Il "Boeing fantasma" dell'attacco al Pentagono (terza parte)

Asile.org: "Potete spiegare perché il Segretario alla Difesa ha ritenuto necessario coprire il prato di sabbia e sassi nonostante esso non sia stato danneggiato dall'attentato?"

La domanda sembra suggerire che la copertura sia stata fatta per nascondere qualcosa che avrebbe rivelato la vera natura dell'esplosione e indica il Segretario alla Difesa come origine autorevole dell'ordine. Ma in realtà non risulta affatto che l'ordine sia partito dal Segretario alla Difesa. Se Asile.org ha documentazione in merito, la tiri fuori, altrimenti sta soltanto attribuendo l'ordine al Segretario alla Difesa per farlo sembrare importante e inquietante.

In realtà è assai più probabile che il prato sia stato coperto semplicemente per agevolare il transito dei mezzi pesanti di soccorso e ricostruzione. E' una prassi comune quando occorre far lavorare dei veicoli molto pesanti in zone erbose e cedevoli. Se avete un amico impresario edile o geometra, chiedetegliene conferma.

In ogni caso, la copertura non fu applicata molto rapidamente: di sicuro non c'era ancora il 12 settembre, quando il presidente George W. Bush fece visita alla zona del disastro, come potete notare in questa foto tratta (maluccio, e me ne scuso) dalla rivista Time del 6 settembre 2004. Infatti Bush cammina sull'erba. Evidentemente non c'era molta fretta di "coprire" chissà cosa.

[foto di Bush sul prato davanti al Pentagono]

Bush e Rumsfeld camminano sul prato -- non su "sabbia e sassi" -- del Pentagono, davanti alle macerie, il 12 settembre 2001. Dettaglio di foto pubblicata da Time. Credit: "Brooks Craft-Corbis for Time".

Asile.org: "Riuscite a spiegare cosa sia accaduto alle ali dell'aereo e perché queste non abbiano causato alcun danno?"

La foto che accompagna l'immagine sembra scelta appositamente per non far vedere chiaramente le due grandi zone danneggiate al piano terra, ai lati della porzione crollata, che sono invece chiaramente visibili in altre foto, che suggeriscono inoltre la probabile sorte delle ali.

Questa è la foto mostrata da Asile.org:

foto da Asile.org

Queste, invece, sono foto dei danni prodotti nella zona d'impatto. La prima immagine (qui sotto) mostra che la breccia prodotta dall'impatto si estende verso sinistra, al piano terra, per diversi metri: c'è una zona più vicina al punto d'impatto nella quale le colonne portanti sono state divelte o violentemente piegate, e c'è una zona più a sinistra nella quale si nota che il rivestimento esterno dell'edificio è stato rimosso, scoprendo gli elementi strutturali. Sono danni, insomma, progressivamente meno gravi man mano che ci si allontana dal punto d'impatto. Questo è compatibile con la struttura di un'ala d'aereo, che è più robusta (e quindi maggiormente penetrante) verso la radice e più fragile (meno penetrante) verso l'estremità.

Breccia ala sinistra

La seconda immagine (qui sotto) mostra che la breccia al piano terra si estende anche verso destra rispetto al punto d'impatto centrale (indicato dalla freccia rossa). Anche qui si vedono colonne portanti divelte o piegate e pareti completamente demolite per vari metri. Si nota inoltre che il rivestimento esterno dell'edificio è stato strappato, e in alcuni punti anche sfondato, anche in una fascia del secondo piano.

Breccia ala destra e fusoliera

Lo sfondamento dei muri al secondo piano, a destra del punto d'impatto centrale, è visibile chiaramente in questo dettaglio (qui sotto), che mostra anche delle tacche da impatto disposte secondo una linea retta inclinata. Queste tracce sono compatibili con il bordo d'attacco rettilineo di un'ala d'aereo.

