiasmo" la carica di vicepresidente della Microsoft e che continuerà a gestire il governo degli Stati Uniti, facendo rapporto direttamente a Bill Gates.

Quando gli è stato chiesto che effetto gli facesse cedere lo scettro del potere esecutivo a Gates, Clinton ha sorriso e ha detto che era "un sollievo". Ha aggiunto che la carriera di Gates "dimostra la sua competenza" e che i cittadini statunitensi dovrebbero offrire a Gates "il loro sostegno e la loro fiducia incondizionati". Corrono voci secondo le quali Clinton guadagnerà molte volte di più dei 200.000 dollari l'anno che percepiva come presidente degli USA nella sua nuova carica alla Microsoft.

Gates ha respinto come "sciocca" l'ipotesi di trasferire il Campidoglio a Redmond, anche se ha precisato che le decisioni esecutive concernenti il governo USA verranno prese dal suo attuale ufficio nella sede centrale della Microsoft.

Gates ha proseguito chiarendo che la Camera e il Senato verranno "naturalmente" aboliti. "La Microsoft non è una democrazia, e guardate come funziona bene." Alla domanda se fossero in corso i preparativi per una vociferata acquisizione del Canada, Gates ha detto che "non neghiamo che siano in corso delle discussioni".

I rappresentanti della Microsoft hanno concluso la conferenza dichiarando che i cittadini degli Stati Uniti possono attendersi tasse più basse, migliori servizi governativi e sconti su tutti i prodotti Microsoft.

TOURBUS: Programmi "intelligenti" e robot di ricerca (9 gennaio 1998)

Vi ricordate i Pronipoti, il cartone animato futuribile con la famiglia Jetson? Sarebbe carino se qualcuno inventasse un robot che lavora al posto vostro [ad esempio, tradurre questa ML o smaltire l'attuale coda di 489 msg di email -- Paolo].

a decenni di distanza, non ci sono ancora macchine che passino l'aspirapolvere o sparecchino la tavola, ma oggi esistono dei "robot" utili che vagano per Internet e sono pronti ad aiutarvi con gli acquisti, la raccolta di informazioni e altri compiti. In questo numero del Tourbus parleremo di questi 'così, che nel gergo della rete tutti chiamano ormai "bot".

[Abbreviazione, ovviamente, di "robot". Si vede che gli americani non sanno cosa sono i nostri BOT. Per loro fortuna. -- Paolo]

cOS'E UN BOT?

-------------

E' un programma per computer che raccoglie informazioni o svolge un servizio, in genere con una cadenza periodica. Un bot, o "agente intelligente", di solito percorre la rete alla ricerca di informazioni pertinenti ai vostri interessi e ve le presenta quotidianamente o comunque ad intervalli regolari.

I bot sono diventati famosi nell'IRC (la sezione di Internet dedicata alle 'conversazionì in diretta fra utenti tramite tastiera). Lì, infatti svolgevano mansioni quali accogliere e salutare i nuovi partecipanti, controllare che non venisse usato linguaggio scurrile e a volte rompere le scatole in genere.

Oggi raccolgono informazioni e rispondono a eventi specifici che si verificano su Usenet, sul Web e in altri anfratti del ciberspazio. alcuni bot scandagliano silenziosamente la rete ubbidendo ai vostri comandi, mentre altri sono più garruli e interattivi e si chiamano

"chatterbot" ("bot chiacchieroni").

cHATTER BOT

-----------

Il primissimo bot, Eliza, fu creato nel 1966 dal Professor Joseph

Weizenbaum dell'MIT per studiare la comunicazione in linguaggio naturale fra uomo e macchina. Eliza simula uno psicologo, rispondendo alle vostre domande con altre domande. Ecco un esempio di una

'conversazione' che ho avuto con Eliza:

[Eliza parla (via tastiera) in inglese. Quella che segue è una traduzione senza abbellimenti. -- Paolo.]

Io: Salve, ho alcune domande da fare....

Eliza: Prego, continui.

Io: Beh, credo di avere un problema con l'alcol.

Eliza: Ma non è sicuro di avere un problema con l'alcol?

Io: Ne sono certo. Tutte le mie camicie sono macchiate sul

davanti.

Eliza: Perché dice che ha le camicie macchiate sul davanti?

Io: Perché è lì che cola il succo di pomodoro.

Eliza: Non le vengono in mente altri motivi?

anche se Eliza ha quasi 32 anni, è ancora a vostra disposizione presso

http://www-ai.ijs.si/eliza/eliza.html

aLICE (Artificial Linguistic Internet Computer Entity, "Entità

Linguistica Artificiale Computerizzata su Internet") è un programma più sofisticato che crea l'illusione di sostenere una conversazione naturale. ALICE è persino capace di mentire e di diffondere pettegolezzi e si dice che sia stata in grado di influire su alcuni eventi del mondo reale. Provatelo presso

http://alice.eecs.lehigh.edu:1991/

ci sono molti altri chatterbot molto interessanti, come Erin il barista, Madame Celeste e MegaHAL. Potete scoprire dove abitano visitando questo sito:

http://www.chatter-bots.com/

aLTRI BOT

---------

Vi siete accorti che eseguite periodicamente la stessa ricerca nei motori di ricerca? Lasciate che sia un bot a farlo per voi. Stufi di spulciare gli annunci economici o i siti dei negozi Internet alla ricerca dell'affare migliore? Mandate un bot a fare gli acquisti per voi. Ecco alcuni bot che possono svolgere compiti utili per voi.

Firefly - http://www.firefly.net/

Aiuta a trovare cose diverenti in base alle vostre preferenze

personali.

EYES - http://www.amazon.com/exec/obidos/subst/eyes/eyes.html

Aiuta a trovare libri di recente pubblicazione su un determinato

argomento.

Reference.com - http://www.Reference.com

Ricerca informazioni nelle mailing list e nei newsgroup di Usenet.

I risultati vi vengono spediti giornalmente.

Bargain Finder Agent - http://bf.cstar.ac.com/bf/

Vi aiuta a fare confronti fra negozi Internet di CD musicali.

Airfare.com - http://www.airfare.com/

Trovate la tariffa aerea più bassa.

AdHound - http://sar.adone.com/cgi-bin/adhound

Sondate gli annunci economici di centinaia di giornali USA ogni

giorno. Tutti gli annunci che vi possono interessare vi vengono

spediti tramite email.

InfoBeat - http://www.infobeat.com

Notizie, previsioni del tempo, bollettini della neve,

quotazioni di borsa, sport, intrattenimento. Il vostro

notiziario personalizzato vi viene spedito giornalmente via e-mail.

PER SAPERNE DI PIU' SUI BOT

---------------------------

botSpot è il sito ideale per approfondire la vostra conoscenza dei bot. Qui trovate i bot e gli agenti intelligenti, classificati per argomento, con recensioni e accenni storici. Forse troverete un bot per automatizzare qualcuna delle attività che adesso svolgete manualmente.

http://www.botspot.com

c'e' anche l'Intelligent Agent Center of Competence dell'IBM, che offre rimandi (link) a ricerche, progetti e conferenze concernenti gli agenti intelligenti. Se siete smanettoni d'informatica alla ricerca di informazioni su come programmare un vostro bot personalizzato, questo sito dovrebbe essere il primo della vostra lista.

http://www.networking.ibm.com/iag/iaghome.html

bene, adesso devo andare. Sento i passi di Bob sulle scale.

Saluti dal bot di Bob.

Accesso a Internet senza computer (9 gennaio 1998)

Due notiziole veloci a proposito di metodi alternativi per collegarsi a Internet.

Già sapete che ci si può collegare a Internet senza computer, ossia con alcuni telefonini e con i cosiddetti "set top box", almeno uno dei quali è in vendita anche in Italia.

beh, in America l'offerta è parecchio vasta in questo campo.

Purtroppo in queste cose il divario tecnologico è difficile da colmare. Ma non si sa mai...

Da CNN traduco:

WebTV scende di prezzo

----------------------

Il prezzo dei kit WebTV verrà ridotto massicciamente, ha annunciato la Sony. Il WebTV originale, che è una scatoletta che si appoggia sopra un televisore e collega gli utenti a Internet tramite la linea telefonica, è ora in vendita a 99 dollari [circa 170.000 lire. --

Paolo], cioe' 100 dollari in meno del prezzo di vendita consigliato originale.

analogamente, la Sony ha ridotto il prezzo dei nuovi kit WebTV Plus

(che contengono un disco rigido per i download e consentono agli utenti di guardare la TV intanto che accedono a Internet) da 299 dollari a

199. Maggiori dettagli presso http://cnnfn.com/digitaljam/9801/06/webtv/

[E così adesso in America si entra in Internet con meno di 200.000 lire. In più non si pagano le telefonate urbane. Sigh.]

La Cidco (www.cidco.com, telefono 001-408-779-1162) ha messo in vendita il Cidco Iphone: è un telefono dotato di tastierina alfabetica e di uno schermo monocromatico a cristalli liquidi da

640x480, sensibile al tatto. Niente Windows 95: lo accendi e parte subito il browser e tutto il software per Internet.

Una volta collegati a Internet, toccando i link sullo schermo si passa da un punto all'altro della rete. Toccando l'icona dell'email si preleva automaticamente la posta in giacenza.

Non è tutto rose e fiori: il telefono costa 500 dollari, circa

800.000 lire, ha una tastiera molto piccola e quindi scomoda per scrivere i messaggi, il browser non gestisce i frame e Java. Ma si può vivere senza, no?

[Fonte: Fortune Magazine, 12 gennaio 1998]

a quando qualcosa di analogo in vendita in Italia?

Il potere di Internet in America (25 gennaio 1998)

Il lavoro per ultimare "Internet per tutti 3" procede e mi ruba parecchio tempo, ma non troppo da impedirmi di farmi vivo e citare questo trafiletto dalla CNN, che dimostra la potenza che Internet sta assumendo nella comunicazione di massa.

Lascio l'originale inglese per correttezza.

> LE AGENZIE D'INFORMAZIONE RICORRONO AL WEB PER RIVELARE I FATTI

La questione dello scandalo sessuale alla Casa Bianca pone in luce accuse di bassa lega riguardanti il presidente Clinton, ma questo episodio sconvolgente è uno dei momenti più alti per l'informazione via Internet.

Le notizie riguardanti il caso sono comparse infatti inizialmente lunedì presso un sito Web chiamato "Drudge Report" [famoso anche per essere stato condannato diverse volte per diffamazione. -- Paolo].

I giornalisti si sono messi alacremente al lavoro per confermare le dichiarazioni pubblicate sul sito. Tutto è iniziato, infatti, quando il Drudge Report ha fatto circolare voci secondo le quali Newsweek

[grande rivista cartacea americana. -- Paolo] stava valutando se pubblicare o meno un servizio su conversazioni registrate di nascosto con Monica Lewinsky. Il resto è storia.

> NEWS ORGANIZATIONS RELY ON WEB TO TELL THE STORY

The White House sex scandal story shines light on tawdry allegations about President Clinton, but the shocking tale is a shining moment for Internet news coverage. News about the story first appeared

Monday on a Web site called the Drudge Report, and that sent journalists scrambling to confirm the story. It all started when The

Drudge Report passed along rumors Newsweek was debating whether to run a story about secretly recorded conversations with Monica

Lewinsky. The rest is history.

Maggiori informazioni (in inglese):

..... http://cnn.com/TECH/9801/24/breaking.news/index.html

Virus nella posta: la bufala continua (1 febbraio 1998)

VIRUS NELLA POSTA: NON E'VERO -- RIPETO -- NON E'VERO

Scusate il tono un po' scocciato di questo mio msg, ma sinceramente comincio a stufarmi un po' di ripetere sempre la stessa solfa. Sono

_anni_ che ogni tanto questa storia fa di nuovo capolino, e ogni tanto mi tocca far circolare la solita smentita.

beh, stavolta ho riscritto la smentita da cima a fondo. Vediamo se serve a qualcosa. Circolatela pure dove vi pare: vi cedo i diritti senza problemi ;-)

allora, veniamo al sodo.

------------------------

Se ricevete un messaggio del seguente tipo, NON CASCATECI. E' una bufala.

--- begin -----

>>Oggetto : Attenzione VIRUS da Internet !!!!!

>>ATTENZIONE PERICOLO!(comunicazione Microsoft)

>>Egregi Signori,

>>LEGGETE ATTENTAMENTE L'EFFETTO DI QUESTI VIRUS

>>ATTENZIONE! se ricevete una mail intitolata "JOIN THE CREW" NON APRITELA!

>>devasterà qualsiasi cosa avete sull' Hard Drive. Spedite la seguente

>lettera a

>>tutti coloro che sono nella V.s. mailing list e divulgate la notizia al

>>maggior numero di persone che potete.

>>QUESTO E' UN NUOVO VIRUS E MOLTI NON NE SANNO ANCORA NIENTE.

>>Abbiamo ricevuto questa informazione in mattinata dall' IBM. Per favore

>>condividete questa comunicazione con tutti coloro che accedono in Internet.

--- end ----

E' dal 1994 circa che la versione originale di questo messaggio circola in Internet. Vorrei ricordare, il più energicamente possibile, che NON E' POSSIBILE prendere un virus dalla normale e-mail (quella di solo testo).

Non importa se il msg cita fonti Microsoft, cita l'IBM, America

Online, il Corano o la Bibbia. Non importa se parla di codici ANSI nascosti. Non importa se ve lo manda un amico fidato, vostra madre,

Valeria Marini, il mago Otelma o Romano Prodi in persona: probabilmente lo fanno perché ci sono cascati anche loro.

Qualsiasi sia il contenuto del testo di avvertimento, E' UNA BUFALA.

Ripeto: è una bufala. E' sempre stata una bufala. Sarà sempre una bufala. Non esiste modo di infettare un computer leggendo un e-mail di solo testo.

anche se il titolo dell'e-mail fosse

"Beccati-questo-virus-orribile-che-ti-mangia-il mallureddu", non cambierebbe una virgola. Ci sono poche cose categoriche su Internet, ma questa è una: l'e-mail di puro testo NON PUO' CONTENERE VIRUS.

Uniche IMPORTANTI cautele:

--------------------------

-- Si _possono_ prendere virus e macrovirus dagli attachment

(allegati) se li aprite o eseguite.

-- Si _possono_ prendere virus dal codice Java o ActiveX inserito nell'HTML mail (e' difficile, ma possibile), quindi usate un programma di e-mail che NON usi Java o ActiveX e scriva i msg in testo puro e semplice, come Eudora.

-- NON si possono prendere virus da un messaggio in normale testo

(codice ASCII).

Questa _non_e'_una_teoria_. E' un fatto già discusso in rete fino alla nausea. Ciononostante, c'e' sempre qualcuno che 'abboccà a scherzi come "Join the Crew". Se ci siete cascati, non prendetevela; ci cascano tutti i nuovi arrivati in rete.

Ma il msg che ho ricevuto io è diverso...

------------------------------------------

Ripeto: non importa cosa dice il messaggio. Anche se il titolo è diverso da "Join the Crew", "VIRUS ALERT", "Deeyenda", "Penpal

Greetings" o "UNDELIVERABLE MESSAGE", e anche se il testo non è esattamente identico a quello sopra citato, NON CAMBIA NULLA.

Non dovete avere dubbi in merito. Non c'e' nulla da valutare caso per caso: è sempre la stessa bufala che fa il giro del mondo da anni. Ogni tanto qualcuno la modifica: talvolta in buona fede, talvolta per vedere quanta gente ci casca.

accidenti, ci sono cascato/a!

-----------------------------

Se avete ricevuto il msg e l'avete subito mandato a tutti i vostri conoscenti, c'e' poco che potete fare. Ci siete cascati: niente di male, l'importante è non cascarci più.

Se volete rimediare al vostro errore, mandate questo msg a chi vi ha mandato l'avvertimento, citandomi come fonte se lo ritenete opportuno. Oppure non fate niente: è già un aiuto per debellare questa bufala.

L'importante è che NON distribuiate il falso messaggio d'allarme. IN

NESSUN CASO. Neanche perché "non si sa mai, potrebbe essere vero".

Rassegnatevi: NON E' VERO.

chi sono io per dire queste cose così categoriche?

--------------------------------------------------- beh, io sono l'autore di "Internet per tutti" e di altri libri sulla

Rete; scrivo articoli su Internet per la Gazzetta dello Sport; inoltre uso Internet da ben prima che esistesse il Web, quando in

Italia non esistevano neppure i provider.

E poi non lo dico soltanto io. Ci sono _centinaia_ di pagine Web molto autorevoli dedicate a smentire questo tipo di bufale.

Inoltre ne parlano praticamente tutti i libri su Internet. Sentite inoltre cosa dicono quelli di F-Prot (l'antivirus), nell'help del loro prodotto:

---begin ----

Subject: BAD VIRUS ON THE LOOSE

Date: Sat, 08 Feb 1997 05:14:19 -0800

There is a virus going around called "JOIN THE CLUB"....

This is a hoax alert which has been distributed in the internet. There is no virus by this name. Here is an example of the hoax message:

Name: Deeyenda Maddick alias: Deeyenda

This is another virus hoax. There are a lot of warning about this

'virus' going around, but such a virus does not exist, and no future virus will be named 'Deeyendà. Ignore the hoax warnings and do not redistribute them.

--- end ---

come vedete, anche loro sono piuttosto categorici.

Nota di avvertimento

--------------------

NON risponderò a messaggi del tipo "ma io ho ricevuto un avvertimento diverso", "ma io ho sentito dire che è vero", "ma io non ci credo alla tua smentita", "ma oggi è mercoledì e di mercoledì i virus invece si possono mandare nella posta", o a richieste di approfondimento sulla questione. Non ci sono approfondimenti da fare.

Se proprio volete, andate in rete e cercatevi con un motore di ricerca una delle tante pagine che parlano (invano, ahime', visto che tanti continuano a cascarci) di questo argomento.

Se qualcuno mi manda altre copie di queste bufale, riceverà questo messaggio e basta. NON risponderò ne' inizierò discussioni sui dettagli della questione. Ho una vita da vivere, perbacco!

Sospiri rassegnati conclusivi

-----------------------------

E' sorprendente come queste bufale persistano nonostante siano stati pubblicati, su Internet e nei libri, continui avvertimenti in proposito.

Lo stesso vale per messaggi come quello del bambino col tumore al cervello (Craig Shergold) e quello di Jessica Mydek o quello della serie "fare soldi in fretta". Fanno parte delle "urban legends" di

Internet, e probabilmente continueranno a esistere finché esisterà

Internet.

Io continuerò a diffondere smentite, ma ci sarà sempre qualche novellino che si tufferà in Internet senza documentarsi, ad esempio leggendo un buon libro (non necessariamente uno dei miei;-)). E' come mettersi al volante di una Ferrari senza aver fatto scuola guida: un atto irresponsabile verso di se' e verso gli altri.

Sicuramente ci sarà qualcuno che non crederà alla mia smentita e continuerà a diffondere la bufala. In tal caso, sono cavoli suoi.

Confermati problemi Fido con sconti Internet (3 febbraio 1998)

Un partecipante a questa mailing list mi segnala un problema che forse vi può toccare: Telecom rifiuta gli sconti per Internet a chi ha attivato anche il servizio Fido sul medesimo numero telefonico.

Confermo che il servizio cordless Fido NON PUO' essere richiesto sullo stesso numero telefonico sul quale sono attivi gli sconti per Internet, e viceversa.

Se avete attivato uno e volete l'altro, dovete disdire il servizio che avete. Non ci sono eccezioni.

Fonte: comunicazione della Direzione Regionale Telecom Lombardia,

10/2/98.

Sembra infatti che i due contratti (Fido e sconti Internet) siano incompatibili: uno esclude l'altro. Ho il sospetto che sia un problema di calcoli per la tassazione: se fate una chiamata al numero del vostro provider usando Fido fuori casa (cosa poco utile per ora, visto che i Fido non trasmettono dati, ma fa niente), che tariffa scatta? il 50% della tariffa Fido?

Probabilmente Telecom non ha ancora capito/deciso come comportarsi e allora blocca tutto.

Bill Gates e le torte in faccia (8-11 febbraio 1998)

Attenzione: sto cercando attivamente qualcuno che si sia mosso a compassione per il deprecabile incidente della torta scagliata in faccia a Mr.Windows 95, ossia Bill Gates, ossia l'uomo più ricco del mondo.

come hanno osato centrare con una torta alla crema l'uomo che disse

"640 K di memoria sono sufficienti per chiunque" (1981)?

Se vi siete persi la scena dell'orrendo delitto, potete prelevare foto e filmato in formato QuickTime dal seguente indirizzo:

http://cnn.com/TECH/computing/9802/04/belgium.gates.ap/

Se volete saperne di più su quanto guadagna Bill Gates (se vede una banconota da 500 dollari per terra non gli conviene chinarsi a prenderla, guadagna di più se arriva 3 secondi prima in ufficio), visitate inoltre la pagina di Brad Templeton (uno dei padri della

Rete) dedicata umoristicamente ma non troppo all'argomento. E' in inglese, ma i numeri e i grafici parlano da soli.

L'indirizzo è http://www.clari.net/brad/billg.html

Le opinioni espresse in questo articolo sono mie personali e non rispecchiano necessariamente quelle del mio editore o della Gazzetta dello Sport. Condividerle, comunque, è gratis.

Approvato lo standard 56K (9 febbraio 1998, aggiornato l'8 giugno 1998)

L'ITU-T ha approvato lo standard V.90 per i modem a 56K. Il comunicato ufficiale è presso

http://www.itu.ch

in inglese e qualche altra lingua.

Dettagli e consigli per gli acquisti nell'articolo in Gazzetta domenica 15/2, ma se avete un 56K non aggiornabile siete nei guai: tutti si convertiranno al nuovo standard entro breve.

Non cambia nulla per chi usa i modem "vecchi" a 33.600 bps: quelli nuovi gestiranno ancora questa velocità.

[aggiornamento dell'8/6/98]

Devo però precisare che la ratifica _ufficiale_ dello standard

V.90 è in realtà prevista per settembre 1998, anche se i modem che rispettano questo standard saranno già in circolazione tra poche settimane.

attenzione a non farvi allettare troppo dalla promessa di altissime velocità! La velocità di 56 kilobit per secondo è puramente teorica.

I 56 kilobit sono dal vostro provider al vostro computer (nel senso opposto si viaggia ancora a 33,6). E se il resto della Rete è lento, o se i computer del vostro provider sono sovraccarichi o sottodimensionati, non riuscirete comunque ad andare molto più veloci dei 33,6 attuali.

Fra l'altro Enrico Netti, in un suo articolo sul Sole 24 Ore del 5 giugno 1998, segnala un mistero: un modem della 3Com omologato da

Telecom Italia raggiunge mediamente i 48 kbps, mentre lo stesso modello, nella versione omologata da France Telecom, arriva a 53,3 kbps. Conviene dunque comperare in Francia? Mah!

Rischierò di fare il conservatore, ma io mi tengo stretto il mio modem 33,6.

[fine aggiornamento dell'8/6/98]

accolgo un validissimo suggerimento di un partecipante a questa mailing list (nunzio@xcom.it): d'ora in poi i msg avranno tutti il prefisso [INTERNET PER TUTTI] nel Subject o Oggetto, per facilitare il filtraggio automatico dei messaggi offerto da alcuni programmi di gestione della posta.

Dove posso trovare le donne nude? (14 febbraio 1998)

Il fatto che io mi occupi di donne nude proprio il giorno di S. Valentino non tragga in inganno le mie lettrici: non ho intenzione di sprofondarle negli abissi della perdizione telematica.

(Auguri a tutti gli innamorati/e, comunque).

Negli ultimi mesi, molti iscritti mi hanno mandato msg chiedendo dove trovare le immagini porno su Internet.

Ho già risposto loro privatamente, ma per evitare di dover mandare altre 127.412 risposte separate, lo dico qui e poi non lo dico più: spiacente, non ve lo posso dire. Non chiedetemelo più.

Non è perché sono bigotto. C'e' un motivo più serio che forse non avete considerato. Se mando a un minorenne le istruzioni per prelevare le immagini porno da Internet, sono colpevole di pedofilia.

La legge parla _molto_ chiaro.

I caratteri digitati sulla tastiera da un ragazzino di dodici anni sono identici a quelli di Jessica Rizzo. Non c'e' modo, per me, di sapere che età avete. Per cui, per stare ben al di qua del limite della legge, non dico niente a nessuno in materia. Punto.

Mettetevi nei panni di un genitore che scopre che suo figlio mi ha scritto, e io gli ho spiegato dove trovare Arnold Schwarzenegger con il pisellino in vista. Sareste contenti/e? E soprattutto, comprereste ancora i miei libri ;-) ?

Quindi mi spiace, amici, ma niente richieste di siti o newsgroup dedicati ai formosi glutei di Brad Pitt e/o Pamela Anderson.

Qualcuno potrebbe obiettare che nei miei libri si parla anche di sesso e pornografia su Internet. Ma lo scopo è dare ai genitori informazioni serie e precise sull'entità del problema e su come navigare senza esporre i propri figli a immagini ultraviolente o indecenti. Nel libro non ci sono quindi foto di donnine e/o caprette in pose discutibili, ne' istruzioni per l'uso dei siti porno.

Per tutti coloro ai quali della pornografia telematica non potrebbe fregar di meno: mi scuso del msg e prometto che dopodomani mi rifaccio vivo con un articoletto fresco fresco del Tourbus che vi spiegherà come _non_ farsi mandare mille dollari da Bill Gates.

Saluti!

TOURBUS: Altre bufale via e-mail (17/2/98)

Prima di tutto, i consigli per gli acquisti....

><><><><><><><><> SimpleNet CMS - Commerce Made Simple <><><><><><>< all the tools needed for fast and easy setup of your online business:

Domain Web Account, Unlimited Storage, Unlimited Traffic, 5 POP email

Accounts, KoolCat Shopping Cart, VeriSign Secure Server Key.

SPECIAL: $649 setup and only $50/month.

http://www.simplenet.com/commerce/cmspackage12.html

><><><><><><><><> SimpleNet CMS - Commerce Made Simple <><><><><><><

GLI INDIRIZZI DI OGGI:

http://urbanlegends.miningco.com/library/blgates.htm

http://www.boardwatch.com/mag/98/jan/bwm70.html

http://www.neoworx.com/neotrace/download.asp

Nel dicembre del 1997, la Rete è stata invasa da un'ennesima bufala via e-mail il cui testo era circa questo:

[la traduzione in italiano è più sotto. -- Paolo]

Hello everybody,

My name is Bill Gates. I have just written up an e-mail tracing

program that traces everyone to whom this message is forwarded

to. I am experimenting with this and I need your help. Forward

this to everyone you know and if it reaches 1000 people everyone

on the list will receive $1000 at my expense. Enjoy.

Your friend,

Bill Gates

[Salve a tutti.

Mi chiamo Bill Gates. Ho appena completato un programma di tracciamento per l'e-mail che tiene traccia di tutti gli indirizzi degli utenti ai quali viene ritrasmesso questo messaggio. Sto facendo alcune prove e mi serve il vostro aiuto. Ritrasmettete questo messaggio a tutti quelli che conoscete: se raggiunge 1000 persone, tutti i componenti della lista riceveranno 1000 dollari a mie spese. Buon divertimento.

Il vostro amico bill Gates]

Sempre a dicembre 1997, ho chiamato la Microsoft per verificare la faccenda.

George Shaw, un portavoce della Microsoft, mi ha detto che la storia e'

"officially not true" (ufficialmente non vera).

La storiella ha un seguito. Anzi due.

La prima nuova bufala che gira per Internet dice che oltre ai mille dollari, il signor Bill "torta-in-faccia" Gates invierà alle prime mille persone che rispondono una copia omaggio di Windows 98 (noto anche come "Macintosh 87".

La seconda bufala vi fa le congratulazioni per essere arrivati fra i primi mille utenti a rispondere all'e-mail di Bill e vi dice che per riscuotere il premio non dovete fare altro che inviare via e-mail il numero della vostra carta di credito e la relativa data di scadenza, in modo che Bill possa fare l'accredito sulla vostra carta. [una prassi molto diffusa in USA ma quasi sconosciuta in Italia. -- Paolo]

Se siete tonti abbastanza da cascarci, soprattutto nel secondo caso, siete pregati di non contribuire al patrimonio genetico dell'umanità.

Giusto per chiarire ulteriormente il concetto, _TUTTE_ le versioni di questi e-mail spediti da "Bill Gates" sono bufale al 100%. Potete saperne di più presso

http://urbanlegends.miningco.com/library/blgates.htm

Truffe con le cartoline elettroniche di S. Valentino

certo, San Valentino è una bella festa. Meno bella invece è l'idea che un paio di spammer, da qualche parte sulla Rete, stanno sfruttando per attirare visitatori ai loro siti Web mandando migliaia di messaggi di questo tenore:

Someone has sent you a Valentines Day Card or Message. If you

will go to http://www.blahblah.com/blah/valentine.htm [I just

made this address up, by the way] you can receive your Valentine.

Enter your name and the password below.

Your password = love

["Qualcuno vi ha mandato un messaggio o una cartolina di San

Valentino. Se andate a http://www.questosito.com/pippo/svalentino.htm

(e' un indirizzo fittizio, caso mai non si capisse. -- Paolo) potrete ricevere la vostra cartolina.

Immettete il vostro nome e il codice d'accesso indicato qui sotto

Il vostro codice: love"]

Ma come si fa a distinguere le cartoline di S.Valentino autentiche da questi rompiscatole? Ecco alcuni consigli.

1. Guardate la riga To: nel messaggio. Se non ci trovate il vostro nome o il vostro indirizzo di e-mail, o se vedete una lunga serie di indirizzi di e-mail, è probabile che il messaggio sia uno spam [lo spam è l'equivalente su Internet della posta pubblicitaria che trovate nella vostra buca delle lettere. -- Paolo]. La maggior parte dei servizi che forniscono cartoline elettroniche manderanno un messaggio di notifica a un solo indirizzo di email: il vostro.

2. Date un'occhiata al codice o alla password richiesta per recuperare la vostra cartolina. La maggior parte dei siti che offrono cartoline elettroniche vi manda una password univoca, di solito composta di numeri mescolati a lettere (ad esempio "pc2678h65s785sa90fl225"). Se il codice d'accesso non somiglia a qualcosa che la Adobe vi richiederebbe di digitare per abilitare una copia di Photoshop, è probabile che la

"cartolina" sia una truffa.

3. Qualsiasi sito Web che offre cartoline elettroniche e vi chiede informazioni personali (eccezion fatta, eventualmente, per il vostro indirizzo di e-mail) è una truffa. Fossi in voi, sarei cauto anche verso i siti che vi chiedono il vostro indirizzo di e-mail.

Ringraziamenti speciali a Paul Collins presso la One Click Systems per aver segnalato questa truffa.

[Segue il racconto di una bufala riguardante una truffa telefonica che colpisce solo gli americani e di alcuni commenti personali di Bob e

Patrick (gli autori dell'articolo originale). Mi sono permesso di cancellarlo; se a qualcuno interessa, può prelevare l'originale o chiedermelo. -- Paolo]

Se vi capita ogni tanto di usare il traceroute [un comando per seguire il percorso dei dati da voi al sito che vi interessa visitare. --

Paolo] e usate Windows 95 o Windows NT, vi consiglio vivamente di provare un programma shareware (costa 15 dollari) chiamato NeoTrace.

Si tratta di un programma di traceroute velocissimo che esegue anche i

"reverse DNS lookup" e i "Whois lookups" [in linguaggio terra terra, vi fornisce ulteriori informazioni sui siti dai quali transitano i vostri dati. -- Paolo]. Basta una cliccata su uno qualsiasi dei nodi visualizzati per vedere tramite Whois le informazioni concernenti il nodo o sito in questione.

Jack Rickard ha scritto una magnifica recensione di NeoTrace (e una

_splendida_ introduzione al traceroute) che potete trovare sul Web presso

http://www.boardwatch.com/mag/98/jan/bwm70.html

[in inglese, naturalmente. -- Paolo]

Trovate una lista completa di siti dai quali prelevare NeoTrace presso

http://www.neoworx.com/neotrace/download.asp

Fra l'altro, nei due anni e mezzo di vita del Tourbus, non mi sono mai permesso di consigliare pubblicamente un programma (o almeno non mi ricordo di averlo fatto). Ma NeoTrace mi ha colpito così tanto che ho fatto uno strappo alla regola. Se usate traceroute più di una volta al mese, vi meritate un giro di prova con NeoTrace.

E questo è tutto! Buona settimana di San Valentino!!

Volete contribuire? + Immortalità digitale (18/2/98)

Oggi vi offro due modi per rendere immortale il vostro nome: il primo è semiserio (per forza, trattandosi di un mio progetto): il secondo renderà davvero il vostro nome più durevole delle piramidi.

_ Volete contribuire?

Finalmente il mio libro più recente (Internet per tutti, terza edizione) è finito: perlomeno, ora è nelle mani degli impaginatori

(orrore!!) e dovrebbe essere in giro nelle librerie verso aprile.

al libro si affianca un sito Web (http://come.to/topone). E qui entrate in gioco voi, se vi interessa avere il vostro nome fra i collaboratori del libro e quindi essere "immortalati".

Presso questo sito, infatti, verranno pubblicati (gratuitamente e in modo accessibile a lettori e non lettori) gli aggiornamenti del libro man mano che si renderanno necessari, ma già ora c'e' una pagina Web contenente l'elenco dei siti citati nel testo, suddivisi in base ai dodici capitoli del libro.

Si tratta di controllare periodicamente che i siti citati nel testo esistano ancora e non abbiano subito modifiche sostanziali. Se un sito trasloca, bisogna che la pagina Web contenga un rimando al nuovo indirizzo.

La mia proposta è questa: sceglietevi un capitolo e una volta al mese accedete alla pagina Web per verificare se tutto è in ordine.

Includerò il vostro nome e indirizzo di e-mail nelle pagine del sito e avrete la mia sempiterna gratitudine.

[Certo che lo so che esistono programmi che fanno lo stesso controllo in automatico. Ma credo più nelle risorse _umane_ della Rete che in quelle digitali].

Se trovate delle modifiche, mi mandate un e-mail con i dettagli. Tutto qui. Se vi stufate, potete piantar lì senza problemi in qualsiasi momento (ma avvisatemi!).

Interessati? Benissimo! Mandatemi un e-mail (sempre a topone@pobox.com) e vi farò avere i dettagli.

_Immortalità digitale

Ma veniamo a qualcosa di più serio. Vi stupireste se vi dicessi che il mio nome durerà più delle piramidi e del mondo stesso? Beh, se mi conoscete, forse non vi sorprendereste e sospettereste uno dei miei soliti eccessi di megalomania. Ma non sto scherzando.

Esiste già adesso un un modo per scrivere il proprio nome tra le stelle e racchiuderlo in uno scrigno che durerà migliaia e probabilmente milioni di anni.

Poetico, vero? Un bel regalo da fare al proprio partner ("tesoro, ho fatto scrivere il tuo dolce nome fra le stelle del firmamento...").

Peccato che San Valentino sia appena passato, ma c'e' sempre il prossimo.

Ma veniamo ai dettagli pratici. Il "trucco" è questo: far porre il proprio nome in un chip che viaggerà a bordo di una delle numerose sonde spaziali americane. Non parlo di satelliti, che prima o poi ricadono sulla terra, ma di sonde che si allontanano definitivamente dal nostro pianeta e spesso escono addirittura dal nostro sistema solare.

Questi gioelli tecnologici viaggeranno nello spazio cosmico molto tempo dopo che l'erosione del vento avrà smussato le piramidi, la deriva dei continenti avrà trasformato il Mediterraneo in un laghetto e il debito pubblico italiano sarà stato estinto.

Far incidere il proprio nome e cognome in questi chip è semplice. basta essere membri della Planetary Society (http://planetary.org), quella fondata dal compianto Carl Sagan (autore di "Contact" e di alcuni fra i più bei libri di divulgazione scientifica dopo i miei).

Tutti i nomi degli iscritti vengono automaticamente caricati nel chip, che viene spedito nel cosmo in occasiione della successiva missione spaziale.

Io mi sono iscritto (anche perché la rivista della Planetary Society contiene delle foto di Marte che lasciano senza fiato) e ora il mio nome andrà nello spazio, a bordo della sonda Stardust che parte il 6 febbraio 1999 e va a raccogliere campioni di cometa.

Ok, lo so che il mio nome è scritto _molto_ in piccolo, sul chip, ma mi accontento...

Non tutti i servizi della Planetary Society sono legati ad un abbonamento, per carità. Il loro sito Web offre un archivio completo e gratuito di tutte le immagini restituite dalla sonda Pathfinder su

Marte e dalla sua nave madre in orbita intorno al pianeta rosso, e scusate se è poco.

Sempre in tema di Marte e spazio, ecco alcuni siti che vi possono interessare.

-- Le nuove immagini che arrivano dall'orbita di Marte vengono tuttora pubblicate in tempo quasi reale presso http://mars.jpl.gov/mgs.

-- Se volete sapere se Arthur Clarke ha visto giusto e davvero c'e' vita su Europa (il satellite, non il continente), seguite la missione

Galileo presso http://www.jpl.nasa.gov/galileo.

-- A gennaio del 1999 la sonda NEAR raggiungerà l'asteroide Eros.

Potete seguire la missione presso http://sd-www.jhuapl.edu/NEAR, e se volete rintracciare Eros nel cielo notturno trovate le mappe di guida presso http://boulder.swri.edu/clark/finderos.html.

come direbbe il professor Fontecedro, "Cosmico, ragazzi"....

TOURBUS: Restare in contatto tramite ICQ (12 marzo 1998)

[Scusatemi se non mi sono fatto vivo per un po', ma mettetevi nei miei panni: dovendo scegliere fra passare momenti indimenticabili con tre adorabili ragazze, tutte insieme nel letto, e scervellarvi sui misteri di Internet, cos'avreste fatto?

Quello che ho fatto io, naturalmente: dedicarmi insieme a mia moglie alle nostre due gemelline!

Scherzi a parte, mi sono dovuto fermare con la mailing list per prendere fiato dopo una lunga corsa. Adesso mi sono ricaricato, le emergenze sono passate, e posso dedicarmi con serenità agli arcani della telematica.

-- Paolo.]

OGGI PARLIAMO DI: ICQ L'INDIRIZZO DI OGGI: http://www.mirabilis.com/

Si dice che se ripetete qualcosa un numero sufficiente di volte, dopo un po' la gente comincerà a crederci. Beh, sono state così tante le persone che mi hanno detto ultimamente che ICQ è un'applicazione per Internet veramente tosta che mi sono sentito obbligato a provarla per voi.

Che cos'e' ICQ?

ICQ è l'acronimo di "I Seek You" ["io cerco te" -- Paolo.]. Si tratta di uno strumento, facile da usare, che vi dice quando i vostri amici sono online e vi aiuta a contattarli facilmente. Ditemi quante volte vi è capitata una situazione di questo tipo:

1) cercate l'indirizzo di e-mail di un amico o collega

2) mandate un messaggio del tipo "Ehi, sei collegato in questo

momento?"

3) vi chiedete se il vostro messaggio è arrivato a destinazione

3) aspettate una risposta

con ICQ, venite informati istantaneamente quando un amico inizia una sessione Internet e potete inviare un messaggio o un "chat" [scambiare messaggi in tempo reale scrivendo sulla tastiera, tipo telex. -- Paolo] con un paio di cliccate.

Oltre ai messaggi istantanei e al chat, con ICQ potete inviare file e URL [indirizzi. -- Paolo] di pagine Web, giocare o bighellonare insieme a un gruppo di cyber-amici quando navigate nella Rete.

Dopo che avete prelevato ICQ, ricevete un UIN (Universal Internet

Number) univoco, tutto per voi. Se volete, potete allegare delle informazioni personali al vostro UIN: in tal caso consentite agli altri utenti di ICQ di riconoscervi quando vi collegate alla Rete.

