Internet per Tutti - Newsletter gratuita

Raccolta degli articoli di febbraio 2004

(C) 2004 Paolo Attivissimo. Distribuzione libera alle condizioni indicate presso http://www.attivissimo.net/nl/norme_distribuzione.htm.

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Nota: I link non vengono aggiornati o verificati dopo la pubblicazione dell'articolo, per cui è probabile che siano obsoleti e/o non funzionanti.


[IxT]2004_02_28 - 032. Confermato: spam e virus insieme per commettere crimini

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "cheroketz", "andtrap" e "Naacal".

Confermata la connivenza mercenaria fra autori di virus e spammer: il codice virale non serve piu' a causare danni, ma a sfruttare i computer infetti come complici involontari, da vendere al miglior offerente. Il vostro computer è uno zombi al servizio del crimine organizzato? Ho scritto un articoletto sul tema, che fa anche il punto sul mio mese di sperimentazione dei filtri antispam di Thunderbird. Lo trovate qui:

http://www.apogeonline.com/webzine/2004/02/25/01/200402250101

Spam e virus sono un tema caldo, e Microsoft e altri pezzi grossi hanno annunciato le proprie iniziative antispam; ne parlerò in un prossimo articolo, ma per il momento dico solo che mi suonano tutte lacunose e soprattutto hanno l'aria di essere scuse per favorire gli interessi commerciali di chi le promuove invece degli interessi di noi utenti.

Sempre sullo stesso tema, ho fatto due chiacchiere con Mirella de Paris della RTSI (radio svizzera di lingua italiana). La registrazione, in formato MP3, è scaricabile qui (occhio, sono circa 10 megabyte):

http://www.attivissimo.net/int_conf/2004_02_26_rtsi/rtsi_20040226.mp3

Infine, vorrei rispondere anche ai tanti che mi hanno chiesto quando mi rifaccio vivo in Italia: sarò sicuramente nella penisola dal 5 al 15 aprile e dal 22 al 27 maggio. Se siete così incoscienti da volermi come ospite da qualche parte, tenete presente queste date. Come già accennato in una newsletter precedente, il 7 aprile 2004 sarò a Genova, all'auditorium della Biblioteca per ragazzi De Amicis per due chiacchiere in libertà su Internet, bufale, virus e dintorni. L'ingresso libero.

Visto che sono in tema di comunicazioni di servizio, c'è qualche installatore/antennista fra di voi? Sto facendo ricerche sull'appello contro il digitale terrestre che ne segnala la "fregatura", ossia che comperando il decoder si può comunque vedere un solo canale per volta in casa: se in casa ci sono più televisori, ci vuole un decoder per ogni apparecchio, con tutti i costi che ne conseguono. La cosa mi suona tecnicamente corretta, ma sono solo uno smanettone in questo campo e apprezzerei una chiacchierata con qualcuno esperto del settore.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_24 - 031. Antibufala: governo ladro, i borseggi non si possono più denunciare!

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "lcollo", "mikywood" e "amotta".

Dai primi di febbraio 2004 circola (con numerose varianti) un appello secondo il quale i borseggi non sono più denunciabili se non si sa chi è lo scippatore. La giustificazione, stando all'appello, è che il cambiamento nella legge serve al governo a creare un apparente calo nella criminalità.

L'appello inizia raccontando un episodio di furto: "Mi sento presa in giro...Questo il pretesto per la mia riflessione. Venerdi' al mio amico G. viene rubato il portafogli alla stazione di Roma. Se ne rende conto solo quando, arrivato a casa a Milano, deve pagare il taxi. A questo punto, dopo aver regolato i conti col tassista, decide di andare a denunciare lo scippo subito, come chiunque nei suoi panni avrebbe fatto. In questura pero' gli viene precisato che da quest'anno la legge cambia, per cui un borseggio compiuto da ignoti non si puo' piu' denunciare (e quindi registrare) come reato di borseggio, ma come semplice smarrimento."

Stando all'appello, insomma, "in teoria se vi rubano la borsa o il portafogli dovete acciuffare il borseggiatore o almeno saperne nome e cognome". La causa di quest'anomalia sarebbe un trucco perpetrato dal governo in carica: "se il reato di borseggio si puo' denunciare solo in flagranza altrimenti e' smarrimento, a questo punto dal 2004 in poi gran parte delle denunce (e quindi del conteggio dei reati) sparira' dalle statistiche?".

In realtà la legge sulle denunce non è affatto cambiata. E' sufficiente una telefonata a qualsiasi Questura per appurarlo, come hanno fatto appunto alcuni lettori invece di disseminare l'appello senza controllarlo. Il fatto è confermato anche da altri lettori, che di recente hanno subìto un borseggio e hanno potuto sporgere regolare denuncia senza trascinarsi appresso il borseggiatore.

L'appello nasce probabilmente da un equivoco di fondo. "Cogliere in flagrante" non significa, come interpreta l'appello, "acciuffare il borseggiatore o almeno saperne nome e cognome", ma semplicemente accorgersi del borseggio ed essere sicuri che non si tratti di smarrimento. Tutto qui.

La vicenda raccontata dall'appello descrive chiaramente un caso in cui la persona che non ha più il portafogli ha solo il sospetto di essere stata borseggiata ("Se ne rende conto solo quando, arrivato a casa a Milano, deve pagare il taxi") e non può escludere il semplice smarrimento. Pertanto è corretto che la denuncia sia di smarrimento e non di borseggio.

Per fare denuncia di borseggio, insomma, non è affatto necessario, insomma, acciuffare o riconoscere il borseggiatore: è sufficiente essere sicuri che non si tratti di smarrimento.

Una volta tanto, è possibile risalire con precisione alla fonte dell'appello. L'originale, privo dell'invito a diffonderlo, è infatti comparso il primo febbraio 2004 nel blog "angelicagrant":

http://angelicagrant.splinder.it/

L'autrice ha successivamente pubblicato, il 23/2/2004, una nota di chiarimento nel medesimo blog:

"Chiedo scusa per l'eventuale uso "improprio" del mio messaggio, ma, va da sè, è fuori dal mio controllo... Tenendo presente che il blog non è un organo di informazione tipo giornale, io ho solo voluto raccontare un fatto così come mi è stato esposto e trarne alcune conclusioni. Poi mi è sembrato naturale informarne le persone che conosco (così come avrei fatto a voce) e dire loro di parlarne ad altri. In futuro starò più attenta. Davvero non avevo cognizione delle possibilità del web (sono mostruose, giganti). E' davvero una cassa di risonanza potentissima ed ora sto imparando che ogni parola messa sul web da un comune nessuno, come me, ha davvero molto più peso ed è amplificata a dismisura, rispetto ad una parola detta a voce."

