Sticcon 2002 – Pagina 4

Carolyn Seymour, Jeffrey Combs, Leonard Nimoy

Il giorno dopo la serata in costume (domenica 26 maggio 2002) c'è un'atmosfera più rilassata, o forse semplicemente tutti hanno dato fondo alle riserve di adrenalina. E' l'ultimo giorno della convention e si comincia a pensare di dover purtroppo tornare alla vita “normale” dopo quattro giorni fuori del mondo.

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Carolyn Seymour racconta la sua esperienza ne I Sopravvissuti e come insegnante di recitazione, con l'aiuto di un interprete molto emozionato.

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Leonard Nimoy è molto più a suo agio nel suo secondo intervento.

Nella sua seconda apparizione sul palco, Nimoy risponde ad alcune domande del pubblico raccolte precedentemente e racconta come è nata l'idea di Rotta verso la Terra (The Voyage Home), descrive il modo stravagante in cui Star Trek è stato tradotto per adattarlo alla cultura giapponese (il traduttore gli ha detto che George Takei non va bene per la parte di Sulu, perché “non è un vero giapponese”), e altri aneddoti divertenti, compresa l'origine (religiosa) del famoso saluto vulcaniano, che usa per giocare con i fotografi che impazziscono ogni volta che accenna il gesto di saluto con la mano.

Sembra aver superato i dissapori che lo avevano portato a dissociarsi dalla sua popolarità come interprete di Spock e lo avevano spinto a scrivere un libro intitolato appunto I Am Not Spock (seguito, vent'anni dopo, da I Am Spock). Racconta con commozione che nonostante tutto, la cosa per la quale è più grato verso Star Trek è che grazie al suo successo ha potuto visitare il paese russo dal quale provenivano i suoi genitori e incontrare i suoi parenti, che avevano conservato per decenni le foto di Nimoy che i suoi genitori avevano mandato loro attraverso la Cortina di Ferro che esisteva a quell'epoca e isolava l'allora URSS dal resto del pianeta.

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Mettete a disposizione di un vulcaniano una ragazza carina, e che cosa volete che ne faccia...

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...la mette KO con una presa vulcaniana!

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Peter David e Leonard Nimoy (che sta lasciando la Sticcon). Foto gentilmente concessa da Roberto Vanzini.

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Leonard Nimoy, accompagnato da Julie Caitlin Brown (a sinistra, in pantaloni bianchi e top a righine) e da Richard Arnold (fra Julie e Nimoy, in camicia gialla) e preceduto da Peter David (camicia azzurra).

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Julie Caitlin Brown e Peter David. Foto gentilmente concessa da Roberto Vanzini.

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Richard Arnold (a sinistra, camicia gialla) e Peter David (a destra, a braccia alzate). In mezzo, un po' poco visibili, Julie Caitlin Brown e Leonard Nimoy.

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Julie Caitlin Brown e Leonard Nimoy. Foto gentilmente concessa da Roberto Vanzini.

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Attenzione al gradino, Leonard!

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Uno dei tantissimi saluti vulcaniani dispensati con divertimento da Leonard Nimoy. Foto gentilmente concessa da Roberto Vanzini.

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Vabbé dai, ancora un salutino prima di partire...


Jeffrey Combs

Nel 1987 Jeffrey Combs fece un'audizione per la parte di Riker in Star Trek: The Next Generation. La parte fu poi asssegnata a Jonathan Frakes, che però si ricordò di Combs e lo chiamò per Deep Space 9, dove Jeffrey interpretò il viscido Weyoun, il servo Vorta del Dominio dall'inconfondibile voce, e molti altri personaggi dell'universo Trek, compreso un allenatore alieno in Voyager (nella puntata Tsunkatse) e un iracondo andoriano in Enterprise. Ha anche fatto altra fantascienza, fra cui un'apparizione in Babylon 5 e come protagonista nei due Re-Animator. Ecco una breve carrellata delle sue trasformazioni.

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Brunt, un Ferengi di Deep Space 9.

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Penk, l'allenatore di Sette di Nove in Tsunkatse (Voyager).

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Tiron, da Deep Space 9.

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L'andoriano Shran di Enterprise (Shadows of P'Jem).

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L'untuoso Weyoun di Deep Space 9.

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Ed eccolo sul palco a Bellaria.

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Jeffrey spiega come funzionano sul set le antennine blu radiocomandate del suo personaggio andoriano.

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Jeffrey Combs, anche lui un Trekker, è ben lieto di rispondere alle domande del pubblico (in questo caso “il pubblico” è mia moglie Elena).

Combs diverte tutti ripetendo i gesti e le voci che lo hanno reso famoso fra i seguaci di Star Trek e dimostrandosi anche lui un devoto Trekker, visibilmente emozionato all'idea di condividere il palco con un mito come Leonard Nimoy. Racconta molti dettagli di come vivono realmente quasi tutti gli attori a Hollywood (male!), e che contrariamente a quello che si pensa, la maggior parte del tempo gli attori come lui sono a spasso, in attesa di qualche lavoro, e partecipano a infiniti provini, dai quali sanno di uscire quasi sicuramente scartati.

E poi spiega anche gli orari impossibili: arrivare agli studi della Paramount alle quattro e mezza del mattino per farsi mettere il complesso trucco di Weyoun, la puzza delle protesi di silicone che gli conferiscono sembianze aliene, il problema di non potersi grattare per non rovinare nulla, il caldo che fa, e il problema di non essere riconosciuto neppure fra gli addetti ai lavori perché il suo volto è nascosto dal trucco. Ne viene fuori un quadro molto meno entusiasmante di quello che ci si aspetterebbe, ma il tutto è raccontato con brio ed entusiasmo. Si vede che gli piace quello che fa.

[elena riceve autografo e stretta di mano da Jeffrey Combs]

Elena riceve autografo e stretta di mano da un accaldatissimo ma cordialissimo Jeffrey Combs.


Mind Meld

OK, lo so, questo è un fotoracconto, e io non ho foto di quello che vorrei raccontarvi adesso, ma lo racconto lo stesso perché è una delle cose più interessanti per i fan della Serie Classica fra le tante che abbiamo visto a questa Sticcon. Sto parlando di Mind Meld, il DVD proiettato alla Sticcon che vede William “Kirk” Shatner e Leonard “Spock” Nimoy chiacchierare insieme dei tempi andati, di trent'anni di amicizia e di gioie e tragedie personali (Nimoy ha combattuto e vinto l'alcolismo, Shatner ha perso sua moglie sempre per motivi legati all'alcool). E' una chiacchierata molto intima, niente filmati tratti dal telefilm, niente voci fuori campo: solo loro due, nel giardino di casa Nimoy, a rievocare due vite, nel bene e nel male.

Se vi capita, vedetelo. Si è detto tanto sui dissidi fra Shatner (l'unico che ha davvero fatto i soldi con Star Trek) e il resto del cast; Shatner è sempre sfottuto dagli altri attori (la sua imitazione da parte di Jeffrey Combs è stata impagabile). Eppure in Mind Meld Shatner viene fuori con delle considerazioni e dei racconti di una sensibilità e un'intimità quasi imbarazzanti e manifesta un legame profondissimo con Nimoy. Non sembra affatto che stia recitando. Insomma, penso che dopo Mind Meld molti dei critici di Shatner dovranno ricredersi: se finge, finge davvero come un grande attore.

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