Dopo che avete impostato il vostro UIN e il vostro profilo d'utente personalizzato, compilate nel programma una lista di amici e colleghi che usano come voi ICQ. Queste persone compariranno nella vostra "contact list" [elenco dei contatti. -- Paolo], in modo che possiate tenerle d'occhio e contattarle rapidamente. Se non siete sicuri se un determinato utente adopera ICQ, potete consultare il database di ICQ, che contiene oltre otto _milioni_ e mezzo di utenti, e scegliere quelli che volete includere nella vostra lista.

___Che differenza c'e' rispetto agli altri programmini per il chat?

Usando programmi come WebChat o Powwow, vi rimane sempre il problema di scoprire se l'altra persona è online e poi dovete determinare qual è il loro indirizzo di IP per stabilire il collegamento.

IRC, poi, è un ambiente a parte e molto complesso, con comandi enigmatici e una curva di apprendimento piuttosto ripida.

ICQ elimina questi problemi avvisandovi automaticamente quando i vostri amici sono disponibili per il chat e rende semplicissimo contattarli grazie all'interfaccia facile da usare.

___OK, ma quante risorse usa?

Il programma ICQ è piccolo, gira in background e non occupa granché le vostre risorse di sistema. In genere lo si esegue in una piccola finestra che viene aggiornata in tempo reale man mano che gli amici si collegano e scollegano.

Potete però avere anche degli amici speciali: piccole icone che si posano sul desktop e vi avvisano quando le persone speciali della vostra lista di contatti si collegano o scollegano. Questo riduce al minimo lo spazio usato da ICQ sullo schermo.

___Altre funzioni carine

URLDirect è una funzione molto comoda che serve a invitare altri utenti a visitare con voi un sito Web. Potete anche ricevere messaggi speciali, che avvieranno il vostro browser e vi porteranno direttamente a una pagina Web che un vostro amico vuole che vediate.

Naturalmente è una funzione disattivabile, dato che sarebbe imbarazzante se un collega di lavoro vi facesse comparire una pagina poco adatta mentre il capo è nel vostro ufficio.

[immagino già quanti scherzi si faranno, facendo comparire le pagine di Playboy sui computer d'ufficio dei colleghi. -- Paolo]

ICQ gestisce inoltre la maggior parte dei programmi di e-mail più diffusi. Potete lanciare il vostro programma di e-mail e inviare messaggi direttamente al Client ICQ. Nella maggior parte dei casi,

ICQ è in grado di indicarvi quanti messaggi avete in giacenza e chi ve li ha mandati, prima ancora di prelevarli.

Se poi vi piacciono i giochi, ICQ vi può collegare con altri giocatori e semplificare Quake, WordZap, Rikken On The Rockx, o Canasta.

ICQ è disponibile per Win95, Win3.x, and Mac, ma hanno anche una versione in Java: questo significa che la può usare chiunque, a prescindere dal suo sistema operativo. E' una bella cosa, se preferite Linux, OS/2 o se siete costretti a usare un sistema mainframe molto eccentrico per lavoro.

Per conoscere meglio ICQ e procurarvi la vostra copia gratuita, andate qui:

http://www.mirabilis.com/

alla prossima! --Bob

[Mi sorge un dubbio: siamo davvero sicuri che sia una buona cosa far sapere quando siamo online? il chat è una delle forme più efficienti di spreco di tempo, salvo che sappiate battere a macchina con dieci dita: aspettare intanto che l'altro interlocutore sillaba penosamente la sua risposta è snervante.

Peggio ancora, la privacy dove la mettiamo? Qualcuno potrebbe obiettare che non desidera affatto far sapere al mondo quando è collegato e quando no. Saranno magari anche fatti suoi!

Ma se non avete di questi problemi, divertitevi pure con ICQ. a presto. -- Paolo.]

Distribuito il codice sorgente di Netscape (18 marzo 1998)

Dal 31 marzo prossimo, l'intero codice sorgente del browser Netscape communicator 5 sarà distribuito liberamente e gratuitamente presso http://www.mozilla.org.

Il codice (diverse decine di megabyte) sarà disponibile anche su CD per pochi dollari e comprende il browser vero e proprio e i nuovi componenti come agenda e calendario.

D'ora in poi Netscape (sia come codice sorgente, sia come programma già pronto per l'uso) sarà totalmente gratuito: prima lo era solo per l'uso privato, mentre la licenza d'uso aziendale arrivava a 60 dollari.

Secondo Dataquest, Netscape detiene ora il 57% del mercato mondiale dei browser, contro il 40% di Internet Explorer della Microsoft (che però ha fatto notevoli progressi rispeto al 10% di due anni e mezzo fa).

Fonte: il Sole 24 ore, 13 marzo 1998.

Risposte ai lettori (23 marzo 1998)

Da questa settimana inizio a pubblicare nella mailing list le risposte alle domande che mi mandate via e-mail. Ho pensato che le informazioni che fornisco in queste risposte magari interessano anche agli altri lettori: in ogni caso, per maggiore scrupolo, se non volete ricevere i miei messaggi dedicati alle risposte ai lettori basta che evitiate di prelevare quelli che contengono "Risposte ai lettori" nel titolo.

Ma veniamo al sodo.

__Audio MPEG3

>vorrei sapere se possibile, quali sono i programmi che permettono

>di trasformare un normale CD audio in formato Mpeg3.

L'articolo pubblicato in Gazzetta il 22/3/98 era dedicato alla compressione audio in formato MPEG3 e accennava a programmi in grado di "succhiare" un brano da un CD musicale e convertirlo in formato

Mpeg3.

ci sono molti programmi di questo tipo: quello che ho provato io e'

WinDAC, scritto da Christoph Schmelnik, di Essen, Germania, raggiungibile via e-mail presso christoph@kali.rhein-ruhr.de. Il suo programma è facilmente reperibile nelle principali biblioteche online. Non è l'unico, ma funziona e costa poco, e a me questo basta!

Normalmente WinDAC converte il brano in formato WAV, che viene compresso poi a parte da un altro programma come MP3 Compressor, anch'esso reperibile nelle migliori biblioteche online e addirittura gratuito (basta mandare un email di ringraziamento a mp3hc@chez.com o mp3hc@hotmail.com). WinDAC può eseguire la compressione MPEG3 direttamente, ma rallenta enormemente la lettura del CD musicale. E' molto più conveniente, se avete 650 MB liberi sul disco, "succhiare" l'intero CD in qualche minuto e poi comprimere con calma.

___Ancora audio MPEG3

>volevo sapere esattamente

>come impiegare solo 5 minuti(ca) per registrare una canzone in mp3 al posto

>delle solite 2 ore che impiego(quando mi va bene!)

Tutto dipende dal processore del vostro computer e dalla qualità del lettore di CD-ROM. Un Pentium 120 MHz, come quello dell'ormai vetusto portatile dal quale scrivo questi articoli, con un lettore 6x

Matsushita, non riesce a leggere neppure a velocità normale: deve rallentare a 0,5x e quindi ci mette 10 minuti per "succhiare" un brano di 5 minuti. Per contro, un Pentium 266 con un recentissimo lettore Hewlett-Packard 24x "succhia" le canzoni a 5x: una canzone da

5 minuti richiede 1 minuto. Un CD intero viene copiato in dieci, undici minuti. Comunque, a parte il tempo di lettura, la qualità della registrazione audio finale è identica a prescindere dalla potenza di calcolo. La cosa più interessante è che questi programmi

"succhia-CD" non hanno bisogno neppure della presenza di una scheda audio per funzionare.

___Virus nella posta (ancora?)

>1) Recentemente mi sono arrivati i seguenti E-mail:

> list@listme.com ---> subject: OK to send e-mail?

> owl@owlseye.com ---> subject: is your Web site a secret

> site@siteposter.com ---> subject: OK to send e-mail?

> launch@launchmaster.com ---> subject: Your Web site re-launch

>

> Sono solo scocciatori o anche portatori di virus? E' meglio rispondere

> (negativamente, si intende) o restare indifferenti?

allora, allora. A costo di essere noioso, ripeto che la normale e-mail, quella costituita solo da testo, NON può assolutamente convogliare virus. L'HTML mail, ossia l'e-mail redatta in formato

HTML (quella con corsivi, grassetti e altri effetti grafici), PUO' contenere alcuni virus. Gli _allegati_ ai messaggi POSSONO contenere qualsiasi virus.

La questione è descritta in dettaglio in un mio msg precedente, che trovate archiviato presso http://come.to/topone.

Scocciatori? Certamente. E-mail come quelli ricevuti dal lettore sono prodotti da società che cercano di vendere i propri servizi inondando le caselle postali degli utenti di Internet con le loro pubblicità.

E' una pratica chiamata "spamming" ed è considerata contraria alla

Netiquette (il galateo di rete). basta non rispondere e cancellare il messaggio.

___Passare a un browser superiore

>2) Possiedo un PC Pentium 100 con 16 MB di RAM ed utilizzo come navigatore

> Netscape 3.0. Mi conviene passare a Netscape 4.0 ?

Non è assolutamente indispensabile passare alla versione più recente di un browser soltanto perché è stata distribuita (fra l'altro a fine marzo viene pubblicata la versione 5 di Netscape). Se vi trovate bene con la versione che avete, tenetevela stretta!

Ovviamente la versione nuova contiene (si spera) migliorie di funzionamento rispetto alla precedente e in genere contiene anche funzioni in più, gestisce una versione più aggiornata dell'HTML e fa molte altre cose.

Questo affinamento, però, ha come contropartita un aumento costante delle dimensioni dei browser. Scaricare Netscape 5 o Explorer 4 da

Internet è proibitivo: sono decine e decine di megabyte.

a parte questo, bisogna tenere conto del "peso" di queste applicazioni una volta installate. Il file eseguibile di Netscape 5 (il file .exe) occupa circa 4 MB di RAM e quindi su macchine come quella descritta dal lettore si riservano una congrua fetta delle risorse.

Inoltre, più è grande il browser, più tempo ci mette a partire (con la significativa eccezione di Explorer 4, che nonostante i suoi 60 MB parte in una decina di secondi sul mio Pentium 120, contro i 30 di Netscape).

Se avete l'abitudine di salvare su disco le pagine Web che vi interessano, dover aspettare mezzo minuto ogni volta per visualizzarle può diventare seccante. a questo proposito devo consigliarvi un browser alternativo chiamato Opera, che costa (35 dollari, mentre Netscape e Explorer sono gratuiti) ma in solo 1 mega e mezzo contiene tutto l'indispensabile ed è fulmineo come prelievo da Internet, partenza ed elaborazione. Ma questo è un argomento che richiede un articolo a parte, e Bob Rankin ha un articolo del Tourbus che freme per essere tradotto e pubblicato (lo faccio appena posso e lo pubblico in questa mailing list, non vi preoccupate).

___ ICQ: aggiunte all'articolo già pubblicato

In un articolo recente di questa mailing list si è parlato del programma ICQ, che serve per tenere traccia di quando gli amici di un gruppo sono in rete simultaneamente, in modo da poter fare chat senza doversi mettere d'accordo prima su date e orari.

>Il 13/3/98 nella tua rubrica" internet per tutti "che gentilmente mi invii >settimanalmente,hai parlato di ICQ

>però ho visto che cè la versione beta ed ha un periodo limitato per l'uso.Mi >chiedo; vale la pena provarla ugualmente?Consigliami Tu.

Grazie per il Tu con la maiuscola, innanzi tutto (sono notoriamente vanesio). Di solito sconsiglio di provare le versioni beta dei programmi, ma per ICQ si può fare un'eccezione: per la sua struttura e funzione, difficilmente causerà i danni tipici di molte versioni beta (come quelle di Windows 98 che circolano in Rete). Il periodo limitato d'uso serve a chi produce un programma per evitare che rimangano in giro versioni beta obsolete (che poi causano problemi ed errori agli altri utenti che usano versioni più aggiornate). Prima della scadenza del periodo viene distribuita di norma una nuova versione. Quindi non credo che l'esistenza di una "data di scadenza" nel programma sia un problema.

a proposito di ICQ, Marco Angeletti <marco.ange@iol.it> (citato qui con il suo esplicito permesso) mi ha segnalato che l'articolo del

Tourbus commette un'omissione importante. Perdonatemi, ma io mi limito a tradurre in italiano gli articoli del Tourbus (col permesso degli autori) e aggiungo commenti e note, e la mia considerazione errata sui pericoli di privacy di ICQ si basava sul testo di Bob Rankin, uno degli autori del Tourbus.

avevo detto:

>>Peggio ancora, la privacy dove la mettiamo? Qualcuno potrebbe obiettare

>>che non desidera affatto far sapere al mondo quando è collegato e quando

>>no. Saranno magari anche fatti suoi!

Ma Marco, che ha provato il programma, conferma che:

>L'ICQ ti permette anche di essere "invisibile" e quindi restare on line

>senza che gli altri utenti siano avvisati di questo.

>Inoltre non è che "tutto il mondo" sa che una persona è collegata...

>ICQ, quando si è trovata la persona amica da contattare, manda a questa una

>richiesta in cui bisogna specificare chi siamo e se possiamo aggiungerla

>nella nostra lista di persone amiche...

>In questo modo si ha la possibilità di accettare o rifiutare di essere

>inseriti nell'"agenda" di chi ha chiamato...

Per quelli di voi che mi hanno mandato richieste di contatto via ICQ, della serie "I wish to contact you on the ICQ Network", mi spiace, ma io non uso ICQ, ne' (sinceramente) intendo farlo. E' questione di gusti, ma personalmente trovo il chat una perdita di tempo e non sento grande bisogno di sapere esattamente quando i miei amici e colleghi sono online. Sono già sommerso da ondate di informazioni da digerire quotidianamente e devo sfrondare il superfluo.

Questo non toglie che ICQ sia un programma che va per la maggiore. Le

"buddy list" (liste di amici) di ICQ sono considerate universalmente uno dei fenomeni più importanti di Internet nel 1998.

E con questo per oggi è tutto. A rileggerci presto!

Trovato virus in Microsoft Access (24 marzo 1998)

Dai notiziari online della CNN (http://cnn.com) cito, riassumo e traduco

(l'originale è in fondo al msg):

TROVATO VIRUS MICROSOFT

20 marzo 1998, 4:10 pm ET

Un funzionario della Microsoft Corporation ha dichiarato venerdì scorso che il rischio di essere infettati da un virus trovato in access, il software per database prodotto dalla Microsoft, è minimo.

La Trend Micro Inc., una società che produce programmi antivirus, ha dichiarato giovedì scorso che aveva scoperto il virus all'inizio della settimana scorsa, a quanto pare poco dopo che era stato creato.

Si ritiene che questo sia il primo virus associato a Microsoft Access da quando il prodotto fu introdotto nel 1992.

Microsoft Access è una delle applicazioni contenute nel pacchetto applicativo Office. Cynthia Sample, "product manager" di Microsoft

Office, ha dichiarato che il rischio di infezione è basso.

"Di norma gli utenti non scambiano in continuazione database con persone che non conoscono. Un database Access è più simile ad un'applicazione, ed è improbabile che le persone le trasmettano via e-mail".

[Questo non toglie che molti utenti debbano scambiare database access con i colleghi per lavoro. A me capita. In casi come questi, il virus si può diffondere agevolmente.

La dichiarazione "via e-mail" è fuorviante: sembra che l'e-mail possa contenere il virus. Il virus è contenuto nel database access _allegato_ a un e-mail. Se non aprite l'allegato con access, non correte alcun rischio. -- Paolo.]

La Trend Micro ha dichiarato che il virus era stato incluso nel linguaggio di programmazione Visual Basic che sta alla base di Microsoft Access.

[In originale parla di "written into", il che farebbe pensare che il codice del virus sia integrato direttamente nel linguaggio o nei file eseguibili di Access. Detto così, sembra quasi che il virus sia stato messo direttamente nei CD di distribuzione di Access, ma non è chiaro. -- Paolo.]

La Trend Micro ha inoltre dichiarato che benché il virus non sia concepito per distruggere file, tenterà di alterare i dati di qualsiasi database Access che riesce a infettare.

Sample ha affermato che la Microsoft sta lavorando con la

International Computer Security Association per produrre un programma aggiornato che rilevi ed elimini il virus.

"Il nostro consiglio agli utenti è di aggiornare costantemente il loro software di protezione antivirus" ha dichiarato Sample.

Ed ecco l'originale, compreso il link all'articolo presso la CNN.

> MICROSOFT VIRUS DETECTED

a Microsoft Corp. official on Friday said that the risk of being infected with a virus found in its Microsoft Access database software was minimal. Trend Micro Inc., a company that makes virus-protection software, said Thursday that it had discovered the virus earlier this week, a few days after it appears to have been created. It is believed to be the first virus associated with Microsoft Access since the product was introduced in 1992.

-->Working on removal

..... http://cnnfn.com/digitaljam/9803/20/microsoft/

Microsoft virus detected computer protection company finds virus in access; Microsoft says risk is low

March 20, 1998: 4:10 p.m. ET

NEW YORK (CNNfn) - A Microsoft Corp. official on Friday said that the risk of being infected with a virus found in its Microsoft Access database software was minimal.

Trend Micro Inc., a company that makes virus-protection software, said Thursday that it had discovered the virus earlier this week, a few days after it appears to have been created. It is believed to be the first virus associated with Microsoft Access since the product was introduced in 1992.

Microsoft Access is one of the applications included in the Microsoft Office suite of products.

Cynthia Sample, a product manager for Microsoft

Office, said the risk of being infected with the virus is low.

"People don't normally send databases back and forth with people they don't know," she said. "An access database is more like an application, and people aren't as likely to send those over e-mail."

Trend Micro said the virus had been written into the Visual Basic programming language which underlies Microsoft Access. Trend Micro said that although the virus is not designed to destroy files, it will attempt to corrupt information in any Access database it infects.

Sample said that Microsoft is working with the

International Computer Security Association on updated software to detect and remove the virus.

"Our recommendation to users is to keep updating your virus protection software," she said.

Aggiornamento su Opera (22 aprile 1998)

Saluti, innanzi tutto, e grazie a tutti quelli che si sono preoccupati per me perché non hanno ricevuto miei articoli per qualche tempo. Va tutto bene, e la mailing list prosegue indipendentemente anche se gli articoli in Gazzetta si potranno diradare.

Scrivo questo articolo in Inghilterra, a York per essere precisi. Sto visitando alcune delle bellezze ciberspaziali e non di questa città, che fra l'altro, per i cultori di queste notiziole, è il luogo in cui sono nato nel tardo Paleozoico.

a proposito di Inghilterra: accidenti come funziona bene Internet da queste parti! Se il vostro modem soffre di crisi depressive perché la rete italiana è intasata, portatelo in vacanza nel Regno Unito.

Il mio modesto modem 33.600 bps fa i salti di gioia. Anche i siti americani più difficili e trafficati sono raggiungibili a velocità fulminee.

Ma veniamo al tema dell'articolo di oggi: Opera, il mini-browser norvegese.

In un recente articolo in Gazzetta ho parlato di Opera, un sostituto di Netscape e Internet Explorer che ha una miriade di pregi rispetto a questi due programmi, primo fra tutti le dimensioni (sta comodamente su un dischetto da 1,44 MB, mentre Explorer e Netscape occupano 60 e più megabyte) e la velocità di avvio.

Nell'articolo non c'era spazio per illustrare altri suoi pregi, come ad esempio la facilità d'uso per i portatori di handicap. Noi internettari ci dimentichiamo spesso che insieme con noi ci sono molti utenti che vorrebbero navigare ma non possono a causa di handicap fisici come la difficoltà a maneggiare un mouse o la vista debole (due problemi che coinvolgono molti anziani che per questo rifuggono dalla Rete).

Opera provvede a questo con due funzioni molto pratiche. Innanzi tutto le varie funzioni del programma sono interamente pilotabili senza far uso del mouse. Questo è utile non solo in caso di handicap ma anche quando si usa un computer portatile un po' vecchiotto (Opera funziona come un fulmine anche su un 386 con 8 MB di Ram) che non ha un mouse integrato.

In secondo luogo le pagine possono essere ingrandite sullo schermo per renderle leggibili anche ai deboli di vista, come già accennavo nell'articolo. Nell'angolo in basso a destra di ogni finestra c'e' una tendina che permette di ingrandire e rimpicciolire dal 20% al

1000% (sapeste come non sopporto le pagine Web che usano quei caratteri microscopici, tipo clausola nascosta di un contratto, per ficcarci le informazioni più importanti).

a proposito di handicap: chissà perché i due grandi browser non hanno una funzione ben fatta che consenta di salvare in un solo colpo una pagina e le immagini che contiene. Con Netscape e Explorer, infatti, occorre ricorrere a programmi aggiuntivi esterni come

NearSite, FreeLoader, UnMozify o altri (funzionano secondo principi diversi ma offrono tutti questa funzione di cattura di una pagina

Web). Questo secondo me è uno degli handicap più gravi dei due browser più importanti sul mercato. Possibile che nessuno abbia pensato di includere questa funzione? o sono io che non l'ho trovata?

beh, sia come sia, la prova gratuita di un mese che offrono i programmatori di Opera ha preso per me una svolta radicale e positiva quando ho provato la funzione "Save Image and Pictures as...", che appunto salva sul vostro disco rigido la pagina Web visualizzata in quel momento, includendo automaticamente le immagini.

Il funzionamento è molto semplice. Accedete alla pagina che vi interessa catturare, e poi attivate questa funzione (sta nel menu

File). Compare una finestra di dialogo nella quale potete scegliere una cartella (o crearne una apposita) in cui registrare l'intera pagina, immagini comprese. Fatta questa scelta, Opera registra il tutto sul vostro computer. Tutto qui. Niente programmi aggiuntivi da installare, configurare, imparare e pagare.

[A proposito di pagare: Purtroppo Opera non è gratuito. Costa però

35 dollari, che non sono un salasso insostenibile, e ci sono sconti per scuole e studenti. Se decidete di acquistare Opera, fatelo un po' prima della scadenza del periodo di prova: i norvegesi mi dicono che i loro gestori di carte di credito sono un po' lenti]

I vari file che compongono la pagina Web registrata vengono rinominati e anche i link (rimandi) alle immagini vengono rinominati corrispondentemente all'interno del testo HTML della pagina base.

Quando ho provato questa funzione e ho visto che lavora bene e senza fronzoli (come del resto tutto Opera), mi sono convinto: ho disinstallato Netscape e registrato (acquistato) il programma via

Internet. Così facendo ho liberato circa 40 megabyte di spazio dal disco del mio computer, che essendo un portatile non largheggia in quando a dimensioni del disco rigido.

Morale della favola: consiglio vivamente Opera, se non si fosse capito!

TOURBUS: La Sindone (2 maggio 1998)

[L'articolo originale è parecchio più lungo, ma parla di molti altri argomenti che AMMP (a mio modesto parere) sono di interesse scarso per i non statunitensi. -- Paolo]

Per la prima volta dopo vent'anni, la Sindone viene presentata al pubblico a Torino. Per chi non riesce ad andarci di persona, c'e' sempre il sito Internet:

http://sindone.torino.chiesacattolica.it/

Questo sito "ufficiale" per la Sindone è disponibile in inglese, italiano, francese e spagnolo. Il sito esamina e spiega la storia della Sindone usando tre "percorsi": quello scientifico, quello iconografico e quello biblico. Ad esempio, il percorso scientifico descrive alcuni dei test scientifici condotti di recente sulla

Sindone.

[I risultati di questi test sono estremamente controversi, e non c'e' da stupirsi, visto l'argomento. Affermazioni straordinarie richiedono dimostrazioni straordinarie, e sembra che i ricercatori (pro e contro la natura soprannaturale della Sindone) facciano apposta a disseminare il proprio lavoro di trascuratezze, liti e scorrettezze. Bah. Se comunque volete un altro punto di vista scientifico, provate il sito del CICAP presso http://www.valnet.it/cicap.

Presso il sito CICAP troverete fra l'altro che un ricercatore dell'Università di Pavia, Luigi Garlaschelli, è riuscito a ricreare delle "sindoni" in tutto e per tutto simili all'originale usando materiali dell'epoca.

-- Paolo.]

Purtroppo il sito "ufficiale" della Sindone non offre immagini molto buone. Per vedere la Sindone in dettaglio occorre andare a

http://www.shroud.com/examine.htm

La rivista statunitense Time ha inoltre pubblicato recentemente un articolo molto approfondito sulla Sindone. Il testo integrale è disponibile online [in inglese -- Paolo] presso

http://www.pathfinder.com/time/magazine/1998/dom/980420/cover1.html

L'articolo è distribuito su cinque pagine e dovete raggiungere il fondo della prima pagina per trovare i rimandi alle quattro successive.

Quanti italiani in rete? (9 maggio 1998)

Quanti sono gli italiani su Internet? Per farla breve, di preciso non lo sa nessuno. Anzi, neanche "di preciso".

Nel testo di "Internet per tutti" parlo di circa 1.700.000 utenti. Era una delle fonti apparentemente più affidabili, ma nel frattempo ne ho trovate delle altre. Sorpresa: le cifre sono discordanti, e non di poco.

Secondo l'osservatorio statistico Alchera, già a settembre 1997 gli utenti erano 2.348.000. Dati di Telecom indicano invece un totale di

400.000 utenti privati, più 125.000 utenti aziendali. Dove sono finiti 1.823.000 utenti? Sembra incredibile che due ricerche, presumibilmente autorevoli, diano risultati così discordanti, ma tant'e'.

Per contro, leggo dal Televideo RAI a maggio del 1998 che il 2,5% delle famiglie italiane è su Internet e che questa percentuale salirà all'8,5% entro la fine del 1998. Supponendo 4 persone per famiglia, in Italia ci sono circa 15 milioni di famiglie, il che significa che ci sono 362.500 famiglie italiane in Rete. Di solito c'e' un solo utente Internet per famiglia e quindi, se anche abbondiamo un pochino, siamo intorno alle quattrocentomila ciber-anime.

chi ci capisce è bravo.

___Niente più articoli in Gazzetta?

Se avete notato che i miei articoli sulla Gazzetta dello Sport si stanno diradando, non vi preoccupate. E' colpa degli imminenti mondiali di uno sport (credo il calcio, ma non sono sicuro), che stranamente hanno la precedenza sui problemi di Internet. Forse è per questo che il giornale si chiama "dello Sport?". Comunque, articoli diradati o meno, riceverete sempre e comunque questi articoli via Internet. Siete in troppi, e siete troppo gentili e divertenti nei vostri messaggi, per lasciarvi. Manco a dirlo, gli articoli continueranno a essere distribuiti gratuitamente.

Aggiornamenti al libro e PGP (10 maggio 1998)

Un lettore mi segnala che l'indirizzo Internet citato a pagina 244 della nuova (terza) edizione del mio "Internet per tutti" è inesatto o perlomeno è stato cambiato dopo la chiusura del libro in tipografia.

Pertanto attenzione: l'indirizzo del sito dell'MIT per la distribuzione del programma di crittografia PGP _non_ è http://web.mit.edu/network/pgp.htm, ma è

http://web.mit.edu/network/pgp.html

Praticamente l'estensione "htm" va corretta in "html".

Ringrazio Andrea (di cui non cito il cognome e l'indirizzo Internet in ossequio alla Netiquette), il lettore che ha snidato il refuso; se trovate errori, magagne, segni di arteriosclerosi e altre sconcezze o variazioni nel libro, mandatemi un e-mail a topone@pobox.com e avrete la mia imperitura gratitudine. Se volete soddisfare la vostra vanità, mandatemi due righe di consenso e vi citerò nelle mie pagine Web con nome, cognome e/o indirizzo Internet.

Già che sto parlando del PGP, vi racconto brevemente quali sono gli

"escamotage giuridici" usati dalla comunità di Internet per consentire l'esportazione legale di quello che è uno dei pochi programmi che ha il discutibile pregio di essere considerato "arma pericolosa" dal governo statunitense.

La legge americana sull'esportazione del software per crittografia vieta di trasmettere, trasportare o trasferire programmi su qualsiasi supporto digitale. Quindi non è ammesso esportare dagli USA il PGP

"forte" (quello che usa codici di protezione talmente complessi da non essere decrittabile neppure dai supercomputer) su dischetto o via

Internet. Se lo fate, commettete un crimine federale e siete perseguibili dall'FBI con pene carcerarie non indifferenti.

caso mai ve lo stiate domandando, PGP è così strettamente sorvegliato per via dei suoi possibili usi criminali. I mafiosi, gli spacciatori, i pedofili e i terroristi possono comunicare fra loro con PGP (e molti lo fanno) ed essere sicuri che nessuno può decodificare le loro comunicazioni. Neppure la polizia.

D'altro canto ci sono molti sostenitori della libertà individuale e del diritto alla riservatezza che considerano allarmante e ingiusto che un privato, onesto cittadino non possa avere qualche segreto. anche se con qualche riserva, tendo a essere d'accordo con loro.

L'idea di avere uno Stato che, come il Grande Fratello di Orwell in

1984 (lettura consigliata per quest'estate), può sapere tutto quello che scrivo, dico, faccio, penso e spendo non mi esalta.

Sia come sia, un gruppo di utenti Internet è riuscito a farla in barba alle restrizioni USA. E l'ha fatto legalmente! Il "trucco" è stato questo: un utente statunitense (che come residente USA è automaticamente autorizzato a usare il PGP "forte") ha preso il file del programma PGP e ne ha stampato il contenuto, byte per byte. Poi ha infilato la stampa (un bel pacco di fogli) in una busta e l'ha spedito per posta ordinaria a un altro utente in Scandinavia. all'arrivo, l'utente scandinavo ha immesso i fogli in uno scanner che ha letto i caratteri stampati e ne ha generato un file eseguibile: in pratica, ha ricreato il programma originale.

Siccome la legge USA non parla di distribuzione _cartacea_ dei programmi per crittografia, la spedizione del pacco di fogli non costituisce reato. Furbi, vero?

Una volta uscito dagli USA, il programma PGP è stato messo a disposizione di tutti presso un sito Internet e da lì è stato diffuso ovunque. I governi che cercano di limitare la libertà d'opinione e la circolazione delle idee via Internet farebbero bene a studiarsi questo caso.

Un'ultima cosa. A proposito di FBI, se siete in Italia, non pensate di essere al di fuori della loro portata (giuridica o "informale"), quindi non tentate sciocchezze come farvi trasmettere il programma

PGP via Internet dagli USA (spedire e-mail o dati protetti con PGP è legale nella maggior parte dei paesi, tranne forse in Francia; è illegale trasferire il _programma_). Non ho ancora dimenticato il brivido che mi è corso lungo la schiena un paio d'anni fa.

Stavo facendo ricerche sul sistema telefonico italiano (truffe, phreaking, raggiri Telecom agli utenti eccetera) per uno dei miei libri. Un anonimo utente Internet mi mandò un messaggio. Conteneva un numero di telefono (un numero verde italiano che iniziava per 167) e l'invito a chiamarlo per avere una "sorpresa".

Dopo aver preso opportune precauzioni ho chiamato il numero. Una voce americana ha risposto "FBI headquarters."

Ho riagganciato fulmineamente.

Sicché l'FBI ha un numero verde in Italia dal quale i suoi agenti possono parlare direttamente con il quartier generale gratuitamente. brrr.....

TOURBUS: Batman e altre bufale via Internet (21/5/98)

Oggi vi segnalo, con l'aiuto di Bob e Patrick, due leggende metropolitane che furoreggiano negli USA e sicuramente, con l'aiuto di qualche buontempone e di una folta schiera di creduloni, arriveranno presto anche in Italia, magari in versione modificata.

Già che sono in tema, in fondo a questo articolo troverete un'altra bufala tutta italiana: il Batman erotico di Siena.

___MODEM GRATIS? NON CI CASCO!

attenzione: se ricevete messaggi secondo i quali PC Mall (o un altro negozio d'informatica) vi ha estratto a sorte e avete vinto un nuovo modem US Robotics 56kbps, non credeteci: è una bufala.

Il messaggio dice che se pagate le spese di spedizione il modem sarà vostro. Tutto quello che dovete fare è dare il vostro numero di carta di credito per pagare le spese.

MAI, MAI dare il proprio numero di carta di credito a nessuno in questo modo! E' uno dei più vecchi trucchi per frodarvi soldi.

Qualunque sia la provenienza del messaggio, ignoratelo. Non è vero.

E' una truffa. Una volta ottenuto il numero di carta di credito, il truffatore può addebitarvi quello che gli pare, comprese visite a siti porno a pagamento che sarà _molto_ difficile spiegare quando compariranno nel vostro estratto conto...

Nel caso specifico il mittente era l'indirizzo modemX2@premiumproducts.com e il messaggio diceva che la PC Mall Inc. aveva estratto a sorte dei modem. La società esiste veramente: PC

Mall è uno dei più grandi rivenditori di computer via Internet in

USA e lo trovate presso http://www.pcmall.com/ (ovviamente non regala modem a nessuno).

Tuttavia, ripeto, i dettagli non hanno importanza. Quel che conta è la regola generale: mai dare il proprio numero di carta di credito a sconosciuti che vi dicono che avete "vinto" qualcosa, basta pagare un

"contributo spese". La regola vale, beninteso, non solo nel ciberspazio.

___LE BUFALE NON MUOIONO MAI

a dimostrazione del fatto che le bufale, come le leggende metropolitane, hanno una sopravvivenza lunghissima, ve ne riassumo una che riguarda i veterani dell'esercito americano. Secondo questa bufala, questi veterani possono chiedere una sorta di indennità extra, a patto di inoltrare la relativa domanda con nome, indirizzo, numero di matricola e mansione a una casella postale di

Philadelphia.

La cosa interessante di questa bufala è che risale addirittura alla guerra in Vietnam. Da venticinque anni continua a viaggiare tramite tutti i mezzi di comunicazione. Ogni tanto fa capolino anche sui giornali USA.

Se volete i dettagli, li trovate presso

http://urbanlegends.miningco.com/library/weekly/aa050698.htm

Questo è uno dei migliori siti dedicati alle bufale e alle leggende metropolitane.

___Batman erotico di Siena: non esiste

Quello che segue è farina del mio sacco e me ne assumo le responsabilità del caso. Bob e Patrick non c'entrano.

Ricordate la notizia dell'uomo che si era vestito da Batman per compiere acrobazie erotiche con la sua partner (legata al letto) e nel balzo dall'armadio si era fantozzianamente sfracellato sul pavimento, tanto che era stato necessario l'intervento dei pompieri, chiamati dai vicini a causa delle grida della imbarazzatissima partner?

I giornali ci si sono buttati a pesce (se mi scusate il gioco di parole) e ci hanno ricamato teorie sulla psiche degli italiani e su come stiamo degenerando e quanto siamo in una società trasgressiva e malata. Sociologi si sono mobilitati a disquisire perché uno si debba travestire da Batman piuttosto che da Robin. Torme di giornalisti hanno frugato Siena e dintorni per sapere chi è l'insospettabile Batman.

Tutto inutile. Infatti la storia di Batman è una leggenda metropolitana che circola da anni in vari paesi. Si vede che qualche credulone l'ha raccontata a un giornalista e lui ha abboccato.

Se si fossero presi la briga di visitare http://www.urbanlegends.com/, il grande archivio delle leggende metropolitane, alla voce "Batman" avrebbero trovato una bella sorpresa.

Infatti la storia del Batman erotico è citata, ad esempio, già nel

1989 dal St. Louis Post-Dispatch ("BATMAN WITH A TWIST LEAPS INTO

NOTORIETY" di Elaine Viets).

Jan Harold Brunvand, un esperto in leggende metropolitane, dice che la storia di Batman circola da parecchio tempo. He trovato storie analoghe in Inghilterra e in Nuova Zelanda. La prima versione risale probabilmente al 1988, quando impazzava il film sull'uomo pipistrello. Nelle sue numerose varianti ci sono dei concetti che non cambiano. L'uomo immancabilmente sta fingendo di "salvare" la sua donzella. A volte è travestito da Batman, altre da Tarzan, da Uomo

Ragno o da Superman. Il supereroe batte la testa contro il ventilatore a soffitto o finisce KO cadendo da un armadio o da una cassettiera.

Il Seattle Times del 21 gennaio 1990 riporta un articolo intitolato

"THE ABSURD WORLD OF TRAVEL -- STRANGE BUT TRUE TALES OF HOTEL, AIRLINE ESCAPADES" di Peter Greenberg.

Stavolta Batman è nel Massachusetts. Una guardia di sicurezza in un hotel di Boston sente le grida di una donna provenienti da una camera. Chiede aiuto, è intrappolata. Con un passepartout apre la porta e trova la donna legata al letto, senza vestiti. Per terra, a poca distanza, c'e' il fidanzato vestito da Batman, pancia a terra e privo di sensi.

Il Chicago Tribune del 30 gennaio 1990, in "How Batman learned he shouldn't fly", di Ann Landers, racconta che una giovane coppia sentiva delle grida agghiaccianti provenire dalla casa dei vicini.

Dopo aver chiamato la polizia ed essersi armati di mazza da baseball, la coppia si diresse verso la casa dei vicini per prestare aiuto. La porta non era chiusa a chiave ed entrarono senza difficoltà.

Seguendo le grida, trovarono la loro vicina, nuda sul letto con mani e piedi legati. Sul pavimento c'era il marito della vicina, privo di sensi, vestito da Batman.

anche in Italia c'e' chi si occupa di queste leggende e bufale. Fra i tanti, vale la pena di citare almeno il CERAVOLC, CEntro per la

RAccolta delle VOci e delle Leggende Contemporanee, Casella postale

53, 15100 Alessandria, che ha anche un sito Internet

(http://www.clab.it/cp/leggende/) e pubblica un esilarante notiziario intitolato "Tutte storie".

Internet via cavo elettrico (5 giugno 1998)

Nel capitolo "Visioni del futuro" accenno alle prove condotte dalla società canadese Nortel per trasmettere dati attraverso i cavi elettrici. Le sperimentazioni condotte fin qui indicano la possibilità di arrivare a un megabit al secondo anche per l'utente domestico, col vantaggio di essere sempre collegati in rete.

Il Sole 24 Ore del 22/5/98 annuncia che l'ENEL sta sperimentando con Nortel questo stesso sistema in Italia. Sembrebbe quindi una previsione azzeccata. Sembrerebbe.

Tuttavia il notiziario online CNET (http://www.cnet.com) segnala che analoghi esperimenti sono stati condotti da Norweb, una società inglese che da quasi un anno studia il problema. La prima prova del sistema è stata un disastro. I dati trasmessi lungo le linee elettriche hanno cominciato a propagarsi nell'aria sotto forma di onde radio ad alta frequenza a causa dei lampioni che, a causa delle loro dimensioni e della forma simile a quella degli impianti radio, hanno iniziato a comportarsi come antenne di trasmissione.

Panico immediato: questi segnali rischiano di inquinare l'intero spettro radio e interferire con i radioamatori, i canali radio d'emergenza, il controllo del traffico aereo e le televisioni.

Restiamo tutti sintonizzati in attesa di sviluppi. E speriamo che l'Enel sia al corrente di questi problemi, altrimenti ci toccherà pagare nelle nostre bollette una sperimentazione superflua.

ICQ: pericoli per la sicurezza (6 giugno 1998)

In un recente articolo di questa mailing list (marzo 1998, disponibile nell'archivio all'indirizzo http://www.geocities.com/CapeCanaveral/1173/net-ml98.txt) ho parlato di ICQ, un programma che consente di sapere e far sapere quando un dato utente è collegato, così da poter fare chat e tenere più facilmente i contatti fra gruppi di persone sparse per la Rete.

Devo precisare che non uso ne' intendo usare ICQ; anche se capisco l'utilità di programmi di questo tipo per molti utenti che usano

Internet per scopi ricreativi, io passo già troppo tempo in Rete per lavoro senza incollarmici anche per chiacchierare (con me la Telecom ci perde di brutto con gli sconti per Internet già così).

Quindi non chiedetemi ragguagli al riguardo. Sorry!

Inoltre io vado in Rete sempre dalle 5 alle 8 del mattino, quando c'e' meno traffico, e dubito che molti di voi vogliano fare gli stessi miei orari per il discutibile gusto di chiacchierare con me!

Detto questo, vengo al sodo. Usare ICQ può comportare pericoli per la sicurezza della vostra identità in rete.