Trovate il testo integrale dell'appello e altri dettagli nell'indagine antibufala:

http://www.attivissimo.net/antibufala/scippo_eliminato/non_denunciabile.htm

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_22 - 030. Chioccioline: diffida antispam aggiornata, draghi, interviste, domande svizzere

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__Diffida antispam aggiornata__

Come forse già sapete, le leggi sulla privacy, utili nella lotta contro lo spam (perlomeno quello di produzione nostrana), sono cambiate dal primo gennaio scorso. Al posto della legge 675/96 c'è ora un Testo Unico, denominato "Codice in materia di protezione dei dati personali" e classificato come decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.

Ho pertanto aggiornato la diffida antispam che potete usare per protestare contro le ditte italiane che sempre più spesso, per ignoranza più che per malizia, mandano messaggi pubblicitari indesiderati. Io la uso così spesso da averla come macro predefinita nella mia tastiera, e devo dire che funziona. Se vi interessa, usatela pure: la trovate presso

http://www.attivissimo.net/antispam/diffida_antispam.htm

__Interviste a Radio Popolare e Radiouno__

Ultimamente ho fatto un po' di apparizioni radiofoniche sui temi caldi del momento. Se ve le siete perse e ci tenete a sentirle, ne trovate qualcuna nella sezione "Interviste e conferenze" di Attivissimo.net:

http://www.attivissimo.net/int_conf/conferenze.htm

Collaboro più o meno settimanalmente con Radio Popolare, nella rubrica "Codici a barre". Uno dei miei deliri, a proposito del worm/virus Mydoom, è disponibile presso

http://www.attivissimo.net/int_conf/2004_02_02_radiopopolare/2004-02-02_radiopopolare_mydoom.mp3

La chiacchierata sul mondo delle chat online fatta a Radiouno, nella trasmissione "Baobab di notte", è disponibile presso

http://www.attivissimo.net/int_conf/2004_02_18_baobabdinotte/baobabdinotte.mp3

Si tratta di file audio MP3 piuttosto grandi (4 e 12 megabyte rispettivamente), per cui tenetene conto se li volete scaricare tramite una connessione telefonica: potrebbero richiedere diversi minuti.

__Draghi in formalina__

Ricordate il "cucciolo di drago" recentemente scoperto in Inghilterra? Se ne è parlato alla trasmissione Rai "Voyager" di questa settimana, che solitamente non brilla per cautela e lotta al sensazionalismo ma ha comunque saggiamente contattato vari esperti di settore, che hanno chiaramente espresso i più ampi dubbi sulla natura bufalina del ritrovamento.

Dato che non è permesso aprire il contenitore in cui si trova il reperto, volendo essere rigorosi non è possibile dare una sentenza definitiva di falso, ma gli indizi in tal senso sono assolutamente preponderanti: secondo gli esperti, il liquido (che non si sa neppure se è formalina) è decisamente troppo limpido per essere lì da oltre cent'anni, e il corpo di un essere vivente conservato in questo modo tende a perdere scaglie di pelle, che si dovrebbero depositare sul fondo o intorbidare il liquido. Invece il liquido è appunto limpido e il fondo del contenitore è pulitissimo. Ci sono anche dubbi grafologici sull'autenticità dei documenti che lo accompagnano.

Il filmato di Voyager conferma oltre ogni dubbio che il "drago" non misura "trenta centimetri", come hanno riportato alcuni giornali, ma circa trenta _pollici_, ossia un'ottantina di centimetri. Si vede che qualche giornalista ha disinvoltamente "convertito" i pollici in centimetri.

Uno degli esperti contattati da Voyager chiarisce inoltre il dubbio su formalina e formaldeide, le due sostanze citate in apparente contraddizione da alcune fonti: in realtà la formalina è "una soluzione acquosa dal 3 al 15 al 30% di formaldeide appunto in acqua", per cui si può parlare indifferentemente di conservazione sotto formalina o sotto formaldeide.

Ci sono altre ragioni di dubbio: per conservare un animale in formalina, occorre aprirlo per rimuoverne gli escrementi che contaminerebbero la soluzione, ma questo "drago" non ha segni di sutura. Inoltre il "drago" non ha attributi sessuali.

Dalle interviste di Voyager, infine, emerge chiaramente la probabile motivazione della vicenda: pubblicizzare e vendere a caro prezzo il reperto sfruttando l'effetto novità e la notorietà fornita gratuitamente dalla stampa e dai telegiornali. Infatti stando al portavoce del proprietario sono già arrivate offerte d'acquisto stratosferiche (cinquecentomila sterline, circa 740.000 euro). Non stupisce quindi che il proprietario sia riluttante ad aprire il contenitore e far esaminare il reperto, perché ci rimetterebbe un capitale se fosse definitivamente sbugiardato come falso. Meglio lasciare il dubbio, così è più facile trovare qualche ricco ingenuo che abbocca. E' un tipico meccanismo di truffe di questo genere, già visto recentemente, per esempio, nel caso della celebre "autopsia dell'alieno".

In realtà non occorre aprire il contenitore per condurre alcuni semplici test: sarebbe sufficiente porre una fonte di luce potente dietro il contenitore, in modo da vedere la struttura del "drago" in trasparenza, soprattutto nelle ali e nelle dita, rivelandone la struttura interna (difficilmente un falsario realizzerebbe anche un falso scheletro perfetto). Inoltre è banale, con gli strumenti moderni, accertare la natura del liquido che circonda il reperto senza doverlo aprire.

L'indagine antibufala è disponibile presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/cucciolo_drago/sotto_spirito.htm

In conclusione, il drago non è un drago ma una simpatica bufala. Peccato.

