Il DVD Inganno globale: analisi critica

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Ultimo aggiornamento: 17 gennaio 2007.

Indice dell'analisi critica - Indice della sezione 11/9 - Pagina base di Attivissimo.net

Capitolo 3 - Il segreto del Pentagono (00:14:49)

Inganno Globale affronta la questione delle telecamere di sorveglianza del Pentagono.

00:14:52. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO - Il blackout di Big Brother.

00:14:55. NARRATORE: Intorno al Pentagono sono disseminate centinaia di telecamere di sicurezza, che coprono ogni minimo angolo della zona, di giorno e di notte. E' semplicemente il posto più protetto del mondo.

In realtà il Pentagono non è affatto il "posto più protetto del mondo". Non ha neppure un muro di cinta. Come si può vedere qui sotto, sorge in città, in fianco all'autostrada, attorniato da alberghi, residenze, uffici e centri commerciali, e ha una pista d'aeroporto civile a soli 1200 metri di distanza. E' sì un edificio militare, ma amministrativo. La sua vulnerabilità è talmente nota che erano appunto in corso lavori di ristrutturazione per blindarne le facciate.

00:15:08. NARRATORE: Ci sono inoltre le telecamere del vicino svincolo autostradale, che inquadrano ininterrottamente lo spazio aereo antistante il Pentagono stesso. Qualunque cosa lo abbia colpito deve per forza essere passata di qua.

00:15:24. NARRATORE: Anche il vicino Hotel Sheraton ha alcune delle sue telecamere puntate proprio in direzione dell'edificio colpito.

Scott Bingham di Flight77.info, che non è certo un sostenitore della versione ufficiale, ha scoperto da tempo che non esiste alcuna registrazione dello Sheraton e che in realtà la registrazione attribuita erroneamente allo Sheraton proviene dal Doubletree Hotel, situato anch'esso nelle vicinanze del Pentagono, ma Mazzucco non lo sa o fa finta di non saperlo.

00:15:31. NARRATORE: Ma i nastri di tutte queste telecamere sono stati immediatamente confiscati dall'FBI e nessuno ha mai potuto vederli.

E' già noto, e non è affatto un mistero (c'è una dichiarazione ufficiale dell'FBI in proposito), che esistono circa ottanta filmati delle telecamere di sicurezza situate in zona. La desegretazione dei video è in corso secondo le procedure FOIA. Per esempio, il video della stazione di servizio Citgo è già stato rilasciato a settembre 2006; il video del Doubletree Hotel è stato rilasciato a dicembre 2006, e altri sono in arrivo. Tuttavia non mostrano nulla di particolarmente significativo.

00:15:39. NARRATORE: Perché per le torri gemelle ci viene mostrato fino alla nausea l'impatto del secondo aereo, mentre per il Pentagono ci viene mostrato l'unico filmato in cui l'aereo non si vede affatto? L'unica cosa su cui tutti i testimoni concordano è che l'aereo portasse le insegne della American Airlines, che volasse a pochi metri dal suolo e a velocità elevatissima.

Parla un testimone, che però il film non identifica:

fotogramma da Inganno Globale00:16:06. SOTTOTITOLO: Non c'è il minimo dubbio che sia stato un American Airlines a colpire l'edificio e non c'è il minimo dubbio che chiunque guidasse quell'aereo intendeva colpire il Pentagono.

In originale, il testimone dice "There was no doubt about it, it was American Airlines, slammed right into the building and there was no doubt about it, whoever was piloting that plane was aiming for the Pentagon".

Secondo le mie ricerche, lo spezzone proviene da un CBS News Special Report dell'11/9/2001, che non identifica il testimone. Questa è la trascrizione integrale (non verificata) dello spezzone: [The plane] "clipped this pole over here. Hit this other pole and slammed right into the building. Huge explosion and then utter pandemonium, as you might imagine. I mean, everybody was screaming, 'Oh, my God.' [...] There was no doubt about it, it was American Airlines, slammed right into the building. And there was no doubt about it, whoever was piloting that plane was aiming for the Pentagon".

00:16:16. NARRATORE: Ma riguardo al tipo di aereo si va da chi aveva creduto di vedere un Boeing 757 a chi dice di aver visto un aereo molto più piccolo, da 10-12 posti al massimo, molto più simile nelle dimensioni a un caccia militare.

E' curioso che il film citi proprio una testimonianza che non specifica le dimensioni dell'aereo, quando ce ne sono almeno 45 (secondo la raccolta di testimonianze citata sopra) che hanno specificamente dichiarato di aver visto un aereo di grandi dimensioni.

Fra l'altro, anche al World Trade Center alcuni testimoni hanno creduto di vedere aerei piccoli, ma in realtà si trattava di Boeing 767, ancora più grandi del 757 che ha colpito il Pentagono. Il fatto che sia il World Trade Center, sia il Pentagono sono (erano) edifici enormi -- 64 metri di lato il WTC, 280 il Pentagono -- ha probabilmente contribuito a dare la percezione di un velivolo piccolo.

00:16:24. NARRATORE: Queste testimonianze confermerebbero l'impressione avuta dai controllori di volo, che seguivano sugli schermi radar l'acrobatica manovra del pilota.

Una manovra larga 8 km nel punto più stretto non è "acrobatica".

Scelta illogica, manovra impossibile?

Il film ritorna sulla manovra di avvicinamento al Pentagono.

00:16:34. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO - Una scelta illogica, una manovra impossibile

00:16:37. NARRATORE: Una volta allineato con l'edificio, l'aereo aveva davanti a sé lo svincolo autostradale a forma di quadrifoglio, che dista dalla facciata del Pentagono circa 250 metri. Ma invece di puntare comodamente verso la zona centrale dell'edificio il pilota sceglieva a quel punto di abbassarsi pericolosamente a livello del suolo. Copriva così gli ultimi 250 metri a volo radente viaggiando alla massima velocità, e tranciando nel frattempo lungo il percorso svariati pali della luce.

Anche qui l'audio è stranamente disturbato in entrambi i punti nei quali lo speaker dice "250 metri". E' un altro rattoppo fatto in economia da Mazzucco, dopo che ho segnalato il suo errore (guarda caso in senso favorevole all'impossibilità della manovra) nella critica della prima versione di Inganno globale: era infatti indicata una distanza addirittura doppia.

00:17:10. NARRATORE: Oltre che assolutamente illogica, questa manovra è stata giudicata praticamente impossibile da piloti di linea ben più esperti di Hani Hanjour, che come abbiamo visto non aveva mai guidato prima un jet nella sua vita.

Il parere dei piloti interpellati dalla RAI

Inganno globale mostra uno spezzone tratto da uno speciale del TG1, condotto da Roberto Olla, nel quale vengono interpellati il comandante Giancarlo Tedeschi (pilota della Blue Panorama), Claudio Garavotti (comandante, pilota Alitalia), il generale Marco Arpino, l'esperto di balistica Enrico Manieri e Francesco Persi (controllore di volo per il centro radar di Ciampino).