Il gruppo di hacker Rootshell (http://www.rootshell.com) ha comunicato nella sua mailing list che il protocollo usato da ICQ consente almeno quattro diverse violazioni (exploits) da parte di burloni o malintenzionati. A dimostrazione della loro affermazione allegano il codice sorgente di un programma che ruba le password di ICQ. Non lo riporto qui per ovvie considerazioni di legge antipirateria, ma è comunque reperibile in rete. Se siete abbastanza abili da trovarlo, dovreste essere anche abbastanza saggi da farne l'uso adatto, cioe' nessuno.

Secondo Rootshell (che cito e traduco e che si assume la responsabilità dell'autenticità di quanto segue), è sufficiente lasciare attiva e collegata la vostra applicazione per ICQ (sotto

Java o Win32) perchéqualcun altro possa sottrarvi il controllo della vostra identità ICQ, cambiandovi la password senza conoscere la password originale.

Un pirata può così spacciarsi per voi e acquisire informazioni su di voi dai vostri amici inconsapevoli. O fare di peggio.

Rootshell ha avvisato Mirabilis (che gestisce ICQ) del problema, che persiste in tutte le versioni del file DLL di ICQ fino alla 1.26 inclusa.

Suggerisco a tutti gli utenti di ICQ di _non_ usare il servizio per scambiare informazioni delicate, sia personali, sia riguardanti altre persone, ne' ora ne' in futuro. E' una cautela che dovreste adottare sempre e comunque in Internet, tranne quando comunicate su canali crittografati. I curiosi (e i malintenzionati) sono sempre in ascolto...

Leggende metropolitane (ancora) (15 giugno 1998)

Ogni tanto riceverete via e-mail o leggerete nei giornali numerose informazioni fasulle, diffuse per ridere, per ignoranza o per incompetenza da giornalisti e buontemponi. Si chiamano "leggende metropolitane". Ad esempio, in questa mailing list ho parlato recentemente del caso del Batman erotico di Siena, che _non_esiste_, checché ne dica Panorama.

Oggi vi racconto un paio di storie analoghe che girano per la Rete. Se le incontrate, ignoratele. Cancellatele. Qualunque cosa facciate, vi prego, NON DIFFONDETELE. Anche se arrivano da fonte "affidabile".

Se proprio ci tenete a darmi una mano, rispondete al mittente in questi termini (potete conservare questo testo e incollarlo pari pari nella risposta, vi cedo tutti i diritti!):

Caro xxxxx, sarebbe ora che tu ti documentassi un tantino meglio prima di diffondere notizie _false_. Infatti questa drammatica notizia che ti sei premurato di mandarmi è fasulla. E' una cosiddetta "leggenda metropolitana", che è già stata sviscerata e affrontata un milione di volte sulla Rete. Per documentarti potresti ad esempio iscriverti alla mailing list INTERNET PER TUTTI, che diffonde gratuitamente notizie e curiosità (autentiche) sul mondo della Rete.

Basta che mandi un e-mail a topone@pobox.com scrivendo "subscribe". Così non faresti più queste figuracce.

Al vostro buon cuore, tanto a me non ne viene in tasca niente.

Ma ora veniamo alla dose di oggi di leggende metropolitane, suggeritemi dall'"Internet Tourbus" di dell'"Internet Tourbus" di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin e che traduco qui con la loro autorizzazione.

Se v'interessa l'originale, trovate le informazioni su come riceverlo in fondo a questo articolo.

Il caso Procter & Gamble

LA LEGGENDA DICE che il presidente della Procter & Gamble (una nota multinazionale nel campo dei prodotti per la casa) è andato al "Donahue Show", una sorta di 'Maurizio Costanzo Show' americano, il primo marzo 1994, che che in quell'occasione ha dichiarato pubblicamente di essere affiliato alla chiesa di Satana.

LA REALTA' E' QUESTA: la storia è totalmente inventata. Secondo Phil Donahue (il Maurizio Costanzo locale, insomma), "il presidente della Procter & Gamble non è mai andato al Donahue Show, ne' lo ha mai fatto nessun altro funzionario dell'azienda. Chiunque sostenga di aver visto una trasmissione in tal senso si sbaglia o mente. Non è mai successo!"

Pensate che la P&G ha dovuto cambiare marchio (c'erano dei riccioli nella barba della Luna che era il loro simbolo, e questi riccioli secondo alcuni formavano il 666, il numero di Satana) e creare una pagina Web per smentire questa leggenda. La trovate presso http://www.pg.com/rumor/. Fra l'altro quelli della Procter & Gamble stanno prendendo sul serio il problema. Fino a oggi hanno vinto più di una dozzina di cause intentate contro le persone che avevano diffuso la falsa notizia.

Quindi occhio quando ricevete queste notizie e le diffondete: non è vero che "tanto male non fa". Può farne a voi, dato che anche in Italia esiste il reato di diffusione di notizia falsa.

Il caso Bill Gates

LA LEGGENDA DICE che Bill Gates sta sperimentando un programma per la gestione dell'e-mail con la collaborazione degli utenti di Internet, e che manderà 1000 dollari e una copia di Windows 98 a chiunque rispedisca il suo messaggio.

LA REALTA' E' che questa burla gira in rete da novembre del 1997. Come era falsa allora, è falsa anche adesso. Maggiori informazioni presso http://urbanlegends.tqn.com/library/blgates.htm. La Microsoft non ha ancora fatto causa a nessuno per questa storia, forse perché presa da problemi legali più pressanti, ma non è detto che non lo faccia. Avrebbe anche ottime ragioni per farlo, dato che l'autore del messaggio si firma "Bill Gates".

Il caso Nike

LA LEGGENDA DICE che la Nike vi invierà un paio di scarpe gratis per ogni paio che rispedite alla loro fabbrica per riciclarle.

LA REALTA' E' che la burla gira in Rete dall'inizio del 1998. Un recente comunicato stampa della Nike conferma che "tutte le offerte di questo tipo non sono scaturite dalla Mike e sono false".

Maggiori dettagli presso http://207.87.4.130/s_release.html e presso http://urbanlegends.miningco.com/library/weekly/aa032598.htm.

Il bambino malato di cancro (prima parte)

LA LEGGENDA DICE che un ragazzino sta morendo di cancro e che l'American Cancer Society donerà x centesimi per ogni persona che riceve un messaggio che parla di questa triste storia.

LA REALTA' E' che questo scherzo crudele circola su Internet da oltre un anno. L'American Cancer Society non ha avviato alcuna attività di raccolta fondi tramite catene di Sant'Antonio. Anzi, ha messo in rete un comunicato stampa presso http://www.cancer.org/chain.html in cui afferma che questa storia è una "frode". Altri retroscena di questa leggenda sono disponibili presso http://urbanlegends.miningco.com/library/bljess.htm.

Il bambino malato di cancro (seconda parte)

Ecco un aggiornamento su una storia di cui ho parlato in tutti i miei libri, compresa la terza edizione di "Internet per tutti" (a pagina 120).

Non sono certo stato io il primo a parlarne, ne' sarò l'ultimo; infatti ne parlano praticamente tutti i libri su Internet. Eppure la leggenda continua a circolare imperterrita, segno chiaro che di "boccaloni" (gente che abbocca a qualsiasi fesseria legga) ce n'e' sempre in abbondanza, nel mondo virtuale come in quello reale.

LA LEGGENDA DICE che c'e' un bambino morente che vuole entrare nel Guinness dei Primati per aver ricevuto il maggior numero di cartoline. Le cartoline vanno inviate alla Make a Wish Foundation.

LA REALTA' E' che la Make-A-Wish (che esiste ed è un ente benefico che si occupa di esaudire i desideri dei bambini afflitti da malattie gravissime) è vittima di questa storia da più di _otto _anni_. Questo ente benefico non ha niente a che vedere con la richiesta fasulla ed è stata costretta a creare un sito speciale per cercare di informare gli utenti di Internet della situazione. Lo trovate presso http://www.wish.org/craig.htm.

Visto che questa è una delle leggende più durature di Internet, ho preparato una pagina Web in italiano (quelle che cito qui sono in inglese) presso http://www.geocities.com/CapeCanaveral/1173/craig-shergold-appeal-true-story.html.

In breve: la storia è inizia nel 1989, quando Craig Shergold, un ragazzo inglese di nove anni cui era stato diagnosticato un tumore fatale al cervello, espresse il desiderio di entrare nel Guinness dei Primati per il maggior numero di cartoline d'auguri ricevute (come vedete, fin qui la storia è vera). Il suo desiderio fu esaudito nel 1990, dopo aver ricevuto 16 milioni di cartoline.

Ora Craig (che sta bene ed è stato curato) non desidera altre cartoline. Tutta la sua storia si trova presso http://urbanlegends.miningco.com/library/weekly/aa102997.htm.

E per oggi è tutto. Qui sotto trovate le coordinate per iscrivervi alla versione originale inglese del Tourbus da cui ho tratto parte di questo articolo col permesso degli autori. A presto!

=[ Tourbus Rider Information ]=
The Internet Tourbus - U.S. Library of Congress ISSN #1094-2238
Copyright 1995-97, Rankin & Crispen - All rights reserved
Archives on the Web at http://www.TOURBUS.com
Join: Send SUBSCRIBE TOURBUS Your Name to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM
Leave: Send SIGNOFF TOURBUS to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM

Libro gratis in rete (18 giugno 1998)

Spero di aver fatto cosa gradita pubblicando in Rete il testo integrale della prima (ormai "storica") edizione di "Internet per tutti". Se vi interessa leggerlo, scoprire quanto è cambiata la rete e quanti trucchi di quattro anni fa sono invece ancora attualissimi, visitate il mio sito al solito indirizzo http://come.to/topone scegliendo "Preleva gratuitamente la 'storica' prima edizione" oppure, se volete andare subito al sodo, all'indirizzo seguente:

http://www.geocities.com/CapeCanaveral/1173/inet1.zip

Statistiche su Internet in Italia (18 giugno 1998)

Dal Sole 24 Ore del 17 giugno, pagina 4, colgo e cito alcune cifre sullo "sviluppo" di Internet in Italia. La fonte dei dati è Assinform.

Personal computer in Italia: 5,9 milioni, pari a 10 ogni 100 abitanti

Personal computer in USA: 102 milioni, pari a 38 ogni 100 abitanti

Peso degli utenti Internet americani sul totale: 55%

Peso degli utenti Internet italiani sul totale: 0,84% (al quattordicesimo posto, dopo il Brasile).

No comment.

Navigazione anti-mondiali di calcio (18 giugno 1998)

Tempo fa ho scritto un articolo sugli orari ottimali per trovare Internet libera. La sostanza dell'articolo era che per navigare su siti italiani l'orario migliore era la mattina presto.

Purtroppo non tutti hanno uno stile di vita che consente loro di usare Internet dalle cinque alle otto del mattino. Ma per i prossimi trenta giorni c'e' un orario magico, nel quale il mondo intero si assenta dalla Rete per dedicarsi a reti di un altro tipo. Ovviamente sto parlando dei mondiali di calcio.

Se, come me, siete fra i pochi (o le poche) che non seguono il pallone e mal sopportano i venti minuti di sport _all'inizio_ di tutti i telegiornali (il Kosovo e il debito pubblico s'arrangino, conta molto di più se gioca o non gioca Del Piero), beh, approfittatene.

Infatti mentre l'intero pianeta va in catalessi di fronte al televisore, la Rete è magicamente libera, come Milano a ferragosto. Scorrazzate in lungo e in largo a velocità impressionanti. Provare per credere.

Questa è un'occasione irripetibile (almeno per i prossimi quattro anni, fino al mondiale successivo). Infatti di solito la Rete ha zone di traffico che seguono i cicli di veglia e di sonno dell'umanità e si spostano intorno al mondo ogni ventiquattro ore. Non c'e' mai un momento in cui _tutti_ dormono e quindi non capita mai che _tutta_ la rete sia libera. Eccetto durante i mondiali.

Per cui prendete nota degli orari delle partite e sfruttateli per raggiungere i siti che non siete mai riusciti a visitare a causa del troppo traffico o dei fusi orari incompatibili. E buon mondiale anche a voi!

Netiquette: cosa fare se ricevete posta non diretta a voi (19 giugno 1998)

Un lettore mi segnala di aver ricevuto un e-mail che non era sicuramente destinato a lui (anche perché il firmatario, un certo Lorenzo, lo concludeva con "Ti mando un violento e aggressivo bacio modello sanguisuga sulla bocca").

Casi come questi sono tutt'altro che infrequenti. Internet, benché concepita per motivi di difesa nucleare [almeno così si riteneva all'epoca – Paolo, 2001], non è affatto a prova di errore. E' capitato anche a me, e capiterà anche a voi, di ricevere messaggi che non vi riguardano.

La cosa interessante è che i messaggi arrivano nella vostra casella postale anche se sono _chiaramente_ indirizzati a qualcun altro. Non si tratta di messaggi in cui il mittente ha sbagliato ad immettere l'indirizzo del destinatario e ci ha messo il vostro al posto di quello giusto: il campo "To" dell'intestazione, infatti, riporta indiscutibilmente un indirizzo che non è il vostro.

In altre parole, non è come sbagliare numero al telefono: il "numero" infatti è stato composto nel modo giusto, ed è la Rete che ha sbagliato a instradare il messaggio.

Perché succedono queste cose? Ne ho parlato con vari net.god (i guru della rete) e la risposta è unanime: "quando la Luna è in Ariete, succede". In altre parole, non lo sa nessuno di preciso. Ma succede!

Il problema vero è cosa fare dei messaggi di questo tipo. La Netiquette impone una scelta fra i seguenti comportamenti:

1. rispedire il messaggio al mittente, dicendogli che l'avete ricevuto voi per errore di rete.

2. rispedire il messaggio al destinatario, avvisandolo che fate da tramite e che c'e' stato un errore di rete.

C'e' una cosa da _non_ fare assolutamente: cancellare il messaggio.

Ritrasmetterlo vi costa solo qualche cliccata, per cui non ci sono scuse. Cancellarlo significa che chi l'ha mandato crede che il messaggio sia giunto a destinazione (la Rete infatti non dà messaggi d'errore, perché pensa di aver fatto tutto giusto). Inoltre cancellarlo può portare a disguidi, incomprensioni e danni morali e materiali (pensate a chi sa adesso quali sono i gusti di Lorenzo in fatto di baci...).

Di una cosa non dovete preoccuparvi: la famigerata legge sulla privacy. Infatti non è _assolutamente_ colpa vostra se ricevete il messaggio e lo leggete prima di rendervi conto che non è per voi. Rispeditelo e _poi_ cancellatelo e dimenticatevi dell'accaduto.

A proposito di privacy, incidenti tecnici come questi devono far riflettere sul fatto che l'e-mail non è una comunicazione privata.

Sinceramente non mi interessa cosa dice la legge in proposito: l'e-mail _non_ è equiparabile a una lettera e quindi il segreto epistolare non è applicabile.

Infatti chiunque, con un minimo di competenza tecnica, può leggere la vostra posta in transito. Ci sono poi gli errori tecnici come quello che ho descritto, per cui la vostra posta può diventare pubblica o finire nelle mani sbagliate.

La regola di Internet, che risale a ben prima di Mr. Rodotà e delle demenziali conseguenze della legge italiana sulla privacy, è molto semplice. L'e-mail _non_ è una lettera. E' una cartolina. E come tale va considerata: chiunque la maneggi durante il suo viaggio la può leggere.

Se avete qualcosa di _privato_ da dire, o che diciamo non vorreste vedere affisso in pubblico, non usate l'e-mail normale. Usate uno dei tanti programmi di crittografia che si integrano direttamente nei programmi di e-mail decenti (come Eudora, che offre il PGP integrato). Usare l'e-mail non protetta per affari personali è come scherzare col fuoco! Non dite che non vi ho avvertito.

Carte di credito e siti porno (19 giugno 1998)

Un altro lettore mi chiede quanto siano sicuri gli acquisti fatti con la carta di credito via Internet. Uno, in particolare, mi ha raccontato che dopo aver pagato l'iscrizione a un sito a luci "un tantino rosse" si è ritrovato sull'estratto conto della sua carta addebiti molto più consistenti del previsto, che fra l'altro continuano (con suo comprensibile imbarazzo).

Ne ho parlato più diffusamente nel Capitolo 10 di "Internet per tutti", ma il sugo è questo: una transazione con la carta di credito fatta via Internet non è più sicura (ne' meno sicura) di una fatta in un qualsiasi negozio.

Infatti chi vi dice che il negoziante truffaldino non si faccia una copia del vostro numero di carta di credito e lo usi anche lui per visitare a scrocco un sito porno a pagamento, comprare traffico telefonico o cambiare le gomme alla sua Ferrari?

Così come ci sono negozianti onesti e meno onesti, ci sono siti Internet onesti e altri meno specchiati. Se acquistate via Internet un libro da Amazon.com, o un programma dalla Microsoft, non c'e' di che preoccuparsi: è tutta gente che ha più da perdere in reputazione in una eventuale causa di quanto possa guadagnare scroccando dalla vostra carta di credito.

I siti porno a pagamento, invece, sono all'altro estremo. Non voglio fare di tutt'erba un fascio, ma tantissimi siti porno sono creati con l'esclusivo scopo di spillare soldi truffando con le carte di credito. E' gente che crea il sito, si fa pubblicità nei newsgroup e poi aspetta che qualcuno abbocchi. Qualche mese dopo, raccolti i numeri delle carte di credito, chiude baracca e burattini e inizia la predazione.

Non voglio neanche fare il moralista. Beh, quasi. Vorrei solo dire che se proprio ci tenete al materiale porno che c'e in Rete, _non_pagatelo_. Pagare significa incoraggiare la gente che lucra sull'umiliazione altrui. La pornografia stampata è in crisi grazie a Internet e al suo porno gratuito e la cosa, sinceramente, non mi dispiace affatto.

Non mi formalizzo se qualcuno vuole mostrare al pubblico le sue attività intime (simulate o meno); ne' mi formalizzo se qualcuno si eccita a guardare immagini, filmati e quant'altro. Non è questo il punto. Il punto è che secondo me non è bene che ci siano terzi (quasi sempre legati alla malavita) che ne traggono guadagno. E' una forma di sfruttamento della prostituzione. Virtuale, ma sempre sfruttamento e'. Se nessuno pagasse, nessuno si venderebbe e nessuno obbligherebbe gli altri a vendersi.

Dicevo, dunque, non pagate per la pornografia. Non c'e' niente nei siti a pagamento che non si trovi gratis altrove e con facilità. Lo so perché c'e' fior di gente che pensa di farmi un favore mandandomi password per i suoi siti preferiti. Grazie, amici, mi sono documentato per i miei libri, ma ho già visto tutto (ma proprio _tutto_) e adesso ho altro da fare nel mio tempo libero.

Ma che fare se, come nel caso del nostro malcapitato compagno di ciberviaggio, avete già fatto l'errore di dare il vostro numero di carta di credito a un sito porno e quello vi addebita somme non dovute?

L'unica cosa da fare è _chiudere_ _immediatamente_ la carta di credito. Inutile perdere tempo in reclami, cause e quant'altro. Come fareste a far causa a una società che sta, ad esempio, nel Delaware? Chiudete la carta di credito e basta. Una volta chiusa, il suo numero diventa inutile per il criminale e la cosa finisce lì. Avrete imparato la lezione, spero, e non lo rifarete più.

Notizie e notiziole (20 giugno 1998)

Non preoccupatevi, non ho intenzione di assillarvi quotidianamente!

E' che in questo periodo stanno capitando molte cose interessanti in Rete. Quasi tutte si meritano almeno una breve citazione. Per cui eccovi un sunto delle ultime novità.

Sommario:

--Geocities arriva a 2.000.000 di utenti gratuiti

--Anno 2000 preso sottogamba: regole di sopravvivenza

--Aggiornare il computer: occhio ai DVD e ai prezzi dei chip

--Quanti utenti Internet in Italia?

--Opera: mini-browser ora anche in italiano

Geocities: due milioni di siti gratuiti

Il World Report, la mailing list di Geocities, ha annunciato che il 13 giugno scorso è stato raggiunto il traguardo di due milioni di siti Web ospitati dal sito Geocities (http://www.geocities.com).

Per chi non lo sapesse, Geocities è uno dei più famosi siti di Internet che concede spazio Web gratuito (ben 10 megabyte) a chiunque. basta visitare il loro sito, iscriversi gratuitamente e scegliersi un indirizzo (usano una metafora di città, con strade e numeri civici). E rispettare le norme della decenza, ovviamente (non vedono di buon occhio le foto di donnine eccetera, insomma).

Anno 2000 preso sottogamba

Tony Blair ha istituito una commissione apposita. Molti paesi CEE hanno già pianificato sgravi fiscali per consentire alle aziende di aggiornare i loro sistemi contabili e gestionali per gestire correttamente il passaggio all'anno 2000.

In Italia, silenzio.

Evidentemente in molti non si sono resi conto dell'entità del problema. Allora eccomi con una lista di cose da fare e da non fare intorno alla fine di dicembre 1999:

-- non andare in aeroplano (i sistemi di navigazione e localizzazione GPS non sono in grado di gestire correttamente l'anno 2000 e possono quindi dire al pilota che si trova a New York mentre sta andando a sbattere contro la torre Eiffel).

-- non telefonare per fare gli auguri a mezzanotte (c'e' il rischio che la telefonata vi venga conteggiata come se fosse iniziata nel 1999 e finita nel 1900, con conseguenze -- come dire -- imprevedibili sulla bolletta)

-- comperare candele: non si sa se i sistemi di gestione e temporizzazione dell'ENEL sono stati collaudati per funzionare durante il cambio di anno da 1999 a 2000

-- non prendere ascensori o andare in palazzi dove gli allarmi sono a tempo, ad esempio banche eccetera. Molti dei loro sistemi di controllo non sono in grado di capire che dopo 99 viene 00 e possono quindi lasciarvi bloccati.

-- il 31 dicembre, farsi fare una stampa del saldo dei propri conti correnti. Se il primo gennaio 2000 la banca andrà in tilt, voi avrete la prova del vostro saldo.

-- prelevate e tenete a disposizione parecchi contanti. I Bancomat potrebbero non funzionare. Idem gli uffici postali.

-- non tenete in casa molti surgelati: la corrente potrebbe mancare a lungo!

Non sto facendo il catastrofista. All'estero si sono resi conto da un pezzo che l'anno 2000 è un problema serio. Combinato poi con il passaggio all'euro, è ancora più preoccupante.

Per dirne una, la CNN segnala che le società erogatrici di energia (le loro ENEL, insomma) hanno testimoniato di fronte a una commissione del Senato USA che si stanno adoperando per risolvere il problema del cambio di anno a quattro cifre, ma che non possono garantire che il primo gennaio 2000 non ci sarà un immenso blackout.

Per dirne un'altra, il Sole 24 Ore ha segnalato che le Poste italiane già ora non riescono a gestire i Bancomat (usati per certi pagamenti) se la loro scadenza è nel 2000.

Insomma: il problema dell'anno 2000 è un fatto, non una teoria.

Il guaio è che non tutti si rendono conto di quanto siamo diventati dipendenti dai computer per la gestione delle cose più essenziali, e soprattutto di quanto sia importante che questi computer siano sincronizzati fra loro e sappiano esattamente che ore sono. La rete cellulare GSM, ad esempio, funziona solo se tutti i suoi computer sono assolutamente sincronizzati, altrimenti la decodifica digitale va in tilt. Le transazioni di borsa, quelle bancarie, le prenotazioni dei voli, i sistemi di inventariazione delle merci dei supermercati, i pagamenti col bancomat.... tutto dipende dalla cosiddetta "base dei tempi". Senza quella si blocca tutto. Internet compresa!

Aggiornare il computer: attendere prego!

Se state pensando di cambiare il processore al vostro PC, aspettate ancora un pochino. Il 9 di giugno la Intel ha tagliato i prezzi dei propri processori in modo massiccio (fino al 32 per cento). Tenete d'occhio i rivenditori italiani e assicuratevi che abbassino anche loro i prezzi.

A proposito di processori, sapevate che ci sono in giro quelli falsi?

Rivenditori senza scrupoli hanno infatti messo in circolazione processori Pentium II da 266 MHz spacciandoli per la versione a 300 e rotti MHz, che costa circa 200.000 lire in più. Basta un abile ritocco della serigrafia sul processore e il gioco è fatto.

Per verificare se un chip è autentico c'e' però il programma ctP2Info, prelevabile gratuitamente da http://www.heise.de/ct/p2info.

Se state pensando di aggiornarvi per avere un lettore di DVD, tenete presente la magagna seguente: i dischi DVD non sono universali.

E' l'idiozia del decennio. Immaginate di andare in Germania e comperare un CD musicale introvabile in Italia. Tornate a casa e scoprite che non potete suonarlo perché il vostro lettore di CD è italiano. Bene, i DVD funzionano esattamente così.

Ma non stavamo entrando in Europa?

In breve, lo standard DVD ha introdotto la cosiddetta "codifica mondiale", dividendo il pianeta in sei regioni. Sono poi possibili ulteriori suddivisioni (la Warner, ad esempio, ha diviso l'Europa in tre aree linguistiche). I lettori di DVD sono a loro volta costruiti con un loro "codice" interno. Insomma, esistono lettori italiani, lettori americani, lettori tedeschi e così via. I dischi DVD funzionano soltanto se suonati su un lettore che ha la codifica corrispondente (grosso modo, su un lettore italiano potete suonare e vedere solo DVD italiani, e così via).

Morale della favola: con i DVD siete costretti a comperare soltanto i titoli che la casa di distribuzione decide di pubblicare nel vostro paese. Sono finiti i tempi in cui si andava all'estero per trovare film altrimenti irreperibili in Italia.

A meno che...

I lettori di DVD per computer possono forse scavalcare questa limitazione. Il concetto è semplice. Un lettore di DVD "normale" è una scatola non modificabile, come un videoregistratore. Ma un lettore DVD per computer è collegato a un processore che può eseguire programmi: l'essenza della modificabilità.

Non credo sia impossibile, per un buon hacker, creare un programma (corredato magari da qualche istruzione per maneggiare opportunamente un saldatore) che alteri il codice geografico del lettore per renderlo compatibile con i DVD esteri.

Sto seguendo la questione e vi terrò aggiornati: nel frattempo, meditate bene prima di acquistare un lettore DVD. Sul mercato italiano sono disponibili DIECI film della Warner. E basta.

(Alcuni dati sono tratti dal Sole 24 Ore del 19 giugno 1998)

Ma quanti siamo in Italia?

Annosa domanda: quanti sono gli utenti di Internet in Italia? Tutto dipende da cosa si intende per "utente". A seconda del criterio usato, cambia il totale degli utenti.

Ad esempio, se basta collegarsi a Internet almeno una volta al mese, allora in Italia ci sono 2.600.000 utenti. Questo è il dato annunciato dall'Osservatorio Internet Italia della Sda Bocconi. L'osservatorio alchera dice 2.508.000, ma grosso modo le cifre coincidono.

Se però pensiamo che ci voglia un po' più di assiduità per essere considerati "utenti", il numero scende parecchio. I due istituti di ricerca stimano rispettivamente 770.000 e 800.000 utenti che si collegano tutti i giorni a quasi.

(fonte: il Sole 24 Ore del 19 giugno 1998)

Opera anche in italiano

Ne parlerò prossimamente in un articolo sulla Gazzetta, ma voi che siete iscritti alla mailing list "Internet per tutti" lo potete sapere in anteprima: è finalmente disponibile la versione italiana di Opera, il mini-browser che sta su un dischetto.

Non sono sponsorizzato dai norvegesi di Opera Software, ma come avrete notato ho un debole per questo programma. Con una sola mossa elimino i problemi di partigianeria (e' meglio Netscape o Explorer?) e quelli di spazio (vuoi mettere 1,4 mega contro 60 e passa?).

Sono sempre stato un minimalista del software e Opera fa al caso mio. certo, non è gratis (dopo il mese di prova), ma le cose miniaturizzate si pagano.

Se v'incuriosisce, Opera 3.21 in italiano puo` essere prelevato presso http://www.promo.net/opera/italian/download.html.

Esiste in versione per Windows 95 e 98 e (cosa più importante) anche in versione 16 bit per Windows 3.1. Così possono navigare come si deve anche quelli che hanno computer vecchiotti e che Netscape ed Explorer avevano relegato nel ghetto.

Fra l'altro, se siete già utenti registrati della versione inglese o in qualsiasi altra lingua, l'aggiornamento all'italiano è gratuito.

Notizie da Internet (27 giugno 1998)

Sommario:

--Presto disponibili lettori di CD per Mpeg3; riproduttori per Mpeg3

grandi come carte di credito

--Windows 98 italiano in arrivo il 10 di luglio

--Email sui cellulari con Omnitel

Presto disponibili lettori di CD per Mpeg3

Se seguite da qualche tempo questa mailing list e i miei articoli sulla Gazzetta dello Sport (disponibili presso http://www.gazzetta.it/gazzetta/attivissimo/attiv_hp.htm), saprete della mia infatuazione per il formato audio MP3 o Mpeg3.

E' difficile non invaghirsi di un sistema che consente di immagazzinare su un CD-ROM duecento e passa canzoni (otto ore di musica), senza alcuna perdita percepibile di qualità sonora.

Unico problema: per suonare questi CD "compressi" serve un PC. Non tutti hanno la fortuna come me di avere un PC portatile con lettore di cD interno, per cui posso suonarmi la musica dei miei CD (legittimamente duplicati perché ho comprato gli originali) dove mi pare, anche in macchina.

Per fortuna stanno cominciando a circolare su Internet istruzioni per lettori di CD-ROM modificati, con una scheda aggiuntiva, che decomprimono e suonano questi CD in MP3 senza l'ausilio di un computer. Tuttavia è roba un po' da smanettoni che occorre fabbricarsi in casa. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.

Inoltre, secondo il Sole 24 Ore (26/6/98, pagina IX, articolo di Roberto Faggiano), la Technics ha presentato a Genova, in un suo seminario tecnico, un riproduttore di IC Card. Le IC card sono delle memorie senza parti in movimento, grandi come monete, in grado di contenere 32 megabyte (l'equivalente di un CD audio compresso con Mpeg3). Il riproduttore, udite udite, è grande grosso modo come una carta di credito. Per ora è solo un prototipo (ma perfettamente funzionante) per motivi puramente di costo.

Il difetto del sistema Technics, infatti, è che una IC Card adesso costa oltre 100 dollari. Tuttavia si prevede che entro il 2005 scenda sotto i dieci e arrivi un dollaro prima del 2010.

Se vi piace il formato audio Mpeg3, aggiungo che potete frequentare i newsgroup appositi, dove c'e' un fittissimo (e non certo legale ;-) scambio di registrazioni audio.

I newsgroup sono suddivisi per periodo storico e sono reperibili anche su provider nostrani come TIN. I nomi sono alt.binaries.sounds.mp3.1960s e così via.

Il difetto è che i file sono sempre suddivisi in più parti e ci vuole quindi un lettore di newsgroup come Forte' Free Agent che gestisca i file suddivisi. cosa peggiore, non tutte le parti dei file arrivano sui news server e quindi è facile prelevare diversi mega per trovarsi poi un file incompleto (leggete quindi bene i titoli dei messaggi e controllate che ci siano tutti i pezzi, che sono numerati).

In compenso troverete gli indirizzi di molti siti che, se non vi dispiace fare slalom fra annunci porno, vi forniranno file audio in abbondanza.

Ma occhio alle leggi sul copyright!

Windows 98 italiano: arriva il 10 luglio

La strombazzatissima versione di aggiornamento (tecnicamente, una "bug fix") di Windows sarà disponibile in italiano il 10 di luglio 1998. Il prezzo stimato sarà di 240.000 lire Iva compresa. Lo conferma il Sole 24 Ore Informatica, (26/6/98, Pagina 1).

Non starò a farvi l'elenco dei motivi per cui 240.000 lire sono, a mio modestissimo parere, una cifra indecente per un aggiornamento che sarà anche stato tecnicamente impegnativo per la Microsoft ma che per gli utenti comuni presenta vantaggi quasi trascurabili (a chi frega qualcosa, sinceramente, di poter gestire otto monitor contemporaneamente?).

Bill Gates ha dichiarato che Windows 98 pone rimedio a ben 3000 errori presenti in Windows 95. Bill Gates è anche famoso per aver dichiarato "640K [di memoria RAM] dovrebbero essere sufficienti per chiunque". Era il 1981.

A me francamente pare che questa dei 3000 errori sia un'affermazione a doppio taglio. Significa, infatti, che Mister 75.000 miliardi ci ha rifilato nel '95 un programma con 3000 difetti. Chi ci dice quanti ce ne sono in Windows 98? Volete essere voi i primi a sperimentarli sulla vostra pelle (anzi, sui vostri bit)? Accomodatevi.

A proposito di soldi e Bill Gates: ho calcolato che se anche devolvesse in beneficienza il 99,99% delle sue ricchezze resterebbe sempre multimiliardario. Questo, a mio parere, rende ancor meno giustificabile il prezzo di Windows 98 (capisco che alla Microsoft lavora tanta altra gente, però...). A titolo di confronto, il sistema operativo Linux, ad esempio, è prelevabile gratuitamente; costa qualche decina di dollari se lo volete su CDROM.

E' vero che, come dicono alcuni miei colleghi, i difetti di Windows 95/98 sono piuttosto noti e vengono scoperti in breve tempo (ma dopo l'uscita del prodotto!), mentre quelli dei concorrenti come Linux non sono altrettanto pubblicizzati (eccetto in newsgroup come it.comp.sicurezza.virus o nelle mailing list specializzate), ma francamente fra 240K lire e zero, preferisco spendere zero e tenermi Win95, che ho già pagato fior di palanche.

NOTA: A scanso di equivoci, ricordo che tutte le opinioni che esprimo in questa mailing list sono mie personali e non rispecchiano necessariamente le posizioni editoriali della Gazzetta dello Sport o di altre società o case editrici. Questa mailing list "Internet per tutti" è una mia attività, del tutto separata dai miei articoli per la Gazzetta (che non sponsorizza in alcun modo la mailing list e si limita a citarne ogni tanto l'esistenza).

E-mail sui cellulari GSM

Omnitel ha annunciato che dal primo di luglio verrà attivata la "Internet mailbox", un servizio per coniugare cellulari e Internet.

Esistono già vari modi per combinare un telefonino e la Rete, ma questo è diverso dagli altri perché non richiede che abbiate già un abbonamento Internet e un PC.

Si pagano 10mila lire una tantum per attivare il servizio. A quel punto avete a disposizione una casella di e-mail all'indirizzo xxxx@omnitel.it, dove al posto di "xxxx" c'e' il vostro numero di cellulare Omnitel. Quando qualcuno vi scrive a questo indirizzo, ricevete un SMS (messaggio breve di testo) sullo schermo del cellulare. Il costo di questo messaggio non è noto, quindi occhio!

Per leggere gli e-mail in arrivo non occorre un computer: un convertitore automatico da testo a voce legge per voi il messaggio al telefonino. Anche qui, non è chiaro quanto costi questo ascolto e soprattutto cosa succeda con i messaggi in lingue diverse dall'italiano.

Con questo stesso servizio potete anche mandare e-mail dal cellulare, componendolo sotto forma di SMS normale, quindi con un limite di 160 caratteri. Questa è una cosa che già fanno altri fornitori di servizio; la differenza è che con questa soluzione Omnitel si può fare completamente a meno del computer sia in trasmissione, sia in ricezione (anche se i costi potrebbero essere elevati e comporre un messaggio sulla tastiera di un telefonino normale -- Nokia 9000 e soci a parte -- è una tortura). [Fonte: Sole 24 Ore, 25/6/98, pagina 9]

Risposte ai lettori (29 giugno 1998)

Ricordo agli amici che mi seguono che non sempre posso rispondere privatamente a tutti. Per chiari motivi di organizzazione e di tempo, rispondo di solito con un messaggio pubblico di questa mailing list, anche perché molte domande sono di interesse per tutti.

Per cui se volete le vostre risposte, iscrivetevi!

Sommario

-- Con Windows 98 cambierà qualcosa in meglio per noi patiti della rete?

-- Sto cambiando provider: Telecom è ancora il più consigliabile, o me ne rimango con il mio, che per la verità fa piangere?

-- Temi di maturità "anticipati" via Internet?

-- Indagini via Internet

-- Internet "gratis" con NetFraternity

Con windows 98 cambierà qualcosa in meglio per noi patiti della rete?

Risposta breve: niente. Risposta lunga: niente di sostanziale. Scherzi a parte, se avete già provato Windows 95 combinato con Internet Explorer 4 e attivato l'Active Desktop per vedere il vostro computer come se fosse un sito Web, non troverete differenze con Windows 98.

La Rete sarà lenta e congestionata come prima perché Win98 non cambia la Rete; cambia qualcosina del vostro PC, punto e basta. Possono essere semplificate le procedure per collegarsi a Internet, ma una volta connessi non vi accorgerete della differenza.

Sto cambiando provider: Telecom è ancora il più consigliabile, o me ne rimango con il mio, che per la verità fa piangere?

E chi ha mai detto che Telecom è il più consigliabile? ;-)

Ho scritto un articolo in Gazzetta, qualche tempo fa, sulla questione di cambiare provider. Tutti hanno difetti e tutti hanno qualche pregio.

I piccoli ti offrono un servizio personale (e' facile parlare con i responsabili), ma hanno risorse economiche limitate e quindi tendono ad avere connessioni a Internet più sovraccariche. I grandi, invece, come Telecom Italia Net o Italia Online, hanno ingenti risorse finanziarie e si possono permettere connessioni veloci. Però diventa difficile parlare col Servizio Clienti (lo so, ci ho provato) e l'assistenza tecnica non è più personalizzata e competente quanto lo è quando puoi parlare direttamente con l'amministratore di sistema di un provider "piccolo".

Consiglio per tutti: fate qualche abbonamento di prova, di quelli a un mese o a due mesi, e valutate le prestazioni. Non solo quelle tecniche (velocità di connessione, tempi di risposta) ma anche quelle "umane" (com'e' l'assistenza tecnica?). Alla fine scegliete il provider che più vi soddisfa.

Cosa importante: procuratevi subito un "indirizzo virtuale", di quelli descritti nel mio libro "Internet per tutti" a pag. 35, presso ad esempio http://pobox.com, http://yahoo.it o http://hotmail.com. Così non dovrete cambiare indirizzo di e-mail ogni volta che cambiate provider.

Temi di maturità "anticipati" via Internet?

Un lettore mi segnala l'ipotesi che qualcuno sia riuscito ad avere i titoli dei temi d'italiano via Internet, forse tramite studenti di scuole italiane all'estero. In particolare, mi racconta di un messaggio apparso su it.scuola e contenente le tracce esatte del tema di quest'anno. Il messaggio in questione è datato "23 giugno ore 3.48"(cioe' poche ore prima dell'esame). Tuttavia a molti newsserver (come interbusiness) è arrivato solo 48 ore dopo.

Hmmm... Per citare il Cicap, "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie".

Primo dubbio: posso sbagliarmi, ma non mi risulta che esistano scuole all'estero che seguono il programma italiano e in particolare svolgono l'esame di maturità. Se qualcuno ha dati concreti in proposito, me lo dica e li pubblicherò nella mailing list.

Secondo dubbio: Ammettiamo che scuole di questo tipo esistano. Per aprire le buste prima degli italiani in Italia, i candidati dovrebbero trovarsi a Est dell'Italia (secondo i fusi orari). Dato che nessuno esce prima delle canoniche quattro ore, andando verso Est di quattro fusi orari arriveremmo in Etiopia o giù di lì. Anche così il messaggio dovrebbe essere spedito non appena scadute le quattro ore della prova in Etiopia e arriverebbe in Italia all'ora in cui i candidati entrano per iniziare l'esame.

Poco pratico e soprattutto inutile: dovremmo avere qualche ora di anticipo per prepararci, altrimenti tanto vale, quindi la fonte del messaggio dovrebbe essere ancora più a Est.