Tracce di impatto a destra del foro

A giudicare da queste foto, le ali si sono probabilmente frammentate all'impatto contro la facciata (tenete presente che erano piene di carburante e che la struttura del Pentagono è assai più resistente di quella del WTC, che ha invece sostanzialmente "inghiottito" le ali). La presenza delle colonne divelte o piegate e degli sfondamenti indica che le ali, pur tranciate dalle colonne, hanno mantenuto una forza d'urto significativa e sono penetrate almeno parzialmente. I danni maggiori alle colonne sono disposti simmetricamente rispetto al punto d'impatto centrale: più gravi verso il centro dell'impatto, più lievi man mano che ci si allontana dal centro.

Asile.org: "Riuscite a spiegare perché il comandante dei pompieri non riesce a dire dove si trovano i resti dell'aereo?"

Bugia. Il comandante dei pompieri non ha alcun problema a dire dove si trovano i resti dell'aereo. Dice infatti (come riportato da Asile.org stesso):

"vi erano alcuni frammenti di aereo visibili dall'interno durante le operazioni di spegnimento dell'incendio di cui parlavo, ma non si trattava di rottami di grosse dimensioni. Non ci sono pezzi di fusoliera o cose simili."

In altre parole, dice che i pezzi dell'aereo ci sono, ma sono tutti molto piccoli, come del resto ci sarebbe da aspettarsi da un impatto violentissimo del genere.

Presso Rense.com ho trovato una cospicua collezione di foto scattate all'interno del Pentagono, che mostrano pneumatici, pezzi di lamiera d'aereo, il fusto di un carrello d'aereo e altre parti meccaniche riconducibili ad un aereo di linea. Potete scaricare una copia di questa collezione che ho convertito in formato PDF da qui (7,4 MB). Sono incluse alcune testimonianze di chi era sul luogo.

Se non vi basta, date un'occhiata alla mia raccolta di foto di frammenti d'aereo trovati al Pentagono.

Asile.org: "Riuscite a trovare il punto d'impatto dell'aereo?"

Sì! La domanda è accompagnata da queste foto:

punto di impatto

Guarda caso, Asile.org ha scelto foto nelle quali il punto d'impatto è coperto dai getti d'acqua dei mezzi di soccorso: sta proprio dietro il pompiere in piedi sulla sinistra, nella foto più piccola. Infatti notate che le finestre sono tutte inclinate più o meno partendo da metà dell'immagine verso sinistra, come se la struttura avesse ceduto in quella zona nella parte bassa dell'edificio. Nonostante la scelta infelice delle foto, la breccia si intuisce lo stesso se si guarda con calma l'immagine. Dopo la sua pubblicazione iniziale, Asile.org ha ammesso che questo è il punto di impatto.

Oltre alle immagini già mostrate delle brecce laterali, esistono altre foto, come quella qui sotto, che mostrano chiaramente la zona d'impatto nei minuti immediatamente successivi all'esplosione, prima del crollo della facciata. La breccia è alta due piani in corrispondenza dell'oggetto a forma di Y rovesciata. Le colonne al piano terra, a sinistra, sono tranciate. Le bobine di cavo sembrano situate a ridosso della zona d'impatto per un effetto di compressione della prospettiva causato dal teleobiettivo usato per scattare la foto; in realtà sono lontane una ventina di metri, secondo altre immagini.

la breccia pochi istanti dopo l'impatto

Nell'immagine qui sotto, tratta da uno dei rapporti ufficiali sull'attentato, il centro della breccia in questa foto è a destra, dove ci sono le tre frecce verticali. Le colonne al piano terra, dietro l'auto bianca in fiamme, sono tranciate.

breccia vista da vicino

La teoria del missile Cruise

Asile.org ha anche una pagina (in francese e in inglese che lancia anche la teoria secondo la quale non si sarebbe trattato di un aereo di linea, ma di un missile Cruise.

La pagina tende a influenzare fortemente il lettore con informazioni presentate in modo ingannevole: si comincia con l'immagine che mette a confronto il Boeing con il Cruise, facendoli sembrare dimensionalmente simili, quando in realtà un Boeing 757 è lungo 47 metri e un Cruise appena 6 metri. Poi viene detto che c'è un testimone che ha visto che l'aereo "sembrava contenere 8-12 persone". Come ha fatto a contarle? Siamo seri. Oltretutto ci sono molti altri testimoni che confermano che si trattava di un aereo di linea ben più grande.