00:17:19. Sottotitolo: "P come Pentagono M come mistero" RAI1 - 19.02.06
OLLA: Quest'aereo arriva alla velocità di 530 miglia all'ora. Come si fa a pilotare un aereo a 530 miglia all'ora a rasoterra? E' possibile?
TEDESCHI: Come diceva il collega, è estremamente difficile e complesso, anche perché un piccolissimo intervento sul piano verticale fa salire o scendere l'aeroplano, per cui anche un pilota abbastanza allenato ha... avrebbe delle grosse difficoltà...
OLLA: Se lei dovesse simulare il volo di uno che vuol colpire il Pentagono, la mossa quale sarebbe?
TEDESCHI: Esatto. Se volessi essere sicuro, lo colpirei sicuramente da questa parte qui... [indica una traiettoria in picchiata dall'alto sul Pentagono]
OLLA: Cioè per essere sicuro arriverebbe dall'alto così.
TEDESCHI: ... arrivando qui, perché o si colpiscono questi edifici [indica gli anelli interni del Pentagono sul lato colpito], diciamo i primi che vengono, o si colpiscono gli edifici che sono subito dopo [indica gli anelli interni della zona opposta a quella colpita] e quindi si crea comunque un elevato danno.

00:18:09. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO -- Vortici e turbolenze

OLLA: Se lei dovesse pilotare un aereo -- passo l'aereo a lei [a Galavotti] -- rasoterra, come invece è arrivato questo aereo a 800 e passa chilometri all'ora, di fronte a quali difficoltà si troverebbe? Qui c'è una strada, glielo ricordo.
GALAVOTTI: Beh, la prima difficoltà sarebbe quella di volare attaccato a terra, lo so per esperienza diretta, avendo fatto volo militare a bassa quota, quindi si deve vincere la reazione istintiva di alzarsi, primo; secondo...
OLLA: Perché il terreno corre via... a una velocità...
GALAVOTTI: ...certo, corre a una velocità incredibile, quindi la reazione è quella di alzarsi; secondo, ci sono tutta una serie di turbolenze che fanno sì che sia molto difficile stare veramente appiccicati per terra. Credo che chi ha fatto questa attività possa capire cosa vuol dire stare a 10 metri da terra, 5 metri da terra con un aeroplano che pesa 110-120 tonnellate lanciato a 900 chilometri all'ora. Basta toccare la cloche e schizza via, ma schizza facendo variazioni di 100 metri, non di 10 metri...
OLLA: Ah, di cento metri...
GALAVOTTI: Esatto.
OLLA: Quindi finirebbe addirittura fuori... [Olla indica lo spazio aereo sopra e ai lati del Pentagono]

Nela Sagadevan sfida qualunque pilota al mondo a fare la stessa manovra (00:19:09)

Inganno globale presenta l'audio di una dichiarazione di una persona che viene qualificata come ingegnere aeronautico e pilota.

00:19:09. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO -- Nela Sagadevan "Sfido qualunque pilota al mondo"

00:19:12. Titolo: Nela Sagadevan intervistato alla radio da Greg Szymansky.
In sottofondo si sente l'audio dell'intervista, tradotto dai sottotitoli:
SZYMANSKY: Siamo di nuovo con Nela Sagadevan, per la prossima mezz'ora. Nela è un ingegnere aeronautico, un pilota ed è specializzato in aerodinamica. Nela, stava parlando di una cosa molto importante. Hai accennato a questo cuscino d'aria, che non permette a un aereo di atterrare quando vola a 6 metri da terra, a 750 chilometri all'ora ...
SAGADEVAN: Si chiama "effetto suolo", ed è maggiore negli aerei che hanno un basso carico alare, cioè i grossi aerei con ali grandi. Gli aerei con forte carico alare invece, come ad esempio i caccia, possono volare ad altissima velocità rasoterra, perché sono progettati per farlo. Ma con aerei come il Boeing 757 non puoi farlo. Sfido qualunque pilota al mondo, dategli un 757 e ditegli di portarlo a 750 Km. all'ora per 600 metri stando a 6 metri dal suolo. Non può farlo, è aerodinamicamente impossibile.

Nell'audio originale, Sagadevan dice che l'aereo avrebbe coperto rasoterra "half a mile", mezzo miglio, ossia addirittura 800 metri, non 600 come traduce Mazzucco (un miglio misura 1609 metri; anche ipotizzando l'uso del miglio nautico di 1852 metri, mezzo miglio sarebbero 926 metri, non 600). L'errore di conversione è un altro esempio della superficialità e poca attenzione con la quale è stato preparato il film.

Inoltre abbiamo già visto (e in questa versione corretti di Inganno Globale lo dichiara anche Mazzucco) che i metri sono in realtà 250: non 600, non 800, né tanto meno 926. Mazzucco, insomma, cita fonti favorevoli alle ipotesi di complotto (come Sagadevan) senza verificare se quanto affermano queste fonti corrisponde alla realtà.

Inoltre Sagadevan viene presentato come una fonte autorevole da Mazzucco. Tuttavia esiste qualche dubbio sulle sue credenziali. In altri articoli, infatti, Sagadevan è indicato come "un ingegnere aeronautico ed un pilota qualificato di aeromobili" (l'articolo originale inglese è qui, dove Sagadevan è definito "an aeronautical engineer and a qualified pilot of heavy aircraft"). Ma il suo nome non compare nel database degli abilitati al volo USA. Non è noto, inoltre, per quali aerei abbia conseguito il brevetto che asserisce di avere ("heavy aircraft", ossia "aerei pesanti", è un termine generico). Il 28/6/2006 l'ho contattato via e-mail per saperne di più. Non ha mai risposto.

Voli radenti impossibili con aerei di linea?

Sempre a proposito dell'asserita impossibilità del volo radente con un aereo di linea, su Airliners.net c'è un'intera collezione di "low pass" (passaggi radenti) effettuati da aerei di linea durante esibizioni. Ne vedete un paio di esempi qui sotto (cliccate sulle foto per vedere l'originale ad alta risoluzione). Non si tratta di fotomontaggi.

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Chiarisco, per scrupolo, che i jet mostrati qui sopra non stanno atterrando o decollando, ma sono in volo radente, col carrello retratto, e che non si tratta di Boeing 757 ma di altri aerei di linea paragonabili (Boeing 737, Boeing 727, Fokker 100, MD83/DC9).

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Per coloro che obiettano che questi non sono Boeing 757 e quindi magari hanno prestazioni differenti che consentono loro questi voli a bassissima quota, mentre un 757 non è in grado di farli, guardate questo video di un Boeing 757 in volo piuttosto radente e per una distanza notevolmente superiore a 250 metri.

Certo le velocità di questi voli radenti sono minori di quella indicata per l'impatto al Pentagono (circa 740 km/h, secondo l'articolo della CBS citato prima, o 850 km/h secondo il rapporto NIST), ma le immagini mostrano comunque che non ci sono gli asseriti problemi di effetto suolo durante il volo a bassissima quota su distanze paragonabili ai 250 metri da coprire al Pentagono. C'è anche da considerare che in tutte le foto e nel video mostrati qui sopra, i piloti vogliono portare a casa la pelle (e l'aereo), mentre i dirottatori non avevano certo questa remora.