__Ai lettori del Ticino___

So che fra i lettori di questa newsletter ci sono numerosi residenti del Canton Ticino. Sto facendo alcune ricerche sul Cantone per ragioni al tempo stesso professionali e personali, e mi servirebbe il vostro aiuto per reperire alcune informazioni che è difficile trovare via Internet.

Sono informazioni che probabilmente avete in casa o che conoscete per esperienza personale (guide telefoniche, reperibilità vera del servizio ADSL, tariffe gas/luce/acqua, eccetera). Garantisco come sempre l'assoluto anonimato: se vi va di darmi una mano, scrivetemi in privato al mio solito indirizzo topone@pobox.com. Grazie!

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_17 - 029. Stanotte a Radiouno; dettagli sul codice Windows "rubato"

Questa sera alle 00.45 sono in diretta su Radiouno, nel programma Baobab di Notte; parleremo un po' delle chat online e dei loro pericoli tecnologici e psicologici.

Ho scritto per Apogeonline una sintesi di quello che si sa fin qui della grande fuga del codice sorgente Microsoft: cosa c'è dentro, quanto è grave e quali sono le sue vere conseguenze. Fra l'altro, è già stata annunciata una vulnerabilità scoperta grazie al codice trafugato. Non è cosa da panico, dato che colpisce soltanto Internet Explorer 5 mentre la versione 6 ne è immune, ma non è un buon segno. Trovate tutti i dettagli qui:

http://www.apogeonline.com/webzine/2004/02/18/01/200402180101

Attenzione, l'articolo contiene parolacce! Non sono mie; sono quelle lasciate nel codice dai programmatori Microsoft.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_13 - 028. Flash: reso illegalmente pubblico il codice sorgente di Windows

La notizia circolava da qualche ora, ma pochi minuti fa è stata confermata: parti del codice sorgente di Windows 2000 e Windows NT4, teoricamente segretissime e consultabili soltanto da enti governativi, persone e aziende altamente fidate, sono liberamente ma illegalmente in giro per Internet.

Lo ha confermato un portavoce di Microsoft, Tom Pilla:

http://www.eweek.com/article2/0,4149,1526591,00.asp

Ci sarà tempo per le considerazioni tecniche nei prossimi giorni, ma il concetto fondamentale è questo: avendo a disposizione il codice sorgente, per gli aggressori sarà molto più facile capire il funzionamento di Windows, trovarne le falle e sfruttarle per i loro attacchi.

Già ci riuscivano abbastanza bene, purtroppo, senza accesso al codice sorgente: ora che possono esaminare in dettaglio i meccanismi di Windows, sembra ragionevole aspettarsi un peggioramento dei problemi di sicurezza per i tantissimi che usano i prodotti Microsoft, perché prima per creare un nuovo attacco bisognava essere molto esperti: adesso, con il sorgente a disposizione, ci si cimenteranno tutti i vandaletti di basso rango. Che tristezza.

Il problema riguarda a quanto pare anche chi usa Windows XP, dato che contiene parti tratte dalle altre versioni di Windows di cui è stato divulgato il codice.

Per il momento non c'è nulla che un utente Windows possa fare, a parte valutare seriamente l'ipotesi di passare a un sistema operativo il cui codice sorgente, a differenza di quello di Windows, è abbastanza robusto da non aver nulla da temere da una sua divulgazione, perché è _già_ stato divulgato: Linux. In alternativa c'è naturalmente anche il Mac.

Se una migrazione non è possibile, è consigliabile ridurre la propria esposizione, evitando il più possibile di usare programmi Microsoft troppo intimamente legati al sistema operativo (Internet Explorer, Outlook/Outlook Express) e sostituendoli con programmi alternativi, come già consigliato dal mio piccolo dodecalogo di sicurezza:

http://www.attivissimo.net/security/dodecalogo/dodecalogo.htm

Sarebbe inoltre consigliabile dotarsi di un firewall hardware, in modo da mettere fra Windows e la Rete un filtro basato su tecnologia non-Microsoft. I firewall hardware si comprano nei negozi d'informatica e sono spesso integrati nei "modem" che si usano per i collegamenti ADSL, ma si possono anche autocostruire usando un vecchio computer, anche modesto, sul quale si installa una delle tante distribuzioni di Linux concepite proprio per fare da firewall.

Sia ben chiaro che non sto gongolando per questa imbarazzante falla nella sicurezza di Microsoft: primo, perché ho anch'io delle macchine Windows oltre a quelle Linux; secondo, perché Windows è talmente diffuso che quando i suoi utenti sono attaccati, ne risente tutta la Rete e quindi ci vanno di mezzo anche gli utenti degli altri sistemi operativi.

Tenetevi forte, fra poco si balla!

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_12 - 027. Sicurezza: turate la falla, ma usate il salvagente

Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "g.girardi", "livio.fabr**" e "pisani".

Nella newsletter di stamattina ho consigliato a chiunque usi Windows di visitare Windows Update per scaricare e installare l'aggiornamento di sicurezza che tura una falla estremamente pericolosa di Windows e di farlo subito e senza indugio.

Tuttavia ho ricevuto alcune segnalazioni di lettori che dopo l'installazione dell'aggiornamento non riescono più a far funzionare il loro Windows. Si tratta principalmente di utenti NT e 98, e non è detto che il problema sia dovuto a _questa_ patch: potrebbe derivare dall'installazione contemporanea di altre patch che gli utenti non avevano scaricato a suo tempo, o da altre instabilità del sistema che la patch ha semplicemente messo in luce.

Non sarebbe comunque la prima volta che l'installazione di una patch causa crash di Windows, come già accaduto a suo tempo per esempio con il Service Pack 1 di Windows XP:

http://www.pcworld.com/news/article/0,aid,105144,00.asp

Comunque sia, la cautela è d'obbligo, e vale la raccomandazione già fatta nel Dodecalogo: fate un backup completo prima di installare un aggiornamento.

Se tutta questa tiritera di patch e backup vi sembra una scocciatura eccessiva, valutate l'idea di passare a sistemi operativi alternativi, come Linux o MacOS, per i quali le patch sono assai meno frequenti, con costi e fastidi di manutenzione conseguentemente ridotti.