Terzo dubbio: il caso specifico del messaggio citato dal lettore, spedito alle 3.48. Ma le 3.48 di quale fuso orario? Bombay? Roma? New

York? L'ora del messaggio viene definita in vari modi, e conosco almeno un paio di tecniche per alterarla, facendo apparire che il messaggio sia partito ben prima o dopo di quando è stato realmente inviato.

certo qualcuno potrebbe aver divulgato i titoli _prima_ dell'esame.

Questo tipo di frode non è una novità, ma saremmo di fronte a un reato e non ha senso fare ipotesi senza fatti concreti.

Morale della favola: probabilmente è una bufala, e messaggi come questo devono farci ricordare di non credere _mai_ a tutto quello che leggiamo su Internet (e nemmeno sui giornali e in TV). Ma non avendo letto il messaggio originale ne' seguito la sua storia, posso solo fare delle ipotesi ragionevoli.

aggiunta del 27/6/1998:

Il Giornale del 28/6/98 (pagina 12, articolo firmato da Anna Maria Greco) riferisce che uno studente ha violato più volte il sistema informatico del Dipartimento di Scienze dell'Informazione dell'università romana della Sapienza, rubando informazioni per superare gli esami.

E' stato colto con le mani nel sacco (anzi, con i file rubati sul suo computer) e denunciato.

Non era uno studente qualsiasi: era un tecnico di un provider e quindi aveva a disposizione risorse superiori alla media.

__Indagini via Internet

Un altro lettore ha ricevuto uno spam (un messaggio commerciale non richiesto) che gli offre per una ventina di dollari una guida a come si effettuano indagini su persone, società e quant'altro via Internet.

La guida si chiama "Internet Sleuth".

E' roba genuina o è un bidone?

beh, per dirlo con certezza bisognerebbe comperarla e leggerla (e' in inglese, cosa che per me non è un problema essendo nato in

Inghilterra; se qualcuno me la compera e manda, la recensisco volentieri ;-)). A scatola chiusa posso solo rispondere al lettore con un paio di considerazioni.

E' perfettamente possibile effettuare fior di indagini via Internet. A una condizione: la vittima delle vostre ricerche deve essere qualcuno o qualcosa che ha a che fare con gli Stati Uniti. Infatti in quel paese sono disponibili online enormi quantità di informazioni personali e societarie (solidità finanziaria, esposizione, bilanci, stipendi, tasse pagate e relativi redditi, adozioni, servizio militare, copertura delle carte di credito eccetera) che sono accessibili al pubblico.

L'unico vantaggio di una guida è che vi elenca i siti dove si trovano queste informazioni e vi risparmia la fatica di cercarle. Ci sono poi vari siti poco ortodossi che consentono di accedere ai numeri telefonici fuori elenco e via dicendo, ma questo è hacking e come tale è illegale.

Pertanto la guida citata dal lettore potrebbe essere un prodotto valido, ma se lo e', è comunque di interesse limitato per i non statunitensi. Checché ne dica il governo italiano, infatti, i database con informazioni anagrafiche in Italia sono fermi alla preistoria (come il catasto elettronico di Pavia, che è finito in albania per la digitalizzazione e in gran parte non è più tornato).

Figuriamoci se le informazioni sono accessibili al pubblico e (tanto meno) via Internet. Salvo che non siate intrallazzati, ovviamente!

__Internet "gratis" con NetFraternity

Un lettore mi segnala il sito

http://www.netfraternity.net/ita/index.html

dove un'organizzazione senza fini di lucro promuove l'idea di fornire

Internet "gratis".

attenzione alle virgolette! Infatti il loro sistema funziona così: voi vi iscrivete (gratuitamente) al loro servizio e continuate a usare il vostro accesso a Internet come prima. Tuttavia installate un loro programma che vi manda della pubblicità durante la connessione e tiene traccia dei vostri tempi di collegamento.

Successivamente NetFraternity vi manda a casa un assegno (o vi bonifica o manda un vaglia) di rimborso delle vostre spese di navigazione in Internet, sulla base dei tempi di collegamento registrati dal loro programma.

Il rimborso in Italia è di circa 1200 lire l'ora, che corrisponde grosso modo a quello che si spende per un'ora di collegamento in rete urbana (pardon, in "area locale"). L'idea è carina, e non ho motivo di dubitare della serietà di NetFraternity. Se qualcuno vuole provare, non mi pare che ci siano rischi (l'iscrizione è gratuita) se non quello di sorbirsi troppa pubblicità (e Internet è già lenta così com'e'). Fatelo, se vi va, e poi raccontatemi.

Personalmente trovo che la spesa per accedere a Internet sia già così bassa, oggi come oggi, da rendere superflua questa forma di incentivo. Se scucire trecentomila lire l'anno di abbonamento e venti-trentamila lire al mese di bolletta Telecom (sono i miei consumi, e io navigo _molto_), allora fate un po' il conto di quanto spendete in un anno in sigarette o in biglietti per lo stadio o per il vostro quotidiano preferito. Ma va a gusti!

Netscape è ancora il browser numero uno (29 giugno 1998)

anche se Explorer sta guadagnando terreno in ogni segmento del mercato americano dei browser, Netscape rimane in testo al 50,5%, contro il

42,8% di Explorer (il browser proprietario di America Online detiene il

3%). I dati sono della International Data Corp. e riferiti al 1997.

Dettagli (in inglese) presso http://cnn.com/TECH/computing/9806/26/netscape.idg/index.html

Un altro buon motivo per non comperare Windows 98 (29 giugno 1998)

Il prezzo di vendita di Windows 98 in Italia sarà di 240.000 lire, secondo il Sole 24 Ore. Il prezzo del medesimo programma negli USA (in originale, quindi senza i proverbiali e strepitosi errori di traduzione che ricorrono nei programmi Microsoft -- a onor del vero, anche in quelli degli altri) è 90 dollari (fonte: CNN Q news del 25/6/98).

Novanta dollari sono, al cambio attuale di 1773,77 lire, poco meno di 160.000 lire. Ottantamila lire in meno.

Devo dire altro?

Appelli medici in Rete (30 giugno 1998)

Se seguite questa mailing list da qualche tempo, saprete già dei tanti appelli di aiuto per bambini malati che circolano su Internet.

Praticamente tutti sono bufale di cattivo gusto o leggende metropolitane.

Eccetto quella che vi racconto oggi. Che non ha un lieto fine, purtroppo.

Ho ricevuto un paio di giorni fa un appello in italiano. Non lo riporto testualmente qui in ossequio alla privacy (non quella di Rodotà; quella del buon senso e della Netiquette), ma la sostanza era questa: i figli di un uomo di 45 anni, della zona di Torino, chiedevano aiuto a chiunque in Rete sapesse qualcosa della "sindrome di Moschcowitz" che aveva colpito il loro padre.

Siccome il messaggio riportava nomi e numeri di telefono, mi sono permesso di telefonare per verificare l'autenticità dell'appello.

Purtroppo dalla telefonata è emerso che la storia è del tutto autentica; ma vi prego di _non_ diffondere ulteriormente questo appello. La persona con la quale ho parlato, infatti, mi ha detto che ormai non serve più.

Alla famiglia di Torino, caso mai arrivasse questo messaggio, vorrei fare le mie condoglianze. Non ci conosciamo e non ho certo scelto il momento migliore per intromettermi nella loro vita (e di questo mi scuso). Ne' so quanto contino le condoglianze di uno sconosciuto. Ma vorrei far sapere loro che, in qualche modo strano, io e (credo) i miei lettori siamo vicini a loro.

Penso che in tutto questo ci siano diverse lezioni utili per tutti noi. Innanzi tutto, il caso di Torino risolleva la questione degli appelli medici via Internet. Siamo talmente abituati a ricevere appelli fasulli che quelli autentici finiscono per sembrare l'ennesimo "al lupo, al lupo".

Per evitare che i drammi _veri_ finiscano per essere sommersi da quelli fasulli, vi chiedo di _non_ diffondere messaggi di questo tipo senza averne verificato personalmente la fonte originale (come ho fatto io). Se non potete verificare, _non_ diffondete. Chi ha davvero bisogno non manda appelli senza includere un indirizzo di casa o un numero telefonico: in tal caso, verificateli.

Un altro motivo per cui non bisogna diffondere appelli senza verificarli è che spesso continuano a circolare anche quando non sono più necessari. A volte si risolvono positivamente, come nel caso famosissimo di Craig Shergold: il ragazzo sta bene, sono stato buttati via _cento miliardi_ in cartoline augurali. A volte si risolvono male, come nel caso che vi ho descritto oggi. Penso sia ovvio che alla famiglia di Torino non farà piacere continuare a ricevere offerte di aiuto per anni e anni dopo la scomparsa del loro caro. Quindi fate il possibile (come sto facendo io con questo messaggio) per lasciarli in pace e interrompere la circolazione del loro appello.

In secondo luogo, episodi come questi ricordano drammaticamente che Internet è fatta di _persone_, non di bit e byte: la tecnologia è solo un dettaglio. Dietro ogni messaggio che ricevete c'e' una persona, con i suoi problemi, le sue speranze, le sue illusioni e le sue gioie. E' fin troppo facile essere aggressivi e maleducati via Internet. La prossima volta che vi accingete a rispondere male a qualcuno in Rete, pensateci due volte.

Caso mai interessasse a qualcuno, vi dico cosa mi ha spinto a verificare l'appello invece di cestinarlo come faccio di solito. Le mie "tecniche" potrebbero esservi utili, chissà.

C'era un indizio decisamente a sfavore dell'autenticità: il messaggio era scritto tutto in maiuscolo, che su Internet è come gridare ed è il tipico segno di riconoscimento del principiante.

Nonostante questo, i miei dubbi si sono focalizzati sul nome della malattia: la grafia "Moschcowitz" è molto inusuale (di solito e' "Moskowitz" o simili), e una rapida controllata sull'enciclopedia medica (di mestiere faccio il traduttore tecnico e medico) mi ha confermato che era la grafia corretta e che la malattia esisteva davvero (per chi lo vuole sapere, si chiama anche "porpora trombotica trombocitopenica").

Ma la cosa che più mi ha fatto pensare che il messaggio fosse autentico, ovviamente, è stata l'indicazione dei numeri di telefono e dei nomi delle persone coinvolte. Questo mi ha consentito di verificare la situazione al volo e di dare a voi notizie concrete al riguardo.

Questo messaggio è a disposizione di chiunque lo voglia far circolare. Vi chiedo solo di lasciarlo integro. Grazie.

Windows 98 ha problemi con alcuni PC (4 luglio 1998)

In un recente articolo sulla Gazzetta dello Sport (l'archivio è presso http://www.gazzetta.it/gazzetta/attivissimo/attiv_hp.htm) sconsigliavo di installare Windows 98 su computer non nuovi o sui quali non è preinstallato al momento dell'acquisto, a causa del rischio di incompatibilità.

Non che ci volesse la sfera di cristallo, ma ci ho azzeccato.

Infatti il 2 luglio 1998 il sito della CNN ha pubblicato un articolo in cui segnala che numerosi fabbricanti di computer, fra cui Dell, compaq e Toshiba, hanno diramato avvertenze ai loro utenti affinché non usino Windows 98, almeno finché non sono pronti gli aggiornamenti specifici per quei computer.

Nel caso della Dell, le nuove funzioni di Windows 98 richiedono una nuova serie di driver di sistema. Alcune macchine possono aver bisogno di un nuovo BIOS di sistema (un chip presente sulla scheda madre del computer). I modelli di PC Dell sospetti sono i seguenti: cP/CPi, XPiCD, XPi, e LM Latitude. Gli aggiornamenti saranno pronti sul sito Dell intorno al 5 di luglio.

Analogamente la Toshiba avvisa che gli utenti dei suoi portatili dotati di ACPI farebbero bene ad aspettare ad usare Windows 98 finché sarà disponibile un nuovo BIOS con compatibilità ACPI migliorata. Avvisano inoltre che è difficilissimo, se non impossibile, aggiornare il BIOS ACPI e le voci del Registry dei loro computer dopo aver installato Windows 98.

La Compaq ha pubblicato un elenco di conflitti di sistema e di pezze per Windows 98 sul suo sito Web. Fra i difetti più spettacolari, l'impossibilità di gestire i CDROM nelle finestre DOS sui modelli Presario.

Mancano per ora commenti da parte della Microsoft.

Morale della favola: Windows 98 è un prodotto complicato. Checché ne dica la Microsoft, non funziona su _tutti_ i computer che soddisfano i requisiti di sistema indicati sulla confezione del prodotto.

Se avete già un computer che gira bene con Windows 95, _non_ passate a Windows 98. Non ci sono motivi pressanti per farlo: Windows 98 non ha alcuna funzione tanto eclatante e innovativa da cambiare il vostro modo di usare il PC.

Se volete (o dovete) passare a Windows 98, comperate un computer nuovo sul quale sia preinstallato. Meglio ancora, aspettate qualche mese e lasciate che i fabbricanti di computer risolvano le incompatibilità.

Il Fisco USA inaugura i rimborsi pagati via Internet (1 luglio 1998)

(Fonte: Sole 24 Ore, pag. 30)

Mentre in Italia i rimborsi IRPEF si attendono per sette anni (come nel mio caso personale), negli Stati Uniti si inaugurano i rimborsi istantanei via Internet.

Il 30 giugno è infatti stato inaugurato il nuovo sistema di pagamenti elettronici, inviando un rimborso alla compagnia telefonica GTE di 32.000 dollari. L'assegno virtuale è stato creato al computer e firmato con un codice generato da una smart-card (tipo quelle del bancomat, per intenderci). Venti secondi dopo essere partito da Washington, passando per Africa ed Europa in uno dei soliti percorsi tortuosi ai quali Internet ci ha abituato, è arrivato a destinazione in Texas.

Dopo questa prova, il Tesoro USA intende emettere giornalmente circa 1000 assegni virtuali, per un totale di un milione di dollari. L'anno prossimo verrà usato anche per pagare le pensioni.

Queste novità non sono dettate da sciocca foga tecnologica. Non è un'americanata (come lo è invece la "firma digitale" pomposamente inaugurata a Bologna in questi giorni), ma una soluzione a un problema economico. Infatti il governo USA ha fatto quattro conticini. Visto che emette milioni di assegni l'anno, e che ogni assegno costa (in termini globali di transazione) circa 42 cent, usare l'assegno virtuale produce un bel risparmio, dato che la stessa transazione via Internet costa circa 2 centesimi.

E noi? In Italia tiriamo avanti con le nostre gloriose marche da bollo.

Windows 98 e la privacy

Ci risiamo: come era successo ai tempi con Windows 95, la Microsoft vuole ancora una volta ficcare il naso nel contenuto dei vostri computer.

Non è paranoia. E' una funzione prevista a chiare lettere da Windows 98.

Mi spiego subito. Una delle non troppo entusiasmanti nuove funzioni presentate da Windows 98 è l'aggiornamento automatico del sistema operativo. Il concetto è carino: quando lo installate, Windows 98 esamina periodicamente il vostro computer e va automaticamente su Internet a cercare eventuali aggiornamenti per farlo funzionare meglio, prelevando e sostituendo driver, librerie e quant'altro man mano che vengono pubblicate nuove versioni.

Abbiamo tutti avuto esperienze difficili quando installiamo un nuovo pezzo nel computer. Il classico caso è quando compriamo una stampante nuova o uno scanner: Windows non riesce a riconoscerli correttamente anche dopo che abbiamo installato l'apposito programma di gestione (chiamato "driver", appunto) fornito insieme all'apparecchio. Ci tocca andare al sito Internet del fabbricante e vedere se c'e' una versione più aggiornata del driver che sopperisca alle carenze di quella inclusa nella confezione, prelevarla e installarla manualmente, pregando che funzioni.

Windows 98, invece, dovrebbe fare tutto questo da solo, eliminando questa fatica. Dovrebbe. Ma a che prezzo?

Primo problema: possiamo fidarci di una procedura automatica per queste cose? Una funzione analoga era già stata inclusa in Windows 95, ma i suoi risultati furono talmente disastrosi da imporne la disattivazione universale (e il governo australiano fece una causa memorabile alla Microsoft per intrusione non autorizzata nei computer dell'amministrazione statale).

Non sto qui a elencarvi quante volte mi è capitato di installare un driver nuovo per poi scoprire che un componente che (almeno in apparenza) non c'entrava niente era improvvisamente andato in tilt. Installo il driver per la porta a infrarossi e improvvisamente non funziona più la stampante (dico sul serio).

Se questi aggiornamenti verranno fatti in automatico, quanto tempo passeremo a cercare di ripararne gli errori?

Secondo problema: Windows 98, per installare gli aggiornamenti, esamina il contenuto del vostro computer: che marca e', che programmi contiene, e quant'altro. Se non siete utenti legittimi di Windows 98 o se c'e' anche un solo programma non regolarmente acquistato sul vostro PC, Microsoft con questo stratagemma può accorgersene.

Fin qui niente di male: se usate software pirata sono cavolacci vostri. Ma se ad esempio uso Netscape e l'aggiornamento automatico "decide" che per il mio bene devo usare driver nuovi della Microsoft, "guarda caso" incompatibili con Netscape, la cosa comincia a puzzare di concorrenza sleale.

E poi, sinceramente, credo che quello che ho sul mio computer siano fatti miei e non desidero essere _obbligato_ a raccontarlo a nessuno. D'altronde si chiama "_personal_ computer", no?

Non che abbia granché da nascondere (i miei conti cifrati in Svizzera sono al sicuro altrove ;-)), ma avere un Grande Fratello che mi sbircia nel computer e mi dice continuamente "Ah! Vedo che hai una DLL fuori moda, perché non installi quella nuova? Dai, lo faccio io per te..." a me non va giù.

Credo inoltre che un programma automatico non sia in grado di gestire tutte le combinazioni possibili di programmi e accessori su tutti i computer in commercio. Faccio un esempio. Io uso spesso due o più versioni di programmi Microsoft in lingue diverse (di mestiere faccio il traduttore). Altrettanto spesso, sopperisco alle manchevolezze dei programmi "truccandoli" in modo che possano coesistere lingue diverse sullo stesso PC. Se concedo carta bianca a questi auto-aggiornamenti, sicuramente il mio lavoro di "ritocco" verrà distrutto. Sarà anche giusto che sia così, dal punto di vista della Microsoft, ma non dal mio.

Ma fin qui, paranoie a parte, è una questione di fiducia nel software Microsoft (di cui confesso di essere a corto; l'esperienza insegna). Il problema peggiore è un altro.

Sto parlando dei backup di sistema. Quelli che non fa nessuno, salvo poi piangere in cinese quando il computer non funziona più.

Se devo indicare il difetto principe di Windows 95/98, è l'impossibilità di eseguire una copia integrale del sistema operativo, da usare per le emergenze. In un mondo perfetto, le cose dovrebbero andare così: dovrebbe essere possibile creare un dischetto (o un CD o un nastro di streamer) contenente tutto Windows, con tutti i vostri programmi e le loro configurazioni già bell'e pronte, così come le avete cesellate con certosina pazienza. In questo modo, se Windows 95/98 va in crisi completa, vi rubano il PC o si scassa il disco rigido, basta azzerare tutto, comperare un PC identico (in caso di furto) o un disco rigido nuovo e ripristinare dalla copia di sicurezza. Facile, pratico e sensato, vi pare?

Invece no. Se anche fate un backup di Windows 95/98, per ripristinarlo dovete prima installare un Windows 95/98 "temporaneo". Tempo minimo richiesto, ammesso che tutto vada bene: due ore. Poi dovete ripristinare dal backup. Usando Microsoft Backup o simili, sono altre due o tre ore. Una volta ripristinato il tutto, dovete poi trovare la maniera di cancellare il Windows temporaneo senza segare le gambe a quello ripristinato. Un caos indecente, insomma.

(Ricordo con nostalgia i vecchi tempi in cui si usava Windows 3.1. Lì sì che si poteva fare la copia di sicurezza come si deve. Ho ancora un floppy e un CDROM contenente _tutto_ il mio ambiente di lavoro dell'epoca. In venti minuti posso reinstallarlo da DOS. Con Windows 95/98 mi ci vuole una settimana e un manuale di appunti contenente tutte le istruzioni per installare e configurare tutti i programmi _a mano_)

L'alternativa è _non_ fare una copia di backup, ma reinstallare tutto da capo. E' roba da maniaci (infatti è quello che faccio io), perché bisogna documentare _tutte_ le configurazioni di _tutti_ i programmi.

Ma funziona. Tempo medio: due giorni interi. Confesso che non lo faccio spesso.

Ma torniamo alla questione degli auto-aggiornamenti. Se già ora il backup è difficile con Windows 95, le cose sono ancora più complicate con questa storia degli aggiornamenti automatici. Infatti se non vi accorgete che viene eseguito un aggiornamento, non sapete che il vostro sistema operativo è cambiato e non potete quindi sapere che dovete farne una nuova copia di sicurezza.

Rischiate quindi di ripristinare un Windows che in realtà non funziona, insomma.

Vi ho avvisato!

L'indirizzo piu' lungo del mondo (7 luglio 1998)

Come promesso, eccovi l'indirizzo del paesino gallese che detiene, a quanto pare, il record come indirizzo Internet piu' lungo del mondo.

Se avete un buon programma per l'e-mail, come Eudora Light (non c'e' niente di meglio di una cosa ben fatta che oltretutto e' anche gratis), potrete cliccare direttamente sull'indirizzo qui sotto per essere teletrasportati in Galles. Virtualmente, s'intende!

http://llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch.co.uk.

Saluti!

Guadagnare soldi con Internet? (7 luglio 1998)

Dev'esserci un lato fondamentalmente disonesto nel mio carattere. O forse è solo che detesto la pubblicità rompiscatole. Beh, giudicate voi.

Mi spiego. In un articolo recente di questa mailing list ho parlato di

NetFraternity, un'organizzazione che promette di rimborsarvi le spese di navigazione in Internet se vi sorbite un tot di spot durante i vostri viaggi in Rete.

L'indirizzo è http://www.netfraternity.net/ita/index.html.

Fin qui l'idea è sana e genuina (anche se non dovete considerare questa mia segnalazione come garanzia della serietà di

NetFraternity; io ne segnalo l'esistenza e basta).

Ma seguitemi un attimo. Presso http://www.topbanner.net c'e' un altro servizio di questo tipo. Installare il loro software gratuito e poi durante i collegamenti a Internet ricevete un "banner" (un'immagine pubblicitaria, insomma) ogni 30/60 secondi. Vi spetta come "compenso" per esservi sorbiti lo spot l'importo strepitoso di 6 lire per ogni banner ricevuto e ben 10 per ogni banner sul quale cliccate. Se raggiungete almeno 50.000 lire, riceverete un bonifico o un assegno. Il

Sole 24 Ore del 3 luglio 1998, dal quale traggo la notizia, mette in guardia gli aspiranti pubblivori dicendo che ci vogliono circa 83 ore di navigazione per accumulare 50.000 lire. Il gioco, insomma, non varrebbe la candela.

Già, ma che succede se si usano i due servizi _contemporaneamente_?

Navighiamo gratis (ci rimborsa NetFraternity) e in più incassiamo soldi da TopBanner. Per chi ha Internet in ufficio, o ha una seconda linea telefonica dedicata a Internet, come me, non è un problema stare collegati otto ore al giorno, quindi le 83 ore si raggiungono in due settimane lavorative e si possono quindi incassare almeno 300.000 lire al mese, solo con il rimborso di TopBanner.

Qualcuno vuole fare l'esperimento?

Microsoft paga il nome Internet Explorer (8 luglio 1998)

Zittire con i soldi la concorrenza o chi cerca di interferire non è un problema per Microsoft. Sentite questa.

Il nome "Internet Explorer" era stato inventato e depositato, con tanto di brevetto, nel 1994 da Dhiren Rana, un imprenditore di Chicago. Pertanto, quando Microsoft ha pubblicato il suo browser chiamandolo Internet Explorer, il signor Rana (niente a che fare con quello dei tortellini) le ha fatto causa.

E ha vinto. Adesso la Microsoft ha infatti accettato di pagare 5 milioni di dollari, circa 9 miliardi di lire, per acquistare da Mr. Rana i diritti del nome Internet Explorer e chiudere la causa.

Ricordo che Windows 98 costa 240.000 lire IVA inclusa. Siete proprio sicuri che siano soldi ben spesi e meritati?

[Fonte: Sole 24 Ore, 3 luglio 1998, pagina 30]

Un'altra ottima ragione per non usare l'HTML nell'e-mail (8 luglio 1998)

Vi ho parlato di recente di quanto sia consigliabile evitare di usare formati "ricchi" di effetti speciali (grassetti, corsivi e quant'altro), come l'HTML, nell'e-mail e nei newsgroup. Tutti i programmi sono in grado di disattivare il testo "ricco" e usare il testo semplice, conosciuto tecnicamente come "codice ASCII a 7 bit".

Il motivo fondamentale per non usare HTML e soci è la compatibilità: non tutti i programmi, infatti, sono in grado di leggere correttamente messaggi creati in questo formato.

Il secondo motivo, più "ecologico", è che i messaggi in formato HTML occupano molto più spazio e quindi costa di più spedirli e riceverli.

Inoltre contribuiscono a intasare Internet.

Ma c'e' anche un altro motivo importante, come mi ha fatto notare giustamente un iscritto. Non tutti quelli che viaggiano in Internet sono fortunati e ci vedono bene. Chi ha problemi di vista usa uno

"screen reader", cioe' un programma che legge i caratteri dello schermo e tramite la scheda audio del PC ne pronuncia il contenuto.

Questi programmi, però, vanno in crisi con le lettere accentate e i messaggi formattati in HTML.

Regola generale, quindi, per chi vuole essere sicuro di comunicare con tutti:

-- niente accentate

-- niente caratteri strani o disegnini come "firma" dei propri messaggi

-- soprattutto, _niente_ _HTML

Tanto, se quello che avete da dire è interessante, può benissimo fare a meno di effetti speciali e colori ultravivaci.

Risposte ai lettori (9 luglio 1998)

Scusate la prolissità di questo msg, ma c'era una certa coda di domande da smaltire....

Ricordo agli amici che mi seguono che non sempre posso rispondere privatamente a tutti. Per chiari motivi di organizzazione e di tempo, rispondo di solito con un messaggio pubblico di questa mailing list, anche perché molte domande sono di interesse per tutti.

Per cui se volete le vostre risposte, iscrivetevi!

Aggiornamento per "Internet per tutti", terza edizione

Innanzi tutto _grazie_ a tutti quelli che mi scrivono dicendo che hanno comprato il mio libro. Ricordo che non è assolutamente necessario comprarlo per iscriversi a questa mailing list. Certo che se lo fate, non vi sgriderò.

Un lettore del libro ha risolto uno dei dubbi che avevo lasciato in sospeso nel libro. Non è una di quelle risposte che cambia la visione personale del cosmo, ma magari a qualcuno piace sapere queste cose (o piace vedere quanto sono ignorante io :-)).

A pagina 192 raccontavo che nella gerarchia "it.fan..." dei newsgroup si radunano i fan italiani di vari personaggi (a proposito, il newsgroup "it.fan.culo" NON è dedicato agli appassionati del posteriore, ma serve per sfogarsi mandando pubblicamente qualcuno affanc***... Capito il gioco di parole?).

In particolare, mi domandavo chi fosse il soggetto di "it.fan.r-takahashi". Il lettore mi ha mandato la risposta: e' Polimar, che per una singolarissima coincidenza è il personaggio dei cartoni animati giapponesi raffigurato a pagina 188 (che ho pescato da un altro newsgroup).

Virus dei Mondiali: una bufala

O meglio, una mezza bufala. Come segnalato da un lettore, il Corriere della Sera del 4 luglio 1998 dice "A detta di un gruppo di ingegneri spagnoli, il prossimo 12 luglio, giorno della finalissima, un virus potrebbe colpire un numero imprecisato di computer. Il virus, che dovrebbe essere «molto complesso e distruttivo», si presenterà con la scritta «Vive la coupe du monde!».

Di avvertimenti come questi ce ne sono stati già tanti e seguono lo stesso schema. Si prende un evento un po' insolito (il venerdì tredici, una ricorrenza importante) e si dice che un virus colpirà quel giorno. Così la gente si spaventa ma la tiratura del giornale aumenta (scrivo articoli per un giornale del gruppo Corsera, ma questo non mi impedisce di dire che una notizia così, diffusa senza precisazioni, è un ottimo esempio di giornalismo-spazzatura).

Va be', le precisazioni le faccio io. Allora: può benissimo darsi che qualcuno abbia scritto un virus congegnato in modo da funzionare come descritto nella notizia. Di kit per costruire virus ce n'e' a bizzeffe

(no, non chiedetemi dove si trovano -- se non sapete dove si trovano, non è il caso che giochiate coi virus. Ricordate cos'e' successo all'apprendista stregone in Fantasia?) e il problema tecnico è trascurabile. Per questo dico che è una bufala solo a metà: è possibilissimo che il virus esista. Ma non per questo dobbiamo preoccuparci.

Infatti la questione più difficile è riuscire a infettare i computer altrui. Se creo un virus supermicidiale ma non riesco a farlo circolare (ad esempio via Internet o su dischetti che scambio con le vittime), il virus è inefficace. Allora che si fa? Lo si distribuisce via Internet sotto forma di "cavallo di Troia", ad esempio: si annuncia che sul sito XXY c'e' la versione senza veli di Tomb Raider e tutti corrono a prelevarla ed eseguirla sui propri PC.

Dentro la versione pirata, naturalmente, c'e' il virus. Una volta _eseguito_ il programma, il vostro PC è infetto.

Insomma, anche in questo caso valgono le regole antivirus di sempre:

-- MAI eseguire un programma allegato a un messaggio di e-mail

-- usare SEMPRE un antivirus _aggiornato

-- controllare con l'antivirus TUTTO quello che ricevete dall'esterno, non importa quanto sia affidabile la fonte

-- controllate anche i documenti di Word, Excel e Access: possono contenere i cosiddetti "macrovirus"

Ma soprattutto ricordate la regola principe:

_Non_e'_possibile_ essere infettati da un messaggio di e-mail di testo normale. Solo gli allegati ai messaggi possono infettare, e anche così lo possono fare solo se li eseguite.

E buona finale dei mondiali a voi (io sarò occupato altrove ;-).

Cosa studiare per lavorare in Internet

Ecco il domandone del lettore:

>DOMANDA: cosa mi conviene studiare per diventare professionista di

>internet? (ho letto che negli USA mancano 300.000 programmatori internet...)

>Javascript è davvero il linguaggio del futuro?

Potrei cavarmela con una risposta abbastanza ovvia: studiare informatica. Purtroppo le scuole italiane sono indietro di almeno centosessant'anni rispetto alle realtà informatiche che abbiamo sulla scrivania, per cui ho un consiglio meno ortodosso.

conviene farsi le ossa in informatica _sul campo_, ad esempio lavorando in un negozio di computer o in un centro d'assistenza e assimilando tutto quel che si riesce dai tecnici software e hardware.

La scuola serve per avere gli altri strumenti che vi serviranno per lavorare: ad esempio l'inglese (indispensabile soprattutto in informatica) e -- sorpresa -- la matematica e la fisica. Programmare, o saper gestire un sito Web, non è soltanto una questione di sapere i comandi HTML. Significa avere un bagaglio di competenze anche al di fuori del mondo dei computer. I computer servono per fare cose utili al mondo reale, quindi vi servono delle conoscenze specifiche in qualche campo della vita reale. Altrimenti sarete solo "accatiemmellisti", cioe' galoppini. Matematica e fisica, invece, danno una preparazione logica utilissima nel mondo logico (logica contorta, ma sempre logica e') dei computer.

A dire il vero, conosco poche persone che hanno fatto i soldi con Internet. Un vecchio detto dice "se vuoi diventare milionario, prendi un miliardo e investilo in Internet" o qualcosa del genere. Fanno soldi i consulenti, quelli che fanno funzionare le reti informatiche aziendali o sanno gestire le transazioni telematiche a pagamento, ad esempio: roba che si impara sul campo, non all'università.

Scrivere libri su Internet, prima che me lo chiediate, _non_ è la strada per diventare ricchi.

a proposito di USA: scordatevi di trovare lavoro là, l'immigrazione in questo periodo è a numero chiuso, anzi chiusissimo. Cercate nel resto d'Europa, ora che le frontiere sono aperte.

Javascript il linguaggio del futuro? Bah. L'ho già sentito dire di troppi altri linguaggi. Chi si ricorda il Forth? E il Cobol?

Smalltalk? Se poi la Microsoft riesce a renderlo nonstandard, come sta già facendo, farà una fine molto rapida. Insomma: dubito. Ma questo non vuol dire che non valga la pena di essere studiato.

L'informatica è fatta così: è piena di argomenti che diventano obsoleti in pochi mesi. Se è questo il campo in cui volete lavorare, preparatevi a studiare tutta la vita e a buttare via periodicamente quello che avete appena imparato.

Perché uso Pobox e pago

Un lettore ha visto dal mio indirizzo che uso il servizio di e-mail

"virtualizzata" di Pobox (http://www.pobox.com). Si è sorpreso che io usassi un servizio di questo tipo a pagamento, quando ce ne sono molti analoghi gratuiti, come http://usa.net e http://hotmail.com e in Italia http://www.freemail.it e http://www.tuttocitta.it.

Risposta semplice: ho attivato il servizio prima che uscissero i concorrenti gratuiti, e adesso non posso cambiare facilmente indirizzo virtualizzato. Non mi scoccia spendere quindici dollari (ventimila lire) l'anno per un servizio che funziona in modo eccellente. Inoltre, se cambiassi fornitore di indirizzi virtuali, sarei costretto a cambiare indirizzo e quindi l'intero scopo degli indirizzi virtuali (restare raggiungibili al medesimo indirizzo anche quando si cambia provider) sarebbe vanificato. Insomma, so che ci sono soluzioni più economiche, ma Pobox mi va bene e dovrei avvisare migliaia di amici, lettori e parenti se cambiassi indirizzo.

a proposito: giusto per chiarire come stanno le cose, solo perché io uso un determinato servizio o ne parlo negli articoli sulla Gazzetta o nella mailing list, non vuol dire che io vi incoraggio a fare altrettanto. Le vostre esigenze possono essere diverse dalle mie. Siete voi a dover valutare se una funzione di Internet fa al caso vostro o no.

Ricordo inoltre che nessuna delle organizzazioni citate qui paga per essere menzionata. Mi piacerebbe avere uno sponsor, ma per ora questa ML esiste solo per dare sfogo alla mia necessità di scrivere e di certo non è una fonte di reddito per me.

Se qualcuno volesse sponsorizzare, mi mandi un e-mail. In ogni caso questa ML è e resterà sempre _gratuita_.

200 canzoni su un CD con MP3: come si fa?

Un lettore mi chiede qual è il procedimento per ottenere un CD con oltre 200 canzoni.

beh, ce ne sono tanti; vi descrivo quello che uso io.

Per prima cosa acquisisco le tracce del CD musicale originale usando

WinDAC, uno splendido programma che converte l'audio del CD in grossi file formato Wav (da 50 Mega in su). Il programma è shareware: costa circa 30 dollari. Lo trovate presso molti biblioteche di software su

Internet e potete contattare l'autore in Germania all'indirizzo christoph@kali.rhein-ruhr.de.

Fatto questo, attivo un programma chiamato Mp3 Compressor, reperibile nelle suddette biblioteche o presso l'autore a mp3hc@chez.com oppure mp3hc@hotmail.com. E' freeware, in altre parole gratuito. Questo programma converte i file Wav prelevati dal CD in formato Mp3.

Per suonarli, uso il famosissimo WinAmp, reperibile ovunque in rete e anche lui freeware.

ci sono anche versioni DOS di questi programmi, molto utili se avete un vecchio PC con lettore di CDROM che potete dedicare alla conversione (che richiede tempo o potenza di calcolo; più tempo avete, meno potenza ci vuole, e viceversa).

Ancora Mp3: aspetti legali e illegali della registrazione audio MP3

Domanda del lettore:

>com'e` la questione legale in merito agli mp3? E illegale registrare dal sorgente al pc (ma non lo sarebbe se uno ha i cd originali) o diffonderli? Equivalgono alle cassette copiate? (ormai diffusissime)?

Dove si puo` trovare materiale, eventualmente?

Non sono un esperto di leggi e quindi le mie sono opinioni non professionali. Ma detto questo, ragioniamo con il buon senso. Se io registro per mio uso personale un CD che ho legittimamente acquistato, non causo danno a nessuno. Se invece faccio una copia

(digitale, su cassetta, in MP3 o altro poco importa) e la do a un amico, causo un danno all'artista che ha faticato per creare e incidere quel CD.

Pertanto mi pare logico concludere che non è illegale copiare in MP3 i propri CD, mentre è illegale (ma soprattutto scorretto) copiare in MP3 i CD altrui. In questo senso equivalgono alle cassette copiate.

Devo dire che vendere CD musicali a quarantacinquemila lire, francamente, è un invito alla pirateria. Se vi capita di leggere i dati ufficiali sui margini di profitto sulle vendite di CD (a chi vanno insomma quelle 45000 lire), vi renderete conto che sarebbe possibilissimo ridurne il prezzo a livelli più civili. Questo invoglierebbe più gente a comprarsi gli originali invece che farsi copie pirata. Ma vallo a spiegare ai discografici (o ai governi che piazzano sui CD un'IVA da capogiro).

a proposito: il supporto fisico, voglio dire la plastica che compone il CD, costa un dollaro: meno di quello che costava il vinile. confezione e copertina compresa, naturalmente. Questi sono i prezzi offerti al pubblico dalle fabbriche di CD. Il resto, insomma, è profitto e IVA.

Fonti di Mp3? Molti siti Internet offrono tracce "succhiate" da CD commerciali. Siccome non sta a me aiutarvi a compiere atti illegali, cercateveli da soli :-). Non è difficile, se usate bene un motore di ricerca o i newsgroup. Non dico altro.

ICQ senza usare ICQ?

Un lettore mi chiede quanto segue:

>Mi piacerebbe sapere se è possibile conoscendo l'IP di un pc

*avvisare* l'utente che vorrei dialogare con lui attraveso, per esempio, netmeeting o IPhone senza dovermi appoggiare ad un server dedicato che richiede in ogni caso un programma in memoria su entrambi i computer.

Domanda interessante, ma rivolta alla persona sbagliata. Non sono un supertecnico di Internet e non ho mai detto di esserlo, quindi in queste destrezze tecnologiche oso dare giusto un'opinione. Ci vorrebbe un buon hacker per rispondere a questa domanda con competenza. Beh, ci provo lo stesso.

In linea di principio, non si può. Il problema, a mio avviso, è come notificare la richiesta al destinatario se il destinatario non ha in funzione un programma predisposto per ricevere la richiesta. Non c'e' un canale di ricezione aperto e quindi anche conoscendo l'indirizzo IP non si può far arrivare a destinazione il messaggio.

certo che tutto dipende cosa s'intende per "avviso". Se mando a un utente una "bomba" IP (un pacchetto IP contenente dati impossibili o troppo lungo, ad esempio), gli impallo la macchina. E' senz'altro una forma di avviso, ma dubito che il destinatario sarebbe poi dell'umore giusto per una conversazione ;-)

PS Non chiedetemi come si fa a mandare una bomba IP. Non l'ho mai fatto e spero di non doverlo mai fare, e cosa più importante, è un comportamento scorrettissimo. Ma so per certo che è possibile (ho qui un codice sorgente in C che impalla Real Audio, ad esempio).

Vendite di Windows 98 a gonfie vele (12 luglio 1998)

E così adesso Win98 è in vendita anche in Italia. Negli Usa, durante i primi quattro giorni di disponibilità sono state vendute 500.000 copie del programma, alla pari con Windows 95 quando fu lanciato.

[Fonte: CNN Quick News]

beh, io sono responsabile di almeno una copia venduta in meno....Alcuni lettori di questa mailing list hanno deciso di soprassedere all'acquisto dopo aver letto i miei articoli sull'argomento. I legali della Microsoft possono contattarmi via e-mail.