Inoltre su Aerospaceweb.org c'è un articolo molto tecnico, Pentagon & Boeing 757 Ground Effect, scritto dall'ingegnere aerospaziale Jeffrey A. Scott (le sue credenziali sono qui), che afferma che questo "effetto suolo" diminuisce all'aumentare della velocità ("this effect actually decreases with speed") e che i sistemi di controllo computerizzato degli aerei di linea moderni sono progettati per gestirlo automaticamente ("Most FBW control systems are designed to automatically account for ground effect").

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volo radentissimo di un 737

L'articolo contiene anche la testimonianza di uno dei progettisti del software di controllo degli aerei Boeing, che dichiara che il software è perfettamente in grado di gestire l'effetto suolo, e di alcuni piloti commerciali che hanno tentato di ripetere la traiettoria di Hanjour in un simulatore. A parte l'allarme del simulatore che li avvisava costantemente della quota troppo bassa, non hanno avuto problemi significativi:

"Il sistema di controllo del volo utilizzato su un 757 è certamente in grado di superare qualsiasi effetto suolo... Quel software è concepito per essere usato durante gli atterraggi a bassa velocità. Uno scatto ad alta velocità e a bassa quota come ha fatto [il volo 77] al Pentagono decisamente non è una procedura consigliata... e non credo che sia una cosa specificamente inclusa dai progettisti nel software di qualsiasi aereo commerciale che mi venga in mente. Ma il codice di volo è concepito per essere robusto e per mantenere l'aereo il più sicuro possibile anche in condizioni impreviste come quelle. Sono sicuro che il software sarebbe in grado di gestire quel tipo di schema di volo, se il pilota avesse almeno un addestramento al volo di base e non eccedesse nel compensare".

Brian [il progettista del software] si è anche consultato con un paio di piloti commerciali di linea che hanno deciso di provare quest'avvicinamento in un simulatore di volo. Anche se i piloti non erano sicuri che il simulatore modellizzasse scenari di questo genere con precisione totale, non hanno segnalato difficoltà significative nel far volare un 757 a una quota di qualche metro a velocità fra 565 e 885 km/h su terreno pianeggiante. L'unico problema che hanno incontrato è stato l'allarme continuo del simulatore che li avvisava che stavano volando troppo veloce e troppo basso. Questi allarmi erano previsti, dato che il fabbricante non consiglia, e le norme FAA vietano, di pilotare un aereo commerciale nel modo nel quale fu pilotato il Volo 77.

Queste restrizioni non significano che è impossibile che un aereo voli in quelle condizioni, ma che è estremamente pericoloso farlo, e la sicurezza evidentemente non era una preoccupazione dei terroristi l'11 settembre. Un aereo che vola a quelle velocità elevate, a bassa quota, probabilmente subirebbe vibrazioni a causa dei carichi gravanti su di esso, ma gli aerei commerciali sono progettati con un margine di sicurezza almeno del 50% per sopravvivere a condizioni estreme di questo genere.


[“The flight control system used on a 757 can certainly overcome any ground effect. ... That piece of software is intended to be used during low speed landings. A high speed dash at low altitude like [Flight 77] made at the Pentagon is definitely not recommended procedure ... and I don’t think it’s something anyone specifically designs into the software for any commercial aircraft I can think of. But the flight code is designed to be robust and keep the plane as safe as possible even in unexpected conditions like that. I’m sure the software could handle that kind of flight pattern so long as the pilot had at least basic flight training skills and didn’t overcompensate too much.”

Brian also consulted with a pair of commercial airline pilots who decided to try this kind of approach in a flight training simulator. Although the pilots were not sure the simulator models such scenarios with complete accuracy, they reported no significant difficulties in flying a 757 within an altitude of tens of feet at speeds between 350 and 550 mph (565 to 885 km/h) across smooth terrain. The only issue they encountered was constant warnings from the simulator about flying too fast and too low. These warnings were expected since the manufacturer does not recommend and FAA regulations prohibit flying a commercial aircraft the way Flight 77 was flown.

These restrictions do not mean it is impossible for a plane to fly at those conditions but that it is extremely hazardous to do so, and safety was obviously not a concern to the terrorists on September 11. An aircraft flying at those high speeds at low altitude would also likely experience shaking due to the loads acting on it, but commercial aircraft are designed with at least a 50% safety margin to survive such extremes."]

Fonte: Pentagon & Boeing 757 Ground Effect, di Jeffrey A. Scott.

Sagadevan parla di Hanjour

L'intervista a Sagadevan prosegue.

00:20:13. Sottotitoli:
SAGADEVAN: Io avrei da dire una cosa su Hani Hanjour. Ho parlato con due dei suoi istruttori di volo. Costui non era in grado di fare un "solitario" su un Cessna 150, che è un piccolo monomotore a due posti. Per "solitario" si intende la prima volta che il pilota vola senza nessun altro in cabina con te [sic; è un errore di Mazzucco, perché l'audio originale dice "with him", ossia "con sé"]. E' il più semplice e fondamentale esercizio di volo che uno possa fare. Sei seduto dentro l'aereo, dai il gas, decolli, fai un paio di virate di 90 gradi, vai a un'altitudine massima di 6-700 metri, torni indietro e atterri.
SZYMANSKY: Mi stai dicendo che il presunto dirottatore, Hani Hanjour, non era in grado di portare da solo un "150"
SAGADEVAN: No, no [sic] era in grado. Anzi, uno dei suoi istruttori mi ha detto letteralmente: quello era incapace di volare del tutto.

Il film evita di precisare che un Boeing 757 è altamente automatizzato e ha un computer che assiste il pilota in ogni manovra, per cui il pilota muove i comandi e il computer determina la configurazione aerodinamica adatta per eseguirli. Inoltre un Boeing 757 ha un pilota automatico, grazie al quale il pilota può impostare la rotta e lasciare che sia l'aereo a seguirla automaticamente, virando secondo necessità. Un Cessna non ha nulla di tutto questo.

In questo senso, pilotare un Cessna è più difficile che pilotare un aereo di linea, così come guidare una vecchia Cinquecento (senza ABS e senza marce sincronizzate) è più difficile che guidare una Volvo col cambio automatico e l'ABS. I piloti di linea devono però saper effettuare manovre morbide, gestire le emergenze e i rapporti con il controllo del traffico aereo, cose assolutamente non facili, ma questi aspetti erano irrilevanti per i dirottatori.

Inoltre per il volo in solitario è ovviamente richiesta la capacità di eseguire il decollo e l'atterraggio; ma nessuno dei dirottatori ha fatto queste manovre durante gli attacchi.

L'impatto contro il Pentagono: il generatore e le bobine di cavo

Finisce la citazione dall'intervista e riprende la voce fuori campo dello speaker.

00:21:04. NARRATORE: Invece l'aereo prosegue, a detta di tutti i testimoni, senza un solo sbandamento, dritto verso il proprio obiettivo.

00:21:12. NARRATORE: Prima di schiantarsi, colpisce con l'ala destra un grosso camion generatore che stava parcheggiato davanti all'edificio, mentre con l'ala sinistra sorvola dei grossi rulli di cavo elettrico senza farli cadere. Il camion generatore prende immediatamente fuoco e continuerà a bruciare per molto tempo.

00:21:31. NARRATORE: Questa immagine è presa praticamente dalla stessa direzione da cui arrivava l'aereo. A destra si vede il camion colpito. A sinistra i rulli di cavo elettrico, che invece non sono stati toccati dall'aereo. Di fronte a noi la zona dell'impatto.