L'altro problema della teoria missilistica è che intorno alla zona d'impatto sono stati divelti vari pali della luce. Alcuni siti complottisti hanno tracciato una mappa dei pali abbattuti e hanno concluso che qualunque oggetto abbia colpito il Pentagono, era sicuramente largo almeno 30 metri.

Ecco qui sotto alcune foto dei pali divelti (ce ne sono molte altre). Nella prima, il palo divelto giace parallelo al guard-rail.

palo divelto

palo divelto

altro palo divelto

E questa è la mappa dei pali divelti (in giallo) e di quelli intatti (in azzurro).

mappa dei pali divelti

Foro (o fori?) d'uscita

Asile.org pone poi la domanda del "foro circolare" (in francese e in inglese), indicato in foto di origine non sospetta (fonti militari e giornalistiche), sostenendo che questo è un tipico indizio di un missile. Semmai è la conferma che Asile.org conta balle: infatti Asile.org indica dove si trova il foro, ossia sul retro del terzo anello del Pentagono. Ma non avevano detto che (cito testualmente) "solo il primo anello è stato toccato dall'aereo" e che i "quattro anelli più interni sono intatti"?

A loro dire, un foro circolare di quel tipo non potrebbe essere prodotto dal muso di un Boeing, come affermato da alcune fonti. In effetti il muso di un Boeing è una struttura relativamente fragile. Ma da questo a dire che è stata invece la testata di un missile ce ne passa. Il foro potrebbe essere stato prodotto da altre parti molto meno fragili del Boeing: parti dei motori o del carrello, per esempio. In effetti, alcune foto mostrano un cerchione di carrello d'aereo, compatibile con quello del Boeing 757, appena fuori del foro, ma non è dato sapere se è stato trovato lì o vi è stato portato durante lo sgombero.

Un altro problema di questa teoria del missile è che le foto mostrano più di una breccia nella facciata interna del terzo anello. Se infatti si guarda attentamente proprio una delle foto citate da Asile.org (mostrata qui sotto e reperibile anche ad alta risoluzione), si nota che c'è una seconda apertura (quella numerata 1) oltre al foro segnalato da Asile.org (indicato con il numero 2).

fori o varchi nel terzo anello

foro in dettaglio                  altro foro in dettaglio

I dettagli ad alta risoluzione. A sinistra il foro 1, a destra il 2.

Altre immagini sembrano indicare la presenza di ben tre aperture. Vi sono larghe zone annerite sopra ciascuna di queste aperture, e questo sembra indicare che quando sono state praticate da qualcosa (impatto?) o qualcuno (soccorritori?) mentre l'incendio era ancora in corso.

vista aerea

vista dall'interno

Non è detto che si tratti di fori d'uscita. Un commento su Italy.indymedia.org ha infatti obiettato che una delle aperture è troppo squadrata per essere un foro da impatto. Un foro d'uscita da impatto sarebbe presumibilmente tondeggiante.

In effetti ha più l'aria di un varco ottenuto rimuovendo la fetta di muro tra i due pilastri. Lo si nota osservando questa foto, sempre tratta da Asile.org, nella quale il "foro" in discussione è in alto a sinistra:

i due fori, altro punto di vista

E' anche possibile (ma niente affatto certo, perché non ho foto che la confermino e voglio essere molto prudente) è che in quella zona ci fosse il foro d'uscita di una parte consistente del Boeing e che gli addetti ai soccorsi abbiano rimosso la porzione rimanente di muro fra i due pilastri in modo da creare un accesso agevole allo spiazzo interno dell'edificio. In altre parole, in quel punto forse c'era un foro rotondeggiante, che poi è stato squadrato.

Ci sono altre foto molto interessanti, insieme a uno schema dettagliato dei pilastri tranciati e/o danneggiati e dei danni strutturali, compresi i fori d'uscita, nel documento Pentagon Shoring (PDF, 3,5 MB).

Un momento! Mancano i fori sull'anello intermedio!