E ricordate che ambasciator non porta pena! Se vi si incasina Windows, non prendetevela con me: sfogatevi con Microsoft Italia, è un vostro diritto. Il numero dell'assistenza clienti è 02-70.398.398.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_12 - 026. Sicurezza: presto, turate la madre di tutte le falle!

Questa newsletter vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "lia.mulholl***".

Finalmente è pronta la pezza per quella che Steve Gibson (grc.com) ha già battezzato "la madre di tutte le falle" di Windows.

Si tratta infatti di una falla assolutamente da non sottovalutare, perché consente a un aggressore di entrare nel vostro computer, leggerne o cancellarne i file o usarlo come inconsapevole testa di ponte dal quale lanciare attacchi informatici. La falla non richiede alcuna collaborazione da parte dell'utente: Windows fa tutto da solo. Non occorre aprire allegati o altro: è sufficiente affacciare il computer a Internet. Gli attacchi basati su questa vulnerabilità non vengono rilevati dai normali antivirus.

L'avvertimento ufficiale di Microsoft è disponibile presso

http://www.microsoft.com/technet/security/bulletin/ms04-007.asp

Sono affetti da questa falla, oltre ai diffusissimi Windows XP e Windows 2000, anche Windows NT 4.0, Windows NT Server 4.0 Terminal Server eWindows Server 2003. Non risultano a rischio Windows 95/98/ME (perlomeno nessuno dei siti di sicurezza ne parla).

La soluzione è una e una sola: usate la funzione Windows Update e aggiornate il vostro Windows, scaricando e installando automaticamente la patch che risolve questa vulnerabilità. NON PERDETE TEMPO. FATELO SUBITO. Vediamo se riusciamo a evitare un altro disastro come quello di Blaster (ricordate il computer che si spegneva da solo dopo sessanta secondi?).

Detto questo, faccio un paio di commenti. La falla è nota da _un_anno_:

http://www.eeye.com/html/Research/Advisories/AD20040210.html

Un anno durante il quale ogni malintenzionato è stato in grado di entrare e uscire dalle macchine Windows a suo piacimento, senza che l'utente se ne accorgesse. Meditate, amici, meditate.

Per fortuna, chi ha seguito il consiglio di dotarsi di un firewall come Zone Alarm non ha dovuto attendere che Microsoft si svegliasse dal letargo: se ha configurato correttamente il firewall, è già protetto. La patch va comunque scaricata e installata lo stesso per maggiore prudenza.

Mi raccomando, quando andate a scaricare la patch, leggete bene la descrizione offerta da Microsoft: a causa di un bisticcio linguistico, Microsoft dice che la falla "potrebbe consentire a un utente malintenzionato di danneggiare il *proprio* sistema e di ottenere il controllo su di esso". Cioè il cattivo si danneggia da solo, in stile Vil Coyote? Bella mossa!

Grazie a un lettore, "ugo", che mi ha segnalato questa perla.

Gli utenti Mac e Linux, naturalmente, non devono preoccuparsi di questa vulnerabilità.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_09 - 025. Flash: il sequestro di Enkeywebsite

Questa newsletter vi arriva grazie alla gentile donazione di "franco.bor***".

Molti lettori mi hanno scritto a proposito del banner della Guardia di Finanza che da qualche giorno (dal 5 febbraio) occupa la pagina principale di Enkeywebsite, uno dei siti di riferimento del circuito peer-to-peer Edonkey/eMule:

http://www.enkeywebsite.net

Si è sospettato che si trattasse di una bufala o di una curiosa forma di protesta, ma Punto Informatico ha già avuto conferme da parte della GdF:

http://punto-informatico.it/p.asp?i=46869

Il sequestro è insomma autentico, nonostante alcuni aspetti curiosi che avevano fatto pensare ad altro: il sito è fisicamente ubicato negli Stati Uniti, il banner della GDF è stato modificato più volte, e a quanto pare i link interni del sito sono rimasti accessibili per qualche tempo presso

http://www.enkeywebsite.net/~old/

La "violazione dell'articolo 171/ter della legge 633/41" citato dal banner della GdF riguarda una serie di reati connessi alla distribuzione abusiva di materiale audiovisivo:

http://www.tutelautore.it/l63341art136a179.htm

Non sono un avvocato, ma non vedo in questa legge molta corrispondenza con quello che faceva Enkeywebsite.net, ossia ospitare forum in cui comparivano link ad altri siti/utenti che offrivano film, telefilm e musica da scaricare. Il sito non ospitava fisicamente alcun materiale non liberamente copiabile.

Mancherebbe inoltre il fine di lucro citato dall'articolo 171, a meno che la richiesta di donazioni presente su Enkeywebsite.net sia stata considerata "lucro". Infine, non è chiaro se la semplice pubblicazione di link a materiale non liberamente copiabile rientri nell'ipotesi di "promuove o organizza" queste attività prevista dal comma 2 lettera C della medesima legge.

Comunque sia, la notizia ha scatenato il panico e altri siti italiani dello stesso tipo si sono autosospesi o stanno traslocando. Non so nulla delle ipotesi citate da Punto Informatico sul coinvolgimento di un "grosso nome della televisione pubblica".

Più in generale, di sequestri come questi ne vedremo ancora tanti. E' inutile nascondersi dietro a un dito o cavillare: lo scambio di materiale non liberamente copiabile è illegale, e il fatto che lo facciano tutti non lo rende meno illegale, per cui i siti che "promuovono o organizzano" questo scambio finiranno inevitabilmente nel mirino più degli utenti P2P comuni perché sono visti come grandi distributori.

Siamo tutti d'accordo, credo, che molte delle restrizioni alla copia di musica, film e telefilm siano stupide e immorali. Scaricare un film di prima visione o appena uscito in DVD è non solo illegale ma anche immorale, perché si toglie il pane di bocca a chi spende l'iradiddio per interpretare, dirigere, produrre e distribuire questi film.

Ma se per esempio registro un film o un programma trasmesso dalla Rai e lo metto su un circuito P2P in modo che gli altri abbonati Rai che se lo sono perso lo possano vedere, dove sta il danno? Se un telefilm non viene trasmesso in Italia (penso a tante serie di fantascienza ma non solo) né probabilmente verrà mai trasmesso e lo vedo tramite un circuito P2P, dove sta il danno? Se mi sono perso una puntata del mio telefilm preferito, trasmesso da un'emittente di cui pago il canone, e me la scarico da un circuito P2P, dove sta il danno?