Come fa Mazzucco a sapere che non sono stati toccati? A quanto mi risulta, non ci sono fotografie di questi rulli (o meglio bobine) scattate prima dell'impatto. Potrebbero essere stati trascinati da chissà dove, e a giudicare dalle loro condizioni, sono stati toccati eccome: come si vede qui sotto in un dettaglio tratto da una foto di Geoff Metcalf, una bobina (quella a sinistra) è certamente deformata e coricata, mentre due (quella in centro e quella a destra) sono inclinate, come se qualcosa di possente le avesse colpite o schiacciate, facendole penetrare nel terreno.

immagine delle bobine piegate davanto al Pentagono

Qui sotto si vede sullo sfondo, a destra dietro gli operai, una bobina vistosamente deformata.

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Qui sotto si vedono due bobine: una coricata e piegata (cerchiata in rosso, forse la stessa mostrata qui sopra) e una alla quale manca una porzione del bordo destro (cerchiata in giallo). Hanno l'aria di essere state toccate piuttosto energicamente da qualcosa.

immagine

Ma dov'è finito l'aereo?

00:21:48. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO - MA dove è finito l'aereo?

00:21:52. NARRATORE: Questa è l'immagine del Pentagono colpito che tutti ricordiamo. La spaccatura centrale è di circa 20 metri, mentre l'apertura alare di un Boeing 757 è di circa il doppio. Già così è quindi difficile immaginare come l'aereo possa essere scomparso tutto sotto quelle macerie.

Qui sotto vedete il fotogramma che accompagna la frase:

immagine

L'immagine è fuorviante, perché fa pensare che il danno sia limitato soltanto alla larghezza indicata.

In realtà il danno prodotto dall'impatto dell'aereo si estende infatti molto di più lateralmente, al piano terra, come si nota se si guarda con attenzione il fotogramma proposto nel film oppure le foto mostrate qui sotto.

Per esempio, a sinistra della zona crollata sono addirittura divelte tre colonne (sostituite da supporti di fortuna), e il rivestimento della facciata (non intonaco, ma lastre di pietra) è completamente asportato al piano terra, mentre a destra il muro è sfondato sia al piano terra, sia al primo piano.

immagine del Pentagono

Ecco qui sotto un ingrandimento della zona a sinistra della porzione crollata: si notano le tre colonne sostituite da supporti provvisori e la facciata del primo piano privata del proprio rivestimento in pietra.

ingrandimento facciata

Qui sotto viene mostrato un ingrandimento della zona a destra della porzione crollata:

ingrandimento facciata

La breccia, insomma, è larga e bassa, proprio come la sagoma delle ali di un aereo di linea.

Poiché conosciamo dal Pentagon Building Performance Report la larghezza dei vani delle finestre (5 piedi, pari a 1,52 metri), possiamo estrapolare dalle fotografie le dimensioni della zona presentante danni da impatto e della fetta crollata: nel punto indicato da Mazzucco, la fetta crollata misura circa 21,6 metri, mentre i danni si estendono complessivamente per una larghezza di circa 54 metri. L'apertura alare di un Boeing 757 è 38 metri: la maggiore larghezza della breccia rispetto alle ali di un Boeing 757 si spiega con il fatto che l'impatto è avvenuto di sbieco (da destra in queste foto).

L'estensione della zona d'impatto è mostrata chiaramente nel fotomontaggio qui sotto, che assembla porzioni di varie immagini in modo da eliminare buona parte del fumo. Mettendo il cursore del mouse sopra l'immagine viene evidenziata la porzione centrale della zona d'impatto, quella con i maggiori danni da sfondamento. Sempre per estrapolazione fotografica, la larghezza della zona interessata da sfondamento vero e proprio è di 35 metri.

schema area colpita

La sagoma d'impatto e le sue dimensioni, insomma, sembrano decisamente compatibili con quelle di un Boeing 757.

00:22:05. NARRATORE: Ma l'immagine che si è presentata ai soccorritori subito dopo l'impatto* era questa.

immagineL'immagine mostrata a questo punto dal film (la vedete qui accanto) è una foto archiviata da Geoff Metcalf, il cui originale è qui.

(*) La foto non può essere stata scattata subito dopo l'impatto, perché i pompieri sono già arrivati e hanno già avuto il tempo di irrorare di schiuma l'intera facciata colpita.

E curioso che Mazzucco scelga proprio quest'immagine, nella quale le volute di fumo nascondono i dettagli e (provvidenzialmente) la larghezza della breccia. Eppure vi sono molte altre foto, facilmente reperibili su Internet, che mostrano la breccia ben prima dell'arrivo dei soccorsi, e senza confusorie cortine di fumo.

L'autore di Inganno Globale avrebbe potuto scegliere, per esempio, questa foto di Daryl Donley, che mostra la porzione centrale della breccia prima che arrivino i pompieri. Qui la mostro in versione leggermente schiarita. Si tratta di un'immagine scattata con un teleobiettivo, per cui la prospettiva è compressa: il muretto e le bobine in realtà non sono a ridosso della breccia.

immagine

Mazzucco avrebbe potuto anche scegliere questa foto tratta dall'archivio di Geoff Metcalf: anch'essa mostra la larghezza della breccia, tutta in fiamme, prima che arrivino i soccorsi. Invece ne ha scelta una che nasconde in gran parte la breccia.

immagine

00:22:21. NARRATORE: La parete è ancora tutta in piedi...

Il testo contraddice l'immagine, che infatti mostra uno sfondamento delle pareti lungo una vasta fascia del piano terra (come del resto già visto chiaramente nelle foto precedenti). Qui inizia una serie di forzature verbali: l'immagine mostra una cosa, ma il testo ne dice un'altra.

00:23:03. NARRATORE: ... e presenta un solo foro di entrata di tre-quattro metri al massimo.

Il testo contraddice di nuovo le immagini, che mostrano che oltre al foro centrale più alto c'è uno sfondamento che corre lungo il piano terra e che, come abbiamo visto, misura trentacinque metri. A questo punto il film sta negando disinvoltamente l'evidenza.

Inoltre quel "tre-quattro metri al massimo" indica che Mazzucco non ha fatto alcuna ricerca per determinare le esatte misure della breccia (facili da determinare con un esame delle fotografie e usando le dimensioni note del Pentagono, come ho fatto io sopra).

In una versione precedente di questo film, che ho in archivio ed è stata mostrata per esempio a Omnibus (La7), Mazzucco parlava di tre metri: "non certo in questo buco di tre metri" (8:07:09). Man mano che passa il tempo, il foro si allarga, secondo i complottisti?

Osservando le fotografie, si nota che il foro interessa due finestre adiacenti e lo spazio che le separa. Vista la regolarità della disposizione delle finestre del Pentagono, è sufficiente prendere le finestre dei piani superiori situate al di sopra del foro e misurare, usando sempre come riferimento la larghezza dei vani delle finestre, ossia 1,52 metri. Il risultato è 4,6 metri. Non "tre-quattro metri al massimo".