Non voglio passare per anti-Microsoft, anti-Bill Gates e anti-quellochevipare. Quando una cosa fa schifo, fa schifo e va detto, non importa chi l'ha fatta. Equation Editor della Microsoft e', a mio parere, un programma bellissimo. Siamo tutti grati a

Microsoft per aver standardizzato l'interfaccia dei programmi (tutti i menu a tendina disposti nello stesso modo in tutti i programmi, le icone e i pulsanti tutti uguali, eccetera), cosa cui ormai non fa caso nessuno. Ma Windows 98, mi spiace, non è un prodotto di cui sento il bisogno.

Dicevo, non voglio passare per uno che dice le cose per partito preso.

Faccio solo un commento conclusivo e poi la smetto con questa storia di Windows 98.

Il mio consiglio è di _non_ comperare Windows 98. I motivi li ho già discussi negli articoli precedenti. Aspettate di comprare un computer nuovo, cosa che comunque vi toccherà fare entro qualche mese se volete stare al passo coi tempi. Così troverete Windows 98 preinstallato _gratis_ e risparmierete 240.000 lire; cosa più importante, eviterete pienamente i problemi di compatibilità, perché la macchina nuova sarà sicuramente compatibile con Win98. Basta.

Se proprio volete installare Windows 98 sopra un Windows 95 esistente, FATE UNA COPIA COMPLETA DEI VOSTRI DATI. Utente avvisato, mezzo salvato.

cito e traduco le parole di Stewart Alsop, articolista della rivista economica statunitense Fortune e abbastanza imparziale da essere chiamato dal governo USA come consulente tecnico e testimone esperto in materia nella causa antitrust contro Microsoft. La sua spiegazione riassume il mio punto di vista molto meglio di quanto potrei fare io.

[Fonte: Fortune del 20/7/98, pagine 85-86]:

"Non intendo passare a Windows 98. [..] L'industria del software per PC ha alimentato una forma di "dipendenza" da software negli utenti, creando programmi tosti, offrendoceli come stuzzichini e poi aggiornandoli forsennatamente per alimentare la nostra dipendenza e generare profitti. [...] Credo che uno dei motivi per cui la Microsoft è così dominante è che è quasi l'unica, fra i produttori di software, ad aver capito le dinamiche della dipendenza da software. Ha capito che questa vera e propria dipendenza psicologica non è razionale: noi chiediamo sempre nuove funzioni piuttosto che pretendere qualità ed esecuzione a regola d'arte. Per cui la Microsoft ha risposto alle esigenze dei clienti creando programmi ipertrofici che non funzionano perfettamente, ma grosso modo fanno quel che devono fare."

E, aggiungo io, lanciando campagne pubblicitarie immense per creare interesse in una cosa che normalmente non ne ha. Qualcuno si ricorda la campagna pubblicitaria per l'uscita del DOS 6.22? Quella del DOS 5.0? Di Linux? Appunto.

Sicché la gente fa la fila da mezzanotte alle due davanti ai negozi di Milano e Roma per comprare in anteprima un barbosissimo sistema operativo come se fosse l'ultimo CD di Ligabue. Meraviglie del marketing. Fa niente se il prodotto è mediocre: l'importante è che la gente sia contenta di comperarlo e si senta gratificata dal farlo prima ancora di averlo installato. In gergo pubblicitario, Mr. Gates ha trasformato un freddo programma in un "bene di consumo emozionale": roba che compri non perché ti serve, ma perché senza ti senti inferiore agli altri.

Beh, io sono ben contento di essere inferiore. Il mio PC (con Win95) funziona. Quello di molti acquirenti di Windows 98 no. ;-)

Prime proteste intorno a Windows 98 (12 luglio 1998)

[Fonte: CNN QuickNews, 7 luglio 1998]. Un provider Internet canadese ha inoltrato una formale protesta alla Microsoft perché Windows 98 sembra suggerire ai suoi clienti che farebbero bene a cambiare fornitore d'accesso. Infatti vari messaggi d'errore dei suoi clienti che hanno installato Windows 98 includono questo consiglio: "You might want to try selecting 'other Internet provider' from the list of Internet service providers" [Forse ti conviene provare a scegliere 'altro fornitore d'accesso a Internet' dalla lista dei fornitori d'accesso a Internet"]. La Microsoft dice che i messaggi sono uno sbaglio senza malizia e verranno modificati. Accorgersene prima no, vero?

Quanto vale Bill Gates (12 luglio 1998)

Come mai improvvisamente la mia mailing list è diventata così prolifica (e magari anche prolissa)? Semplice: ho deciso che invece di archiviare e catalogare tutte le informazioni salienti che ricevo su Internet e dintorni e tenerle per me, le giro anche a voi.

Insomma, pubblico i miei appunti, con la presunzione che possano essere utili e interessanti anche per qualcun altro oltre me.

In questo modo l'archivio dei miei articoli (ché è sempre disponibile gratis presso http://come.to/topone) diventa la mia biblioteca di riferimento digitale. E ho meno carta in giro ;-)

Sicché è giusto come appunto e curiosità che vorrei condividere un dato sulla ricchezza di Bill Gates. Alla fine di maggio 1998, la ricchezza _personale_ del quarantaduenne Bill Gates si aggirava intorno ai 48 miliardi di dollari, pari a circa 86.000 miliardi di lire al cambio attuale. [Fonte: Fortune del 20 luglio 1998, p. 41]

__Perché molta gente ce l'ha con Mr. Gates

Ecco un esempio delle politiche che hanno creato la dubbia fama di bill Gates. Cito le sue parole da un dibattito pubblico, stampato nella rivista americana Fortune del 20 luglio 1998, p. 44]:

"Anche se ogni anno si vendono in Cina circa tre milioni di computer, la gente là non paga per il software. Un giorno, però, lo faranno. E finché continueranno a rubare software, vogliamo che quel software sia il nostro. Diverranno in un certo senso dipendenti ["addicted", come una droga]. Poi in qualche modo troveremo come farci pagare, nei prossimi dieci anni o giù di li".

Insomma, la prima dose è gratis, tanto per creare dipendenza; le altre si pagano. Al diavolo il diritto d'autore, la giustizia, la lotta alla pirateria e quant'altro. Le altre società di software, che non hanno 10 miliardi di dollari (circa 18.000 miliardi di lire) di _riserve_ [fonte: lo stesso articolo], non possono permettersi queste strategie e soccomberanno.

complimenti!

___Ancora sui temi di maturità "rivelati" via Internet

Ricordate l'articolo di qualche tempo fa a proposito dei titoli dei temi di maturità "anticipati" via Internet?

beh, un lettore che ha insegnato per diversi anni nelle scuole italiane all'estero mi conferma che:

"Non sono molte le scuole superiori all'estero, ma esistono. Soprattutto nell'America Latina, in Eritrea, in Etiopia, in Europa. Non mi risulta che ci siano in Australia o in Estremo Oriente. Io stesso ho insegnato a Zurigo in un liceo linguistico privato ma legalmente riconosciuto dallo Stato (io infatti sono di ruolo in Italia e pagato dal M.P.I.). La maggior parte di questi istituti sono privati e riconosciuti. Ad Atene, per esempio, il liceo scientifico e la scuola media sono statali. Per avere una lista basta collegarsi col Ministero degli Esteri o tramite i sindacati; per esempio il sito della CGIL ha in rete gli elenchi di tutte le scuole italiane all'estero e quelli del personale in servizio."

"[Comunque] pare che nelle scuole all'estero i temi siano diversi, proprio per evitare simili congetture: basta pensare alle scuole in Sud America, li potrebbero conoscere con parecchie ore di anticipo. al Ministero degli Esteri o alla Pubblica Istruzione dovrebbero saperlo: penso proprio che sia una classica leggenda metropolitana (anch'io ho letto i msg sul newsgroup it. scuola)."

Un altro lettore mi segnala che un suo amico "due ore prima dell'inizio del suo esame in Italia (8.00) si è connesso ed ha trovato i temi di maturità spediti all'ambasciata italiana in australia. Ma siccome chi di dovere se ne era già accorto anni fa, sono stati dati titoli con argomenti diversi."

Insomma, ragazzi, non cercate soluzioni facili via Internet. E siate onesti almeno alla maturità ;-)

-- Comunicare con i ciechi via Internet: il galateo

Da tempo mi batto (si fa per dire) insieme a molti altri utenti affinché si usi il testo semplice nell'e-mail, senza fronzoli ed effetti speciali, che sono fuori standard. Dicevo che c'e' anche un altro motivo importante, al di là del rispetto degli standard: la compatabilità dei vostri messaggi con i non vedenti.

(C'e molta gente che si stupisce ancora che un cieco possa usare Internet. Anzi, non capisce neppure perché gliene venga la voglia. Ebbene, ci sono tanti ciechi, sordi, muti, disabili sulla sedia a rotelle che non possono comunicare facilmente con le altre persone nel mondo reale. Internet invece glielo consente, mettendoli alla pari con tutti gli altri).

Dunque veniamo alle regole, mandatemi da un lettore esperto in materia, su come inviare posta "universale", cioe' che sia leggibile in tutto il mondo, con qualsiasi programma e anche da persone che hanno bisogno di uno "screen reader" (un programma che legge ad alta voce i caratteri sullo schermo):

-- niente accentate

-- niente caratteri strani o disegnini come "firma" dei propri messaggi

-- soprattutto, _niente_ _HTML

I simboli di quoting (>) danno fastidio ad alcuni programmi; idem per le evidenziazioni fatte con gli asterischi, come *questa*, le ciberfaccine e gli acronimi tipo IMHO, 6UL8R.

Le frasi in inglese posso creare confusione perché vengono pronunciate alla Dan Peterson.

coloro che invece usano una barra braille a 40, 65 o 80 colonne non hanno problemi, ma non tutti i ciechi sanno leggere il Braille.

Ricordate: usare formati non-standard significa escludere molta gente dal vostro giro. Non vi potranno leggere non solo i ciechi, ma anche quelli che usano programmi "normali" come Eudora, pine, elm e altro.

Tenete presente che non tutti usano Windows 95, Microsoft Outlook eccetera. Vogliamo tagliarli fuori? Rischiate invece di essere _voi_ a tagliarvi fuori, quindi occhio!

___Chi fa soldi con Internet in Italia

Non è facile diventare ricchi con Internet, come dicevo in uno dei miei articoli recenti. Se pensate che fare il provider sia una fonte di prosperità, considerate queste cifre, citate dal settimanale

"Sette" della prima settimana di luglio 1998, pagina 105: TIN, la divisione Internet "domestica" della Telecom, ha investito nel 1997

94 miliardi e ne ha portati a casa 13 (ricavi). La divisione

"affari", ossia Interbusiness, ne ha spesi 123 e incassati 77. Le altre società non comunicano i dati di bilancio (alla faccia della trasparenza).

Unica eccezione: It.net, che ha avuto nel 1997 un margine di 100 milioni su ricavi per 3,8 miliardi. Noccioline, insomma.

c'e' chi invece guadagna alla grande: i fornitori di contenuto. Un classico caso è la Seat, che con le Pagine Gialle online, ma soprattutto con la creazione delle pagine Web degli inserzionisti (120.000 pagine per 50.000 clienti), ha raccolto pubblicità per 26 miliardi in 18 mesi.

Bill Gates se ne va, anzi no (22 luglio 1998)

bill Gates ha deciso il 22 luglio 1998 di delegare al suo numero due, Steve Ballmer, la gestione quotidiana della Microsoft per potersi concentrare sulle strategie a lungo periodo e sugli aspetti tecnologici dei suoi prodotti.

ballmer non è certo uno qualunque: conosce Gates dai tempi di Harvard (frequentata insieme; lui si è laureato, Gates no; il che dimostra che la laurea non serve a niente nel mondo del lavoro) e lavora con lui da 18 anni.

ballmer possiede il 5,1% (4,9% secondo un'altra fonte) della Microsoft e quindi "vale" circa 25.000 miliardi di lire.

Gates, per confronto, detiene il 22%, per un valore di circa

90.000 miliardi che ne fanno l'uomo più ricco del mondo.

[Fonti: Sole 24 Ore e Giornale del 23/7/1998]

__Tourbus: il vostro nome nello spazio (23 luglio 1998)

Tramite questa mailing list distribuisco la versione italiana

(autorizzata) dell'"Internet Tourbus" di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin, forte di 80.000 lettori in 120 paesi.

Le opinioni espresse nel Tourbus sono le loro; troverete fra parentesi quadre i miei commenti personali.

La ML fa da supporto al mio libro "Internet per tutti", edito da Apogeo, la cui terza edizione è ora in libreria.

commenti, insulti e lodi per la traduzione, come sempre, a topone@pobox.com.

Se v'interessa l'originale:

=[ TOURBUS Rider Information ]=

The Internet TOURBUS - U.S. Library of Congress ISSN #1094-2238

Copyright 1995-98, Rankin & Crispen - All rights reserved

Archives on the Web at http://www.TOURBUS.com

=

La NASA ha un nuovo sito Web presso il quale potete aggiungere il vostro nome a un microchip che sarà installato a bordo della sonda Stardust, che visiterà la cometa Wild-2 e raccoglierà dei campioni da riportare a terra (insieme al microchip) nel febbraio del 2006. La sonda viaggerà per miliardi e miliardi di chilometri e il vostro nome, se volete, si farà un viaggio spaziale con lei.

Per aggiungere gratuitamente il vostro nome al microchip basta visitare la pagina Web

http://stardust.jpl.nasa.gov/microchip/signup.html

Il termine di accettazione dei nomi è il 15 agosto.

Tourbus: il sito della Britannica cambia nome (23 luglio 1998)

La Encyclopedia Britannica Internet Guide (un sito che raccoglie e recensisce i migliori siti Web di tutte le categorie, gestito da quelli dell'Enciclopedia Britannica) è stato riprogettato da cima fondo e ha cambiato nome. Ora non si chiama più EBIG ma

"eBLAST" e il suo nuovo indirizzo e'

http://www.eBLAST.com/index.html

Confesso: ho comperato Windows 98 (23 luglio 1998)

Come, dopo tutto il mio predicare contro la nuova versione del sistema operativo Microsoft? Ebbene sì. Ho Windows 98.

Ma aspettate un momento. I consigli che offro in questi articoli della mailing list non li rifilo a voi per poi fare tutt'altro. Quello che consiglio a voi vale anche per me.

Infatti non ho "comperato" Windows 98. Continuo a sostenere che 240.000 lire per un modesto (e brutto) aggiornamento di un sistema operativo sono troppe.

Invece, come consigliavo in un articolo precedente, ho comperato un PC con Windows 98 preinstallato. Ho speso meno di due milioni per un Pentium II (OK, in realtà è un Celeron, ma mica ci devo fare raytracing!) 266 MHz, 4 GB di disco rigido, 64 MB RAM. Insomma, una macchina più che dignitosa per usi convenzionali (farci girare Office oppure, nel mio caso, provare Windows 98 per il mio lavoro principale di traduttore).

Se avessi comperato l'aggiornamento di Windows 98 avrei speso oltre il 10% della cifra solo per avere il sistema operativo.

Meditate, gente, meditate!

Com'e' questo Windows 98, allora (24 luglio 1998)?

In effetti non mi sono fatto vivo per qualche giorno per motivi di lavoro. Per una questione di correttezza verso di voi, devo annunciare che sto seguendo un progetto per.... Microsoft.

Mi sto occupando infatti della traduzione di uno dei manuali tecnici Microsoft per Windows 98. Questo lo dico perché sia chiaro che non trincio giudizi su roba che non conosco: se parlo male di un programma è perché l'ho provato e valutato.

Parimenti, solo perché sono pagato (indirettamente) da Microsoft, non ho intenzione di voltare gabbana o cambiare punto di vista.

Quello che mi piace dei programmi Microsoft continuerà a piacermi e quello che mi fa schifo continuerà a farmi schifo anche se l'ho tradotto io. Fine del pistolotto esplicativo.

Detto questo, vi offro i miei primi commenti su Windows 98, ora che è passata la stagione delle prove e lo uso concretamente.

Mi astengo volutamente da commenti sugli aspetti tecnici, quelli

"dietro le quinte", di Windows 98. Su quelle potremmo discutere una vita. Preferisco parlarvi di cose più concrete, in cui si imbatteranno tutti gli utenti.

__Explorer per gestire il PC

Brevemente: preferirei nuotare nella melassa. La scelta di Internet Explorer (modificato) al posto dell'Explorer normale per gestire i file è un tormento. Per fortuna è disattivabile: ma allora perché passare a 98, se devo disattivare le funzioni che lo distinguono da 95?

__Impallamenti

Per il resto, Windows 98 si comporta dignitosamente, anche perché è installato su una macchina dichiarata compatibile con 98 dal produttore. "Dignitosamente" significa che nonostante appunto giri su una macchina appositamente costruita, mi si è già impallato due volte oggi durante l'installazione di due giochini per mio figlio (giochini peraltro dati in omaggio con il PC, quindi non certo roba stravagante o incompatibile). Ma questo ritmo di impallamenti l'aveva anche Windows 95.

__Sorry, niente fax

Anche se Windows 98 ci viene proposto come "ampliamento" di Windows 95, stranamente manca un pezzo non trascurabile: un programma per la gestione dei fax da inviare tramite computer. Il Microsoft Exchange di Windows 95 non c'e' più, sostituito da Outlook Express, che però _non_ consente di inviare fax dal PC. Se vogliamo faxare un documento ci tocca stamparlo su carta e ficcarlo in un comune fax, oppure comperare un programma apposito (come WinFax o altri). Insomma, altri soldi da scucire.

Io uso il PC moltissimo per inviare e ricevere fax. Per chi lavora, il fax è uno strumento indispensabile. Con Windows 98 non lo possiamo usare se non pagando altri soldi. bel progresso.

__Di nuovo sorry, ancora niente backup

Un miglioramento di cui si sente invece la mancanza, e per il quale avrei sacrificato volentieri la funzione più reclamizzata di Windows 98, vale a dire la possibilità di gestire fino a _otto_ monitor contemporaneamente (e chi ce li ha? E dove esiste un PC con otto alloggiamenti per otto schede video?), è invece una sana ed efficiente procedura di "disaster recovery".

Insomma, un modo pratico e facile per fare il backup completo di Windows, dati, programmi, configurazioni e quant'altro.

Il Backup incluso in Windows 98, ovviamente, _non_ è in grado di ripristinare Windows da solo: per farlo dovete prima installare un Windows 98 provvisorio, poi ripristinare quello effettivo e trovare la maniera di cancellare quello provvisorio senza che il computer vada in crisi. Datemi un Valium.

C'e' una soluzione elegantissima a questo problema, e devo ringraziare un collega nonché giornalista che me l'ha segnalata.

Guarda caso non la produce la Microsoft, troppo impegnata a decidere come gestire otto monitor in contemporanea, ma un produttore di software indipendente. Ma questo, amici, è l'argomento di un articolo che troverete prossimamente sulla Gazzetta dello Sport della domenica. Lì getterò le basi, poi amplierò il discorso in questa mailing list.

Vi ho stuzzicato?

__Collegarsi via parallela, che dolori

altro problemino: collegare due PC via cavo parallelo. Ok, sono un pezzente e non ho una rete locale in casa: collego il PC portatile e quello fisso tramite un cavo parallelo. A me basta e avanza e non ci tengo a scucire 200.000 lire per una Ethernet su PC card.

Sotto Windows 3.1 e Windows 95, collegarsi via parallela significava semplicemente lanciare due programmi DOS (Interlink e Intersvr).

Dal portatile vedevo il PC fisso, nomi lunghi compresi. Prima che me lo chiediate, sì, funziona anche sotto Windows 95 (ma solo la prima versione, non la OSR2 che ha la FAT incompatibile -- scusate la digressione tecnica).

Sotto Windows 98 la storia è diversa: bisogna usare il programmino apposta, che c'era anche in Windows 95 ma si poteva sostituire con la ben più semplice coppia Interlink-intersvr.

Peccato che il programmino di Win98 sia farraginosissimo da adoperare e che nell'esilissimo manuale e nell'ancor più esile guida online di Windows 98 non si spieghi come usarlo. beh, a dire il vero viene spiegato come cominciare. Poi sul più bello la spiegazione si interrompe.

Meno male che i manuali di sessuologia non sono scritti da Microsoft, altrimenti finirebbero al capitolo "Tenersi per mano" :-)

Qualcuno più esperto di me mi può dare uno spiegone _completo_ di come si collegano due PC Win95 e Win98 via parallela? Grazie!

__Il pulsante Avvio, questo misterioso

Ma la cosa che trovo in assoluto più sciocca è la faccenda del pulsante Avvio. O meglio, il pulsante Start. Che però è Avvio.

Mi spiego subito.

In Windows 95 italiano, il pulsante in basso a sinistra nella barra delle applicazioni (taskbar) si chiama Avvio. Continuo a pensare che c'e' qualcosa di deviante nel cliccare su un pulsante chiamato avvio anche per _spegnere_ il computer, ma tant'e'. adesso, invece, in Windows 98 il pulsante si chiama "Start". Questo era vero, a quanto mi risulta, anche per Windows 95 se si installava

Internet Explorer 4 come interfaccia. Però il menu che si attiva cliccando su Start si chiama ancora "menu Avvio". comunque, se decidete di disattivare Explorer come interfaccia, il pulsante Start torna a chiamarsi Avvio. chiaro, no?

Ora che ci eravamo finalmente abituati a cliccare su Avvio, ci tocca cliccare su Start, che però può chiamarsi Avvio se decidiamo di disattivare Explorer.

Qual è il valore aggiunto di questo cambiamento?

In che senso passare dall'italiano "Avvio" all'inglese "Start" rende la vita più facile all'utente italiano?

__In sostanza

Morale della favola: Windows 98 non ha _nulla_ che migliori la vostra interazione coi computer. Se potete, fatene a meno. Se ve lo danno gratis insieme al vostro prossimo PC, non buttatelo: non è poi così male. Fa quel che deve fare. Esattamente come un elefante è in grado di spostare uno stuzzicadenti.

Brutte traduzioni: di chi è la colpa? (24 luglio 1998)

a proposito di traduzioni. Sapete perché le traduzioni dei programmi fanno così pena? (no, non è perché non me ne sono occupato io fino a oggi). Perché i tempi a disposizione sono

(vergognosamente) ristretti e i traduttori sono obbligati a usare la stravagante terminologia Microsoft.

Esempio pratico. Il manuale tecnico che sto seguendo (ne traduco però solo una parte) conta mezzo milione di parole: diciamo mille e passa pagine fitte di terminologia tecnica.

Devono essere pronte per fine agosto e il lavoro è stato affidato nei giorni scorsi, distribuito fra un team di traduttori che devono studiarsi il glossario ufficiale Microsoft

(10 MB di testo). 500.000 parole in un mese: roba da far schiattare un toro (se i tori traducessero).

Inoltre molto spesso i traduttori lavorano "alla cieca", vale a dire che non conoscono e non vedono il programma che traducono (non è il mio caso: ho acquistato un PC apposta). In più sono obbligati da Microsoft a usare la forma "si" impersonale ("si è dimenticato di formattare il disco floppy" al posto di un più naturale

"hai dimenticato di formattare il dischetto") e altri artifici linguistici che vi risparmio.

Il risultato della fretta e delle norme imposte è un italiano stentato e ampolloso, ambiguo e ostico, che per il lettore italiano è forse più difficile dell'inglese originale. Quindi non prendetevela troppo coi traduttori, la prossima volta: è tutta gente che si fa maratone alla tastiera e cerca di fare del proprio meglio in condizioni impossibili.

Fax in Windows 98: aggiornamento (5 agosto 1998)

Nel mio articolo precedente lamentavo la mancanza della funzione Fax in Windows 98 (che invece era presente in 95). Molti di voi, invece, si sono lamentati di me e della mia svista. Infatti il fax, in un certo senso, c'e' eccome.

Ma solo "in un certo senso". Mi spiego. La normale installazione di Windows 98 _non_ installa il fax. Non c'e' traccia delle funzioni fax nel manuale e nella Guida online.

Tuttavia c'e' una directory del CDROM di installazione che contiene un programma per la gestione del fax. Di questa directory il manuale e il programma di installazione, però, non fanno menzione.

Quindi, dal punto di vista dell'utente normale, che ha cose più importanti da fare che frugare nelle directory di un CD (tipo lavorare o badare alla famiglia), il fax in Windows 98 non c'e'. In Windows 95, invece, veniva installato automaticamente.

Pertanto mantengo la mia opinione: in questo senso Win98 è un passo indietro.

Per fare un'analogia: molti telefoni cellulari contengono menu e funzioni nascoste e non documentate. Il mio telefonino, ad esempio, è in grado di dirmi a che distanza si trova la stazione radio base più vicina e una caterva di altre informazioni relativamente utili. Sono funzioni diagnostiche nascoste nella maggior parte degli apparecchi. Ma il manuale non ne parla, quindi per l'utente normale è come se non esistessero.

Fra l'altro, so per certo che gran parte degli apparecchi elettronici ha funzioni di questo tipo. Le Ferrari destinate agli USA, ad esempio, hanno una routine nascosta nella centralina di controllo per ridurre le emissioni inquinanti durante il ciclo di test per l'omologazione. anche i telefonini giocattolo che un mio amico ha regalato alle mie bambine (grazie Odo) hanno una funzione nascosta: pigiando due tasti ben precisi, al posto dei suoni telefonici esce una musichetta. E così via.

Ma torniamo a bomba. Dicevo che c'e' una directory del CD di Win98 che contiene un programma per mandare e ricevere fax. Per dimostrarvi quanto è ben nascosta, provate voi a trovarla e ditemi se è stato facile (se non la trovate, ve la indico io nel prossimo articolo).

Se una funzione è così difficile da trovare e va aggiunta manualmente (e soprattutto usando una procedura non documentata), possiamo dire in tutta onestà che fa parte della normale installazione?

Direi di no.

Funzioni nascoste a parte, c'e' da dire che comunque la mancanza di un programma fax in Windows 98 non è una grave omissione: infatti praticamente tutti i modem vengono venduti con un programma di questo tipo. Magari è una fetecchia, ma almeno non siete strettamente obbligati a scucire altri soldi come dicevo nell'articolo precedente.

Infine aggiungo che sul sito Microsoft (www.microsoft.com) e in molti dei CD allegati alle riviste d'informatica che stanno uscendo in questo periodo si può trovare Outlook nella versione integrale (non nella versione Express allegata a Windows 98), che gestisce la funzione fax.

Includerla direttamente nel CD di Win 98 sarebbe costata troppa fatica?

Altri commenti su Win98: nel bene e nel male (5 agosto 1998)

Qualcosa di buono in Win98 c'e'. Se riuscite a non farvi distrarre dai fastidiosissimi menu a tendina animati (senza dubbio un miglioramento di cui sentivamo l'esigenza improrogabile) e provate a spostare un elevato numero di file in un sol colpo, trasferendo ad esempio una cartella contenente molti file, noterete un utile miglioramento rispetto a Win95.

Invece di indicare il tempo necessario per trasferire il file che sta trasferendo in quel momento (come fa Win95), Win98 indica il tempo _totale_ richiesto per trasferire tutti i file.

Se vi capita di fare spostamenti massicci, come capita a me per le masterizzazioni della mia raccolta musicale e delle mie fotografie digitali, troverete molto comoda questa indicazione più precisa dei tempi totali necessari.

E' senz'altro utile, ma vale duecentoquarantamila lire?

Backup integrale del sistema: come fare (5 agosto 1998)

Nell'articolo precedente di questa mailing list, e in un articolo di prossima uscita sull'inserto domenicale della Gazzetta dello

Sport (reperibile in Web presso http://www.gazzetta.it qualche giorno più tardi), parlo di un problema degli utenti di Win95/98: come fare una copia di sicurezza dell'intero contenuto del computer, in modo da poter ripartire in breve tempo in caso di guasto o sostituzione del disco rigido.

Due programmi che risolvono questo problema sono Ghost e DriveImage

(gli indirizzi dei siti li trovate nell'articolo in Gazzetta o ricercando in Rete).

Ho alcune avvertenze per DriveImage. Fra i due è quello che costa meno

(139.000 lire più IVA in Italia, contro il milione e passa della versione europea di Ghost, salvo trucchetti che vi racconto tra poco), ma è anche il più problematico.

Infatti ha dei requisiti di memoria convenzionale molto particolari.

La memoria convenzionale è quella nei primi 640 K della RAM del vostro computer. Nei programmi DOS, questa memoria ha una funzione molto importante perché è l'area di lavoro primaria. Anche se avete 65 giga di RAM, se qualcosa intasa i primi 640 K di memoria convenzionale, i programmi DOS non girano.

Questo è esattamente il problema di DriveImage: vuole a tutti i costi 585 KB (non 585000 byte, ma 585 kilobyte, che sono un po' di più) di memoria convenzionale. Solo che installando i driver per la tastiera italiana e quelli per (ad esempio) un drive

Iomega Zip, nonostante il caricamento alto del DOS con il comando DOS=HIGH, UMB è facile che restino meno di questi fatidici 585 KB e quindi il programma non gira.

E' quello che è successo a me. Ho acquistato e provato DriveImage sul mio portatile collegato a un drive Iomega Zip. L'idea era di fare un backup integrale del portatile. Solo che nonostante una buona mezz'ora spesa al telefono con il cortesissimo servizio di assistenza tecnica della Powerquest (in Inghilterra, accidenti alla bolletta), non c'e' stato nulla da fare: confermano che con una configurazione di questo tipo il programma non può girare: o meglio, gira ma non è in grado di creare backup su più dischetti.

Per il resto, il programma gira bene e molti amici e colleghi lo usano regolarmente per riversare l'intero sistema da un disco rigido a un altro. Ma attenzione al limite di 585 KB!

Ghost non soffre di questa limitazione.

altra chicca di DriveImage. Ricordate cosa dicevo delle pessime traduzioni che imperversano in informatica? DriveImage ne è un brillante esempio.

a differenza di Ghost, DriveImage è offerto in "italiano": voglio dire che il manuale contiene parole italiane strutturate secondo una grammatica apparentemente italiana, ma la storia finisce lì.

Faccio un esempio: DriveImage offre tre modalità di compressione che nella versione italiana sono indicate a video (ma non nel manuale) come Alta, Supporto e Bassa.

"Supporto"?

certo. Infatti nella versione originale le modalità erano

High, Medium e Low. Evidentemente un primo traduttore ha tradotto (correttamente) in Alta, Media, Bassa; ma poi un secondo traduttore che passava di lì ha visto "media" e l'ha letta come parola inglese (come in "mass media") e quindi l'ha ri-"tradotto" in "supporto". Complimenti!

Sicché, come avrete capito, ho scelto Ghost. Ma mica sono un nababbo che spende un milione per un programma di backup (anche se confesso che ci sono notti in cui darei volentieri un milione per tirarmi fuori dai guai che mi combina Win95/98 per lavoro).

allo stesso tempo, non me la sento di usare la versione crackata (ossia cui è stata tolta dagli hacker la protezione antipirateria).

Ghost è un ottimo programma che risolve magnificamente un problema serio. La maggior parte della gente scrive programmi per vivere, non per beneficenza. Piratare significa togliere la pagnotta di bocca a chi ha faticato per scrivere un programma utile.

Se quelli di Ghost o Winzip, ad esempio, non riescono a guadagnarsi da vivere scrivendo ottimi programmi perché qualcuno li pirata, si cercheranno un altro lavoro e a noi toccherà usare i pessimi programmi magnanimemente distribuiti a prezzi incivili dai colossi del software (non faccio nomi ma solo numeri: 3.1, 95, 98).

allora, come si fa ad avere Ghost legalmente senza spendere un milione e dando la legittima quota a chi l'ha scritto?

Due soluzioni: acquistarlo tramite la filiale inglese della Ingram Micro, a trecentomila lire più IVA, oppure acquistarlo negli USA a ottanta dollari (diciamo centosessantamila lire).

In entrambi i casi è sufficiente dare un indirizzo di e-mail e un indirizzo postale (fisico) dei rispettivi paesi. Basta insomma avere un amico o collega nei due paesi che faccia da acquirente e poi rivenda a voi il software. Legalmente!

Queste cifre non vi danno la versione professionale del programma, che è quella da un milione di lire, ma la versione Home, che è sufficiente per gestire un singolo computer. Per la maggior parte degli utenti questo è più che abbastanza.

Ma funziona davvero Ghost?

accidenti se funziona. Il messaggio che state ricevendo è stato scritto su una macchina dalla quale ho fisicamente cancellato tutto Windows 95, tutti i dati e tutti i programmi e poi ho usato Ghost.

Ho collegato la macchina "vittima" delle prove (il mio portatile) con un cavo parallelo tipo Lap-Link, reperibile in negozio a circa 40.000 lire, al mio altro PC. Ho avviato i due computer con Ghost su entrambi e li ho messi in comunicazione tramite l'opzione LPT (che attiva il collegamento via parallela).

Poi ho detto a Ghost di fare un backup completo, salvando la copia sull'altro PC. Ci ha messo due ore (per 800 MB di programmi, dati e sistema operativo).

Infine, il Grande Esperimento. Incrociando le dita e facendo i debiti scongiuri (e dopo aver fatto comunque altre _due_ copie di backup dei dati con altri metodi), ho formattato il disco rigido della macchina "vittima". Ho eliminato anche le partizioni nascoste per l'ibernazione del portatile, distrutto le partizioni DOS logiche, e quant'altro. Insomma, cancellato tutto il disco rigido, simulando un disastro informatico.

Poi ho riavviato Ghost sul portatile con un floppy di avvio bootabile (cioe' contenente un DOS minimo) e gli ho detto di rimettere le cose a posto attingendo dalla copia sull'altro PC.

Due ore dopo, ero di nuovo pienamente operativo. Tutti i programmi, le partizioni, i settori di boot di Win95, insomma tutto era tornato a posto come prima. Magico.

Se avete due dischi rigidi sullo stesso PC, potete ridurre questi tempi di trasferimento a pochi minuti. Se poi trasferite la copia del disco rigido a un CDROM masterizzato, avete una copia perfetta del vostro intero sistema da usare per prove e collaudi.

Virus via email: possibile con Eudora Pro, Outlook e Netscape (14 agosto 1998)

Non è la solita bufala. Stavolta si fa sul serio, ma comunque non è il caso di allarmarsi. Alcuni fra i più diffusi programmi di e-mail possono, in particolarissime condizioni, veicolare un virus attraverso la posta elettronica.

Intendiamoci subito: la notizia che sto per darvi non viola il concetto di base della sicurezza nell'e-mail, cioe' che un _normale_ messaggio di e-mail non può, ne' potrà mai, trasportare un virus che automaticamente infetti il vostro computer.

Solo gli _allegati_ ai messaggi possono trasmettere virus.

Detto questo, vediamo cos'e' successo. Ne hanno parlato molti giornali anche non specializzati, col risultato di generare panico inutile. Il pericolo esiste, ed è opportuno attrezzarsi, ma non c'e' da correre in giro strappandosi i capelli (se li avete).

Parte del materiale che riporto qui è tratto (con il permesso degli autori) dall'"Internet Tourbus" di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin.

Se v'interessa l'originale:

=[ Tourbus Rider Information ]=

The Internet Tourbus - U.S. Library of Congress ISSN #1094-2238

Copyright 1995-97, Rankin & Crispen - All rights reserved

Archives on the Web at http://www.TOURBUS.com

Join: Send SUBSCRIBE TOURBUS Your Name to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM

Leave: Send SIGNOFF TOURBUS to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM

=

__Quali programmi sono colpiti

Innanzi tutto una cosa: non tutti i programmi per la gestione dell'e-mail sono colpiti da questo problema. Lo sono soltanto quelli che hanno un particolare difetto di programmazione che li rende vulnerabili.

I programmi vulnerabili sono:

-- Microsoft Outlook

-- Microsoft Outlook Express

-- Netscape Messenger

-- Netscape Communicator da 4.0 fino a 4.05 sotto Windows 3.1,

95, 98 e NT

-- le sezioni e-mail e newsgroup di Netscape Communicator 4.5

Preview Release 1 sotto Windows 95, 98 e NT

e, per un altro motivo

-- Eudora Pro 4.0 and 4.0.1 per Windows

-- Eudora Pro CommCenter 4.0 e 4.0.1 per Windows

Le altre versioni di Eudora _non_ hanno questo difetto.

In particolare, non ne sono affetti Eudora Light, tutte le versioni per Macintosh e tutte le versioni precedenti a quelle sopra indicate.

__Il difetto di Outlook, Outlook Express e Messenger

come confermato da una delle fonti più autorevoli in materia di sicurezza informatica, il Computer Incident Advisory Capability (CIAC) del Dipartimento per l'energia degli Stati Uniti,

Microsoft Outlook, Microsoft Outlook Express e Netscape Messenger contengono una cosiddetta "vulnerabilità all'overflow del buffer", che consente a un e-mail o a un messaggio dei newsgroup di contenere istruzioni potenzialmente pericolose in un header (intestazione del messaggio) in formato MIME.

In termini terra terra: i nomi delle intestazioni dei messaggi hanno un limite di lunghezza.

Ma cosa succede se un'intestazione è più lunga di quanto consentito dal programma che la gestisce? In genere il programma si limita a dare un messaggio di errore. Ad esempio, se prelevo da Internet un file il cui nome è lungo più di quanto ammesso dal mio sistema operativo, il nome di solito viene troncato in modo da adattarlo al limite di lunghezza prescritto. Fin qui, nessun problema.

Outlook, Outlook Express, Messenger e soci, invece, si ritengono più furbi e si comportano in modo completamente diverso.

Questi programmi, infatti, non controllano la lunghezza dell'header di un messaggio prima di elaborarlo. Se la lunghezza supera il limite previsto, l'elaborazione avviene grosso modo così:

-- il testo dell'header viene immesso in un'area di lavoro del programma, ma l'header è troppo lungo per starci tutto

-- la parte eccedente "tracima" dall'area di lavoro e va a sovrascrivere alcune istruzioni del programma.

-- se queste istruzioni sovrascritte vengono eseguite, e se contengono comandi del tipo "formatta il disco" o "cancella tutti i file" o "sostituisci tutte le A con F in tutti i file", le istruzioni dannose vengono eseguite senza che possiate fare nulla per impedirlo.

Va detto che finora nessuno è riuscito a sfruttare questo difetto di programmazione per causare danni (o almeno non se ne ha notizia), ma il rischio esiste.

___Il difetto di Eudora

Ecco un sunto della spiegazione fornita sul sito di Eudora, presso

http://eudora.qualcomm.com/security.html

Un utente malintenzionato può includere in un e-mail un "applet"

(microprogramma) in linguaggio Java o uno script. In questo modo si può allegare a un e-mail un programma eseguibile (cosa del resto possibile con qualsiasi programma di gestione della posta), "nascondendo" il nome dell'allegato come URL nel messaggio. Se l'utente clicca sull'URL nel messaggio, viene eseguito l'allegato, dando la possibilità di infettare o altrimenti danneggiare il computer del destinatario del messaggio.

Qualcomm ribadisce che il problema tocca:

-- Eudora Pro Email 4.0 per Windows

-- Eudora Pro Email 4.0.1 per Windows

e che il problema _non_ riguarda

--- Eudora Pro Email 4.1 per Windows, disponibile in versione beta sul

sito Web della Qualcomm

--- Eudora Light

--- le versioni di Eudora Pro precedenti la 4.0

Si raccomanda _sempre_ di non lanciare allegati senza un controllo antivirus, soprattutto se provengono da sconosciuti.

___Come rimediare

Per Outlook Express, visitate http://www.microsoft.com/ie/security/oelong.htm

Per Outlook '98, visitate http://support.microsoft.com/support/downloads/LNP499.asp e cliccate su "More Information" sotto il paragrafo

"OUTPATCH.EXE: Microsoft Outlook 98 Security Patch".

Per Netscape Messenger (Mail), visitate http://home.netscape.com/products/security/resources/bugs/longfile.html

Per Eudora, Qualcomm consiglia di prelevare dal suo sito la "patch", ossia un miniprogramma che modifica la vostra versione di Eudora correggendone la parte difettosa. La patch è disponibile da subito e gratuitamente.