Sono casi in cui c'è sicuramente una violazione del _diritto_ d'autore, dato che ogni autore ha il diritto di decidere chi e dove si può vedere/leggere/ascoltare la sua opera, ma non credo che si possa parlare di *danno*. Non è stato rubato niente a nessuno. Sono situazioni più paragonabili a una differita che a vera e propria pirateria.

Chiunque frequenti il mondo di Star Trek sa benissimo che la Paramount e tante altre case di produzione incassano fior di quattrini dalla vendita di gadget riguardanti serie televisive non ancora (o mai) trasmesse nella penisola. I fan comprano questi prodotti perché hanno visto i telefilm tramite i circuiti P2P. Niente P2P, niente gadget venduti.

E' chiaro insomma che la legge attuale contiene delle grandissime ingiustizie che paradossalmente causano danno economico proprio ai soggetti che dovrebbero tutelare. Ma finché la legge non viene riformata, questi comportamenti sono punibili. La mia speranza è che il P2P, nonostante batoste come questa, continui come ha fatto fin qui: ricordate i tempi della chiusura di Napster, quando si diceva che il P2P era finito?

E' ora di rendersi conto, cari produttori di musica, film e telefilm, che a causa della vostra inerzia c'è ormai un'intera generazione di giovani che è nata e cresciuta in un ambiente in cui questi prodotti sono liberamente e gratuitamente copiabili. E' reato farlo, ma quando un reato diventa una consuetudine, alla fine la legge non può far altro che adattarsi. Quindi adattatevi voi, o perirete.

Ripeto la mia sempiterna proposta: dateci un sito ufficiale dal quale scaricare i vostri prodotti, dateci un modo facile per pagarli, dateci dei prezzi ragionevoli, non metteteci fra i piedi stupide e penalizzanti restrizioni anticopia che rendano più appetibili le copie pirata, e noi verremo a comperare da voi. L'esempio di iTunes è sotto gli occhi di tutti.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_08 - 024. Antibufala: le pubblicità controverse di scarpe sportive

Questa newsletter vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "James Bonv".

Oggi il Servizio Antibufala si occupa di due casi paralleli di pubblicità circolanti su Internet tramite il passaparola degli utenti.

Il primo caso è quello di una coppia di immagini che sembrano essere pubblicità di prodotti della celebre marca Puma. Le immagini sono molto allusive nella reciproca posizione dei due personaggi (una ragazza che indossa scarpe Puma è inginocchiata davanti a un uomo, con la testa di lei fuori inquadratura) e diventano del tutto esplicite se si esamina in dettaglio la gamba della ragazza. Se le avete viste nella versione più grande che circola insieme all'appello, sapete che cosa intendo.

Puma ha dichiarato pubblicamente che si tratta di falsi e che le immagini non sono mai state usate per alcuna campagna pubblicitaria, compresa l'ipotetica "versione brasiliana di Maxim" che molti utenti hanno erroneamente indicato come luogo di pubblicazione.

La dichiarazione di Lisa Beachy, portavoce di Puma, è stata pubblicata nel Wall Street Journal del 12 marzo 2003 ed è citata da Urbanlegends.com

http://urbanlegends.about.com/library/bl-an031203.htm

che traduco dall'inglese: "Ci è stato segnalato che varie immagini pubblicitarie non autorizzate e sessualmente allusive che raffigurano il marchio PUMA sono state distribuite via Internet. Siamo indignati che immagini di questo genere siano state create e distribuite sotto il nome PUMA. Come marchio, cerchiamo di assumere un punto di vista esclusivo per tentare di sfidare i confini del nostro settore, ma non penseremmo mai di usare tattiche di questa natura. Stiamo investigando le circostanze e ci riserviamo di adire le vie legali disponibili".

Questo non ha impedito ai complottisti di lanciarsi in un'ipotesi fantasiosa e di questi tempi non implausibile, ma certamente non supportata da alcun fatto concreto: ossia che queste immagini siano una forma di cosiddetta "pubblicità virale", concepita per indurre chi la riceve a inoltrarla spontaneamente ad altri utenti e quindi veicolare il marchio.

A dire il vero le foto contengono numerosi dettagli che ne sembrano confermare un'origine piuttosto amatoriale. C'è innanzi tutto il -- come dire -- dettaglio esplicativo, che ha chiari segni di fotomontaggio, per non dire di generazione mediante un programma di grafica digitale (la medesima "colatura" sul polpaccio in entrambe le foto è una coincidenza altamente implausibile).

Inoltre ci sono le suole addirittura sporche delle scarpe, poco adatte a reclamizzare il prodotto, e ci sono le ombre troppo scure e l'unica fonte d'illuminazione, tipici segni di una foto dilettantesca. Si potrebbe anche fare qualche commento sul pessimo gusto nel vestire (minigonna con calze a metà polpaccio?), ma credo che il concetto sia chiaro.

Gli avvocati della Puma stanno inviando a chiunque pubblichi queste immagini severissime lettere di diffida, come quella mostrata presso

http://felixsalmon.com/pics/memefirst.pdf

per cui non so per quanto potrò pubblicarle sul mio sito senza incorrere nelle loro ire. A quanto pare, Puma diffida anche i siti che pubblicano le immagini per smentirle, cosa che in teoria dovrebbe fare loro un favore. O preferiscono che intorno alle immagini rimanga un po' di mistero?

Trovate le foto e la relativa indagine antibufala con i suoi aggiornamenti presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/pubblicita_puma/cosa_stanno_facendo.htm

Circola anche un'altra falsa immagine pubblicitaria, riguardante sempre l'abbigliamento sportivo: una scarpa insanguinata in primo piano reca l'inconfondibile marchio Nike, mentre sullo sfondo si intuisce che si è appena verificato un attentato in un luogo che sembra Israele. L'immagine è accompagnata da uno slogan crudele: "You may not survive the blast, but your shoes will" ("Forse tu non sopravviverai all'esplosione, ma le tue scarpe sì").

http://www.attivissimo.net/antibufala/pubblicita_nike/scarpa_insanguinata.htm

L'immagine è spesso accompagnata da un invito in varie lingue a boicottare i prodotti Nike a causa del cattivo gusto di questa apparente campagna pubblicitaria. In realtà l'immagine non è stata realizzata né mai utilizzata dalla Nike, ma da un anonimo che forse voleva fare un commento politico in modo assai discutibile.