Un lettore (inapl5) ha segnalato che ci sono aperture sulla parete interna del terzo anello (contando dall'esterno), ma che non ci sono aperture corrispondenti nel secondo. Come avrebbe fatto un oggetto (una parte dell'aereo oppure il missile teorizzato da Asile.org) a trapassare il primo e il terzo anello ma non il secondo?

Semplice: contate i livelli di finestre dei vari anelli. Nell'anello che presenta i fori ci sono quattro ordini di finestre, e sotto il primo ordine c'è un altro piano senza finestre: totale cinque piani. Invece nell'anello che non sembra essere stato bucato si vedono tre ordini di finestre e nessun piano senza finestre.

Questo significa che almeno due piani non sono visibili. Quindi quello che si vede fra gli anelli non è il suolo, ma il tetto di una struttura alta due piani eretta fra i due anelli. Guarda caso è molto liscio e sgombro, ed è proprio dello stesso colore del tetto degli anelli. Questa struttura è confermata dalle planimetrie del Pentagono, liberamente consultabili nel già citato Pentagon Building Performance Study. L'oggetto o gli oggetti possono quindi aver trapassato l'edificio stando al di sotto di questa struttura alta due piani.

Ma come mai il prato è praticamente intatto?

Esaminando le foto dell'attentato è facile notare che il prato davanti all'area d'impatto è in condizioni eccellenti. Viene effettivamente da chiedersi come sia possibile che un aereo di linea centri un edificio senza lasciare alcun danno sul prato antistante. Persino delle bobine di cavo, situate davanti all'area d'impatto, sono chiaramente visibili e intatte nelle foto scattate subito dopo lo schianto.

bobine intatte

Le condizioni perfette del prato e delle bobine sono giustificate (anche da alcuni siti complottisti) con l'angolo di impatto del Boeing, ricostruito in queste due immagini:

ricostruzione grafica della traiettoria

Ricostruzione al computer della traiettoria d'impatto del Boeing.
Immagine tratta dal sito complottista Pentagon Event.

ricostruzione ufficiale della traiettoria
Ricostruzione della traiettoria, tratta dal rapporto Pentagon Bulding Performance Study.
Il rapporto contiene anche altre immagini che ricostruiscono le fasi della traiettoria.

In pratica, l'aereo si è avvicinato con un angolo verticale estremamente modesto, per cui volava radente (infatti ha tranciato diversi pali della luce nelle immediate vicinanze) e si è abbassato fino a centrare la base del primo piano, senza quindi toccare il prato o gli oggetti antistanti, con l'eccezione di un generatore (la sorta di container che si vede in alcune foto), che è stato tranciato di netto, secondo una testimonianza, da uno dei motori, e di una presa d'aria (vent). Non bisogna quindi aspettarsi solchi nel prato.

L'aereo è stato letteralmente inghiottito dall'edificio, esattamente come al WTC, e la struttura robusta del Pentagono ne ha assorbito l'energia meccanica. La successiva palla di fuoco che è fuoriuscita e il conseguente incendio dei materiali infiammabili presenti nel Pentagono hanno sicuramente incendiato gli alberi e alcuni veicoli di fronte all'edificio. Non ho trovato testimonanze o foto che mostrino bruciature del prato. E' possibile che la palla di fuoco sia stata orientata verso l'alto e sia durata troppo poco per incendiare tratti di prato significativi. Inoltre i veicoli di soccorso hanno subito coperto il prato di schiuma, quindi è difficile sapere in che condizioni fosse l'erba prima di essere ricoperta.

alberi bruciati

Gli alberi bruciati davanti al Pentagono.

Il filmato dell'impatto

Sin dal 2002 (CNN li annuncia il 7/3/2002) sono stati pubblicati alcuni fotogrammi di un filmato dell'impatto, prodotto da una telecamera di sorveglianza e disponibile per esempio presso la CNN o il Washington Post.

Il filmato integrale, insieme a un altro ripreso da un'angolazione pressoché identica, è stato pubblicato a maggio del 2006 ed è scaricabile da Defenselink.mil (qui e qui). La versione su Defenselink.mil, tuttavia, è meno nitida dell'originale a causa della compressione digitale usata per pubblicarla. Una versione più nitida è stata fornita a Flight77.info direttamente su CD dal Dipartimento di Giustizia statunitense; ne ho archiviato una copia sul mio sito (qui e qui).