La questione è molto importante, visto che la fusoliera di un Boeing 757 ha un diametro di 3,8 metri, come indicato nella documentazione Boeing fornita nell'indice di questa sezione del sito. In altre parole, il cosiddetto "foro centrale" sarebbe stato largo più che a sufficienza per far passare la fusoliera. Dico "sarebbe" perché secondo le testimonianze e i rilievi effettuati sul posto, non è affatto detto che sia stata soltanto la fusoliera a produrre la porzione superiore del "foro centrale": è possibile che la fusoliera abbia impattato al piano terra, non al secondo piano, e che quindi la porzione superiore del "foro centrale" sia stata prodotta dal passaggio dell'impennaggio verticale e della porzione superiore della fusoliera.

00:22:33. NARRATORE: Al piano terra, le colonne portanti sono rimaste in piedi. Le macerie sono quasi tutte riversate all'esterno. Molte delle finestre hanno addirittura i vetri ancora intatti.

immagineLa frase contraddice quanto mostrato dal film stesso, come si nota nel fotogramma qui accanto, tratto dal film: le colonne non sono rimaste in piedi, ma sono fortemente piegate e addirittura divelte alla base, in direzione del centro della breccia, e in alcuni casi (al centro e all'estrema sinistra) sono del tutto assenti.

Inoltre nell'immagine mostrata non si vedono macerie, né si vedono in altre immagini, né si sa quante macerie si siano riversate all'interno, per cui non è chiaro su quali basi il film affermi che le macerie sono riversate quasi tutte all'esterno. La frase è del tutto arbitraria.

Per quanto riguarda le finestre intatte, non sono vetri normali, ma vetri antiscoppio (non semplicemente antiproiettile: a prova di bomba, in inglese "blast-resistant") da 720 kg l'uno, spessi cinque centimetri, infissi in un telaio d'acciaio, per un peso complessivo di circa 1200 kg (fonte). Fanno parte dei lavori di ristrutturazione del Pentagono avviati dopo l'attentato al Murrah Building in Oklahoma del 1995.

00:22:55. NARRATORE: Questa fotografia è stata scattata da un tenente dei Marines, Jason Ingersoll, pochi minuti dopo l'impatto dell'aereo, e mezz'ora prima che la facciata crollasse nell'immagine che tutti ricordiamo.

00:23:07. NARRATORE: L'aereo, quindi, non è finito sotto le macerie come molti hanno creduto di fronte a quest'immagine che ha fatto il giro del mondo.

Questa è una conclusione arbitraria, contraddetta dalle immagini presentate dal film stesso. Immagini che mostrano uno squarcio pienamente compatibile con l'impatto di un Boeing 757 che è in buona parte penetrato nell'edificio e quindi, appunto, è finito sotto le macerie della porzione di Pentagono successivamente crollata. Vedremo più avanti anche i suoi rottami all'interno e all'estero del Pentagono.

00:23:15. NARRATORE: Ma allora, dov'è finito? Poco dopo l'impatto, il prato appare intonso. Non si vede il minimo segno di una strisciata, né tanto meno quello di una buca, e non c'è in giro un solo rottame di una certa consistenza che possa essersi staccato dall'aereo al momento dell'impatto. Non un'ala, un motore, un sedile, un pezzo di fusoliera, una valigia, un timone di coda. Niente. Assolutamente niente di quello che siamo abituati a vedere normalmente quando cade un aereo di quelle dimensioni.

frammenti durante impattoIl "prato intonso" dipende puramente dalla scelta artificiosa delle fotografie usate per mostrarlo. Come del resto mostra il film stesso, l'eliporto è costellato di frammenti.

Uno dei filmati delle telecamere di sorveglianza del parcheggio del Pentagono, che hanno ripreso l'impatto, mostra chiaramente almeno due frammenti di dimensioni non trascurabili proiettati in aria, forse verso l'interno dell'edificio.

Cosa ancora più importante, ci sono decine di foto di rottami sul prato ci sono eccome, e a decine, ma Inganno globale sceglie di farne vedere solo un paio delle peggiori, alla faccia della "ricerca della verità".

Giusto per fare qualche esempio, c'è questa foto, di Mark Faram, che non solo mostra un grosso frammento in primo piano, ma ne mostra molti altri sparsi sul prato e sull'asfalto dell'eliporto antistante il Pentagono (cliccate sulla foto per vedere la versione originale ad alta risoluzione):

foto di rottame fatta da Mark Faram

Ecco qualche altra foto di rottami (potete cliccarvi sopra per vedere gli originali ad alta risoluzione):

rottame di aereo

rottame di aereo

rottame di aereo

rottame di aereo

rottame di aereo

Certo non vi sono pezzi grandi, per esempio tronconi di fusoliera o di ali. Ma lo stesso vale per gli impatti al World Trade Center: eppure il film non dubita degli aerei lanciati contro le torri gemelle.

Quanti frammenti sono stati trovati al WTC? Pochissimi. E anche al WTC non ci sono pezzi di ali, motori, sedili davanti al punto d'impatto (carrelli e motori sono stati trovati dall'altra parte del punto d'impatto, avendo trapassato il WTC). Addirittura ci sono più foto di frammenti d'aereo al Pentagono che al World Trade Center.

Inoltre il confronto con altri impatti d'aereo è fuorviante, perché questo è un impatto contro un edificio (una struttura cava, che può essere sfondata e nel quale l'aereo può penetrare), non contro il suolo o contro una montagna (struttura non cava, sulla quale i frammenti possono soltanto spandersi in superficie).

Inganno Globale cita di nuovo lo speciale del TG1.

00:24:00. Parla Galavotti: ... è strana la cosa da dire perchè il Pentagono è molto grande e quindi il fatto di arrivare su un punto preciso e non avere nessun segno sul terreno prima dell'impatto è veramente una cosa fortunosa, nel senso che l'unico modo per impattare sul Pentagono e non avere tracce sul terreno significa arrivare a questa distanza e poi per un qualunque motivo cominciare a cabrare ...

00:24:23. NARRATORE: Ma la cosa è assolutamente impossibile, poiché il Pentagono si trova più in basso del quadrifoglio di almeno dieci-quindici metri.

La frase è ingannevole. Diamo per buono questo ipotetico dislivello (anche se vi sono immagini che, a differenza di quelle mostrate dal film, sembrano indicare l'assenza o modesta entità di questo dislivello). Questo non significa che la manovra è impossibile, ma semplicemente che è leggermente più inclinata. Si tratta di dieci-quindici metri di dislivello su una distanza di non più di 250 metri (come calcolato nella prima parte di quest'analisi).

00:24:30. NARRATORE: Questo è un vecchio filmato degli anni '60, ripreso proprio davanti alla facciata del Pentagono che è stata distrutta l'11 di settembre. Alle spalle di queste persone si vede chiaramente il dislivello fra il prato e la collina antistante. L'aereo, quindi, avrebbe dovuto avere per forza una certa inclinazione verso il basso, scavando la classica buca nel punto di impatto, che invece non c'è.

disegnino inclinazione secondo MazzuccoA questo punto il film presenza un'immagine assolutamente ingannevole per indicare l'entità dell'inclinazione necessaria dell'aereo: la vedete qui accanto.