Secondo Urbanlegends.com

http://urbanlegends.about.com/b/a/2004_01_26.htm

la bufala di pessimo gusto circola dalla metà del 2003, e a gennaio 2004 la Nike ha smentito ogni relazione con l'immagine e con l'appello, chiedendo inoltre di non inoltrarlo ulteriormente a nessuno.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_07 - 023. Antibufala: un curioso artista di strada

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Dai primi di gennaio 2004 circola, a volte sotto forma di presentazione PowerPoint, una serie di foto di dipinti davvero sorprendenti realizzati sui marciapiedi da un artista non identificato: una foca che sbuca dal ghiaccio e prende una lattina di mano all'artista, un "Dies Irae" in cui le anime si inabissano in una voragine aperta nel marciapiede, un pozzo in cui precipita l'ex primo ministro britannico John Major, una gigantesca mosca stesa dalla bomboletta d'insetticida in mano all'artista, un autoritratto del "madonnaro", e così via.

Ciò che colpisce è l'apparente assoluta tridimensionalità delle opere, che cozza fra l'altro con la prospettiva del resto dell'immagine. I soggetti sembrano "uscire" dal marciapiede o "sprofondarvi", anche se evidentemente il marciapiede non è intaccato in alcun modo. E' un effetto così notevole che alcuni hanno ipotizzato si tratti di abili fotomontaggi.

In realtà non si tratta affatto di fotomontaggi, ma di veri disegni effettivamente creati sulla superficie piana della pavimentazione. L'artista è Kurt Wenner, nato nel Michigan ma cresciuto a Santa Barbara (California). Come descritto nel suo sito, che fra l'altro presenta molte altre immagini di sue opere

http://www.kurtwenner.com

Wenner ha lavorato per la NASA come illustratore fino al 1982, quando si è trasferito in Italia: ora vive a Roma. Fra i suoi lavori c'è l'intero soffitto della chiesa di San Giorgio, sul lago di Como. Nel 1991 ha realizzato un'opera per la visita del Papa a Mantova.

Ma come si realizza l'illusione ottica? Si tratta di un antico trucco chiamato anamorfismo, molto in voga nel Settecento: l'immagine è in realtà disegnata in forma fortemente distorta, ma se viene vista da una determinata angolazione e da una specifica direzione assume delle proporzioni corrette che ingannano l'occhio e le conferiscono una prospettiva tutta sua. Le opere di Wenner stupiscono perché creano una discordanza fra la prospettiva dell'ambiente e quella apparente dell'opera che il cervello non riesce a conciliare.

Una foto di Wenner all'opera, pubblicata dall'Augusta Chronicle:

http://augustachronicle.com/images/headlines/043098/street_painting.jpg

mostra la distorsione adottata da Wenner.

Grazie al computer, l'anamorfosi non è più una laboriosa tecnica manuale riservata a pochi. Ci sono programmi che generano automaticamente anamorfosi di vari tipi (piane, coniche, cilindriche), come il freeware Anamorph me!:

http://myweb.tiscali.co.uk/artofanamorphosis

per Windows, una cui dimostrazione trovate nella pagina del Servizio antibufala dedicata a quest'indagine:

http://www.attivissimo.net/antibufala/madonnaro/artista.htm

Guardate l'immagine mettendovi a destra dello schermo del vostro computer. Se vi mettete alla giusta distanza (pochi centimetri) dallo schermo, il monoscopio Rai riprende la sua forma normale: i cerchi tornano a essere cerchi, i quadrati sono di nuovo quadrati, e i due lati verticali dell'immagine hanno la stessa lunghezza apparente. Ma la griglia di quadrati gialli ha assunto una prospettiva distinta, che il nostro occhio ci fa sembrare "sbagliata" e innaturale: sembra quasi che il monoscopio sia "staccato" dalla griglia.

Se sostituite il monoscopio con un'opera di Wenner e la griglia gialla con la disposizione delle piastrelle della pavimentazione, avete la visualizzazione di come Wenner ottiene i suoi meravigliosi effetti tridimensionali.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_06 - 022. Antibufala: cuccioli di drago sotto spirito e pappagalli telepatici

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Sono arrivate al Servizio Antibufala parecchie richieste d'indagine su una notizia piuttosto curiosa, riportata anche dal Corriere della Sera a gennaio 2004: il reperimento di un cucciolo di drago conservato in formalina. La segnalazione arriva spesso accompagnata dall'inquietante immagine riportata nell'indagine antibufala completa, disponibile presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/cucciolo_drago/sotto_spirito.htm

Stando al Corriere della Sera, il presunto "cucciolo di drago" è alto una trentina di centimetri, è conservato in formaldeide e ritrovato "sotto un cumulo di roba vecchia da un certo David Hart, nipote di Frederick Hart, un tempo facchino del Museo di Storia Naturale di Londra". Secondo il racconto di Hart, il reperto "era stato inviato al prestigioso istituto della capitale da un gruppo di scienziati tedeschi attorno al 1890, quando era fortissima la rivalità tra i due Paesi. Tuttavia, il museo di Londra pensò che si trattasse di uno stratagemma per mettere in berlina il Regno Unito di fronte alla comunità scientifica mondiale e stabilì che quel piccolo di drago non era altro che un pupazzetto. Così, il barattolo con la formaldeide ed il suo contenuto venne dato ad Hart e con il passare degli anni finì in uno scatolone nella collezione di cimeli di famiglia."