Alla risoluzione alla quale i filmati sono disponibili online, l'aereo è comunque praticamente invisibile. Ho descritto il contenuto dei filmati in un articolo a parte.

Esistono anche altri filmati di telecamere di sorveglianza lungo la rotta percorsa dall'aereo, perlomeno stando alle testimonianze raccolte in quei giorni, ma non sono mai stati divulgati. Le ragioni di questa mancata pubblicazione non sono chiare; sicuramente la loro divulgazione aiuterebbe a zittire chi teorizza che siano tenuti segreti perché mostrano qualcosa che non deve essere divulgato.

I filmati della cui esistenza ho trovato testimonianze sono:

La mancata divulgazione di questi filmati, forse per ragioni legali (l'indagine è ancora in corso), non può comunque negare l'enorme mole di tracce fotografiche e di testimonianze indipendenti in favore della tesi del Boeing 757.

Ma torniamo agli unici filmati divulgati. Va notato innanzi tutto che l'aereo sembra molto piccolo perché la telecamera usa una lente grandangolare che esagera la prospettiva, come si può notare dall'allungamento della facciata del Pentagono.

Nei fotogrammi mostrati qui (e ancor più chiaramente nel filmato intero, che ne comprende altri) si notano inoltre alcuni frammenti scagliati in alto e all'indietro. Questi frammenti precedono l'espansione della palla di fuoco e quindi sono proiettati dall'energia cinetica dell'impatto, non dalla palla di fuoco.

Infine occorre considerare che c'è una notevole differenza fra una palla di fuoco e un'esplosione. Una palla di fuoco, come quella prodotta da una massa di carburante vaporizzato che prende fuoco, ha una velocità di espansione relativamente modesta, non scaglia frammenti e non produce onde d'urto. Un'esplosione, invece, si espande ad altissima velocità, proietta frammenti con estrema violenza e genera un'onda d'urto. La foto qui sotto mostra un'esplosione autentica (non una di quelle alle quali ci ha abituato Hollywood). Notate l'onda d'urto (la parte bianca in aria e la scia di polvere al suolo) che si espande più rapidamente della palla di fuoco.

[esplosione]

L'evento mostrato nel filmato, con quei frammenti che anticipano l'espansione della nube infuocata e la totale assenza di un'onda d'urto, è incompatibile con un'esplosione. Ed è esattamente lo stesso comportamento osservabile nei filmati, ben più dettagliati, degli attentati al World Trade Center.

Pertanto, chi teorizza che il filmato mostri un'esplosione (un fenomeno prodotto da esplosivi, insomma) non ha alcuna conoscenza della fisica e del comportamento degli esplosivi e ha visto troppi film. I tecnici degli effetti speciali, infatti, simulano le esplosioni creando palle di fuoco. Guardate i filmati delle esercitazioni militari anticarro, per esempio, e noterete subito la differenza.

Nel primo fotogramma, mostrato qui sotto, si vede un minuscolo dettaglio di quella che sembra essere la deriva dell'aereo (al centro del cerchio arancione aggiunto da me). I complottisti potranno quindi ribattere che l'aereo in realtà non c'era oppure è stato aggiunto digitalmente.

filmato impatto

filmato impatto

filmato impatto

Mike Wilson ha ricostruito digitalmente la scena e ha simulato il punto di vista e le caratteristiche dell'obiettivo della telecamera di sorveglianza. I suoi risultati includono anche animazioni della traiettoria e sembrano indicare che il filmato mostra immagini coerenti e compatibili con l'impatto di un Boeing 767. Qui sotto vedete alcuni esempi delle sue ricostruzioni, messi a confronto con un fotogramma della telecamera e con una foto della zona d'impatto. Potete cliccarvi sopra per vedere gli originali ad alta risoluzione.

mike_wilson_security_cam1.jpg

mike_wilson_will_morris.jpg

Vai alla quarta parte