E' assolutamente ingannevole perché un'inclinazione così vistosa non è affatto necessaria per superare il dislivello. Lo afferma persino un ricercatore favorevole ad alcune teorie di complotto (non quelle descritte da Inganno Globale, ma di altre) come Pier Paolo Murru, che ha realizzato un dettagliatissimo modello della zona del Pentagono, rispettando l'altimetria del terreno. Murru ha pubblicato un documento dal quale traggo l'immagine mostrata qui sotto, che rivela la vera, ridottissima pendenza della traiettoria.

grafica inclinazione reale

Chiaramente non ha nulla a che vedere con il disegno proposto dal film, e quindi non c'è alcuna ragione perché il Boeing 757 scavi la "classica buca".

00:25:01. Ma come può un Boeing di quelle dimensioni aver sorvolato il camion e i rulli elettrici senza fare nessuna buca per terra per poi scomparire praticamente nel nulla?

Il camion non è stato "sorvolato": è stato colpito. E Mazzucco non spiega come fa ad essere così certo che i rulli non siano stati toccati. Visti i loro danni, documentati prima, è perlomeno lecito dubitare che non siano stati affatto sorvolati senza essere sfiorati.

00:25:14. NARRATORE: Sulla facciata non si vedono i segni delle ali, né quelli dei motori...

immagine falsa della sagoma del 757 secondo i complottistiQuesta è, secondo Mazzucco, la sagoma di un Boeing 757 in scala rispetto al Pentagono.

immagineMa costruendo (alla buona, ma rigorosamente in scala) un modello del Pentagono e di un 757 con Google SketchUp partendo dai disegni tecnici della Boeing, si scopre che la sagoma di un Boeing 757 è, rispetto al Pentagono, ben diversa da quella mostrata fantasiosamente dal film e perfettamente compatibile con le dimensioni della porzione danneggiata della facciata.

Inganno Globale commette anche altri errori grossolani in questo punto; errori che, guarda caso, sono sempre a favore del mistero e dell'ipotesi di complotto. La sagoma delle ali e dei motori nel fotogramma di Inganno globale è tracciata intenzionalmente troppo in alto, dove non ci sono danni e dove nessuno afferma si sia schiantato un aereo, invece di essere tracciata dove i danni ci sono e vedere se per caso corrisponde.

Anche la forma delle superfici di coda mostrata dal film è completamente errata: è disegnata come se le superfici orizzontali sporgessero dalla deriva, come in un vecchio Caravelle, mentre in realtà si trovano ben più in basso e sporgono dalla fusoliera, come si vede dal disegno Boeing mostrato qui sotto.

immagineInoltre la sagoma è esageratamente spessa e sballata: il vero profilo alare di un 757 è molto più sottile ed è a V, come mostrato da questo disegno tecnico prodotto dalla Boeing (la fonte è indicata nell'indice della sezione 11 settembre).

00:25:20. NARRATORE: ...o del timone di coda, che è una lama spessa mezzo metro e alta quasi quanto l'edificio stesso.

Questa è una delle castronerie più spettacolari del film, che dimostra di non avere alcun senso delle dimensioni delle cose di cui sta parlando. Il timone di coda di un 757 non è alto come l'edificio, ma neppure lontanamente. Il Pentagono è alto circa 24 metri; il timone di coda di un Boeing 757 è alto sette metri (fonte: disegni tecnici Boeing). C'è una bella differenza.

Sgabelli impossibili?

00:25:31. NARRATORE: Se davvero si fosse trattato di un Boeing 757, con le sue 100 tonnellate di peso, lanciate a oltre 800 chilometri all'ora, come hanno potuto restare in piedi oggetti come questo sgabello, dal quale non è nemmeno caduto il libro che c'era appoggiato sopra?

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E se non si fosse trattato di un Boeing 757, ma di un caccia militare o di un missile, come ipotizzano certi complottisti, come si spiegherebbero questi oggetti misteriosamente intatti?

In realtà non c'è nulla di misterioso: basta conoscere la dinamica degli eventi. Lo sgabello si trova al terzo piano (lo si nota contando i piani del Pentagono, che sono cinque: quattro con finestre e uno senza) e in una parte dell'edificio che è stata esposta dopo il crollo e non è stata colpita dall'impatto, e quindi non ha subito urti.

L'aereo è entrato fra il piano terra e il primo piano e ha tranciato numerose colonne di supporto: la mancanza di sostegno ha successivamente indotto il crollo di una fetta di edificio. L'edificio si è aperto lungo i giunti di espansione, lasciando una sezione abbastanza regolare, come se fosse stato tagliato con un coltello, come si nota chiaramente nelle immagini. E' soltanto a questo punto che lo sgabello ha visto la luce. Tutto qui.

E' un fenomeno che si nota benissimo nei crolli parziali degli edifici dovuti a frane, incidenti o demolizioni: nonostante l'evento sia violento, gli oggetti nelle camere aperte dal crollo hanno un'aria surrealmente intatta. Non c'è nulla di cui stupirsi. Per esempio, la foto qui sotto, tratta da Capitolmuseum.ca.gov (ringrazio verduz per averla trovata), mostra una casa sventrata dal terremoto di San Francisco del 1906: ci sono ancora i mobili intatti e i quadri alle pareti, eppure la casa è stata appena colpita da un terremoto devastante.

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Un altro esempio, assai più recente e vicino, è tratto da un sito dei vigili del fuoco di Milano: guardate la specchiera all'ultimo piano, ancora intatta al proprio posto, nonostante sia crollato tutto intorno.

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L'originale della foto è qui, e lo vedete qui sotto. Ringrazio sabrina per la segnalazione.

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Jim McIntyre (CNN), l'intervista manipolata

00:26:00. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO - Jim McIntyre CNN - Subito dopo l'impatto*

(*) In realtà dev'essere passata almeno mezz'ora dall'impatto, visto che la facciata alle spalle di McIntyre è già crollata.

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00:26:03. I sottotitoli traducono quello che dice il giornalista Jim McIntyre della CNN:
"Da un mio sopralluogo ravvicinato non c'è niente che indichi che un aereo si è abbattuto in un qualunque luogo vicino al Pentagono. L'unica zona interessata è la fiancata dell'edificio colpita, dove appunto gli unici rottami trovati sono piccoli abbastanza da poterli raccogliere con le mani. Non c'è nessun grosso pezzo della coda, della [sic] ali, della fusoliera, niente del genere, dovunque si guardi...".

I complottisti interpretano le sue parole nel senso di una dichiarazione che non ci sono tracce di aereo da nessuna parte e che quindi lì non è caduto alcun aereo: persino la CNN, insomma, non crede alla versione ufficiale.

In realtà, come si può vedere e sentire in una versione più completa del servizio di McIntyre (che si chiama Jamie, non Jim), senza i tagli manipolativi fatti da Mazzucco, McIntyre sta precisando che l'aereo non è caduto vicino al Pentagono, ma ha colpito direttamente la facciata dell'edificio. L'enfasi che pone sulla parola "near" ("vicino") è chiarissima. Le sue parole originali sono queste:

"From my close-up inspection, there's no evidence of a plane having crashed anywhere near the Pentagon. The only site is the actual side of the building that's crashed in, and as I said the only pieces left that you can see are small enough that you could pick up in your hand. There are no large tail sections, wing sections, a fuselage, nothing like that anywhere around."