Spiace per i cultori del genere fantasy, ma le probabilità che si tratti di un vero cucciolo di drago sono praticamente nulle: scherzi di questo genere erano effettivamente piuttosto comuni all'epoca, e a volte degeneravano in autentiche truffe, come per esempio il famoso caso dell'"uomo di Piltdown":

http://skepdic.com/piltdown.html

Una foto del "drago" è disponibile anche sul sito della Reuters presso

http://www.reuters.com/newsPhotoPresentation.jhtml?type=topNews&imageID=1000931050

ed è descritta inequivocabilmente come "fake baby dragon" ("falso cucciolo di drago"). A differenza dei dati citati dal Corriere della Sera, Reuters dice che il vasetto misura 30 pollici (circa 76 centimetri) anziché 30 centimetri.

Reuters afferma che il vasetto è stato scoperto da David Hart in un garage dell'Oxfordshire (Inghilterra meridionale), e che in una scatola metallica trovata accanto al "drago" c'era un incartamento scritto in stile tedesco antico, databile intorno al 1890, che indica che il Natural History Museum respinse il reperto e lo spedì per essere distrutto, ma fu intercettato dal nonno di Hart, che lavorava appunto come facchino.

Volendo tagliare la testa al drago, pardon al toro, si può analizzare il reperto e capire di cosa è fatto. Pare che Allistair Mitchell, un amico di David Hart, voglia infatti sottoporre il "drago" a una biopsia. Staremo a vedere. In ogni caso, tanto di cappello all'anonimo artefice della burla: è veramente ben fatta.

Sempre a gennaio 2004 ha preso a circolare la notizia di un pappagallo che sarebbe in grado di fare vera e propria conversazione, comporre frasi, rispettare la grammatica e persino fare dell'umorismo, e sono arrivate numerose richieste d'indagine. La storia è raccontata qui:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/3430481.stm

http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/scienza_e_tecnologia/pappagallo/pappagallo/pappagallo.html

L'articolo della BBC parla del pappagallo, di nome N'kisi, che avrebbe "stupito gli scienziati" perché avrebbe un vocabolario di 950 parole e manifesterebbe un senso dell'umorismo. Sarebbe in grado di coniare spontaneamente nuove parole e frasi se posto di fronte a situazioni che non conosce. Per di più sarebbe anche telepatico. Il suo caso è pubblicato nel numero di gennaio 2004 del BBC Wildlife Magazine.
 
Anche in questo caso, il bufalometro è sul rosso. Non ho dubbi che il pappagallo sia assai più intelligente di molti esseri umani (penso in particolare agli hooligan), ma in base all'esperienza con tanti altri casi simili, grammatica e telepatia mi sembrano altamente improbabili: per chiarire la faccenda occorre che si svolgano dei test, non da parte dei soliti scienziati, che non sono competenti in materia, ma da parte di prestigiatori, esperti nello scovare i trucchi volontari e involontari che di solito si annidano dietro questi "fenomeni".

Fino a quel momento, la prudenza è d'obbligo e non c'è molto altro da dire. Eventuali aggiornamenti saranno disponibili presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/pappagallo/parlante.htm

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_04 - 021. La pezza di Internet Explorer stronca Fiat e Luca Armani

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Ieri Microsoft ha presentato la correzione all'ormai celebre falla di Internet Explorer che aiuta i truffatori a creare siti-truffa perfettamente ingannevoli, come descritto nella newsletter di ieri:

http://www.attivissimo.net/nl/nl2004/nl_internet_per_tutti_archivio200402.htm#020

La correzione, tuttavia, è decisamente drastica: rifiuta infatti qualsiasi indirizzo contenga il carattere "@" (la chiocciolina) o il suo equivalente esadecimale ("%40"), dicendo laconicamente che si tratta di "sintassi non valida".

Saranno contenti della soluzione Microsoft quelli della Fiat, che come forse sapete hanno una serie di siti pubblicizzati come "www.buy@fiat.com", che in inglese si legge "buy at Fiat", ossia "compra alla Fiat". Questi siti perfettamente legittimi non sono più raggiungibili con Internet Explorer dopo l'installazione della patch di correzione. Bella mossa.

Anche Luca Armani, il titolare di timbrificio diventato celebre per la sua controversa battaglia legale con la Giorgio Armani SpA intorno al nome di dominio "armani.it", viene oscurato dalla scelta Microsoft. Il suo sito alternativo, infatti, è "Rmani.it", che lui pubblicizza come "www.@rmani.it". Chi installa la patch di Microsoft e usa Internet Explorer non può più visitare il sito di Luca digitando "www.@rmani.it": deve avere la padronanza della Rete che gli permette di capire che il nome di dominio è "Rmani.it" e che quello che precede la chiocciolina non serve.

In altre parole, la patch di Microsoft è una delle soluzioni tecniche meno felici al problema dei siti-truffa: viene da chiedersi come mai non sia stata scelta la soluzione semplice e indolore di Opera, che di fronte a indirizzi di siti contenenti la chiocciolina visualizza semplicemente una finestra di dialogo che avvisa l'utente del possibile rischio e lascia a lui/lei decidere il da farsi. Mozilla 1.6, invece, non visualizza alcun messaggio di avviso e lascia vedere direttamente il sito interessato, che sia truffaldino o meno: questo non è bene, ma c'è l'attenuante del fatto che a differenza di Internet Explorer, nella barra dell'indirizzo viene visualizzato sempre l'indirizzo intero, senza mascherature o troncamenti come quelli permessi dalla falla Microsoft.

Questo è il classico esempio delle ragioni per cui da sempre si sconsiglia l'uso di Internet Explorer in favore di quello di browser alternativi: Internet Explorer è pieno di vulnerabilità (turata questa dopo due mesi di attesa, ne restano comunque molte altre) e le correzioni Microsoft sono spesso peggiori del male che vogliono guarire.

Il colmo dell'ironia è che se visitate www.buy@fiat.com usando Opera, ottenete una schermata (in inglese) che vi dice che il sito non può essere visto con questo browser. I browser consigliati per la visione sono Netscape e.... Internet Explorer.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_03 - 020. Sicurezza: turata la falla di Internet Explorer

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Dopo due mesi di attesa, Microsoft ha finalmente rilasciato una patch che corregge la falla di Internet Explorer descritta in un mio articolo per Apogeonline

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/12/24/01/200312240101

La falla consente a un aggressore di visualizzare quello che gli pare nella barra dell'indirizzo di Internet Explorer. L'uso più tipico di questa falla è nelle truffe in cui la vittima riceve un invito a visitare un sito di una banca o di un servizio commerciale online (Ebay, Paypal e simili) e a reimmettere i propri codici di accesso "per ragioni di sicurezza".