__Niente panico, dunque

L'e-mail è e continua ad essere un servizio sicuro. Anzi, il più sicuro di Internet. I problemi di Outlook, Outlook

Express, Messenger, Eudora e compagnia bella sono semplicemente la conseguenza di programmazione di pessima qualità. Sapeste quanti altri programmi hanno lo stesso difetto...

Ricordo comunque che nonostante gli allarmi diffusi in questo periodo, anche con questi programmi non è possibile infettare il computer semplicemente _leggendo_ sullo schermo un messaggio o un e-mail di puro testo, qualunque sia il titolo del messaggio.

Fare soldi in Internet (6 agosto 1998)

Volete un esempio di come si guadagna con Internet? considerate il signor Jack Marshall. Nel 1994 ha speso cento dollari per registrare un nome di dominio (un nome di un sito, insomma). Adesso l'ha rivenduto.

Il prezzo? 3,35 milioni di dollari.

Il nome del sito? http://www.altavista.com.

Da non confondere con il quasi omonimo motore di ricerca, che è http://altavista.digital.com.

[Fonte: Time International della settimana del 10 agosto 1998]

Un altro esempio viene dalle microscopiche isole di Ascensione e Sant'Elena. Siccome nei paesi industrializzati c'e' carenza di indirizzi Internet, molte nazioni finora poco considerate stanno traendo lauti benefici dalla Rete vendendo i loro indirizzi.

Un indirizzo Internet a Sant'Elena o sull'isola di Ascensione (che poi può essere dirottato ovunque nel mondo, per cui non occorre che il sito sia fisicamente situato in questi remoti luoghi) costa da 60 a 100 dollari.

Per gli indirizzi generici, come ad esempio www.paolo.attivissimo.ac o www.internetpertutti.sh (AC e SH sono rispettivamente i suffissi assegnati ad Ascensione e Sant'Elena), non c'e' convenienza rispetto a paesi come gli Stati Uniti. Il discorso cambia se invece avete in mente qualcosa di più riconoscibile.

Ad esempio, gli indirizzi il cui nome richiama quello di aziende importanti (come www.cocacola.com) sono già prenotati, di solito dalle rispettive società, per tutelare il proprio marchio.

Ma basta cambiare il suffisso del paese e il nome ridiventa libero.

Pertanto è possibile acquistare per 100 dollari un indirizzo di sicuro richiamo e facile da ricordare come www.cocacola.ac, www.omnitel.ac o www.microsoft.sh anche se non siete la Coca Cola company, Omnitel o Microsoft.

Chi prima arriva meglio alloggia: il primo a fare richiesta del nome se lo prende, e poi è libero di rivenderlo all'azienda corrispondente, magari a caro prezzo come Jack Marshall nelle righe precedenti.

[tratto in parte dal notiziario online della CNN del 29 luglio 1998]

Perdere soldi in Internet (6 agosto 1998)

Siete tentati di mettervi in proprio e fare il provider Internet, visto il boom del settore? Lasciate perdere. Non è un buon metodo per guadagnare. Soprattutto in Italia.

Infatti le linee di trasmissione dati italiane, indispensabili per collegarsi a Internet come provider, hanno prezzi che l'Anuit

(una associazione di consumatori) definisce giustamente "scandalosi".

come descritto in un articolo del Sole 24 Ore del 5 agosto 1998, nonostante i ribassi praticati da Telecom Italia l'anno scorso, una linea punto-punto fino a 5 km costa il 25% in più in Italia rispetto agli altri paesi.

Nei collegamenti su 50 e 300 km, poi, i prezzi di Telecom Italia sono oltre il 100% in più rispetto a quelli europei.

Pensare di guadagnare quando il proprio fornitore chiave pratica ricarichi di questo tipo e', come dire, illusorio quanto lo è ultimamente sperare di trovare una rivista senza Natalia Estrada in copertina.

Insomma, se proprio ci tenete a fare i provider, emigrate!

Nuovo sito per convertitore da CD audio a file MP3

Come accennato a pagina 217 della terza edizione di "Internet per tutti", la Rete offre molti programmi per trasferire brani musicali dai CD al computer. Questi file possono essere poi compressi nel formato MP3, consentendo di creare intere compilation su disco rigido (o su un CD masterizzato, dove ci stanno circa 200 brani).

Uno dei migliori programmi per il trasferimento da CD audio a computer e', per l'ambiente DOS e Windows, WinDAC. Ne ho già parlato nei miei articoli: ritorno sull'argomento per segnalare il cambio di indirizzo del sito dal quale prelevarlo, che ora e' http://www.windac.de.

E' un programma shareware utilizzabile per 30 giorni di prova; se poi vi piace, mandate 40 marchi (+3 per le spese di spedizione) all'autore, seguendo le istruzioni che trovate sul sito, e riceverete la versione completa del programma, che consente anche di trasferire porzioni specifiche di CD audio (utile per quei CD dove le canzoni sono mixate fra loro).

Un altro sito meritevole è http://www.audiograbber.com-us.net, dove trovate un altro programma che inoltre consente di eseguire la compressione dei livelli audio. Spesso i CD musicali sono incisi con volumi diversi. Il risultato è che quando si suonano uno dopo l'altro brani tratti da CD differenti il volume spesso cambia in modo fastidioso. Il programma che trovate a questo indirizzo consente di "pareggiare" i livelli di volume dei brani in modo da evitare questo inconveniente.

Altre novità su Ghost (14 agosto 1998)

Ho già parlato dell'utilissimo programma Ghost, che consente di creare una copia integrale del proprio disco rigido e della propria installazione di Windows 95 con tutti i programmi e le personalizzazioni.

Il problema fondamentale di Ghost è il prezzo. Sono in contatto con il rivenditore italiano:

Riccardo Bondesan
Software Solutions s.r.l.
Via Toscanini, 2 - 20020 Cesate (MI)
Tel. 02/99068228
Fax 02/99068230
e-mail: softsol@tin.it

Mi ha confermato che in Italia per ora è in vendita soltanto la versione professionale del programma, che costa oltre un milione e mezzo IVA inclusa.

La versione per uso individuale, chiamata "Single-Access version", per ora è disponibile soltanto negli USA, ma il rivenditore USA non la offre all'estero per motivi commerciali.

Se avete amici o parenti negli USA, potete comunque acquistarla tramite loro. La versione dimostrativa gratuita di Ghost, funzionante in tutto e per tutto ma limitata a un mese di utilizzo, è reperibile presso

http://www.ghostsoft.com/main.htm

Per informazioni sull'acquisto, potete mandare un e-mail a:

sales@ghostsoft.com

oppure

ghost.sales@innovativesoftware.com

L'altra novità interessante di Ghost è un programma totalmente gratuito chiamato Ghost Explorer. Questo programma per Windows consente di leggere il contenuto di un backup integrale creato con Ghost e di estrarne uno o più file.

Si tratta di una soluzione utilissima che consente di utilizzare Ghost non soltanto come sistema di backup integrale, ma anche per i backup periodici dei dati. Mentre prima recuperare un file da un backup di Ghost significava sovrascrivere l'intero disco rigido, ora è possibile estrarre uno o più file e ripristinarli senza alterare il resto dei dati presenti nel computer.

Dove sono sparito? (5 settembre 1998)

Ho appena guardato la data dell'ultimo messaggio che ho inviato per questa mailing list. Ferragosto. Mi vergogno tanto, ma sapete com'e', un viaggio, disastri tecnici a due dei miei componenti hardware più vitali e (tanto per gradire) un'intossicazione alimentare non aiutano ad essere prolifici.

Giusto per gli appassionati del genere "i casini altrui mi fanno sentire meglio", vi racconto cosa mi è successo. Partito per l'Inghilterra in auto con la famiglia e l'ufficio mobile al seguito, mi si è fuso il cellulare GSM che uso per collegarmi a Internet mentre sono in viaggio (e' scoppiato uno degli elementi della batteria). Per fortuna ho altri 2 GSM di scorta...

A proposito, la trasmissione dati GSM _funziona_. E' cara come il fuoco, ma consente di collegarsi al proprio provider (a 9600 bps) senza disperarsi con le prese telefoniche europee (tutte diverse) e con le camere d'albergo (dove spesso la presa è inaccessibile o addirittura non esiste: il filo va dritto nel muro). In più, evita i ricarichi tariffari degli alberghi.

Sempre a proposito: quando mandate messaggi, ricordate che non tutti sono fortunati come voi e pagano tariffa urbana per ricevere la posta; c'e' molta gente che, come me, è collegata a Internet via cellulare quando viaggia. Prelevare 500K di allegati non richiesti, quando si riceve a 9600 bit per secondo e si pagano duemila lire al minuto, non induce a pensieri positivi verso il mittente.

Sicché, amici, siate brevi e non intasate la Rete con fuffa inutile; ricordate che la Netiquette impone che si chieda il _permesso_ a un utente prima di mandargli file e quant'altro. Sempre.

E il secondo disastro? Beh, a parte l'intossicazione alimentare che mi ha completamente bloccato a metà viaggio (mai fidarsi delle torte fatte in casa...), all'arrivo sono finito nell'unico posto d'Inghilterra dove i numeri di telefono si compongono ancora a impulsi invece che con i toni. Per cui nonostante tentativi disperati il mio modem (italiano) non riusciva a comporre i numeri del provider che ho qui. Soluzione: uscire e comperare un modem inglese; non funzionava nient'altro. Costoso, ma efficace: ora sono collegato a 44000 bps.

Nota tecnica: qui i provider non hanno numeri di accesso diversi per ogni città. Hanno un unico numero che è tariffato a costi locali a prescindere dal luogo da dove si chiama. Così se uno si sposta in giro per l'Inghilterra non deve continuamente cambiare numero di telefono d'accesso. In più il provider non ha bisogno di avere POP sparsi fisicamente per tutto il paese, ma può concentrare le risorse in un unico punto, contenendo i costi e offrendo un servizio migliore. In Italia si è parlato di istituire un analogo "numero blu", ma come sempre avviene nello Stivale, è tutto quello che se n'e' fatto: se n'e' parlato e basta.

Detto questo, vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno scritto, preoccupati per il mio "lungo" silenzio, e tutti i nuovi iscritti alla mailing list. Grazie, continuate così, e spargete la voce!

Ghost in Italia a prezzi abbordabili (5 settembre 1998)

Un'anteprima rispetto a un mio articolo che uscirà prossimamente sulla Gazzetta Sportiva (l'inserto domenicale della Gazzetta dello Sport): Ghost _si può_ comperare in Europa a prezzi sensati.

Dopo lunghe conversazioni telefoniche e via e-mail con Joe

Jakubiak, del reparto vendite di Ghost in USA, posso confermare che la versione Personal di Ghost (che fa il backup integrale del sistema -- _qualsiasi_ sistema, compreso Win95/98 -- come il suo fratello maggiore Ghost-e-basta) è disponibile anche per gli utenti europei al prezzo di 90 dollari (89.99, per essere precisi).

Rispetto al milione e trecentomila lire richiesto dalla Innovative Software in Svezia (distributore per l'Europa continentale) per la versione completa, novanta dollari sono un bel risparmio.

L'unica differenza fra Ghost e Ghost Personal è (a parte la licenza, che è monoutente invece che per 25 installazioni) che non è possibile effettuare backup e restore tramite la rete locale. E' comunque possibile effettuarli via porta parallela (utilissimo per chi, come me, deve fare il backup integrale del portatile).

Per ordinare Ghost Personal basta mandare un e-mail a

ghost.sales@innovativesoftware.com

all'attenzione di Joe Jakubiak. Se oppongono resistenze, specificate che avete sentito dell'offerta da me. Non ho una percentuale sulle vendite.

Il programma vi arriva via e-mail. Il manuale (in inglese) è lo stesso liberamente prelevabile dalla versione demo di Ghost.

Attenzione: Ghost è stato acquistato dalla Symantec, che stando alla Innovative Software (attuale distributrice di Ghost) intende variare la struttura dei prezzi. Pertanto loro consigliano di comperare Ghost prima della fine di settembre, quando scatteranno i nuovi prezzi.

C'e' da fidarsi? E che ne so? E se poi i prezzi nuovi fossero più bassi? Ripeto, non sono in alcun modo collegato alla Innovative Software o ad alcuna delle aziende citate sopra. Parlo di Ghost perché lo considero un programma utilissimo e indispensabile per chiunque faccia un uso professionale del PC.

Il sito della Innovative Software è il seguente:

http://www.innovativesoftware.com

Problemi con le uova di Pasqua (14 settembre 1998)

Molti lettori dei miei articoli domenicali mi hanno scritto dicendo che non riescono a far comparire le uova di Pasqua (le schermate nascoste o altri elementi normalmente invisibili di un programma) descritte in un recente articolo (reperibile online presso http://www.gazzetta.it/gazzetta/attivissimo/attiv_hp.htm).

Tutte le sorprese nascoste che ho citato nell'articolo sono state verificate personalmente. Sul mio PC, con il mio Windows e la mia configurazione di sistema, funzionano.

Ma se a voi non funzionano anche se ripetete meticolosamente tutti i passi delle istruzioni, posso solo ipotizzare che ci sia di mezzo uno o più dei seguenti fattori:

-- la versione di Windows (95A o 95B, italiana o inglese)

-- la versione di Excel

-- eventuali altri programmi installati, che possono aver sostituito DLL (librerie comuni) utilizzate dalle uova di pasqua

-- la Luna in Ariete

E se qualcuno ci tiene a vedere qualche schermata del videogame nascosto in Excel 95 (vi giuro che c'e'), me lo dica che le catturo e le pubblico in Rete nelle mie pagine Web.

Un inevitabile commento su Mr. Clinton (14 settembre 1998)

L'affare Lewinski, oltre a generare un'infinita serie di barzellette, ha dimostrato quanto sia cambiato il mondo dall'arrivo di Internet.

Soprattutto, ha dimostrato quanto Internet sia influente in America.

In poche ore il mondo intero si è potuto leggere (e sbellicare) l'intero rapporto Starr, senza tagli e senza costi e tempi di distribuzione.

A proposito, se non siete riusciti a prelevarlo dai siti ufficiali, potete farlo ad esempio presso il sito di Repubblica (http://www.repubblica.it).

Secondo la CNN, il 12% degli americani adulti, pari a circa 20 milioni di persone, ha usato Internet per accedere al rapporto

Starr. Secondo David Webber della società di sondaggi

Frank Lutz, "e' probabilmente il numero più elevato di persone ad aver mai usato il computer per accedere a un singolo documento".

Lascio stare il contenuto del rapporto (sì, l'ho letto); dico solo che, per citare La Rochefoucauld, "il ridicolo disonora più del disonore" (accidenti quanto sono colto, eh?). La storia del sigaro e dell'appoggio contro la porta per via del ginocchio dolente del presidente sono di una comicità involontaria irresistibile.

Vorrei soltanto fare un mio commento da internettaro: soltanto alcuni paesi stanno approfittando di Internet per crescere e migliorarsi; tanti altri, Italia compresa, stanno languendo e si fanno belli con operazioni di facciata. Il caso Clinton è emblematico ed è sicuramente un punto di svolta nella storia di Internet.

Ma considerate questo semplice fatto. Negli Stati Uniti ci sono governo e un Congresso che non solo sanno che cos'e' Internet; addirittura dibattono se pubblicare o meno il rapporto Starr in rete. Hanno competenza e cognizione di come si usa Internet.

Qui in Inghilterra tutte le norme governative e le procedure burocratiche sono spiegate in Rete. Presso http://www.open.gov.uk c'e' tutto quello che serve sapere per adempiere alle varie necessità amministrative. Ad esempio, qui ho immatricolato la mia automobile (sì, sto emigrando, ma non temete, non vi lascio mica) attingendo tutte le informazioni dalla Rete.

E in Italia? A quando, per fare un'analogia, la pubblicazione online degli atti del caso Ustica? O del caso Tortora (potrei sbagliarmi, ma mi pare che non siano reperibili in Rete)? O del caso Marta

Russo? A quando i 740 consultabili in rete (compresi quelli dei politici)?

Per carità, i politici italiani sono troppo impegnati a scannarsi fra loro per pensare a queste cose ("Internet? Non è quella roba là coi pedofili?").

Questo è uno dei (tanti) motivi per cui ho deciso di emigrare.

Tourbus: Hipbone e InfoPlease (16 settembre 1998)

Tramite questa mailing list distribuisco la versione italiana

(autorizzata) dell'"Internet Tourbus" di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin, forte di 80.000 lettori in 120 paesi.

Le opinioni espresse nel Tourbus sono le loro; troverete fra parentesi quadre i miei commenti personali.

Se v'interessa l'originale:

=[ Tourbus Rider Information ]=

The Internet Tourbus - U.S. Library of Congress ISSN #1094-2238

Copyright 1995-97, Rankin & Crispen - All rights reserved

Archives on the Web at http://www.TOURBUS.com

Join: Send SUBSCRIBE TOURBUS Your Name to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM

Leave: Send SIGNOFF TOURBUS to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM

=

__HipBONE

HipBONE è un nuovo servizio che consente alle persone di navigare insieme nella Rete. [il nome del servizio, che significa "bacino" nel senso dell'osso, non di piccolo bacio, deriva dall'espressione inglese "to be joined at the hipbone", ossia "essere uniti all'altezza del bacino", come capita spesso nei gemelli siamesi, che significa

"fare qualcosa insieme, in sincronismo, come se si fosse gemelli siamesi" -- Paolo.]

Il Co-Navigator di HipBONE è il primo servizio gratuito via Internet che consente a due o più persone di collegare i propri browser e navigare insieme nella rete. Non è necessario prelevare programmi aggiuntivi o plug-in: basta avere in browser in grado di gestire Java.

[E così finalmente stanno cominciando a nascere applicazioni utili e pratiche di Java. Dopo anni di strombazzamento pubblicitario intorno a Java, ecco qualche segno tangibile di utilità pratica. Beh, meglio tardi che mai... -- Paolo.]

HipBONE vi consente di navigare nel Web, fare acquisti insieme, o svolgere ricerche online intanto che comunicate in tempo reale tramite messaggi o chat con i vostri compagni di navigazione.

Se v'incuriosisce, provatelo presso http://www.hipbone.com.

Dapprima non mi sembrava che quest'idea di navigare insieme avesse uno scopo pratico, ma poi mi sono reso conto che potrebbe essere un ottimo strumento didattico. I vostri compagni di navigazione possono vedere quello che succede quando cliccate su un link, digitate un URL, immettete dati nei moduli e anche vedere e ascoltare videoclip e suoni. Utile, insomma, per insegnare ai nuovi utenti a navigare in Rete.

Un altro uso possibile potrebbe essere una consultazione guidata di un catalogo: il venditore vi porta per mano a visitare la pagina Web che vi interessa intanto che vi parla al telefono.

Usi culturali? Che ne dite di una visita guidata ad un museo online? O girovagare per la Rete insieme ai vostri amici a caccia di posti tosti intanto che siete collegati tramite ICQ?

Provare per credere!

___InfoPlease

InfoPlease.com è un nuovo sito di consultazione che offre gratuitamente milioni di dati e statistiche aggiornate su quasi ogni argomento immaginabile.

[il sito è in inglese, come tante altre belle cose della Rete, quindi magari per gli utenti italiani è meno utile da usare; ma se ve la cavate con l'inglese potreste trovarlo molto interessante. -- Paolo]

Il sito riunisce i vari testi della serie Information Please(R) sul mondo dello sport, dello spettacolo e della cultura generale insieme con il Random House Webster's College Dictionary e la The Columbia Encyclopedia (quinta edizione). Insomma, un'enorme massa di informazioni precise a portata di mouse, tutte presso

http://InfoPlease.com

L'obiettivo dichiarato di InfoPlease è darvi informazioni autorevoli alla prima cliccata invece di farvi vagare per la Rete alla ricerca di un dato introvabile. Se sapete l'inglese, potete anche porre domande in forma naturale ("why is the sky blue?", ad esempio).

Windows 95/98: note tecniche (15 settembre 1998)

Recentemente dovevo trasferire una notevole quantità di dati da un PC a un altro e mi è venuta l'idea di farlo spostando fisicamente il disco rigido contenente i dati da un PC all'altro.

In pratica, si trattava di aggiungere un secondo disco rigido a un PC.

Semplice, pratico e facile, in apparenza. Ma non avevo considerato il fattore diabolico: Windows 95. La disavventura conseguente potrebbe esser educativa per qualcuno di voi, per cui vi offro gli amari frutti del mio errore, così non vi incapperete anche voi. Sigh.

Infatti non appena ho collegato il disco rigido e dopo aver impostato tutti i parametri del BIOS, all'avvio di Windows 95 è successo quello che i manuali tecnici dei mainframe IBM chiamano "system disaster" (c'e' proprio un messaggio che dice queste parole).

Windows 95 ha scombinato totalmente la tabella di allocazione dei file (FAT) del proprio disco rigido. Per fortuna non ha toccato il disco rigido contenente i dati, ma comunque è stato necessario reinstallare tutto Windows 95 e tutti i programmi da zero. Una pizza.

Come è stato possibile un disastro del genere? Anche il disco rigido aggiuntivo era stato scritto e formattato con Windows 95.

Semplice. Esistono varie versioni di Windows 95 e (fra poco) di Windows 98.

Non è una questione di versione nel senso di lingue differenti (Windows 95 italiano, Windows 95 tedesco, eccetera); è proprio Windows che lavora in modo diverso, in particolare per quanto riguarda il modo in cui gestisce i file e formatta i dischi rigidi.

Windows 98 e Windows 95 OSR2 (la versione più recente di Windows 95) includono una versione modificata del sistema di allocazione dei file e di gestione della tabella di allocazione dei file. In parole povere, scrivono sui dischi rigidi in modo diverso rispetto a Windows 3.1 o rispetto alla prima versione di Windows 95.

Windows 95 OSR2 e Windows 98 usano un sistema chiamato FAT 32. Windows 98 è in grado di convertire un disco dal formato FAT 16 (quello vecchio) al formato FAT 32, ma non è in grado di fare il contrario (per quello servono programmi come Partition Magic della Powerquest).

Non è finita. Esiste anche una versione modificata del sistema FAT 32. Si chiama FAT 32X e viene utilizzata da Windows 95 OSR2 e Windows 98 nel loro programma FDISK se devono gestire partizioni in formato FAT32 che superano il limite di 1024 cilindri imposto dal BIOS. In genere questo avviene su dischi rigidi superiori a 8,4 GB.

Morale della storia: con Windows 95 sono stati introdotti due formati di scrittura dei dischi rigidi; con Windows 98 ne sono stati introdotti altri due.

_NON MESCOLATE MAI__ sullo stesso PC dischi rigidi creati con versioni diverse di Windows (che è quello che è successo a me).

Ma Windows non doveva servire per standardizzare e semplificare?

E per finire... (13 settembre 1998)

Spero non l'abbiate già sentita. Non sono il tipo che racconta le barzellette, ma questa mi pareva una variante carina su un tema già conosciuto. Manco a dirlo, c'e' di mezzo Bill Gates.

Un grazie a Odo che me l'ha segnalata.

Yeltsin, Clinton e Bill Gates vengono convocati da Dio per cena.

Durante il pasto Dio dice loro: "Mi servono tre persone importanti per far avere il mio messaggio a tutte le genti: domani annienterò il mondo".

Yeltsin raduna immediatamente il gabinetto e annuncia: "Ho due notizie veramente gravi per tutti voi. La prima è che Dio esiste davvero. La seconda è che domani distruggerà il mondo."

Vill Clinton indice una riunione d'emergenza del Congresso e comunica loro:

"Ho buone notizie e cattive notizie. La buona notizia è che Dio esiste davvero. La cattiva è che domani distruggerà la terra".

Vill Gates se ne torna alla Microsoft e annuncia gioioso:

"Ho due comunicazioni importantissime da farvi. La prima è che io sono una delle tre persone più importanti del mondo. La seconda è che abbiamo risolto il problema dell'anno 2000!".

Storia di Internet: il primo messaggio trasmesso (20 settembre 1998)

La TV inglese sta trasmettendo un'affascinante serie TV dedicata a Internet; una sorta di "Internet per Tutti" televisivo. Il conduttore è bravo, conciso e simpatico ed è persino più bello di me.

Cosa più importante, il programma è colmo di interviste a gente come Vinton Cerf e tutti gli altri padri di Internet. Sentire la genesi della Rete raccontata dalla viva voce dei creatori è un'esperienza illuminante per qualsiasi internettista.

Purtroppo la serie TV è ricevibile solo in Inghilterra (non è ritrasmessa via satellite) e quindi vi lascio a bocca asciutta.

Ma se avete colà amici o parenti, fatevela registrare: merita.

Vi propongo un paio di aneddoti raccontati dal programma.

Vi siete mai chiesti qual è stato il primissimo messaggio trasmesso via Internet?

La risposta è breve: una L.

Siamo nel 1969, Internet si chiama ancora Arpanet. Sono i tempi dei primi esperimenti di packet switching (la commutazione di pacchetti che è la caratteristica che distingue Internet dalle reti precedenti).

Due ingegneri sono seduti davanti ai rispettivi minicomputer (i

PC non esistono ancora), collegati via Arpanet e situati in luoghi diversi degli Stati Uniti. Per tenere sotto controllo l'esperimento, oltre alla linea di trasmissione dati c'e' anche una linea telefonica convenzionale e i due si possono quindi parlare via telefono, con cuffia e microfono.

L'intenzione è digitare e trasmettere la parola "login".

"Hai ricevuto la L?" chiede il primo.

"Sì" gli risponde l'altro.

"Hai ricevuto la O?"

"Sì".

"hai ricevuto la G?" crash! A quel punto la rete collassa e non c'e' verso di farla ripartire per altre due ore, passate le quali riusciranno a digitare correttamente la parola "login".

Questi sono i modestissimi inizi della Rete.

La prima trasmissione di dati ad utilizzare la commutazione di pacchetti è avvenuta, per la precisione, il primo settembre 1969. (Labor Day USA). Questa, quindi, è la data di nascita di Internet.

Chi ha inventato la chiocciolina? (20/9/98)

Altro aneddoto tratto dal medesimo programma: la nascita della chiocciolina (il simbolo @) come elemento degli indirizzi di e-mail.

La chiocciolina esisteva ben prima di Internet, ma era dimenticata in un angolo della tastiera. Nel mondo reale, la chiocciolina è un simbolo commerciale che in inglese indica "al prezzo di". Ma al di fuori di questo, prima di Internet non la usava nessuno.

La genesi della chiocciolina risale al 1972. Sono in corso i primi esperimenti di invio di messaggi via Internet (fra l'altro l'e-mail non era prevista come funzione primaria della Rete; non ci aveva pensato nessuno dei fondatori, perché la Rete era nata per collegare fra loro i computer, non le persone. L'e-mail è stata introdotta quasi per sbaglio, nei ritagli di tempo).

bisogna scegliere un carattere che, nell'indirizzo di un utente, separi il nome dell'utente dal nome del computer presso il quale risiede. Ray Tomlinson, della Bolt, Beranek e Newman, seduto davanti alla sua telescrivente, nota la chiocciolina

(che su quel modello è sopra il 2). La chiocciolina in inglese si chiama "At", che significa "presso", e a Ray viene spontaneo pensare che sarebbe carino se gli indirizzi di e-mail fossero del tipo "utente presso computer", che in inglese è appunto

"user AT computer".

Ed è per questo che gli indirizzi di e-mail usano la chiocciolina.

Accessori per Internettari mobili (19 settembre 1998)

Come ben sapete, passo molta della mia vita a collegarmi a Internet dai posti più impensati, spesso durante viaggi di lavoro in mezza Europa.

So di non essere il solo a doversi districare con i diversi sistemi telefonici, le prese elettriche incompatibili e le spine telefoniche impossibili di ciascun paese europeo, e quindi magari la mia esperienza può essere utile a qualcuno che come me deve fare il "road warrior", come si dice in America.

Primo: dotarsi di un cellulare GSM predisposto per la trasmissione dati. Questo risolve drasticamente i problemi di spine e prese telefoniche. Spesso, inoltre, costa meno chiamare via GSM che chiamare dagli alberghi. Certo, navigare a 9600 bps non è entusiasmante, ma funziona e per la posta (senza allegati) basta e avanza.

Sconsiglio i cellulari dotati di scheda PCMCIA / PC Card separata per la trasmissione dati. A parte il costo supplementare della scheda, c'e' il problema di farla funzionare su PC fissi (un incubo) e ci vuole un portatile con alloggiamento per PC Card. E' vero che ormai ce l'hanno quasi tutti i PC portatili, ma farlo funzionare, soprattutto sotto DOS, è tuttora un'impresa.

Molto meglio una soluzione con le funzioni di trasmissione dati integrate nel telefonino. Nel mio caso, come raccontavo di recente, c'e' un cavetto seriale che si attacca a una qualsiasi porta COM del computer (fisso o portatile non fa differenza) e collega il telefonino direttamente al PC. Il mio Ericsson GS18 (introvabile in Italia, secondo quello che mi scrivete) funziona così, ma non è l'unico.

certo che anche così c'e' la scocciatura del cavo seriale da portarsi appresso. Se volete ridurre il bagaglio, c'e' una bella soluzione: un cellulare con connessione a infrarossi. Se il vostro portatile ha una porta a infrarossi, potete collegare il telefonino al PC semplicemente appoggiandolo accanto al computer in modo che le due porte a infrarossi si possano "vedere" a vicenda. Niente cavi, certo, ma funziona?

Il mio portatile Texas/Acer ha una porta a infrarossi, ma non sono mai riuscito a farla funzionare. Windows 95/98 manco la vede.

Sotto DOS non ne parliamo nemmeno (ma chi mai usa ancora il DOS, direte voi? Semplice: i non vedenti, come quelli che partecipano a questa mailing list e che mi stanno raccontando le loro ricchissime esperienze telematiche).

Quindi prima di pensare a soluzioni a infrarossi, controllate che la vostra porta a infrarossi funzioni davvero. Utente avvisato, mezzo salvato.

Ma se siete fra i fortunati ai quali la porta a infrarossi funziona, e avete già comperato un cellulare Ericsson, ho visto un gingillo che potrebbe esservi utile. Non voglio fare pubblicità soltanto alla Ericsson, ma devo dire che questi signori ci sanno fare.

Considerate ad esempio il DI27. E' un micromodem a infrarossi. Talmente piccolo che si appende sotto il telefonino, dove si infila normalmente l'alimentatore. Niente cavi, naturalmente.

E' compatibile con tutti i modelli Ericsson serie 600/700 e fra l'altro, essendo a infrarossi, si collega anche a organizer e palmtop di ogni sorta; basta che supportino il protocollo IrDA.

Secondo: avere _sempre_ energia a disposizione. Non credete a quello che vi dicono i fabbricanti: le batterie di PC portatili e di telefonini durano invariabilmente meno di quanto promesso.

cosa anche peggiore, le batterie supplementari costano cifre indecenti, specialmente per i portatili.

La mia soluzione? Un elevatore di tensione e una batteria d'automobile.

Mi spiego. Sono in vendita degli elevatori di tensione che convertono i 14-12 volt della batteria dell'automobile in 220 V in corrente alternata. Si posso attaccare ad esempio alla presa dell'accendisigari dell'auto ed erogano 220 volt. E' come avere una presa di corrente da casa in auto. C'e' un limite di circa 150 watt, ma è ampiamente sufficiente per alimentare un computer (anche un televisore e un videoregistratore, se volete il cinema a bordo...) usando il normale alimentatore di rete del PC.

Questo ha due vantaggi: l'autonomia del portatile è limitata soltanto dalla batteria dell'auto, che ha una capacità notevolissima e si ricarica intanto che guidate; inoltre il portatile può ricaricare la _propria_ batteria durante il viaggio, così quando arrivate avete la massima autonomia.

Se volete il top, comunque, procuratevi una batteria d'automobile a parte (ci sono degli ottimi modelli senza manutenzione e senza acidi o liquidi da rabboccare, e con una bella maniglia per il trasporto) e un caricabatterie per auto. Prima di andare a lavorare col PC in posti ameni ma privi di corrente, caricate la batteria d'automobile e portatela con voi insieme all'elevatore di tensione.

Lavorerete tutta una giornata senza problemi di ricarica e soprattutto spenderete meno che comperare uno stock di batterie per PC portatili.

Senza contare che potete ricaricare anche il telefonino con lo stesso sistema.

Indubbiamente le batterie d'auto pesano. E allora? finiamola una buona volta con questo mito degli internettari pallidi, gracili ed emaciati perché non fanno mai sforzi fisici! Portate una batteria d'auto sottobraccio e vedrete che gloriosi bicipiti...

Terzo: ricordare la nuova numerazione telefonica. Come la signora Dandini ci ha detto ossessivamente in tivù, da ottobre bisogna comporre il prefisso davanti ai numeri di telefono. Cosa meno nota, chi chiama l'Italia dall'estero deve lasciare lo zero del prefisso che prima si toglieva (se prima si chiamava lo 0039-2-123456 per raggiungere Milano, adesso si deve comporre 0039-02-123456).

cosa ancor meno nota, tutto questo discorso non vale per i numeri dei cellulari. Se siete all'estero e volete chiamare un cellulare italiano, componete il numero esattamente come prima (ad esempio

0039-347-123456). Si continua a togliere lo zero iniziale del prefisso per i cellulari.

Non ho finito. Se viaggiate tanto, vi conviene memorizzare i numeri di telefono sul cellulare includendo il prefisso internazionale, cioe' nella forma +39-347-123456 per i cellulari o +39-02-123456 per i numeri di rete fissa. Così le memorie funzionano sia in Italia, sia all'estero.

La sorpresa finale è che il nuovo sistema di numerazione telefonica è già attivo adesso in Italia. In altre parole, se memorizzate sul telefonino i numeri includendo prefisso internazionale e prefisso locale con lo zero (per i numeri di rete fissa) o senza lo zero (per i numeri di cellulare), funziona già adesso.

Che confusione, vero? Riassumo:

-- se devo chiamare il numero 123456 di Milano, lo posso già memorizzare nel telefonino come +39-02-123456.

-- se devo chiamare un cellulare il cui numero è 0338-123456, lo posso già memorizzare nel telefonino come +39-338-123456.

I numeri memorizzati in questo modo funzionano sia in Italia, sia all'estero.

cattiveria finale: secondo voci circolate in it.tlc.cellulari, le TIM Card con l'opzione che dà lo sconto sulle telefonate "locali" non riescono a riconoscere come "locali" i numeri memorizzati in questo modo e applicano tariffa piena invece di scontare.

Prendetela come notizia tutta da verificare e fate le vostre prove!

Net2Phone riduce le tariffe (14/9/98)

avete già forse sentito parlare di Net2Phone in un mio articolo sulla Gazzetta Sportiva: è uno dei tanti programmi che consente di telefonare via Internet, con la differenza interessante che vi permette di chiamare qualsiasi normale utente telefonico ovunque nel mondo. Voi vi collegate a Internet e usate Net2Phone; il vostro interlocutore non deve far altro che rispondere al suo telefono. Comodo.

Unico neo: le tariffe. A differenza dei servizi di telefonia

Internet dove entrambi gli interlocutori usano un computer, qui le telefonate si pagano. Fino a poco tempo fa, la differenza fra tariffa Telecom e tariffa Net2Phone era interessante solo per chiamate fuori Europa; adesso le cose sono cambiate.

Infatti Net2Phone ha ridotto le proprie tariffe internazionali in modo massicco. Ad esempio, adesso dovunque siate nel mondo potete chiamare Canada, Germania, Francia, Inghilterra, Svezia, australia, Norvegia e Olanda per 10 cent al minuto (meno di

170 lire).

Il loro sito Web è http://www.net2phone.com (il software è gratuito e le chiamate si prepagano con carta di credito). Se volete il tariffario completo, mandate un email a info@net2phone.com scrivendo 'Rates' come argomento (subject).

Il caso Marta Russo in Internet (27/9/98)

Manco a farlo apposta, nel mio precedente articolo per questa ML chiedevo quando Internet sarebbe stata usata anche in Italia per rendere pubblici gli atti giudiziari.

beh, un primo passo c'e' stato. L'interrogatorio della Alletto, che ha suscitato tante (giustissime) polemiche sul modo di fare molto disinvolto dei magistrati italiani, è disponibile online in video presso il sito di Radio Radicale

(http://www.radioradicale.it/martarusso/spot-alletto.html).

Aggiornamento sui DVD (5 ottobre 1998)

In un articolo del primo semestre di quest'anno ho accennato ai problemi che affliggono i DVD, cioe' i nuovi dischetti, simili a CD, che consentono di contenere un intero film e che soppianteranno le videocassette preregistrate.

Il problema primario, come dicevo, è che i DVD hanno una protezione regionale. Grazie ad appositi chip, un disco DVD comperato in un paese può essere suonato soltanto con lettori DVD dello stesso paese. Sto semplificando, perché in realtà i codici di zona comprendono vari paesi, ma il concetto è fondamentalmente lo stesso.

Sembrebbe dunque che non sarà possibile fare con i DVD quello che facciamo con i normali CD musicali, cioe' comperarli dove ci pare (ad esempio negli USA, dove costano molto meno) e comperare dischi locali quando andiamo in vacanza. Sembrerebbe.

Nel mio articolo auspicavo che si trovasse una soluzione software a questa stupida imposizione (dettata, pare, da "esigenze di protezione antipirateria". Ma fatemi il piacere). Infatti è arrivata, ed è arrivata (ecco il nesso) via Internet.

Non sono chiaroveggente; semplicemente conosco come funziona il mondo di Internet e so per esperienza che ogni volta che qualche cervellotico dirigente del marketing impone una protezione stupida su un prodotto che interessa a tanti avere, la comunità di Internet trova la maniera di scavalcare quella protezione. La resistenza è inutile, come dicono i Borg.

E così ecco il rimedio: i lettori di DVD per computer, come sospettavo, sono effettivamente "zone-free", cioe' esenti dal controllo di zona, o sono riprogrammabili con appositi software offerti in Rete in modo da disattivare il controllo di zona. In altre parole, un lettore di

DVD per computer suonerà qualsiasi DVD di qualsiasi regione del mondo. chiedete ragguagli al rivenditore prima di comperare, comunque!

Meglio ancora: esistono anche i lettori di DVD separati dai computer, cioe' da integrare nell'impianto audio/TV di casa, privi del controllo di zona. Costano una cifra (quasi due milioni, contro le 3-400.000 di un lettore per PC), ma esistono. Il trucco è comperarli in un paese che, secondo gli accordi internazionali, è esentato dal controllo di zona sui DVD. La Svezia, ad esempio, gode di questa esenzione.

Naturalmente in teoria i lettori di DVD "sprotetti" sono da vendere soltanto ai residenti, ma sappiamo tutti come aggirare questo inconveniente del tutto secondario...

Carte prepagate anche per Internet? (6 ottobre 1998)

Come per i telefonini, anche per gli abbonamenti arrivano le soluzioni prepagate. Secondo il Sole 24 Ore del 2/10/98, TIN sta per distribuire una sorta di carta Internet ricaricabile, al prezzo di 99.000 lire, che include 50 ore di accesso alla Rete. Le ricariche, disponibili a blocchi di 50 ore, costeranno 80.000 lire l'una.

conviene? Tutto dipende da una sola cosa: da quanto usate Internet. ad esempio, un utente molto occasionale (o un turista che viene in Italia) può trovarla più conveniente di un abbonamento normale (240.000 lire all'anno o più). Ma 80.000 lire per 50 ore significano 1.600 lire l'ora, cui si sommano, se ho ben capito, i normali costi telefonici. Occhio a fare bene i conti.

certo che se fosse incluso il costo telefonico perché si accede tramite numero verde, beh... gli utenti situati nelle zone in cui si arriva a Internet solo tramite chiamata interurbana farebbero i salti di gioia. Ma non ci contate.

così come non vi conviene contare sulla possibilità dell'anonimato.

Solo perché non avete un abbonamento e un account fissi non significa che non sia possibile rintracciarvi. Quindi non fate cose riprovevoli pensando di essere protetti dall'anonimato! Infatti TIN chiederà sicuramente i vostri dati personali e quindi saprà come pescarvi se non fate i bravi.