Perché sta facendo questa strana precisazione? Perché sta rispondendo a una domanda specifica dallo studio, che il film omette, in modo da far assumere alle parole di McIntyre un significato differente. Dagli studi della CNN, infatti, dicono a McIntyre che un testimone oculare ha dichiarato di aver visto l'aereo (identificato già subito come Boeing 757 della American Airlines) colpire il terreno antistante la facciata del Pentagono prima di infilarsi nell'edificio, e chiedono quindi McIntyre se è in grado di confermare questa dinamica. Lui risponde che non conferma: l'aereo non ha impattato vicino al Pentagono, l'ha proprio preso in pieno.

Nella stessa versione non tagliata del servizio di McIntyre, inoltre, si nota che il giornalista parla più che chiaramente di aver visto frammenti d'aereo:

"Ho potuto vedere pezzi dell'aereo che si è schiantato entrando nell'edificio, pezzi molto piccoli dell'aereo sull'eliporto... Il pezzo più grande che ho visto era lungo circa 90 cm, era argenteo ed era stato dipinto di verde e di rosso, ma non sono stato in grado di vedere segni identificativi sull'aereo. Ho anche visto un grosso pezzo di vetro rotto che sembrava essere un finestrino della cabina di pilotaggio o un altro finestrino del velicolo"

["I could see parts of the airplane that crashed into the building, very small pieces of the plane on the heliport...The biggest piece I saw was about three feet long, it was silver and had been painted green and red but I could not see any identifying markings on the plane. I also saw a large piece of shattered glass that appeared to be a cockpit windshield or other window from the plane."]

00:26:27. NARRATORE: C'è chi dice che le pareti del Pentagono erano durissime, talmente dure che l'aereo si sarebbe disintegrato contro la facciata. Ma anche quando gli aerei sbattono contro una montagna, che è molto più dura di qualunque edificio al mondo, i resti si vedono eccome.

Nessuna fonte ufficiale ha mai detto che l'aereo si sarebbe disintegrato contro la durissima facciata del Pentagono (e del resto sarebbe stupido dirlo, vista l'evidenza fotografica delle brecce di penetrazione). Mazzucco sta mettendo in bocca al suo avversario frasi false per poi accusarlo di dire il falso: un espediente retorico classico.

Il paragone con le montagne, poi, è completamente fuorviante. Una montagna è un blocco solido: un aereo non può ovviamente penetrarvi, per cui i suoi resti rimangono inevitabilmente visibili sulla superficie. Un edificio è una struttura cava, per cui l'aereo vi può penetrare, ed infatti così è successo, sia al Pentagono, sia (e su questo neppure i complottisti hanno dubbi) al World Trade Center.

00:26:45. NARRATORE: I motori, poi, sono due proiettili di acciaio di 4 tonnellate l'uno, talmente compatti che non si disintegrano nemmeno cadendo da 10.000 metri di altezza.

pezzo motorePuò anche darsi, e Mazzucco dovrebbe documentare casi nei quali si è verificato quello che dice, ma sia al Pentagono, sia al World Trade Center, i motori non sono caduti: sono passati ad altissima velocità attraverso la struttura di un edificio. C'è una certa differenza. Infatti anche al WTC i motori non sono stati ritrovati interi come nelle foto mostrate dal film, ma in frammenti di dimensioni modeste, come quello mostrato qui accanto.

Inganno Globale cita di nuovo lo speciale del TG1.

00:26:57. OLLA: ... ma quali sono le parti che non vengono distrutte, che non si squagliano per il calore? Comandante Tedeschi.
TEDESCHI: Sì, pezzi del carrello e il cuore dei due motori, che è molto più compatto della parte esterna dei motori, ovviamente, è fatta in materiali che devono resistere alla temperatura -- 2000-2500 gradi -- per cui già anche il materiale stesso della parte delle turbine è un materiale che è adatto a resistere e quindi i due mo... la parte centrale dei due motori è sicuramente sopravvissuta all'impatto.

00:27:30. NARRATORE: Ma dove sono finiti i due motori, visto che sul prato non ci sono e sulla parete c'è un foro soltanto?

Certo: un foro soltanto, largo trentacinque metri. Ci potrebbe forse passare un motore?

La ricostruzione della Purdue University

00:27:42. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO - La versione ufficiale - Ricostruzione al computer della Purdue University

00:27:44. NARRATORE: La versione ufficiale, illustrata da questo filmato, vuole invece che l'aereo sia scomparso per intero all'interno dell'edificio. Si dimentica, però, curiosamente proprio dei motori, che di colpo svaniscono nel nulla, mentre il Boeing diventa improvvisamente piccolo come un vagone della metropolitana.

Siccome Mazzucco non si documenta, tutto gli sembra terribilmente misterioso. In realtà, come si può leggere nel sito della Purdue, i motori non sono stati affatto "dimenticati". Lo scopo della simulazione della Purdue era determinare il comportamento della massa di carburante dell'aereo, che pur essendo liquida ha comunque una forza d'urto superiore (in virtù del suo peso) a quella della struttura dell'aereo, relativamente fragile, e in quest'analisi i motori non erano pertinenti:

"Lo strumento software è insolito, perché utilizza i principi della fisica per simulare il modo in cui l'enorme massa di carburante e di carico di un aereo colpisce un edificio. La struttura dell'aereo ha provocato danni relativamente modesti... Il modello indica che gli effetti più critici sono stati prodotti dalla massa in movimento ad alta velocità. 'A quella velocità, l'aereo in sé è come la pelle di una salsiccia' ha dichiarazo Sozen. 'Non ha molta resistenza e praticamente si sbriciola all'impatto... Ci siamo concentrati sulla modellizzazione dell'effetto dell'impatto del carburante liquido contenuto nei serbatoi dell'aereo -- la quantità di energia trasferita al sistema portante strutturale dell'edificio"

("The software tool is unusual because it uses principles of physics to simulate how a plane's huge mass of fuel and cargo impacts a building. The plane's structure caused relatively little damage... The model indicates the most critical effects were from the mass moving at high velocity. 'At that speed, the plane itself is like a sausage skin,' Sozen said. 'It doesn't have much strength and virtually crumbles on impact.'... Our focus was on modeling the impact effect of the liquid fuel in the tanks of the aircraft – the amount of energy transferred to the building's structural load-carrying system")

Non è chiaro, inoltre, su che basi il film dica che il Boeing diventa improvvisamente "piccolo come un vagone della metropolitana". La fusoliera di un Boeing 757 è larga 3,8 metri. Quanto è largo un vagone della metropolitana?

00:28:07. NARRATORE: Ma le dimensioni reali di un 757 sono queste, e questi sono i suoi motori, non certo questi.

Inganno Globale parla di dimensioni, ma fa vedere un primissimo piano di un 757 senza indicarne affatto le misure, confidando che l'effetto ottico del primissimo piano lo faccia sembrare più grande di quello che è.

Mostra poi un frammento di aereo al Pentagono, dicendo che non corrisponde ai motori di un 757. Giudicate voi stessi:

pezzo motore pezzo motore

00:28:20. NARRATORE: Questo è comunque l'unico foro di entrata che si vede sulla facciata del Pentagono.

Come no. Possiamo senz'altro ignorare la trascurabile breccia di trentacinque metri di larghezza che le sta sotto.