In realtà il link presente nell'invito non rimanda al sito autentico, ma a un sito-trappola visivamente identico, in cui la vittima immette i propri dati, regalandoli quindi al truffatore con ovvie conseguenze.

Normalmente la truffa diventa evidente quando si guarda la barra dell'indirizzo, perché compare l'indirizzo del sito-trappola invece di quello del sito autentico, ma grazie alla falla di Internet Explorer l'illusione è perfetta: nella barra dell'indirizzo compare infatti l'indirizzo del sito autentico.

La dimostrazione innocua di questa falla è nel Browser Challenge:

http://www.attivissimo.net/security/bc/test10.htm

Vi consiglio di provarla con Internet Explorer prima e dopo aver installato la correzione, in modo da poter verificare che funziona.

Una volta installata la correzione, Internet Explorer dovrebbe rispondere a questo test dicendo che la pagina non può essere visualizzata e visualizzando nella barra dell'indirizzo il vero indirizzo della pagina.

Chi usa altri browser o altri sistemi operativi non ha mai avuto problemi con questa vulnerabilità, che è esclusiva di Internet Explorer sotto Windows (Internet Explorer sotto Mac ne è esente). Tuttavia la correzione è consigliata a tutti gli utenti di Windows, compresi quelli che non usano Internet Explorer: infatti il servizio Windows Update di Microsoft dice esplicitamente, durante l'installazione della correzione, che la falla "riguarda tutti i computer che hanno Internet Explorer installato, anche se non viene utilizzato come browser Web".

La correzione è disponibile presso il sito Microsoft usando la funzione Windows Update e si chiama "MS04-004 Cumulative Security Update for Internet Explorer (832894)" o "Pacchetto cumulativo di aggiornamenti della protezione per Internet Explorer 6 Service Pack 1 (KB832894)".

I dettagli tecnici sono presso

http://support.microsoft.com/default.aspx?scid=kb;en-us;Q834489

e in italiano presso

http://www.microsoft.com/italy/security/security_bulletins/20040202_windows.mspx

La correzione risolve inoltre una falla analoga di Internet Explorer che consentiva di creare link ingannevoli e descritta qui:

http://www.attivissimo.net/security/fakesites/fakesites.htm

Mi raccomando, non scaricate la correzione da nessun altro sito, non fidatevi di eventuali correzioni inviate come allegati a e-mail, anche se il mittente sembra essere Microsoft, e usate solo ed esclusivamente la funzione Windows Update per scaricare la correzione: ogni altro metodo potrebbe essere una truffa che sfrutta proprio la necessità di turare quest'ennesima falla per intrufolarsi nel vostro computer.

Ciao da Paolo.


[IxT]2004_02_01 - 019. Antibufala: il numero 19 trovato su una roccia marziana

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Potevano starsene zitti i complottisti, con tutte queste foto delle missioni su Marte di gennaio e febbraio 2004? Certo che no. E infatti è arrivata puntuale la prima "scoperta". Su una roccia di Marte c'è scritto un numero, per l'esattezza il numero 19.

L'originale della foto marziana che contiene il numero 19 è disponibile presso il sito della NASA:

http://marsrovers.jpl.nasa.gov/gallery/all/2/p/013/2P127522190EFF0309P2511L2M1.JPG

Il numero 19 è nella roccia che sta quasi al centro della zona superiore dell'immagine, circa a metà strada fra la piastra quadrata chiara e il bordo superiore della foto. Presso il sito del Servizio Antibufala trovate una porzione non ritoccata in alcun modo della foto originale, prima in scala ridotta e poi a grandezza naturale.

http://www.attivissimo.net/antibufala/marte/numero19.htm


Come tutti sanno, un numero è una dimostrazione evidente di vita intelligente, ma in questo caso c'è un ulteriore particolare inquietante. La vita intelligente marziana sarebbe robotica: infatti 1 = A e 9 = I, e "AI" sta per Artificial Intelligence, ossia "Intelligenza Artificiale".

In altre parole, Marte è popolato di robot alieni intelligenti che stanno tentando di comunicare con noi scrivendo numeri sulle rocce. Mettersi davanti all'obiettivo delle sonde NASA e farsi fotografare con un cartello recante la scritta "klaatu barada nikto" sarebbe un approccio troppo facile, non vi pare?

C'è anche chi teorizza che la verità sia un'altra: le foto non proverrebbero da Marte, ma dallo studio televisivo nel quale, come al solito, la NASA starebbe simulando l'intera missione. Il numero 19 sarebbe quindi un numero d'inventario usato dagli scenografi per ricordarsi le posizioni delle varie rocce, in modo da poter ricreare sempre esattamente la medesima scena fra un ciak e l'altro.

Se la cosa vi sembra strampalata, tenete presente che una delle più famose "prove" della falsificazione degli sbarchi lunari del 1969 è una celebre
foto in cui una roccia lunare reca una vistosa lettera C. Anche in questo caso, i complottisti dichiarano che si tratta di una lettera di riconoscimento
lasciata per errore in vista dagli scenografi dell'epoca.

E' naturalmente una bufala, perché è un fatto ben noto che in qualunque immagine piena di irregolarità, se si cerca con pazienza, si troveranno forme familiari: non perché ci sono, ma perché il cervello umano tende a cercare di dare un senso alle forme casuali. E' lo stesso meccanismo che ci fa vedere un volto umano nella Luna piena o un coniglietto in una nuvola. O la faccia del demonio nella nube di fumo delle torri gemelle del World Trade Center.

Per quanto riguarda la C nella foto lunare, ovviamente si tratta di un pelucco intrufolatosi durante la duplicazione analogica delle preziosissime pellicole originali (tutte le foto dello sbarco sulla Luna che vedete in giro sono copie di copie). Ma questa spiegazione è considerata inaccettabili dai complottisti duri e puri.

Ringrazio gli attenti osservatori di The Register

http://theregister.co.uk/content/28/35245.html

per questa chicca.

Ciao da Paolo.

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