E di questi tempi è facile finire nei guai, con tutta questa faccenda della pedofilia. La pedofilia non è un problema da sottovalutare, per l'amor del cielo: ma i "media" l'hanno sfruttata per creare nella gente l'associazione "Internet uguale pedofili". Se pubblico le foto delle mie bimbe, Linda e Lisa, nel mio sito Web, istigo alla pedofilia? Secondo molta gente sì. Povera Italia.

Non solo Ericsson (6 ottobre 1998)

Negli articoli scorsi ho raccontato delle mie personali esperienze con Internet via cellulare usando un telefonino Ericsson.

Giusto per non dare l'impressione che solo Ericsson fa telefonini adatti per Internet, devo segnalare che anche Nokia produce telefonini che rispecchiano i miei consigli pratici su come dovrebbe essere un cellulare per trasmissione dati (cioe', fondamentalmente, essere collegabile al PC tramite una normale porta seriale).

allora perché uso Ericsson? Perché quando ho fatto l'abbonamento alla rete cellulare, in Inghilterra, mi davano soltanto il telefonino Ericsson. Altrimenti avrei senz'altro considerato i modelli Nokia. Tutto qui.

Rialzi tariffari Telecom? Certamente (6 ottobre 1998)

I giornali facciano pure le polemiche che vogliono, come al solito; i movimenti di consumatori si perdano pure in crociate insensate per l'abolizione del canone Telecom, efficaci quanto quella contro la TUT; tanto alla fine la Telecom avrà gli aumenti che vuole. Chiederà cento per ottenere cinquanta, che è in realtà quello che voleva ottenere in partenza.

Questa, amici, è la triste sostanza di come vanno le cose nei prossimi mesi. Le telefonate urbane aumenteranno e con loro il canone mensile. Collegarsi a Internet costerà quindi di più.

Le chiamate interurbane scenderanno di costo e chi si collega a Internet in interurbana ne sarà lieto. Ma gli altri (la maggioranza) che si collega in rete urbana avrà penalizzazioni significative.

Inutile per ora perdersi nei dettagli e nelle ipotesi: non appena saranno pubblicate le nuove tariffe Telecom aggiornerò la mia pagina Web dedicata ai costi di accesso a Internet in Italia.

Una sola cosa è certa: conviene navigare adesso, finché costa poco; prelevate ora quei megabyte di programmi e giochini che rimandate sempre a domani!

Riconoscimento vocale: finalmente funziona__(7 ottobre 1998)

Le notizie su Internet sono tante ogni giorno e faccio del mio meglio per darvi quelle davvero utili. Il mio concetto e' "se una novità non ti cambia la vita, non vale la pena di scaldarsi troppo".

E' per questo che faccio un'eccezione e parlo di un programma che non ha niente a che vedere con Internet. E' un programma che mi sta cambiando la vita (lavorativa e non solo) e penso lo possa fare anche per voi.

Sto parlando, come avrete inevitabilmente dedotto dal titolo, del software per riconoscimento voce. Come me, molti di voi si saranno scottati comperando le prime, farraginose versioni di questi programmi e avranno deciso "mai più".

E' venuto il momento di ricredersi. Ho acquistato ViaVoice 98, dell'IBM (ma giuro che non è un programma nel solito, tossicissimo "stile IBM" cui ci avevano abiutati bufale come il mitico EasyWriter), versione per il riconoscimento voce in inglese (esiste anche la versione italiana a circa 120.000 lire, cuffia e microfono compresi).

E funziona. Accidenti, come funziona. E' un po' noiosa la fase di addestramento per consentirgli di adattarsi al modo tutto personale che ognuno di noi ha di pronunciare le parole, ma una volta superata questa fase inizia il divertimento.

ViaVoice riconosce il parlato continuo. Basta parlare in modo chiaro, senza pause fra le parole. Anzi, più veloce andate, stranamente, e meglio e'. Se dovete battere un testo, vi basta leggerlo alla velocità alla quale leggete normalmente.

Errori? Pochi, e in rapida diminuzione. Al di là della qualità del riconoscimento audio, quello che rende validi questi programmi è l'"intelligenza" nel capire il contesto per risolvere le ambiguità, che è poi quello che facciamo noi per distinguere fra "l'ontano" e "lontano".

cosa ancora più carina, ViaVoice impara dai suoi errori. Ad esempio, i testi che mi capita di tradurre sono pieni di numeri ("inserire la vite 8 nel foro 10..."). Dapprima ViaVoice li scriveva come parole.

Poi gli ho detto di correggersi. Ho indicato quattro o cinque volte, durante la rilettura (comunque necessaria), di sostituire "quattro" con "4". Da quel momento in poi ha "capito" che tutti i numeri che dico vanno scritti come cifre. Splendido.

Produttività? Beh, io batto a macchina a circa 60-70 parole al minuto, secondo i programmi di conteggio che uso. Fra pause per pensare, girare le pagine, riprendere il segno, sgranchirmi le dita e quant'altro, mi ci vuole un paio d'ore per tradurre in bozza una ventina di pagine.

con ViaVoice ci metto un'ora e dieci. Cinquanta minuti netti risparmiati (e soprattutto niente indolenzimento alle dita!), un paio di volte al giorno, cambiano la vita lavorativa e migliorano quella privata (più tempo per me e per la mia famiglia e per la mia mailing list...).

con l'arrivo di Internet è tornato di moda scrivere. Siamo diventati tutti scribacchini a furia di rispondere agli e-mail e scrivere nei newsgroup. Solo che scrivere porta via tempo e, per chi non ha dimestichezza con la tastiera, stanca molto e fa perdere il filo dei pensieri.

Rispondere a tutta la posta, ad esempio, porta via tempo e fatica in dosi industriali. Dettare le risposte invece di scriverle è un immenso passo avanti: con ViaVoice è possibile sul serio.

Intendiamoci: io ho scelto ViaVoice perché era il programma più adatto alle mie esigenze (dettare enormi quantità di testo, vocabolario enormemente espandibile).

Però non consente di comandare il computer a voce (scrive solo in Word 97) e ha esigenze notevoli: almeno un Pentium 200 con 64 MB di RAM. Questo non vuol dire che sia l'unico programma valido del suo genere: Dragon Dictate, ad esempio, pare sia un ottimo contendente. Ma io ho provato ViaVoice e lo posso consigliare caldamente: gli altri non li conosco.

Apparecchi per musica MP3 (13 ottobre 1998)

Sto invecchiando. Ero convinto di aver scritto e pubblicato un magnifico pezzo a proposito dell'hardware per suonare gli MP3 senza computer, ma non ne ho traccia. Sarà finito in Tumbolia (il posto dove finiscono le chiavi della macchina quando non le trovate e i palloncini sfuggiti ai bambini).

Per cui perdonatemi se mi ripeto. Dicevo, gli MP3 sono magnifici: file audio in qualità quasi da CD, compressi al punto che ci stanno duecento canzoni su un CD-ROM.

Il guaio è che richiedono un computer per essere suonati. Non tutti hanno la fortuna (o la voglia) di portarsi in giro un Pentium portatile per suonare musica.

L'ideale sarebbe un apparecchio, magari un lettore di CD tipo walkman, che fosse in grado di leggere i CD-ROM contenenti musica compressa in formato MP3. Così con un solo CD ci si porta in giro otto-dieci ore di musica. Splendido.

Non mi risulta che ci siano in giro apparecchi del genere. però (potrei sbagliarmi; la Rete è grande). So invece di apparecchi autonomi ancora più sofisticati.

Il difetto di un lettore di CD, come ben sanno quelli che l'hanno in macchina o lo usano quando fanno jogging, è che il CD "salta". Nonostante i moderni lettori abbiano memorie tampone per "nascondere" la perdita della traccia, capita spesso che la musica venga interrotta a causa di uno scossone anche modesto (una buca nella strada, ad esempio). Ma con l'informatica si può fare di meglio.

Infatti sono in vendita apparecchi per suonare musica compressa in formato MP3 totalmente privi di parti in movimento e quindi immuni agli scossoni e alle vibrazioni. Contengono una quantità notevole di memoria (di solito flashRAM) che usano per immagazzinare i brani.

Si collegano al PC tramite porta parallela. Dal PC si scaricano i brani MP3 sull'aggeggio e poi lo si può portare in giro. Non avendo motorini o altro da far girare, le batterie durano moltissimo.

Bellissimo. Unico difetto: il prezzo, ancora stratosferico (più di un lettore di MiniDisc), intorno al milione di lire. C'e' anche da dire che trasferire tanti brani dal PC all'aggeggio tramite parallela richiede parecchio tempo e può diventare una scocciatura.

La Diamond Multimedia (http://www.diamondmm.com/rio/) offre un lettore di questo tipo. C'e' anche MPMan, presso http://www.emmpeethree.co.uk/hardware/mpman, che offre un modello da 16 mega a 600.000 lire (64 mega costano il doppio).

certo che anche in 64 mega non ci sta molto: un'oretta di musica in qualità CD, aumentabile sacrificando la qualità audio (riducendola a quella FM non ci si rimette molto e la durata aumenta parecchio). Attendiamo versioni con 600 mega di RAM. Al ritmo al quale stanno crollando i prezzi, non ci dovrebbe volere molto.

Ancora DVD: apparecchi senza protezione regionale (16 ottobre 1998)

A proposito di lettori di DVD che scavalcano gli stupidi codici regionali presenti nei film registrati su DVD, per cui un utente italiano non può vedere un DVD comprato in America,

Giuseppe Sardo, un giornalista del Tirreno che ha la pazienza di leggersi questi miei articoli, mi segnala tre siti che vi giro volentieri:

www.codefreedvd.com www.e-town.com/dvd www.stonedesign.dk/dvd

Il primo, in particolare, offre gratuitamente il software per disattivare la protezione regionale sul DVD per computer della creative. Tutti vendono lettori per DVD modificati per ignorare il codice regionale. Se questo renda nulla la garanzia del fabbricante, beh, non lo so ma direi di sì.

Felice shopping!

Uova di Pasqua: le foto (16 ottobre 1998)

alcuni lettori mi hanno scritto a proposito del mio articolo sulla

Gazzetta dello Sport a proposito delle "uova di Pasqua" (i programmi o le sorprese nascoste nel software). Visto che molti non sono riusciti a duplicare le mie istruzioni, soprattutto per trovare il giochino nascosto in Excel, ho preparato una paginetta Web con un paio di immagini del gioco e le istruzioni più dettagliate.

L'indirizzo e'

http://www.geocities.com/capecanaveral/1173/eastereggs.html

così gli increduli si ricredono ;-)

Altri telefonini con porta seriale (18 ottobre 1998)

Si allunga la lista dei telefonini collegabili al PC con un cavo seriale: dopo i vari modelli Ericsson e Nokia, un lettore mi segnala che anche il Mitsubishi MT-35 si collega al computer con il suo bravo cavetto seriale.

Bertinotti nella mia mailbox?_(18 ottobre 1998)

"Carissimo Fausto, mi dispiace che un uomo come te, sia finito a dirigire un partito che si è costituito per conservare gli aspetti culturali e la validità del comunismo nella nostra società post-moderna....."

Così iniziava un e-mail che mi sono trovato nella casella postale

Internet alcuni giorni fa. Dopo essermi ripreso dalla sorpresa, ho rispedito il messaggio al mittente avvisandolo che non era evidentemente arrivato al destinatario previsto.

Eppure il campo "To:" del messaggio era corretto:

To: <fausto.bertinotti@rifondazione.it>

come possono succedere disguidi macroscopici di questo tipo?

Le cause possono essere infinite (un errore di configurazione di uno dei tanti nodi attraverso i quali transita un messaggio, ad esempio) ed è sostanzialmente inutile tentare di indagare.

Succede e basta.

cosa più importante, questo esempio di "glasnost" involontaria deve servire a ricordarci la regola d'oro:

l'e-mail non è ne' riservata, ne' garantita, e non bisogna quindi comportarsi come se lo fosse.

La riservatezza di un e-mail è sostanzialmente _zero_. E' come una cartolina postale: chiunque la maneggi durante il transito la può leggere. Se poi viene recapitata all'indirizzo sbagliato, come in questo caso, può finire persino nelle mani di un utente a caso.

Inoltre il recapito non è garantito. Quando inviate un messaggio, non dovete presumere automaticamente che arriverà di certo a destinazione. Internet è una rete basata sul concetto di "faccio del mio meglio, ma non garantisco".

Pertanto se dovete spedire informazioni riservate, o se volete essere sicuri che il destinatario le riceva, proteggete la vostra posta con uno dei tanti sistemi di crittografia liberamente disponibili e verificate che arrivi a destinazione facendo una cara, semplice, tradizionale telefonata.

L'handicap ha creato la Rete_(18 ottobre 1998)

Non sono uno che si stupisce facilmente, ma sono rimasto sorpreso dalla partecipazione veramente numerose dei non vedenti alla vita di Internet. Ce ne sono molti iscritti a questa mailing list e la loro attività in Rete è tutt'altro che trascurabile.

In Italia non siamo abituati a vedere molti portatori di handicap in giro; fa parte delle abitudini sociali locali che chi ha un handicap venga escluso da tutto automaticamente, anche perché non c'e' _niente_ che consenta loro di vivere almeno in parte come gli altri. Le macchine parcheggiate sui marciapiedi, gli automobilisti che non rispettano le strisce pedonali, le scalinate in stile littorio negli uffici pubblici (giusto per dirne qualcuna) testimoniano del disinteresse generale -- anzi, chiamiamolo con il suo nome: menefreghismo.

[Sono particolarmente sensibile alle cosiddette "barriere architettoniche" perché in questo periodo ne incontro tante anch'io. Provate a portare in giro un passeggino gemellare e vi farete una pallida idea di quello che deve subire una persona su una sedia a rotelle o un cieco (che non vede la vostra moto messa di traverso sul marciapiede)]

Sicché, per quelli che considerano ciechi, sordi, paraplegici e portatori di handicap in genere un peso per la società, racconto una noticina che (magari) li farà riflettere.

Devo questa segnalazione a un lettore della ML.

Vinton Cerf è uno dei veri padri di Internet, e questo lo sanno in molti. Quello che è poco noto è che è praticamente sordo, con 55-60 dB di attenuazione in entrambe le orecchie. Ha iniziato a portare apparecchi acustici a 13 anni, quando aveva circa 25 dB di attenuazione.

anche sua moglie Sigrid è sorda e quindi Vinton Cerf ha da sempre il problema di non poterle telefonare. Negli anni

Sessanta, quando i tecnici gettavano le fondamenta di Internet, a chi ci sentiva bene l'idea di perdere tempo a scrivere un messaggio sembrava una stupidata: è molto più spiccio prendere il telefono e parlare. Ma Vinton sapeva bene che non tutti hanno questa fortuna.

Sicché decise di includere una funzione di scambio messaggi negli standard dell'allora nascente Internet (all'epoca Arpanet), nonostante non facesse parte dei piani originali. Da questo handicap nacque quello che ora chiamiamo e-mail.

Dunque leggete queste righe, e scambiate messaggi per poche lire con tutto il mondo, grazie a una coppia di sordi.

Fra l'altro Vinton Cerf racconta in Rete che sua moglie si è fatta mettere due impianti cocleari della Clarion ed è entusiasta. Ora usa il telefono e ci sente bene anche nelle stanze affollate. Spero che l'informazione possa essere utile.

"Internettiamo" chiude (18 ottobre 1998)

Nel mio libro "Internet per tutti" ho accennato all'ottimo servizio "Internettiamo" di Gianfranco Gallotti, offerto gratuitamente via e-mail, che presentava settimanalmente un elenco di siti

Internet interessanti per un tema specifico. L'elenca era collegato ai suoi articoli sul Giornale, ma la sua mailing list era utilizzabile anche autonomamente (l'e-mail settimanale spediva agli iscritti tutti gli indirizzi Internet citati nell'articolo, evitando di doverli digitare e scavalcando i frequenti refusi che affliggono anche i miei articoli sulla Gazzetta).

Purtroppo il Giornale ha deciso di sospendere il servizio. Se volete segnalare al Giornale che vi piacerebbe se il servizio proseguisse, scrivete a Gianfranco Gallotti presso gigal@pobox.com.

Non so se servirà a qualcosa, ma male non fa, e di certo Gianfranco sarà consolato dai vostri messaggi!

Lo sciopero anti-TUT (20 ottobre 1998)

E così ieri c'e' stato lo "sciopero anti-TUT". Per chi non fosse stato già informato dal passaparola, è in corso un tentativo di indurre la Telecom ad abolire la Tariffa Urbana a Tempo (TUT, appunto) per consentire a tutti di navigare in rete senza i costi delle telefonate.

Il tentativo consiste in una serie di iniziative che coinvolgono i singoli utenti, come ad esempio l'astensione dal collegamento a Internet nella giornata di ieri. I dettagli sono disponibili presso http://notut.ml.org.

Per motivi che stento non poco a capire, dicono che la mia opinione conta su queste cose e sono in molti ad avermela chiesta. Sicché ve la rifilo. Però lo faccio a sciopero avvenuto, per non essere poi accusato di averne influenzato l'esito (ammesso che io sia così influente, cosa di cui dubito fortemente).

So di farmi un bel pacco-dono di nemici dicendolo, ma la campagna anti-TUT è un tentativo sciocco e futile. Ecco, l'ho detto: mandatemi pure insulti e mailbomb presso topone@pobox.com.

Mi spiego. Chi mi segue dai tempi della mia (ahime' defunta) mailing list sulla telefonia italiana e del libro "Il telefonino", sa benissimo che Telecom non mi stia affatto simpatica. Ciononostante non mi sento di appoggiare una campagna anti-TUT. Perlomeno non una come questa, dove ho anche un sospetto che ci sia di mezzo uno sfruttamento commerciale della buona fede degli utenti.

__Internet costa già poco adesso

Un'ora di Internet in rete urbana costa _al massimo_ 2500 lire. Con gli sconti Telecom per Internet e navigando in fascia oraria economica, il costo scende a 700 lire.

OK, chi si collega in interurbana paga molto di più. Ma se si abolisse la TUT, le interurbane non verrebbero toccate. La campagna quindi non aiuta proprio chi ne ha più bisogno.

Dire che bisogna abolire la TUT perché questo favorirebbe lo sviluppo di Internet in Italia è una sciocchezza bella e buona. Chi vuole

Internet ha problemi di spesa ben superiori.

Un computer, ad esempio, grazie alle astuzie di Microsoft _continua_ a costare due milioni nonostante i prezzi scendano dell'1% al mese

(i prezzi scendono, ma le prestazioni necessarie per Windows aumentano).

Ma non vedo in giro campagne anti-Microsoft. Forse perché tanti praticano l'autoriduzione (tanto cara ai sessantottini) piratando Windows, mentre non lo possono fare cogli scatti telefonici?

[Sapete benissimo che anche Microsoft non mi sta simpatica e che trovo indecenti i prezzi di Windows 98. Ma esistono modi _legali_ per avere Windows a costo zero e quindi lagnarsi è superfluo]

In ogni caso, le tariffe telefoniche all'estero, almeno in Europa, sono più alte di quelle italiane, ma questo non impedisce a chi vuole di usare Internet. Parlo per esperienza personale (ho account in tre paesi europei). Le tariffe urbane di British Telecom, ad esempio, sono ben più salate di quelle agevolate per Internet di Telecom

Italia, ma questo non ha impedito che in Inghilterra (con un numero di abitanti grosso modo pari all'Italia) ci siano

_sei milioni_ di abbonati a Internet. Contro 1,7 milioni di italiani.

Ma vale la pena fare tanto casino per 2500 lire l'ora? Quanto costa una Marlboro, e quanto dura? Una pizza e una birra quanto costano? andare in città in macchina quanto costa in benzina e parcheggi?

Ma per favore... Vedo gente che si lamenta piagnucolando che

Internet è cara quando va in giro con una GT Turbo a benzina super, scuce cinquantamila senza fiatare per andare in discoteca e usa il telefonino per i motivi più futili.

__Niente TUT, niente piccoli provider

Ma ammettiamo che si abolisse la TUT, almeno per le chiamate per collegarsi a Internet. Pensate veramente che questo condurrebbe a un miglioramento del servizio? Ripensateci.

Se non ci fosse la TUT, gli utenti potrebbero collegarsi per tutto il giorno senza spendere. Questo avviene già negli USA in molte zone, e sapete qual è il risultato? Che i modem dei provider sono permanentemente intasati dagli utenti che per non tribolare lasciano il PC costantemente collegato, impegnando la linea telefonica e i modem del provider per niente.

In sostanza, un ambiente senza TUT significa un maggior costo per i provider, che devono dotarsi di un maggior numero di linee e di un _enorme_ numero di modem per fronteggiare il fatto che ce ne vuole quasi uno per ogni utente, mentre adesso la TUT incentiva gli utenti a collegarsi solo quando serve, consentendo di utilizzare lo stesso modem per più utenti e contenere i costi di gestione.

Questo significa mettere in ginocchio i piccoli provider, che già annaspano. Un modem V.90 professionale costa mezzo milione.

Pensate che le vostre 200.000 lire l'anno di abbonamento possano coprire questa spesa?

E sapete a chi devono rivolgersi i piccoli provider per approvvigionarsi di linee telefoniche supplementari? a Telecom, ovviamente.

TIN, invece, non avrebbe questo problemino. Abolire la TUT, quindi favorirebbe la posizione già dominante di Telecom. Altro che favorire "il diritto alla cultura".

__Una modesta proposta

avrei due suggerimenti più pratici e concreti.

Primo: rendere gratuiti i primi (diciamo) cinque minuti delle telefonate urbane e poi passare alla TUT. In questo modo vengono premiate le telefonate brevi e scoraggiate quelle lunghe.

Questo consentirebbe di prelevare la posta quante volte si vuole

(cinque minuti bastano e avanzano per scaricare e spedire la posta).

L'e-mail diverrebbe una forma di comunicazione praticamente immediata anziché fortemente differita come lo è adesso.

Un altro vantaggio è che i tanti scatti che attualmente vengono pagati inutilmente quando ci si collega e cade subito la linea non graverebbero sulla bolletta.

I furbi, che si collegherebbero per 4:59" per poi sganciare e ricominciare, sarebbero scoraggiati su due livelli. Il primo, molto pratico, è che dopo un po' ci si stufa di fare queste cose. Il secondo è che con l'implementazione del CLI (identificazione del chiamante) è facile impedire a un utente di richiamare un determinato numero in continuazione (questo già avviene in molti paesi).

Secondo: introdurre numeri a tariffa urbana a prescindere dalla distanza. In Inghilterra, ad esempio, molti provider hanno il prefisso 0345, che ha costi urbani indipendentemente dal luogo dal quale lo si chiama. Questo significa che il provider non ha bisogno di avere apparecchiature sparse su tutto il territorio nazionale: le tiene tutte in un unico sito, con risparmi colossali. così anche i piccoli possono permettersi la copertura nazionale e non esistono zone penalizzate del paese.

Questo, a quanto mi risulta, è già allo studio da parte del Ministero delle Comunicazioni e di Telecom.

__Un piccolo sospetto

Per finire, non trovo giusto che la campagna anti-TUT sia sponsorizzata, fra l'altro, da Microsoft. Infatti visitando il sito anti-TUT, alla pagina

http://notut.ml.org/netstrike.htm

mi sono trovato un bel banner di pubblicità a Hotmail, che come saprete è ora di proprietà Microsoft. Ci sono altri banner in tutto il sito.

Ora mi domando: quanti soldi ricevono quelli della campagna anti-TUT per queste pubblicità? Servono solo a coprire le spese, o c'e' qualcuno che ci lucra?

Lo so che è sgradevole dirlo, ma la sponsorizzazione commerciale mi fa sospettare che la campagna anti-TUT venga usata (anche) per attirare traffico sul sito anti-TUT e lucrare sulla buona fede degli utenti. Spero di sbagliarmi.

Sia come sia, fare i ribelli contro il monopolio Telecom per poi farsi sponsorizzare da un altro monopolio come

Microsoft mi sembra perlomeno una caduta di stile.

basta, non vi affliggo più con la storia anti-TUT.

Se ci saranno sviluppi seri, tornerò sull'argomento.

E' morto Jon Postel, dio di Internet (18 ottobre 1998)

Jon Postel, un pioniere dell'informatica che ha influito immensamente sulo sviluppo degli aspetti tecnici di Internet, è morto il 17 ottobre in seguito a complicanze dopo un intervento chirurgico al cuore. Aveva 55 anni.

Poco conosciuto al di fuori dell'ambiente, Postel era direttore dell'Internet Assigned Numbers Authority. Per dire quanto contava Postel, l'IANA è l'agenzia che coordina gli indirizzi numerici di Internet con quelli letterali. Se non fosse per l'IANA, al posto di www.playboy.com digiteremmo 224.321.113.12 (faccio per dire). E lui era il capo dell'IANA.

Nel primo semestre di quest'anno, Postel aveva dimostrato la fragilità e al tempo stesso la flessibilità di Internet, oltre che il proprio potere personale (tanto che l'Economist lo aveva soprannominato "dio" di Internet) dirottando al proprio computer metà del traffico dei dodici computer che gestiscono la corrispondenza fra indirizzi letterali e indirizzi numerici, causando il caos totale nella Rete a livello planetario.

E' come se qualcuno avesse il potere di scambiare fra loro tutti i numeri di telefono di tutti gli abbonati del mondo. Immaginatevi il disastro. Eppure Internet poggia tuttora su fondamenta così fragili.

La Rete funziona lo stesso, in assenza di comitati di controllo, semplicemente perché la gente che la fa funzionare è gente seria ed eticamente irreprensibile. Se non ci fosse quest'autodisciplina, servirebbero comitati di controllo, commissioni di sorveglianza, e un sacco di burocrazia per poi combinare comunque poco o nulla. a quest'ora, se tutto dipendesse dai comitati, staremmo ancora aspettando nelle nostre caverne per sapere se fare le ruote rotonde o quadrate.

I governi di tutto il mondo (Italia in particolare) potrebbero trarre una lezione dal metodo di "governo" della Rete, ma credo siano troppo impegnati a battibeccare e intascare mazzette per farlo. Bah.

Allarme cessato per ICQ (21 ottobre 1998)

Sulla Gazzetta Sportiva di domenica 20/10 è comparso il mio allarme a proposito della falla nella verifica delle password per l'uso di ICQ.

Un lettore mi segnala tempestivamente che la notizia non è più valida.

Nel tempo trascorso fra quando ho scritto l'articolo e quando la Gazzetta l'ha pubblicato, www.mirabilis.com, che gestisce il servizio ICQ, ha corretto la falla nella sua procedura di verifica delle password.

La falla consentiva a un client ICQ scritto in maniera imperfetta (e facilmente reperibile in Rete) di scavalcare il controllo delle password.

Quindi state tranquilli con ICQ! Rimane comunque valido il consiglio di non usare ICQ per scambiare informazioni _riservate_.

MP3 fuorilegge (sottotitolo: ecchissenefrega, tanto c'e' MP4) (25 ottobre 1998)

Vi ho già fatto una testa così con i file audio in formato MP3, che consentono di registrare 200 canzoni su un unico CD e di farsi un juke-box personale sul disco rigido del computer. Avevo promesso di non parlarne ancora, ma ci sono novità importanti.

Un lettore mi segnalato che l'algoritmo di compressione alla base del formato MP3 (o Mpeg-3) è tutelato da un brevetto del Fraunhofer Institut tedesco. Una ricerca in Rete mi ha confermato la segnalazione. cosa peggiore, il suddetto Institut ha deciso che vuole farsi pagare le royalty da tutti quelli che hanno scritto programmi che utilizzano il loro brevetto.

Quindi addio ai magnifici programmi shareware a basso costo che permettevano di creare file MP3. Ora sono tutti fuorilegge. Chi ce li ha, ovviamente, credo che se li terrà stretti lo stesso. Comunque non temete: la vostra collezione di musica in formato MP3 non è improvvisamente diventata illegale (a patto che l'abbiate tratta dai _vostri_ CD).

al Fraunhofer Institut, però, qualcuno dovrà fare un corso accelerato su come si vive in Internet. Infatti la loro rivendicazione di soldi, moralmente fondata o meno che sia, è sostanzialmente inapplicabile. Il loro algoritmo è ormai diffuso in milioni di copie in tutta Internet, nei computer degli utenti e in infiniti altri posti.

Inutile chiudere il recinto dopo che i buoi (digitali) sono scappati.

Qualcuno di voi ricorderà un caso analogo: le immagini in formato GIF. Fu il primo formato compresso, che consentì un'immensa diffusione delle foto via Internet (potete immaginare quale era il soggetto principale di queste prime immagini). Poi si svegliò la società detentrice del brevetto e chiese cifre indecenti a chi usava il loro formato. La reazione dell'allora nascente comunità digitale fu pronta e immediata: cambiarono formato in favore dell'attuale

JPEG, che è gratuito. Chi troppo vuole nulla stringe.

La stessa cosa sta fortunatamente per avvenire con il formato MP3.

Infatti il formato MPEG-4 Audio diverrà formalmente uno standard internazionale questo novembre (1998) e soppianterà presto l'MP3.

Ma per noi utenti, in concreto, cosa cambia? Tutto e ancora di più.

Tenetevi forte.

Immaginate un CD-ROM (non un DVD, un normale CD) in grado di contenere un intero film in alta qualità (Lo standard MPEG4 gestisce anche i video).

Immaginate di poter finalmente fare videoconferenza (direttamente o via Internet) su una _normale_ linea telefonica, con immagini nitide, a tutto schermo e non sgranate e a scatti come quelle attuali.

Immaginate di poter ricevere un film o un programma TV via telefono, senza costosi cablaggi speciali. Immaginate un numero tipo 144 per vedere i film di prima visione a pagamento.

Immaginate di poter vedere Star Trek e Voyager in originale direttamente dalla televisione inglese con una semplice telefonata.

Immaginate di poter mettere _mille_ brani musicali su un solo cD-ROM.

Immaginate di poter telefonare via Internet in modo affidabile anche quando la rete è intasata.

Interessati? Allora sorbitevi queste informazioni, che traggo in forma riassunta da http://www.raum.com/mpeg/.

ci sono già adesso due implementazioni del "codec" cioe' del programma di compressione e decompressione, in formato MPEG4 per il video. Una, scritta in C, è fornita dal progetto europeo ACTS-MOMUSYS; l'altra è scritta in C++ ed è fornita da Microsoft.

Il codice sorgente è liberamente prelevabile (almeno per i membri del gruppo MPEG) presso il sito FTP del Motion Picture

Experts Group (di cui però non ho l'indirizzo). Vale comunque il normale copyright, ma non si parla di royalty (insomma, niente soldi da pagare).

Mpeg4, rispetto all'Mpeg3, offre fondamentalmente una compressione molto più spinta senza alcuna perdita percepibile di qualità.

Un brano musicale in qualità CD, che ora occupa circa 5 mega, ne occupa circa 1 in Mpeg4.

Questa maggiore compressione rende di nuovo interessanti i lettori autonomi di musica MPx, che con l'MP3 erano limitati a un'ora di musica. Ora ne possono memorizzare cinque (a patto di cambiare il chip di decodifica).

Oltre al pregio fondamentale di offrire maggiore compressione

(impressionante: 50 mega di CD audio normale diventano 1 mega). il formato Mpeg-4 consente il controllo della velocità di esecuzione

(utilissimo per mixare i brani in discoteca...), la regolazione del "pitch" (tonalità) e la correzione degli errori.

La potenza di questo standard è tale da consentire di trasmettere un parlato comprensibile (telefonico) con soltanto

2 kbps (attualmente il minimo è 4,8). Questo consente di usare Internet Phone e soci anche quando il flusso di dati via Internet è molto lento (cioe' quasi sempre).

Se le compagnie telefoniche si danno da fare, l'uso di MP4 consentirà di convogliare un maggior numero di conversazioni lungo lo stesso cavo. Questo, almeno in teoria, farà crollare il prezzo delle comunicazioni telefoniche a voce nazionali e (soprattutto) internazionali.

Fra l'altro, l'Italia è in prima linea in questa nuova tecnologia: molto del lavoro di sviluppo dell'MP4 è stato svolto presso il cSELT di Torino.

Ne volete sapere di più? Ecco qualche indirizzo.

http://www.philips.com/sv/newtech/mpeg/ http://www.mpeg-empowered.com http://www.iis.fhg.de/audio/ ftp://ftp.fhg.de/pub/layer3/

Non mi piace parlare delle cose che non hanno ancora un uso pratico e concreto, ma stavolta faccio un'eccezione (anche perché novembre è vicino e ho comprato una Webcam, prossimamente sui vostri schermi).

Quando i vostri figli daranno per scontato il fatto di videotelefonare allo/a spasimato/a di turno, ricordate chi ve ne ha parlato per primo...

Accidenti all'ora legale (25 ottobre 1998)

E ci risiamo. Il solito coro di lamentele a proposito dell'ora legale parte, si smorza e poi si acquieta. Fino alla prossima volta.

che c'entra con l'informatica? Beh, una delle principali scocciature del cambio d'ora, a parte il fatto che i miei gatti hanno fame un'ora prima e le mie bambine adesso si svegliano all'alba, è dover mettere a posto tutti gli orologi di casa.

Fra questi orologi ci sono, ovviamente, quelli dei computer. almeno quest'incombenza, però, si può evitare.

basta regolare l'orologio dei PC una volta per tutte su un'ora standard. Io, ad esempio, uso l'ora di Greenwich (GMT), e non la cambio mai su tutti i miei PC.

A parte evitare la modesta scocciatura dell'ora legale, questo trucchetto ha altri vantaggi: evita che gli automatismi di Windows 95 sbaglino a cambiare l'ora. Non lo sanno in molti, ma Windows 95/98 passa automaticamente dall'ora solare a quella legale e viceversa. Ma può prevedere i cambiamenti della data in cui avviene il passaggio?

Insomma, c'e' il rischio di trovarsi con l'orologio doppiamente sballato (la funzione è disattivabile, come "spiegato" nel manuale di Windows).

Inoltre per chi viaggia da un fuso orario all'altro questo riferimento temporale è preziosissimo. Consente, ad esempio, di prendere appuntamenti con la certezza di non sbagliare l'ora a causa dei fusi orari o dell'avvio dell'ora legale.

Sincronizzare due computer in luoghi diversi del mondo è più semplice se entrambi usano sempre il GMT.

ciliegina sulla torta: il GMT è identico all'UTC, ossia il tempo universale degli astronomi. Se come me siete appassionati e vi state preparando per la pioggia di meteore delle Leonidi (17 novembre), avrete notato che tutti gli eventi astronomici sono indicati specificando l'ora alla quale avvengono nel formato UTC. Basta mettere il PC sull'ora di Greenwich e i programmi di astronomia come Skyglobe visualizzeranno la situazione esatta del cielo in tempo reale.

__MP3: ho preso una cantonata (10 novembre 1998)

In tutta sincerità: mi sono fidato troppo e ho preso una cantonata.

Ho alcune attenuanti, ma devo rettificare un mio articolo precedente.

Mi scuso e spero che la mia esperienza negativa possa esservi utile.

Mi riferisco all'articolo sull'MPEG4 che ho pubblicato di recente. In sostanza avevo attinto a due fonti: una che ritenevo senza dubbio autorevole (il Sole 24 Ore) e una pescata nel mare di Internet (www.raum.com), che però aveva tutti i crismi della serietà e completezza. Ciononostante ho pubblicato delle informazioni sbagliate.

Ho detto che esiste uno standard MPEG3, ma in realtà questa è una denominazione errata, anche se parecchio diffusa. I file audio MP3 sono in realtà scritti secondo lo standard MPEG1 Audio Layer 3.

Di questa inesattezza ho colpa solo io.

Per quanto riguarda le prestazioni promesse da MPEG4, quello che ho scritto è tutto da ridimensionare. Sono stato contattato da un lettore molto competente che mi ha segnalato che ero stato tratto in inganno dalle mie fonti e mi ha consigliato fonti più affidabili, che vi giro volentieri:

http://www.cselt.it/mpeg http://www.mpeg.org/ http://garuda.imag.fr/MPEG4/

anche la data di pubblicazione dello standard è da aggiornare: si parla di febbraio 1999 anziché novembre di quest'anno.

Il codice sorgente di cui parlavo, inoltre, è disponibile soltanto agli addetti ai lavori. Peccato.

In sintesi: MPEG4 sarà un'evoluzione nei sistemi di compressione audio-video, ma non offrirà quel salto di qualità che traspariva dal mio articolo. Salvo sorprese!

__Come si prende una cantonata

Proprio io che vado raccomandando tutti il motto fondamentale di Internet ("Don't believe everything you read on the Net", non credere a tutto quello che leggi in Rete) abbocco a una bufala?

Sì. A parte il fatto che la mia qualifica ufficiale in Rete è "massimo inesperto di Internet", mica "so tutto io", quando raccolgo informazioni per un libro o per un articolo, è mia abitudine avere almeno due fonti indipendenti per ogni concetto. anche stavolta ho seguito questa norma fondamentale, attingendo al Sole 24 Ore (che ha pubblicato un articolo che mi ha ispirato a compiere le mie ricerche sull'argomento) e cercando conferme in Rete.

Il sito www.raum.com, che è una biblioteca di software per MP3, mi è sembrato, per presentazione e contenuti, completo e affidabile. Purtroppo contenenva un miscuglio di informazioni vere e di stupidaggini clamorose. Non essendo un superesperto del settore, mi sono fidato.

Dato che il Sole 24 Ore ha pubblicato informazioni sostanzialmente simili alle mie e quelle di www.raum.com, si direbbe che il Sole 24 Ore abbia preso la mia stessa cantonata.

Il che mi consola non poco, visto che almeno ho un dignitoso compagno di sventura.

Per concludere: mi dispiace di aver contribuito al mare di inesattezze, incompetenze, bugie e stupidaggini che girano in Rete (non pensate che i giornali ne siano immuni, comunque -- ricordate il Batman erotico?) e non me ne vogliano i lettori che hanno diffuso il mio articolo ai newsgroup di settore.

Beh, l'articolo era firmato da me e la figuraccia la faccio io e soltanto io. Sorry!

Ora legale: il seguito (28 ottobre 1998)

A proposito della funzione automatica di aggiornamento dell'ora legale di Windows 95/98, ecco un breve aggiornamento inviatomi da un lettore.

[I contributi dei lettori vengono "anonimizzati" salvo richiesta contraria in ossequio alla Netiquette. Insomma, se volete essere citati con nome, cognome e/o indirizzo Internet, _ditelo_!]

Se il vostro Windows sbaglia e cambia l'ora legale in una data diversa da quella giusta, un lettore mi segnala che c'e' un programmino della Microsoft chiamato Time Zone Editor che consente di impostare le caratteristiche dei fusi orari, fra cui le date di passaggio tra ora legale e solare.

Si trova presso

http://www.microsoft.com/italy/support/windows95/file&patch/download.htm

Il programmino dovrebbe servire soltanto per Windows 95 prima versione, dato che la seconda versione lo include già. Windows 98 italiano cambia già correttamente l'ora nel giorno giusto. Vale comunque la mia raccomandazione originale, che è quella di disattivare questo automatismo e passare al fuso invariabile di Greenwich.

Sciopero anti-TUT: aggiornamento (12 novembre 1998)

Il 20 ottobre c'e' stato uno "sciopero" organizzato dal movimento "Notut" che propone di abolire la tariffa urbana a tempo per facilitare la diffusione di Internet in Italia.

Gli aderenti, secondo i dati fornitimi dal movimento in una comunicazione personale (come tutti gli altri che cito qui), sono stimati in 5.000.

Non credo che una partecipazione di questo livello possa considerarsi un "successo". Sui circa 2 milioni di utenti italiani, significa un'adesione dello 0,25%. Ha aderito un utente su 400.

A proposito del mio sospetto di sfruttamento commerciale del clamore intorno alla manifestazione, dovuto alla presenza dei banner pubblicitari di Microsoft sul sito Notut, gli organizzatori dichiarano che servono soltanto per rientrare delle "spese".

Quali sono le "spese" per un'iniziativa del genere, se avviata con intenti amatoriali? Le pagine Web sono gratuite. Non vedo la necessità di avere sponsor (anche per una questione di stile).