00:28:24. Questo invece è il foro praticato da un missile Cruise nel 1999 sulla facciata della casa del leader jugoslavo Milosevic.

Il confronto è azzeccatissimo: dato che nella foto della casa di Milosevic il Cruise non ha praticato una breccia larga trentacinque metri, il Pentagono non può essere stato colpito da un Cruise, come dicono certi complottisti.

Bobine e fori d'uscita

00:28:36. TITOLO: IL SEGRETO DEL PENTAGONO - Il paradosso impossibile

00:28:38. NARRATORE: In ogni caso resta molto difficile credere che l'aereo sia entrato tutto all'interno dell'edificio, quando la maggioranza delle finestre conserva addirittura i vetri intatti* e i grossi rulli di cavo elettrico che erano già presenti sul prato già prima dell'impatto non sono nemmeno caduti**.

(*) Come già detto, sono vetri antiscoppio. Sono fatti per sopportare le esplosioni.
(**) Come già detto, i rulli (bobine) sono stati spostati, piegati con violenza e inclinati da una forza enorme.

00:28:56. NARRATORE: Se invece l'aereo si è disintegrato contro la facciata, che cosa può aver causato questo foro di uscita, di dimensioni simili a quello di entrata, che sta addirittura all'interno del terzo anello del Pentagono?

foro al PentagonoMazzucco concentra in questa frase ben due errori.

Il primo, come già detto, è che nessuno dice che l'aereo s'è disintegrato contro la facciata, per cui cade la premessa del suo dubbio sulla natura del foro d'uscita.

Il secondo è che il foro d'uscita non è "di dimensioni simili": non misura affatto 35 metri, come si può vedere più che chiaramente da questa foto.

00:29:10. NARRATORE: Fra il foro di entrata e quello di uscita ci sono in mezzo circa un centinaio di colonne di cemento armato. Che cosa può avere la forza di travolgerle tutte restando intatto e conservando fino alla fine la forza sufficiente per fare questo danno?

colonneA parte il fatto che le colonne non sono "circa un centinaio", ma una cinquantina (e si vede a occhio, anche senza contarle, nel fotogramma che Mazzucco stesso mostra nel suo film e che vedete qui accanto), questo commento sulle colonne contraddice quello che il film ha detto prima, ossia che erano ancora in piedi.

Parla il generale in pensione

00:29:30. TITOLO: ALBERT STUBBLEBINE - Generale dell'esercito USA in pensione

Inganno Globale lo presenta come "generale", ma i titoli originali dicono chiaramente "Maj. General", che è "maggior generale". E come dice Wikipedia, un maggior generale "ha un grado immediatamente al di sotto di quello di tenente generale (lieutenant general) e immediatamente al di sopra di quello di brigadier generale (brigadier general). Un maggior generale è chiamato anche 'generale a due stelle' per via del distintivo di grado".

SOTTOTITOLI [mentre si sente la voce del generale]: Tra le varie esperienze che ho fatto nell'esercito, sono stato il responsabile per l'interpretazione delle immagini di segreti tecnici e scientifici durante la Guerra Fredda. Io misuravo le varie parti delle attrezzature sovietiche tramite le fotografie. Era il mio lavoro. Io guardo il buco del Pentagono, poi guardo le dimensioni dell'aereo che avrebbe dovuto colpire il Pentagono. E dico che l'aereo non -- ci -- sta in quel buco. Ma allora, che cosa ha colpito il Pentagono? Che cosa lo ha colpito?

immagine foro secondo MazzuccoIndubbiamente Stubblebine ha ragione, se le foto del buco del Pentagono sono quelle che mostra questo film: guarda caso, foto nelle quali si vede soltanto la porzione superiore centrale della breccia, che per il resto è provvidenzialmente coperta da un getto d'acqua.

Secondo la Wikipedia, Stubblebine è un appassionato di parapsicologia.

Missili e similitudini

I sottotitoli traducono le parole di un testimone oculare dell'impatto al Pentagono.

00:30:21. Sottotitoli: Era come un missile Cruise, con le ali, è andato dritto di là, e ha sbattuto dritto contro il Pentagono. Un'esplosione enorme, una gran palla di fuoco, s'è alzata una colonna di fumo

Le parole originali del testimone, udibili nel sonoro, sono queste:

I mean it was like a... a Cruise missile, with wings. It went right there, and slammed right into the Pentagon. Huge explosion, a great ball of fire, smoke started billowing out...

Inganno Globale ritiene così importante questa testimonianza che la ripete come titolo su sfondo nero:

00:30:33. Titoli: It was like a Cruise missile, with wings. It went right there, and slammed right into the Pentagon" - "Era come un missile Cruise, con le ali. Andava proprio in quella direzione, e si è schiantato dritto nel Pentagono." -- CNN NEWS

La prima frase viene citata come se fosse la prova della presenza di un missile, ma in realtà il testimone oculare sta facendo una similitudine. "Era come un Cruise" non vuol dire "era un Cruise". Essendo una similitudine, non va presa alla lettera, come prova dell'uso di un missile Cruise, così come quando dico che il mio gatto corre come un razzo non vuol dire che gli escono letteralmente le fiamme dal sedere.

Il film si limita a dare la vaghissima fonte "CNN News", ma non dice chi è il testimone. Eppure basta una ricerca in Google con le parole del testimone per scoprire che si tratta di Mike Walter, di USA Today (non CNN News). La ricerca porta alla luce la testimonianza completa di Walter, che Mazzucco ha tagliato per farla sembrare una prova dell'uso di un missile, togliendo una frase che chiarisce non solo che quella del missile è una semplice similitudine, ma che il testimone specifica di aver visto un jet, non un missile, e specificamente un jet della American Airlines:

"Ero seduto nella carreggiata nord sulla 27 e il traffico era, sai com'è, tipico dell'ora di punta: aveva rallentato fino a fermarsi. Ho guardato fuori dal mio finestrino e ho visto questo jet, un jet della American Airlines, che si avvicinava. E ho pensato 'Non ha senso, è veramente basso'. E l'ho visto. Voglio dire, era come un missile Cruise con le ali. E' andato dritto di là e si è schiantato dritto contro il Pentagono. Esplosione enorme, grande palla di fuoco, fumo che iniziava a fuoriuscire formando volute. E poi c'è stato il caos sull'autostrada, mentre la gente cercava di girare intorno al traffico e andar giù, in avanti o all'indietro. Avevamo una signora davanti a noi che stava facendo retromarcia e gridava 'Tutti indietro, indietro, hanno colpito il Pentagono'. Era terrore assoluto".

("I was sitting in the northbound on 27 and the traffic was, you know, typical rush-hour -- it had ground to a standstill. I looked out my window and I saw this plane, this jet, an American Airlines jet, coming. And I thought, 'This doesn't add up, it's really low.' And I saw it. I mean it was like a cruise missile with wings. It went right there and slammed right into the Pentagon. Huge explosion, great ball of fire, smoke started billowing out. And then it was chaos on the highway as people tried to either move around the traffic and go down, either forward or backward. "We had a lady in front of me, who was backing up and screaming, 'Everybody go back, go back, they've hit the Pentagon.' It was just sheer terror.")

[Fonte: CNN]

Indice dell'analisi critica - Indice della sezione 11/9