Il movimento conferma di _non_ avere in programma per ora iniziative a favore dei "veri sfigati" di Internet in Italia, che non sono certo quelli che si collegano a tariffa urbana (e che invece sarebbero agevolati ulteriormente se fossero accettate le proposte anti-TUT), ma sono coloro che si devono collegare in interurbana.

Per metterla in altre parole: il movimento Notut mira esplicitamente a favorire gli utenti già favoriti e ignora quelli più danneggiati.

Un utente Internet in rete urbana paga al massimo 2500 lire l'ora, un utente in interurbana fino a _25.000_.

Inoltre il movimento Notut, che sostiene di avere delle spese per la propria campagna, evidentemente spende male i propri fondi, dato che piglia delle cantonate mica male.

[OK, anch'io le prendo, per mia stessa ammissione, ma la mia mailing list è _gratuita_. Il tempo che dedico alla mailing list "Internet per tutti" è tempo che tolgo al lavoro e alla famiglia. Non sono pagato per quello che faccio; loro sì. Mi pare una differenza fondamentale]

Infatti in un messaggio pubblico del 9 novembre della mailing list Notut leggo:

[begin quote]

Ma l'aumento del 22% è stato fatto o no? alcuni di voi mi hanno posto questa domanda, cui rispondo qui perché credo sia una questione di interesse generale. al 90% la risposta è negativa, perché telefonando, ad esempio, al 1400 della Telecom (il servizio di informazioni automatico) il costo dello scatto è ancora dato a 127 lire IVA esclusa. Tuttavia non mi sento di dare un'assicurazione totale in merito, perché visto che si tratta di Telecom sarebbe un suicidio.

[end quote]

Ma scusate, fate una campagna (sponsorizzata e remunerata) contro la TUT e poi chiedete informazioni ai lettori su una cosa fondamentale come il costo dello scatto? Mi sembra quanto meno dilettantesco.

Peggio ancora, nel resto del messaggio si insinua che Telecom possa aver introdotto "di nascosto" l'aumento del costo dello scatto. Questo è terrorismo giornalistico.

Privatizzazione o meno, le tariffe Telecom sono ancora decise dal governo. Se non vengono pubblicate in Gazzetta Ufficiale, non possono essere adottate. Questo lo sa chiunque si occupi seriamente di telefonia.

In ogni caso basta fare un giro in Rete e sfogliare i giornali: il Sole 24 Ore (30/10 13:45) dice che il parere sull'aumento proposto da Telecom per le chiamate urbane verrà dato dall'autorità per le telecomunicazioni "entro il 20 novembre". Solo dopo questo parere, ammesso che sia favorevole, si può pensare alla pubblicazione in Gazzetta, e solo dopo la pubblicazione in GU si può applicare la tariffa.

Punto e basta.

Inoltre Repubblica, presso

http://www.repubblica.it/online/tecnologie/interurb/cheli/cheli.html

l'11 novembre 1998 dice:

Ferme le telefonate urbane; sconto su interurbane e internazionali. La manovra tariffaria dell'Authority per le comunicazioni sarà all'insegna del buonismo nei confronti degli utenti. La prima tappa del ribilanciamento - che scatterà a fine mese ma entrerà in vigore all'inizio del 1999 - vedrà quindi scendere un piatto della bilancia (il prezzo delle chiamate di lunga distanza) senza per ora far salire l'altro piatto (quello con le chiamate locali). Il rincaro delle urbane è però soltanto rimandato: nelle prossime due tappe del ribilanciamento, a febbraio e a luglio del 1999, infatti, l'Authority avrà a disposizione maggiori elementi per decidere di quanto far lievitare le urbane, che rappresentano i tre quarti del traffico totale di Telecom.

Chiaro, non vi pare?

Seconda cantonata: sempre il 9 novembre e sempre nella mailing list Notut, il movimento si scusa perché nel testo del messaggio da mandare al "ministero delle Telecomunicazioni" c'e' il nome di Maccanico, che tutti sanno non essere più ministro.

Il nuovo ministro si chiama Cardinale. Basterebbe leggere i giornali per evitare questi semplici errori. Mi sembra ancora più dilettantesco.

Insomma, per finirla con la storia della Notut: come tante cose in Italia, un concetto nobile (ridurre i costi di accesso a Internet per facilitarne la diffusione e mettere l'Italia su un piano competitivo rispetto agli altri paesi europei) viene gestito maldestramente, traviato e distorto.

Il risultato è che il concetto finisce per essere considerato ridicolo dall'opinione pubblica perché è ridicolo il comportamento di chi lo promuove.

A proposito di facilitare Internet: la TIN ora offre l'accesso a tariffa urbana su tutto il territorio nazionale grazie ai numeri 147-8 (lo stesso può fare, se lo vuole, qualsiasi altro provider). Quindi parte delle mie proposte, citate nel mio precedente articolo sull'argomento, è già realtà.

Maggiori informazioni presso http://pop.tin.it.

Windows 98 ritirato dal mercato entro 90 giorni? (21 novembre 1998)

Prendetela con le pinze. La notizia è autentica al di là di ogni ragionevole dubbio, visto che ne parlano CNN e Reuters (e non solo), ma la botta è così grossa che è meglio aspettare e vedere che succede.

In sostanza, Windows 98 potrebbe essere ritirato dal mercato entro 90 giorni per ordine di un giudice federale USA.

Trovate i dettagli in inglese presso ad esempio

http://www.techweb.com/wire/story/reuters/REU19981117S0007

Il giudice distrettuale federale statunitense Ronald Whyte ha intimato a Microsoft di rimuovere ogni funzione Java nonstandard da Windows 98 entro 90 giorni o di toglierlo dal mercato.

Si tratta di una "preliminary injunction" il cui valore finale è tutto da vedere (io non sono un esperto in legge USA), ma è comunque chiaro che Microsoft ha modificato Java in modo da renderlo compatibile soltanto con Windows (esattamente il contrario dello scopo di Java, che consiste nel consentire di creare programmi universali che funzionino in _qualsiasi_ sistema operativo). Le funzioni Java sono integrate in elementi vitali di Windows 98 come Internet Explorer 4.0.

Questa intimazione non fa parte del ben più pubblicizzato processo antitrust contro Microsoft ma di una causa molto tecnica fra Sun e Microsoft. Esiste un accordo fra Sun e Microsoft, siglato nel 1996, che consente a Microsoft di usare il linguaggio

Java inventato da Sun a condizione di non introdurre varianti o strumenti di sviluppo non conformi ai test di compatibilità di Sun.

Un portavoce di Microsoft, Jim Cullinan, ha dichiarato che Microsoft era delusa dalla decisione del giudice ma che avrebbe "compiuto i passi necessari per adeguarsi alla decisione".

cosa cambia per noi utenti? Per ora niente: chi ha Windows

98 se lo tiene e può continuare legalmente a usarlo. In ogni caso la decisione del giudice USA ha efficacia, direi, soltanto in USA.

Ma la cosa interessante è che finalmente qualcuno è riuscito a fermare la strategia di Microsoft, che sarà improntata finché si vuole alle dure leggi della concorrenza, ma che sta danneggiando sempre più l'utente finale.

Java è il Sacro Graal dell'informatica: un linguaggio che funziona su qualsiasi computer semplicemente usando un microinterprete al posto del sistema operativo (addio, quindi, Windows e soci).

Invece di avere programmi per Mac, programmi per Windows, per Unix e quant'altro, ci sono solo programmi.

E' comprensibile che a Microsoft non piaccia Java, ma agli utenti invece piace tantissimo (libertà di scelta, maggiore standardizzazione, minori costi hardware e software).

Qui si tratta di decidere quali sono gli interessi che devono prevalere.

Euro e IMac(13 novembre 1998)

In un articolo che dovrebbe uscire tra breve sulla Gazzetta Sportiva (versione domenicale della Gazzetta dello Sport) parlo di come aggiungere il tasto Euro a Windows 95 e all'ambiente Macintosh. Con l'occasione ho accennato al verde-blu trasparente dell'iMac, che sicuramente vi sta affliggendo in questi giorni con i suoi spot pubblicitari diffusissimi.

Beh, giusto per dirvi quanto sono eccentrici quelli della Apple, riporto un paio di informazioni che ho tratto dalla stessa fonte dalla quale ho prelevato quella stravagante citata nell'articolo (cioè che l'iMac non ha un drive per floppy).

La fonte è Fortune magazine del 9/11/98, pagina 29.

Il design dell'iMac è opera di Jonathan Ive, ex progettista e designer di vasche da bagno (giuro). Ive ha consultato fabbricanti di caramelle trasparenti per trovare l'esatta semitrasparenza che desiderava. Siccome anche il mouse è semitrasparente, la pallina è blu e bianca perche così ci si può divertire a guardarla rotolare. Il colore verde-blu si chiama ufficialmente "Bondi blue" e prende nome da un paradiso dei surfisti in Australia.

Spero solo che abbiano trovato anche il tempo di metterci dentro, oltre a queste stravaganze estetiche, anche un po' di tecnologia che funziona (tuttava le prime recensioni dicono che l'iMac non è malvagio, ma neppure niente di eccezionale come prestazioni).

I piani futuri di Bill Gates(16 novembre 1998)

Stufi di dover imparare versioni sempre nuove dei vostri programmi?

Volete sapere quanto tempo dureranno le vostre nozioni faticosamente apprese a proposito di Windows 98? Allora leggetevi le prossime righe, che riassumo dal Sole 24 Ore del 13/11/98, pagina V dell'inserto Informatica e Telecomunicazioni.

Windows 98 sarà abbandonato entro il 2000. L'intera offerta della Microsoft ruoterà intorno a versioni più o meno complesse di Windows NT, che però all'epoca non si chiamerà più NT 5.0 ma Windows 2000.

Sui singoli PC girerà una versione "semplificata" chiamata Windows 2000 Professional, che sarà in sostanza Windows NT 5.0 Workstation con una nuova etichetta.

Sui piccoli server delle mini-reti aziendali girerà Windows 2000 Server, in grado di gestire i sistemi biprocessore.

Per i server delle reti più grandi ci sarà Windows 2000 Advanced Server, su misura per macchine quadriprocessore, gestione di fino a 64 gigabyte di memoria centrale.

Per le grandissime applicazioni, infine, ci sarà Windows 2000 Datacenter Server, in grado di gestire una macchina con fino a 16 processori.

Windows CE, la versione per gli organizer e i computer palmari, resterà invece sostanzialmente immutata almeno fino al 2000.

Fine del riassunto. Permettetemi due considerazioni.

Innanzi tutto, _nessuno_ di questi sistemi operativi sarà in grado, per stessa ammissione di Microsoft nel medesimo articolo, di gestire i processori Merced di Intel, la cui uscita è prevista per il 2000. Si tratta di processori a 64 bit, mentre tutti i Windows 2000 saranno inizialmente a 32 bit come quelli attuali.

Potreste sospettare che in questo modo Windows venderà prima un Windows 2000 a 32 bit per poi chiedere altri soldi per la "nuova" versione dello stesso Windows a 64 bit, nell'ambito di una bieca strategia commerciale.

E farà bene. Se la gente è gonza e abbocca alle "novità" proposte dal venditore di turno, è giusto che aziende come Microsoft ne approfittino. Nonostante gli ammonimenti che venivano da tutte le fonti autorevoli ed esperte, la gente ha fatto a cazzotti davanti ai negozi per _comperare_ Windows 98 (pur sapendo che l'avrebbero trovato gratis nel loro prossimo PC). Ben gli sta.

Seconda considerazione. Windows non rappresenta l'intero universo dell'informatica. A parte i sistemi Apple, c'e' un concorrente agguerrito che si sta facendo strada. Il suo pregio fondamentale per l'utente competente è che è stabile, affidabile, modificabile e adatto sin d'ora per _qualsiasi_ computer a 32 o 64 bit.

Il suo pregio fondamentale per l'utente meno competente è che è gratis. Giuro. Non costa una lira.

Lo usano molti provider Internet per far girare le loro macchine, che _devono_ funzionare 24 ore su 24 e non possono permettersi i reset continui e frequenti di Windows 95/98/NT.

La Cisco, la società che produce i più diffusi router (i centralini di smistamento di Internet), lo usa al posto di Windows NT per la gestione di buona parte dei suoi servizi "mission critical", cioe' vitali per la sopravvivenza dell'azienda.

E' l'unico altro sistema operativo, oltre a Windows, ad essere numericamente in crescita. A ottobre 1998 è stato trafugato e diffuso un documento interno Microsoft, il cosiddetto rapporto "Halloween", che è stato riconosciuto autentico da Microsoft e che delinea le strategie che Microsoft sta considerando per eliminare la grave minaccia posta da questo sistema operativo concorrente.

Molti di voi avranno già capito che sto parlando di Linux.

I dettagli? Prossimamente sui vostri schermi....

Cosa regalarmi per Natale (14 novembre 1998)

Sto redigendo la lista dei regali per Babbo Natale e leggendo Fortune (9/11/98, pag. 67) mi è caduta l'occhio su questa notizia, che spero sia della serie "ti cambia la vita". Cito (traducendo):

Nei prossimi sei mesi, due aziende, la Replay Networks di Palo Alto e la TiVo a Sunnyvale (California), commercializzeranno un videoregistratore digitale. Costituito da poco più che qualche circuito integrato, un alimentatore e un enorme disco rigido da molti gigabyte, il videoregistratore digitale renderà obsoleto quello a cassette.

Prezzo stimato: intorno ai 1000 dollari.

Il fatto è che i videoregistratori a cassette sono troppo macchinosi da usare e programmare, per cui finisce che pochi li usano per registrare i programmi e vederli "in differita", cosa che invece molti vorrebbero fare.

[E' il mio caso, ad esempio, per Paperissima. Non sopporto Columbro e la Cuccarini -- niente di personale, sono i loro sketch da decerebrati che non mi vanno giù -- ma i filmati mi piacciono. Così registro il programma e lo rivedo la sera stessa in venticinque minuti, saltando pubblicità e scempiaggini. Ma mi piacerebbe farlo anche per UFO, trasmesso alle TRE del mattino dalla Rai. Carogne.]

Un videoregistratore digitale, invece, si occupa di tutto il processo di autoprogrammazione. Ditegli che siete fan di [inserire attore/attrice preferito/a] e registrerà automaticamente tutti i programmi e film che interpreta. Dopo un po' che "osserva" i vostri gusti, il videoregistratore digitale comincerà a consigliarvi programmi che potrebbero piacervi e non conoscevate.

Può anche registrare più programmi simultaneamente.

[La tecnologia è relativamente semplice. Ci sono database online, almeno negli USA, dedicati alla programmazione televisiva. Una sorta di Sorrisi e Canzoni in forma elettronica non dovrebbe essere impossibile in Italia.

Qualcuno si offre?

Dal punto di vista hardware, queste cose si possono già fare, con qualche limitazione facilmente superabile con un po' di buon software, con un buon PC dotato di scheda TV e di un disco rigido _molto_ capiente (un'ora di TV occupa circa 600 MB), tipo i 14 GB che vedo in vendita sotto il milione di lire].

Le implicazioni sono affascinanti. La televisione diverrà sempre più simile al Web (una biblioteca di pagine dalle quali scaricare, anziché immagini o suoni, un intero film o un programma).

Il concetto stesso di "canale" televisivo è quindi sostanzialmente obsoleto. addio televisione "sincrona", in cui tutti guardano lo stesso programma alla stessa ora dello stesso giorno (a parte gli eventi sportivi o le dirette). Il futuro è oggi, ed oggi è un giorno interessante da vivere.

Ma allora quanti siamo _davvero_ in Italia? (17 novembre 1998)

[modesty mode OFF]

Si confermano sempre più azzeccate le mie parole di qualche tempo fa a proposito del numero di utenti Internet in Italia: Di preciso non lo sa nessuno. Anzi, neanche "di preciso"...

[modesty mode ON]

Beh, io vi propongo le cifre "ufficiali", ma sono così diverse l'una dall'altra che lascio a voi giudicare se siano attendibili o meno.

Databank Consulting è la fonte citata dal Sole 24 Ore del 13/11/98, pagina II dell'inserto Informatica e Telecomunicazioni. Questa fonte ha intervistato i primi 15 provider Internet italiani e, in base alle loro dichiarazioni, segnala che a fine 1998 vi sono 506.000 abbonati residenziali, senza partita IVA (presumo voglia dire "privati") e 223.380 abbonati di natura aziendale (comprese le microimprese e i professionisti).

Totale: 729.380 utenti.

Ma se questi signori sono così bravi nel fare queste ricerche, perché i loro dati non corrispondo a quelli fatti da altri signori che presumo siano altrettanto bravi?

Considerate infatti questi altri dati:

Secondo l'osservatorio statistico Alchera, già a settembre 1997 gli utenti erano 2.348.000. Una notevole differenza. Si sono dis-abbonati tutti in massa? Dati di Telecom dello stesso periodo indicano invece un totale di 400.000 utenti privati, più 125.000 utenti aziendali, per un totale di 625.000 utenti. Questo è già un dato più vicino a quello di Databank Consulting.

Pare insomma di poter concludere che gli internettisti in Italia sono meno di un milione. Siamo, insomma, marginali.

E per questo possiamo considerarci pionieri.

Internet è un covo di pedofili? Cifre e commenti (19 novembre 1998)

I giornali e i telegiornali si sono accaniti contro Internet come covo di pedofili. Ogni volta che si parla di Internet in TV, è perché è stato scoperto un ennesimo immenso giro di pedofili che si scambiano immagini e indirizzi "utili" via Internet.

La legge 269 del 3/8/98 (Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno ai minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù") è nata principalmente con l'obiettivo di reagire al presunto dilagare della pedofilia telematica.

Come avrete probabilmente già intuito se state leggendo queste righe in Rete, le cose non stanno proprio così. Io, ad esempio, non sono un pedofilo anche se frequento Internet. Presumibilmente non lo siete neanche voi, e quindi siamo almeno in due.

Ho alcune cifre, tratte da un'indagine del Censis (citata dall'inserto comunicazione del Sole 24 Ore dell'1/11/98, pagina 38), che possono esservi utili se vi capita di discutere dell'argomento.

I risultati sono sorprendenti.

Il dato fondamentale: il 90% degi casi di abuso verso minori avviene all'interno della famiglia. Un altro 8% avviene nell'ambiente extrafamigliare ad opera di persone _conosciute_ dal minore.

Soltanto il 2% restante degli abusi è causato da persone che il minore non conosceva prima dell'abuso. Ed è in questo 2% che si collocano le presunte "colpe" di Internet.

Insomma, se ci si scaglia contro Internet perché facilita il triste "lavoro" dei pedofili, ci si dovrebbe scagliare ben più violentemente contro la famiglia, che più di ogni altra è l'istituzione che facilita (omertosamente) la pedofilia.

Consiglio a tutti, se volete documentarvi, il documento "Pedofilia e Internet: vecchie ossessioni e nuove crociate", reperibile presso http://www.agora.it/pedofilia-internet/. Ne emerge chiaramente che Internet è soltanto un canale per un fenomeno che purtroppo esiste da sempre e che si limita a sfruttare ogni canale che riesce a trovare. Quello che molti non sanno è che Internet _facilita_ l'identificazione dei pedofili, perché ogni comunicazione è registrata ed è facile risalire al suo autore.

E' un po' come prendersela con i cavalcavia perché qualcuno ci butta le pietre, con le poste perché altri spediscono pacchi bomba, o con i marciapiedi perché li usano le prostitute e i viados.

La cosa allarmante della legge italiana, per chi in Internet ci lavora, è che assegna responsabilità penalmente perseguibili anche ai provider, il cui mestiere è fornire accesso a Internet e non certo sorvegliare cosa fanno i suoi abbonati.

E' come se la Telecom fosse penalmente perseguibile perché consente ai maniaci ansimanti di telefonare alle loro vittime.

Diritti digitali (21 novembre 1998)

Come si difende il diritto d'autore nell'era di Internet, quando immagini, suoni, testi sono duplicabili in modo incredibilmente facile?

Quanto varrebbe la Gioconda se ne esistesse un milione di copie identiche, tutte indistiguibili dall'originale anche all'occhio più esperto?

La Cisac (confederazione internazionale delle società di gestione dei diritti d'autore) ha pubblicato un documento in cui si affronta a livello pratico la difesa del diritto d'autore.

Il documento propone una soluzione tecnologica chiamata common Information System che consente di identificare e catalogare in modo non modificabile (questa è tutta da vedere) testi, suoni, immagini, filmati) in modo che ogni copia sia contrassegnata dai dati dell'autore, facilitando la riscossione delle royalty.

A me sembra una teoria un po' campata per aria (e' impensabile far causa singolarmente a ogni persona che detiene una copia pirata), ma siccome pare che sia gente seria e competente, vi propongo il loro indirizzo. Il documento è in inglese.

http://www.doi.org/workshop/minutes/CISoverview/index.htm

Fonte: il Sole 24 Ore, 13/11/1998, pagina 38.

Sciopero anti-TUT: le cifre (1 dicembre 1998)

Si è fatto un gran parlare, e soprattutto un gran passaparola nelle signature degli utenti via e-mail e nei newsgroup, della protesta contro la TUT.

Ho già scritto qui la mia modesta opinione, cioe' che protestare per una cosa che costa 23 lire al minuto a tariffa ridotta e 42 in quella di punta (costi entrambi dimezzati con gli sconti per Internet) è quanto meno un comportamento da bambini viziati, soprattutto considerato che gli utenti in interurbana pagano cifre enormemente superiori e che per loro non si fa niente (a parte l'offerta di accesso a tariffa urbana di TIN tramite numeri 147).

Sinceramente non capisco perché usare Internet sia considerato un "diritto", tanto da esigere che tutti vi abbiano accesso gratis. In cosa si differenzia Internet dagli altri servizi come acqua, telefono, luce?

Vogliamo allora lanciare una campagna "no-ENEL", perché tutti abbiamo il "diritto" di avere gratis la luce elettrica in casa? O una campagna "anti-acquedotti", perché il diritto a bere è insindacabile?

chiudo l'argomento con le cifre dell'ultimo "sciopero", più precisamente un "netstrike" (il tentativo di intasare un server, in particolare quello di TIN), comunicate dalla mailing list Notut (http://www.egroups.com/list/notut/), in particolare da Maurizio Marrocco (ondudtq@tin.it) in un messaggio pubblico.

--begin quote----

E' giusto rendere pubblici i dati del netstrike tenutosi il 27-11: hanno partecipato fra le 500 e le 700 persone, su un totale di 2300...

--end quote---

Detto questo, possiamo ora dedicarci a cose più costruttive?

MP3: IBM, Sony, Warner offrono musica via Internet (2 dicembre 1998)

Se non puoi batterti, unisciti a loro, dice il proverbio. Vale nella vita reale come su Internet.

Visto il dilagare della pirateria musicale via Internet, grazie al formato MP3, a programmi come Audiograbber e ai masterizzatori che consentono di duplicare interi CD e diffonderli in rete in forma compressa, e visto che non esiste alcun metodo pratico per frenare il fenomeno, IBM ha costituito un'alleanza con le maggiori case discografiche per distribuire musica via Internet in modo legale.

Il Madison Project, questo il nome dell'associazione, è stato costituito in forma definitiva a fine novembre 1998 da IBM insieme con Sony, Warner, Emi, Universal e altre case discografiche più piccole.

Il punto forte di quest'iniziativa è che IBM ha messo a punto un sistema di distribuzione, catalogazione e fatturazione che consentirà di ordinare e ricevere via PC un qualsiasi brano presente negli archivi o addirittura di riceverlo a casa su CD.

Le case discografiche sono interessatissime perché Internet consentirebbe loro di scavalcare tutti gli intermediari (cui va gran parte di quelle 35-40.000 lire che sono il prezzo di vendita al pubblico di un CD recente) e raggiungere mercati altrimenti inaccessibili (ad esempio, quanti italiani in America non hanno accesso alla musica italiana? Tower Records a New York vende qualcosina di Eros Ramazzotti e Sanremo, ma il resto è nebbia).

Il primo esperimento pilota avverrà all'inizio dell'anno prossimo, e staremo a vedere: io personalmente ho qualche riserva, perché non vedo come si possa impedire a qualcuno di comperare un brano musicale e poi farne tante belle copie digitali per amici, parenti e utenti della Rete.

[alcune informazioni tratte dal Sole 24 Ore del 27/11/98, pagina 34]

Una buona idea per tutelare i minori in Rete (3 dicembre 1998)

a me l'idea che ogni singolo utente debba dotarsi di un programma per proteggersi (o proteggere i propri figli) dalla pornografia, dalle idee devianti e dalle altre stravaganze presenti in

Rete non è mai andata giù. E' inefficiente.

Per queste cose ci vuole una competenza informatica che la maggior parte dei genitori non ha (e non è giusto che sia tenuto ad averla) e che invece la maggior parte dei giovani ha o sa come procurarsi. Insomma, programmi come CyberSitter o

NetNanny sono difficili da manutenere (richiedono di prelevare periodicamente i file di aggiornamento con la lista dei siti da "censurare") e facili da scavalcare.

Non prendetemi per bacchettone: il materiale che credo sia meglio non presentare ai bambini non è una banale questione di donne nude, contro le quali non ho nulla da obiettare, eccetto che tutta la perfezione plastica che si vede in fotografia rischia di preparare una gran delusione quando si iniziano le esperienze reali.

Però ci sono idee molto estreme, in Rete, che richiedono una mente matura per essere affrontate e sopportate con serenità. ammetto che dopo aver visto alcune delle cose che ho visto in Rete, come le teorie sulla superiorità della razza di turno e i manuali per l'automutilazione genitale corredati di fotografie, la mia opinione sul genere umano è scesa paurosamente (non era molto alta in partenza, OK, ma questa è un'altra storia).

Il buon senso suggerirebbe che a proteggere i minori in Rete debba essere il loro provider, creando abbonamenti con accesso sorvegliato per i minori e abbonamenti senza limitazioni per gli utenti adulti. E' relativamente facile mettere sui server un filtro di questo tipo. Non sarà a prova di bomba, ma è senz'altro più semplice da usare per l'utente (la manutenzione della lista dei siti censurati la fa il provider).

Il provider Split! di Genova (http://www.split.it) ha usato appunto il buon senso e ora offre una formula, chiamata

Kid's Line, dedicata ai minori. Collegandosi a Split con un abbonamento assegnato a un minore, i siti pericolosi risultano semplicemente inesistenti. Collegandosi con un abbonamento normale, invece, si può vedere tutto quel che si vuole. Semplice, pratico e facile.

I server di Split si appoggiano alla "lista nera" di pagine Web giudicate inadatte che viene compilata e aggiornata continuamente dalla RSAC (Recreational Software Advisory Council), che ha un'ottima reputazione in questo campo.

[fonte: Corriere Multimedia, 23/11/1998, pag. 16]

JFAX sbarca in Italia: come ricevere i fax via Internet (8 dicembre 1998)

Ho già parlato del servizio JFAX in un articolo sulla Gazzetta Sportiva: è un convertitore da fax a email. In sostanza, consente di acquistare un numero telefonico in qualsiasi paese d'Europa e negli USA e ricevere, su quel numero, fax e messaggi vocali che vengono poi ritrasmessi gratuitamente alla vostra casella di posta elettronica, ovunque nel mondo.

Ritorno sull'argomento per un motivo fondamentale: il servizio

Jfax è finalmente disponibile anche in Italia, con numeri a Roma e Milano.

Il grandissimo vantaggio di questo servizio è che vi consente di avere a basso costo (12 dollari e mezzo al mese) una linea fax, senza dare soldi alla Telecom per l'installazione e il canone di una seconda linea e senza comperare un fax o tenere permanentemente acceso il PC da usare come fax.

ancora più importante è il fatto che i fax inviati al vostro numero telefonico Jfax vengono inviati alla vostra casella di e-mail senza ulteriori costi. Questo vi consente, ad esempio, di ricevere in Italia e farveli ritrasmettere gratuitamente in un altro paese (come capita spesso a me), oppure di aprire un recapito "virtuale" in un altro paese e ricevere i fax in

Italia. In generale, Jfax elimina le spese telefoniche di trasmissione per i fax internazionali. Due società possono scambiarsi fax internazionali spendendo la tariffa urbana se ciascuna apre un numero Jfax nella città dell'altra.

C'e' forte convenienza anche a livello nazionale. Io, ad esempio, ho molti contatti di lavoro a Milano. Invece di farmi spedire i fax in interurbana a massima distanza (e conseguente massima tariffa), ho aperto un numero Jfax a Milano. Così i miei clienti mi mandano i fax a tariffa urbana (2600 lire l'ora contro 13.800 nella fascia oraria in cui sono aperti gli uffici) e risparmiano.

Il servizio Jfax fa anche da segreteria vocale: la voce di chi vi chiama viene trasmessa sotto forma di allegato e-mail come file audio.

Jfax fornisce gratuitamente tutto il software necessario e le spese di attivazione sono modeste (meno di venti dollari una tantum). Il servizio è abilitato entro mezz'ora dalla richiesta.

Unico neo: Jfax parla soltanto inglese. L'assistenza tecnica

(a volte necessaria quando si fa l'ordine via Web) parla americano stretto e non mi risulta ci siano disponibili altre lingue.

a parte questo, Jfax è ottimo, affidabile e una delle migliori idee per l'uso pratico di Internet al posto della telefonia tradizionale. I fax arrivano in forma digitale e si possono stampare e archiviare con grande facilità. Come utente di due linee Jfax non posso che dirmi soddisfatto del servizio.

Mi resta solo da indicarvi l'indirizzo Internet: http://jfax.com.

Come sarà Internet dopo Natale? Intasata! (15 dicembre 1998)

Chi usa Internet per lavoro si era già posto il dubbio: con tutte queste martellanti campagne pubblicitarie per rifilare

Internet a chiunque, non è che poi ci saranno troppi utenti rispetto alle risorse di rete di Telecom e soci? Riusciremo ancora a navigare dopo l'arrivo della nuova orda di utenti?

La risposta e', come avrete intuito, che ci sarà un massiccio rallentamento di Internet dopo Natale. Il servizio clienti TIN sarà sovraccarico -- e ben gli sta, così imparano a pubblicizzare l'accesso a Internet come "facile".

Sto menando gramo? Beh, è una congettura basata sul buon senso e sull'esperienza. Vedremo se ho visto giusto. E poi sono confortato nelle mie previsioni da uno studio pubblicato nei giorni scorsi da Price Waterhouse Coopers LLP [fonte: cNN] e intitolato "Technology Forecast: 1999". al ritmo attuale di crescita di Internet, al quale il traffico _raddoppia_ ogni 100 giorni (pazzesco), il volume del traffico dati supererà quello del traffico voce entro due anni.

Questa non è la solita previsione sull'imminente morte di Internet, perché lo studio riguarda anche le strutture delle società di televisione via cavo e quelle di telecomunicazione. Sono tutte prossime alla saturazione e trovo difficile immaginare che nuove tecniche di compressione riescano a gestire un ritmo di crescita come quello indicato.

Buon divertimento!

Il mouse compie 30 anni (9 dicembre 1998)=

Secondo CNN, il mouse ha compiuto 30 anni il 9 dicembre 1998. Fu presentato nel 1968 ad una conferenza d'informatica, anche se entrò a far parte del corredo comune dei personal computer soltanto verso la metà degli anni 80.

Dettagli in inglese presso

http://cnn.com/cnn/TECH/computing/9812/09/mouse.turns30.ap/index.html

Ancora musica MP3 legale (14 dicembre 1998)

In genere la tecnologia di compressione MP3 (MPEG Audio Layer 3) viene utilizzata per creare copie pirata di brani musicali. Ma non è sempre così. Servirà a cambiare il modo di comperare musica e darà calci nelle parti molli alle grandi case discografiche.

Il sito MP3.com, ad esempio offre musica in formato MP3 con una formula che la rende legale e consente di rispettare le leggi sul diritto d'autore. Michael Robertson, il gestore del sito, sta diventando una figura di rilievo nel mondo musicale perché combatte il monopolio di fatto delle sei principali case discografiche nel campo della distribuzione planetaria della musica.

Il suo caso mostra con quale velocità le nuove tecnologie e Internet possono scuotere le fondamenta delle attività imprenditoriali apparentemente più solide e radicate.

Credo che troverete condivisibili le parole di Robertson: "i fan sono stufi di pagare 15 dollari [da noi 32.000 lire e passa] per un CD che contiene una sola canzone decente. Gli interpreti sono stufi di firmare contratti capestro che li legano a vita e li lasciano pieni di debiti".

chi visita il sito mp3.com può prelevare (e comperare) campioni di nuovi brani offerti da oltre 400 interpreti indipendenti, che hanno firmato per la casa discografica "virtuale" di Robertson, la Digital Automatic Music label.

Digital Automatic Music offre circa il doppio di royalty rispetto alle grandi case discografiche, però non ha i loro fondi per il marketing e la promozione. Anche Dionne Warwick ha aderito alla DAM.

Staremo a vedere come finirà questa battaglia sui diritti e contro i monopoli musicali. Nel frattempo tutto il putiferio nato intorno all'MP3 porta a una considerazione di base (che non è mia ma non so chi me l'ha passata): l'album è morto.

La nuova generazione di consumatori di musica, abituata all'MP3 e a scegliersi solo le canzoni che gli piacciono, tollera poco un album con un paio di canzoni carine seguite da fuffa. Si crea la propria compilation e butta via il resto.

Questo è completamente contro il modello economico delle grandi case discografiche, basato sulla vendita di un album contenente 12 o più brani, da prendere in blocco o lasciare.

Quindi o un artista impara a sfornare un intero album di belle canzoni, o si vedrà relegato a comprimario di una compilation.

Tourbus - Shopping telematico: motori di confronto (9 dicembre 1998)

Dall'Internet Tourbus di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin traggo, traduco e riassumo (con l'autorizzazione degli autori).

E' una stagione di boom per gli acquisti via Internet [soprattutto negli USA]. Si evitano la ressa e le code, si sta al calduccio in casa propria e spesso i negozi offrono sconti per gli acquisti effettuati via Internet.

Ma c'e' di meglio: la possibilità di confrontare prezzi fra negozi diversi. Ad esempio, i prezzi per un lettore DVD Sony variano da 389 a 596 dollari, secondo i risultati di una ricerca che potete effettuare tramite MySimon (http://www.MySimon.com).

E' solo uno di una vasta serie di motori di confronto o "agenti intelligenti", che scandagliano i listini prezzi dei negozi online e, in tempo reale, trovano l'offerta migliore.

Un altro esempio è il Product Finder di Excite, presso http://www.excite.com/shopping.

Ma è sicuro lo shopping telematico? Anche se la maggior parte dei browser offre da tempo funzioni per la gestione delle transazioni commerciali sicure, ci sono molti utenti della Rete che tuttora esitano a usare online la propria carta di credito.

Temono che il rivenditore sia disonesto o che qualche hacker si impossessi del loro numero di carta di credito.

Per certi versi si tratta di timori giusti e sensati, ma potete fare acquisti via Internet a mente serena se tenete presente le seguenti raccomandazioni.

-- Prima di includere il vostro numero di carta di credito in un e-mail, pensateci due volte. L'e-mail è sicura quanto una cartolina postale ed è quindi facile per un dipendente di un provider Internet (non necessariamente il vostro ma uno qualsiasi di quelli che veicolano il messaggio) sbirciarne il contenuto.

-- Fate acquisti solo presso siti Web "sicuri". Potete sapere se un sito è sicuro guardando il lucchetto nella zona inferiore della finestra del vostro browser: se è chiuso, siete ben protetti.

Inoltre l'indirizzo deve iniziare con HTTPS al posto di HTTP: in questo modo viene utilizzata una tecnologia di crittografia chiamata SSL (Secure Sockets Layer) la cui efficacia è stata dimostrata ampiamente. Spesso si dice che lo shopping online tramite SSL è sicuro come affidare la propria carta di credito al cameriere del ristorante dove avete mangiato.

-- Non comperate mai nulla da uno "spammer" (quelli che pensano di farsi pubblicità mandandovi messaggi via e-mail o intromettendosi nei newsgroup). La gente che abusa di Internet e scoccia milioni di utenti deve ricevere il vostro disprezzo, non il vostro denaro.

Se questa gente ignora disinvoltamente le regole di comportamento di Internet, è assai probabile che siano altrettanto disinvolti con le leggi del mondo reale.

100 link al mese (15 dicembre 1998)

Vi segnalo un'ottima mailing list, intitolata "100 Links al mese", creata e gestita da Davide Ruda.

E' una semplice ma accurata lista commentata di siti dedicati di volta in volta a un tema specifico. Trovate i dettagli di come iscrivervi (gratuitamente) presso

http://www.100links.com/

oppure mandando un e-mail a Davide Ruda presso davide@100links.com

___Emulatori di telecomandi cercansi

Un recente articolo di Cnet (www.cnet.com) conferma quello che sospettavo: è effettivamente possibile emulare qualsiasi telecomando a infrarossi usando la porta a infrarossi di cui sono dotati molti PC e organizer come il PalmPilot e Cassiopea.

ci sono usi legali e meno legali di questa tecnologia. Ad esempio un mio amico ha aperto una Renault 5 semplicemente intercettando il codice emesso dal telecomando. Per fortuna la Renault 5 era la mia (che da allora ho cambiato!) e da allora i costruttori di automobili si sono fatti un po' più furbi.

Su un versante meno ladresco e più pratico, il PC può diventare il telecomando di riserva per gli elettrodomestici di casa.

Ora che anche gli impianti stereo hanno il telecomando, quando si guasta o si perde uno di questi aggeggi è una tragedia.

certo, ci sono i telecomandi universali, ma sono macchinosi e in più se si scaricano le batterie avete perso tutto.

Faccio il mio caso di collezione di telecomandi:

-- lo stereo

-- due televisori

-- due videoregistratori

-- due ricevitori TV satellitari

Insomma, sette telecomandi, molti dei quali non reperibili sul mercato (apparecchi vecchi o introvabili). Procurarsi un telecomando universale per ciascuno di questi aggeggi mi costerebbe una cifra e programmare ogni singola funzione richiederebbe una vita.

allora domando e dico: qualcuno conosce un sito Internet dove trovare un buon programma di emulazione di telecomandi? L'ideale sarebbe un programma che memorizza e salva su disco le varie funzioni di un telecomando.

Fra l'altro, creare un database con i comandi di tutte le marche non dovrebbe essere un problema per un ambiente collaborativo come Internet. Pensate alla comodità di avere tutti i comandi già memorizzati e prelevabili da Internet....

Inoltre un programma di questo genere potrebbe espandere le funzioni dell'elettrodomestico. Si potrebbero creare macro di comandi (accenditi, sintonizzati su Italia Uno, registra Aldo

Giovanni e Giacomo, poi alle 24.00 accendi il satellitare, sintonizzalo sulla BBC, accendi il videoregistratore e commutalo sulla Scart 2; intanto accendi il microonde, scalda l'abitacolo della macchina e spegni l'antifurto in casa...).

Se qualcuno ha informazioni in merito, le girerò volentieri agli altri lettori.

Internet via satellite in Italia (22 dicembre 1998)

Giusto una dritta veloce se siete in vena di esperimenti: presso www.saturno.it potete trovare un kit per collegarsi a Internet via satellite. I dati da inviare alla rete viaggiano come al solito sulla linea telefonica, ma i dati di ritorno (di solito molto più abbondanti) arrivano via satellite.

Il kit costa circa un milione e si paga il traffico ricevuto, a tariffe che variano fra 950 e 1450 lire al megabyte.

[Fonte: Commercio Online, Sole 24 Ore, pag. 265]

Avete trovato utili questi articoli? Allora sostenete la newsletter Internet per tutti!

La newsletter è gratuita, ma le donazioni sono sempre ben accette, sia tramite PayPal, sia tramite il collaudato sistema della banconota in una busta. Se volete dettagli e istruzioni su come procedere, sono qui.

Se non vi occorre sapere altro e volete usare subito PayPal, potete cliccare sul pulsante qui sotto per fare direttamente una donazione (anche minima, tutto fa brodo).

Grazie!

Valid HTML 4.01!

HTML 4.01 compliant. Text and page layout © 1998 by Paolo Attivissimo.